Il gioco rivendica un ruolo essenziale nel processo di crescita e di maturazione della persona. Il saggio affronta, in un'ottica socio-psico-pedagogica, il tema del gioco infantile sottolineandone i risvolti problematici e le multiformi espressioni e articolazioni, alla riscoperta delle sue pressoché illimitate valenze e potenzialità formative, a scuola come in famiglia, nella biblioteca come nel museo. Partendo dall'analisi che spazia dalla dimensione storica al versante della pedagogia speciale, esplorando e fornendo riflessioni critiche sul ruolo che alla dimensione ludica viene assegnato a scuola, l'autore insiste sul valore irrinunciabile del gioco, quale efficace risposta a molte delle più vive istanze educative e alle nuove povertà dell'infanzia.
Il volume raccoglie 14 fiabe tratte dalla tradizione europea, illustrate da Colin e Moira Maclean. La principessa sul pisello, Gianni e la pianta di fagioli, I tre porcellini, si alternano a storie meno note, come Il coniglio e il bambino di catrame, Tremotino e L'omino di pan di Zenzero.
L'autore offre una esemplificazione dei numerosi impieghi che è possibile fare dei numeri in colore: dalle attività di seriazione alle attività di numerazione nelle varie basi, alle attività di calcolo e di misura, alla costruzione di simmetrie, di figure geometriche e di grafici. L'aspetto più significativo della trattazione è costituito dalla dimostrazione che la versatilità didattica dei numeri in colore consiste soprattutto nel loro uso creativo, che ha nel gioco la sua metodologia privilegiata. In tale prospettiva, vengono presentate delle simulazioni ludiche: Caramelandia e Cosmolandia creano motivazioni per effettuare operazioni di conta, addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione.
In gran parte debitore delle opere di Maritain e di Mournier, il personalismo italiano contribuì in modo decisivo alla divulgazione di un umanesimo che propugna l'originalità e l'irrinunciabilità della persona umana, proposta ampiamente recepita dalla nostra Carta Costituzionale. Oggi, con il prevalere delle tendenze critiche post-moderne, del pensiero negativo e del pensiero debole, il riprendere il discorso personalista vuol dire avviare il recupero intero dell'umanesimo. Per questo, il colloquio padovano ha riunito a parlare autori di varie correnti di pensiero.
Partendo dal presupposto che le capacità creative sono bassamente correlate con quelle intellettive, l'opera propone una strategia di lavoro nella quale confluiscono l'espressione e la comunicazione visiva. L'intento è quello di promuovere un processo di sviluppo a livello senso-percettivo, per utilizzare le attività plastiche e figurative nella prospettiva del recupero e della terapia. Il volume prendendo in esame gli handicaps più ricorrenti, i deficit e le anomalie, ipotizza interventi su misura personalizzati contro la genericità e il pressapochismo. Il libro si chiude con un efficace dizionario dei termini tecnici per rispondere all'esigenza degli insegnanti.
C'era una volta un orsacchiotto curioso che urlava ogni volta che qualcosa non gli piaceva. Una sera i suoi genitori lo lasciarono in casa da solo ed ebbe paura. E poiché aveva paura, urlò più forte che poteva. Ma non servì a niente. Allora se ne andò nel bosco per cercare i suoi genitori e gli capitarono molte avventure.