La presente proposta metodolgica, fedele al solco tracciato dalla storia della letteratura teologico-spirituale, si colloca decisamente nell'ambito della teologia della vita cristiana, in dialogo intra e interdisciplinare con le scienze umane per dare un nuovo impulso all'attività evangelizzatrice di una "Chiesa in uscita" capace di abbracciare l'intera esistenza umana. Lo stile di presentazione è correlato al pubblico di riferimento del presente volume: studenti e docenti interessati allo studio delle fonti della spiritualità cristiana. Ai primi cinque capitoli, che affrontano in modo ragionato la questione metodologica, seguono altri quattro che approfondiscono questioni specifiche: il rapporto tra santità e spiritualità; la lettura dei testi spirituali; il profilo teologo della spiritualità e le prospettive della spiritualità. Le appendici conclusive sono strumenti pratici che concretizzano ciò su cui precedentemente si è ragionato.
Alla fine del 1992 veniva presentato alla Chiesa e al mondo il Catechismo della Chiesa Cat­tolica (= CCC). Tradotto in innumerevoli lingue, il CCC rappresenta allo stesso tempo un punto di arrivo e un punto di partenza della catechesi cattolica. Come punto di arrivo, costituisce una sintesi aggiornata, organica, completa ed essenziale della coscienza di fede della Chiesa dopo la grande catechesi del Concilio Vaticano li. Come punto di partenza, il CCC è ormai un riferimento imprescindibile per l’aggiornamento e l’elaborazione dei catechismi inculturati delle chiese locali.
A cinque anni dall’originale francese – con le contemporanee edizioni italiana e spagnola – e in corrispondenza con la pubblicazione dell’editio typica latina, vengono qui raccolti alcuni studi di commento e di analisi del CCC articolati in due sezioni. Nella prima, oltre a un in­quadramento di storia della catechesi e di storia della redazione (Amato, Gianetto), vengo­no offerte alcune prospettive di lettura: approccio biblico (Cimosa), uso dei Padri (Bergamelli), esigenza d’inculturazione (Montani), individuazione di alcune dinamiche proprie dei CCC (Bissoli) e, infine, una prima sintesi del vivace dibattito catechetico-pastorale provocato dal CCC (Biancardi).
L’amplissima seconda parte contiene alcuni saggi di valutazione contenutistica di carattere sistematico su Dio (Palumbieri), l’uomo (Palumbieri), la fede (Maffei), la creazione e il pec­cato originale (Gozzelino), Gesù Cristo (Caviglia), la Chiesa (Gallo), Maria (dal Covolo). Questa parte è completata da studi d’indole liturgica (Triacca, Cuva, Sodi), morale (Carlotti, Merlo, Gatti, Turek) e spirituale (Gambino).
Il volume viene completato da uno studio aggiornato sulla storia della redazione dell’editio typica latina (Martinelli), che riassume il lavoro svolto dalla Commissione Interdicasteriale, istituita nel marzo del 1993 e incaricata della revisione e della promozione del CCC.
Resta valido il giudizio formulato sul CCC dal card. Joseph Ratzinger: «L’accoglienza riser­vata al testo, mentre ha rafforzato i “legami dell’unità nella fede apostolica” tra tutti i disce­poli dei Signore, ha contribuito a dare risposte chiare a quanti desideravano conoscere il pensiero della Chiesa sui problemi essenziali della vita».
Ultima opera di Ulrich, Virginitas foecunda ripercorre tutti i principali temi del filosofo in forma meditativa. Nato come scritto occasionale per gli auguri natalizi per gli amici, questo commento teologico e filosofico della scena del Natale nei suoi intimi legami con l'evento della Croce, ha preso successivamente una forma più distesa e di ampio respiro. La luce dell'Incarnazione redentiva di Dio nell'umanità di Gesù getta ancora una volta luce sui drammi del nostro tempo, sulle sempre nuove edizioni dello scontro fra le astrazioni di Satana e la carne di Cristo, fra l'abissale vanità delle ricchezze del mondo e l'invano dell'umile amore di Dio che rende l'uomo partecipe della sua pienezza.
Il volume riprende un tema centrale della riflessione teologico-morale, specialmente oggi, quando soggettivo e oggettivo sono in forte tensione e discussione e quando la loro possibile devoluzione è rischio reale e prossimo, in ambito ecclesiale e non. Il cammino riflessivo prevede cinque momenti, assegnati ai cinque capitoli. Il primo momento offre due premesse importanti per ogni discorso teologico-morale, specialmente quello che verte sulla coscienza morale: l'epistemologia e l'antropologia, il porsi e lo sviluppo dell'etica teologica come scienza e il delinearsi attuale del profilo antropologico. Il secondo momento introduce al tema specifico della coscienza morale nel suo collocarsi nella cultura e nella riflessione contemporanea occidentale. Si presentano alcuni tratti rilevanti: il soggetto autoreferenziale; la rilevanza o meno del riferimento religioso; il confronto con la cultura dell'efficienza e del risultato; il realismo di una praticabilità possibile del bene morale. Col terzo passo poi si accede al tema delicato della identità della coscienza morale a partire dalla sua dignità umana, che risiede nella capacità di sé dell'uomo e che ne esige la sostanziale libertà e ne riconosce la centrale titolarità. Si affronta poi il rapporto delicato con la verità morale, riconoscendo la soggettività, ma non il soggettivismo di questa. Si accenna alla novità del magistero di papa Francesco. Nel quarto momento, la biografia della coscienza morale si cimenta, brevemente, con l'intento formativo. Il mondo emotivo vi preme con la sua diversificata influenza, la cui decifrazione seppur ancor oggi nodale conosce momenti faticosi e talora sofferenti di impostazione e realizzazione. Vi è poi la trattazione della cura personale, comunitaria e cristiana della coscienza morale, a livello sia teorico sia pratico. Nel quinto capitolo si offre una trattazione dello specifico cristiano della coscienza morale cioè la sua novità a partire dalla persona del Cristo incarnato, morto e risorto nella vita e nella storia dell'uomo. Questa novità non può non avere il suo culmine nella Pasqua del Cristo, dove si ha il fondamento cristico della morale cristiana. Nella consegna dello Spirito del Risorto, che inabita nel nuovo cuore del credente, si ha la dimensione pneumatologica e carismatica della morale cristiana, condicio sine qua non di una teonomia non eteronoma, ma autonoma. La dimensione ecclesiale come comunione di vita morale qualificata è la 'convivenza' della coscienza morale credente.
"I laici sono protagonisti della Chiesa. Oggi c'è bisogno di allargare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa, e di una presenza laica, si intende, ma sottolineando l’aspetto femminile, perché in genere le donne vengono messe da parte. Dobbiamo promuovere l'integrazione delle donne nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti" (Francesco, Angelus, 11 ottobre 2020).
Papa Francesco non si stanca di invitarci ad "attivare processi" per promuovere il contributo della donna all’interno della Chiesa: anche questo nuovo importante volume, "De potestate regiminis I ruolo della donna nella Chiesa oggi", offre un valido contributo all’intento di formare persone competenti in materia, protagoniste dei cambiamenti che sono necessari, e di "costruire - cosi come invita la Costituzione apostolica Veritatis gaudium al n. 3 del Proemio - leadership che indicano strade". Il volume presenta una serie di contributi che analizzano la consistenza di espressioni comuni quali "collaborazione", "responsabilità", "servizio" "partecipazione" "condivisione”; altri che ricostruiscono la recente storia del diritto canonico su questo tema; studi - inoltre - che considerano la presenza della donna all’interno degli uffici ecclesiastici, nei tribunali, come difensore del vincolo e come giudice, e anche una presentazione della visione giuridica su questa questione nel pensiero di Javier Hervada e del salesiano Pier Giorgio Marcuzzi, compianto e stimato docente nella nostra Università. La lettura attenta di questo volume offre dunque agli addetti ai lavori un quadro aggiornato e ben delineato degli elementi in gioco e dello loro implicanze, dando la possibilità anche ai meno esperti di approfondire fruttuosamente l'argomento. (dalla Prefazione di Prof. Mauro Mantovani, SDB, Rettore Magnifico - Università Pontificia Salesiana).
Presentazione di Ángel Fernández Artime, introduzione di Marco Bay.
Il volume prende di mira il dato estetico e quello religioso, nel punto dove uno interseca l’altro, mostrando il loro stretto rapporto, che non si può risolvere in una semplice identità, ma neppure sono reciprocamente estranei. La riflessione deve fare i conti con situazioni critiche e con una estrema diversità ermeneutica, che poi apre in realtà una straordinaria molteplicità di percorsi. In ambito teologico la prospettiva estetica ha offerto già in tempi recenti studi di alta qualità. Sovente tali proposte si sono fermate ad un livello per lo più di carattere epistemologico, non hanno avuto un grande riflesso nella formazione teologica, e hanno conosciuto sviluppi differenziati. Il nostro libro con i suoi otto contributi non potrebbe avere la pretesa di chiudere la questione e neppure di dare una visione esaustiva della prospettiva estetica in teologia, ma vuole attirare l’attenzione ad un ambito di produzione che nei tempi recenti si dimostra molto vivace, e tuttavia può rimanere lontano dai nostri pensieri.
«Oggi non viviamo soltanto un’epoca di cambiamenti ma un vero e proprio cambiamento d’epoca» (Veritatis gaudium, 3): siamo più che convinti dell’affermazione, ma forse non vogliamo assumerne ancora tutte le conseguenze, né tanto meno accettare che il comportamento delle persone sia anzitutto guidato dalla visione culturale o dalla comprensione della realtà propria del gruppo al quale appartengono. Ad ogni modo, un mondo scompare e ne sta emergendo un altro senza che, per la sua costruzione, vi sia un modello prestabilito; i cristiani poi abbiamo un problema in più: eravamo gli artefici principali del disegno che sta dileguandosi e – quasi spontaneamente – non solo ci resistiamo a lasciarlo, ma non possiamo credere che sfugga anche a noi l’immagine del mondo che si deve costruire.
È la cultura a determinare in grande misura le nostre idee e i nostri comportamenti: lo si può affermare tanto nel caso di chi l’accetta come di chi invece l’attacca. Ecco perché il cambio epocale comporta logicamente un certo disorientamento generale del pensiero e della condotta, mentre si cerca di attivare tutti i processi d’interpretazione necessari per arrivare a una comprensione in grado di orientarci nella ricostruzione culturale in atto. Questo libro intende situarsi in tale ottica interpretativa, con il vivo desiderio di raggiungere l’obiettivo espresso nel sottotitolo: mostrare alcune «prospettive culturali e teologiche contemporanee». È però nel titolo, «Modernità e cambio epocale», la chiave dell’analisi, in quanto è proprio alla modernità che si deve attribuire l’assalto e demolizione del sistema più o meno fisso dei valori e delle finalità che credevamo possedere. In ogni caso, per comprendere il nostro presente, dobbiamo partire dall’Illuminismo moderno che, senza dubbio, costituisce la rivoluzione più significativa del mondo occidentale; in simile impresa, ancora risultano illuminanti le parole di I. Kant che invitano a uscire dallo stato di minorità: «Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!».
José Luis Moral è Professore Ordinario di «Pedagogia religiosa» nella Facoltà di Scienze dell’Educazione (Università Pontificia Salesiana di Roma), già professore di Pastorale Giovanile, Direttore dell’Istituto Superiore di Teologia «Don Bosco» di Madrid e della rivista «Misión Joven». Alcune pubblicazioni nell’ambito della pastorale giovanile: Giovani senza fede?; Giovani, fede e comunicazione; Giovani e Chiesa; Pastorale Giovanile. Sfida cruciale per la prassi cristiana (2018). Con la «Las» ha pubblicato: Ricostruire l’umanità della religione (2014), L’incontro con Gesù di Nazaret (2016), Cittadini nella Chiesa, cristiani nel mondo (2017).
Negli anni del post-concilio Vaticano II si ebbe una profonda trasformazione nel modo di concepire la teologia, frutto di cause molteplici, interagenti tra di loro.
Questa costatazione obbligò l’autore – che nel 1991 aveva pubblicato in questa stessa collana editoriale il voluminoso testo Teologia dell’educazione. Origine, identità, compiti (Enciclopedia delle Scienze dell’Educazione, n. 7, pp. 504) – non solo a ripensare in modo nuovo la natura della Teologia dell’educazione e i suoi rapporti con le scienze dell’educazione, ma anche a tracciare, sia pure in modo rapido e sommario, un profilo agile e chiaro della teologia cattolica, nel quale inquadrare la teologia dell’educazione.
Quel libro che l’autore per motivi di salute non riuscì a portare a termine, vede ora la luce, tramite l’opera del curatore che ha messo in ordine i dattiloscritti/file che l’autore aveva abbozzato per l’edizione.
Il libro è pertanto una chiarificazione di tipo genetico–storico di cosa è la teologia e in che cosa consista il lavoro del teologo. E ne dà una concreta esemplificazione con i tre saggi su: la teologia dell’educazione, l’educazione cristiana, la rilettura del ruolo della vita sacramentale, della catechesi e della formazione spirituale nel sistema preventivo di don Bosco.
Come è stato scritto da uno dei referees editoriali:
«Questa pubblicazione merita che sia oggetto di lettura da parte di quanti, docenti ed allievi, si interessano di teologia, di catechetica, di educazione, di salesianità».
Prefazione di Giuseppe Abbà.