Il pensiero cristiano si confronta con una realtà planetaria plurale, all’interno della quale differenti culture e mondi religiosi diversi si incontrano. Alla teologia è richiesto un contributo che sappia dire una parola chiarificatrice, dal punto di vista della fede della Chiesa, sul valore del fenomeno religioso nelle sue varie espressioni, sulla domanda di sacro, sulla ricerca di senso della vita.
Biografia
Paolo Selvadagi, vescovo ausiliare della diocesi di Roma, è stato docente di Teologia delle religioni e del dialogo interreligioso, di Introduzione alla filosofia presso la Pontificia Università Lateranense. È Consultore del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Ha già pubblicato sullo stesso argomento: Cristianesimo e religioni. Saggi teologici (Roma 1998), Teologia, religioni, dialogo (Roma 2009).
Il Crocifisso Risorto e la "sapienza" del mondo sono i temi che legano tra loro i due contributi di questo fascicolo, nato dall'esperienza viva dell'itinerario quaresimale 2018 nella Pontificia Università Lateranense.
Descrizione
Questo nuovo volume della Collana “Le lanterne” raccoglie i contributi della Tavola rotonda sul tema della Misericordia, tenutasi il 6 maggio 2016 nella Pontificia Università Lateranense, organizzata dall’Associazione di Studi Tardoantichi - Sezione di Roma, nel cuore dell’Anno Giubilare. L’evento si è inserito all’interno di un più ampio itinerario di riflessione tra Filosofia e Teologia, avviato da qualche tempo dalle rispettive Facoltà della Pontificia Università Lateranense, che propone una possibile nuova sintesi tra queste due discipline [cfr. E. DAL COVOLO (ed.), Per una sintesi tra filosofia e teologia - Itinerari di dialogo, in Le lanterne, 10, LUP, Città del Vaticano 2016]. Sulla scia di questo percorso già iniziato, affinché esso assuma sempre più il carattere dell’interdisciplinarità, si è pensato di aggiungere la dimensione del Diritto nella riflessione sulla Misericordia, in particolare attraverso l’analisi delle fonti romanistiche. Il risultato ha superato ogni aspettativa: è emerso, infatti, che il confronto tra saperi, nello specifico quello filosofico, teologico e giuridico, offre sempre un’opportunità straordinariamente efficace per parlare all’uomo del nostro tempo. Dalla Prefazione
L'autore in questo breve saggio focalizza l'attenzione sulla figura del padre del nostro tempo, coniugando l'esperienza personale di paternità e professionale di psicoterapeuta. Conduce il lettore, con delicatezza e progressione, verso la comprensione del volto del Padre Celeste dimostrando che Dio è un modello raggiungibile di ogni paternità, per l'oggi e per sempre. Una progressione che diventa bene grande, desiderabile e necessario, una conquista indispensabile per il futuro dell'umanità.
L'intenzione di questo breve saggio è sondare la poetica di Cesare Cellini (1963-1993), laico, genovese di nascita, catanese di adozione, scomparso a soli 28 anni. Una poetica densa, simbolica, piena di fede, tanto che le sue poesie possono essere suscettibili di analisi teologica, in quel filone di ricerca che pone la poesia come capace di parlare di Dio all'uomo moderno. La sua poesia è struggente, ma scevra di sterili sentimentalismi, radicata in un dialogo di fede, serio, sereno e pacificante con quello che egli stesso definisce "l'antico dilemma / il bisogno di Dio". L'autore del presente saggio - composto in occasione di una conferenza tenuta a nell'Università di Catania, per i venti anni dalla morte del poeta - accosta la sua poetica a quella di David Maria Turoldo, evidenziandone, allo stesso tempo, le differenze. Un testo utile per approfondire la poetica di Cesare Cellini e quel dialogo proficuo a mai interrotto tra la poesia e la teologia.
Il presente libretto vuole onorare un grande maestro di teologia Mons. Marcello Bordoni nell'occasione del primo anniversario della sua morte. Esso contiene, oltre ad un saggio introduttivo sul suo pensiero da parte del curatore, un testo in gran parte inedito su La Croce nella riflessione sul sapere teologico. In esso Bordoni riflette, alla luce anche della Fides et Ratio di Giovanni Paolo II e dell'insegnamento di Benedetto XVI sull'allargamento degli orizzonti della ragione, su come la Croce del Crocifisso faccia della teologia una scienza umile, imprescindibile e originale nella riscoperta del volto del Dio cristiano. Il breve saggio viene ora pubblicato in questo libretto, il cui titolo evocativo richiama una dimensione imprescindibile, vale a dire quella del vissuto ecclesiale come origine, grembo e fine della riflessione teologica. Vengono poi pubblicate, dopo il suo scritto, le due uniche interviste teologiche che Marcello Bordoni ha rilasciato nella sua vita e che, ancora una volta, esaltano la vocazione ecclesiale di chi vuole fare una teologia che serva il popolo di Dio. Chiude questo libretto una bibliografia generale aggiornata sui suoi scritti.
Nel dialogo culturale tra fides et ratio il confronto tra il mondo della teologia e quello dei saperi che l'Universitas scientiarum deve considerare risulta spesso arduo, per quella incomunicabilità dei linguaggi che caratterizza l'oggi della cultura. Alla ricerca della verità, ogni ambito di indagine si pone di fronte alla responsabilità di dover essere luce per l'intelligenza, con la preoccupazione di cogliere la veritas frutto di una visione d'insieme che permetta di cogliere il senso primo e ultimo di ciascun ambito in cui l'intelletto è chiamato a dare "forma" alla libertà intellettuale della persona. Ogni ricerca tende a situarsi all'interno di una missione educativa qual è soprattutto quella dell'Università. Diffondere e condividere cultura è costruire una societas in cui la persona è al centro. Tutto questo per promuovere una nuova sintesi umanistica, un sapere che sia scienza capace di orientare l'uomo alla luce dei principi primi e dei suoi fini ultimi.
La questione della verità è molto complessa, non può essere più ridotta alla adeguatio perché questa va bene per una concezione metafisica fondata a sua volta su una gnoseologia di stampo metafisico, che prevede che l’intelletto dell’uomo sia intenzionato alla verità dell’essere. Quindi la veritas come adeguatio presuppone un logos che è soprattutto dichiarativo e dimostrativo delle cose, secondo quella che è l’impostazione classica di Aristotele, ripresa in gran parte da S. Tommaso. Mentre il logos dichiarativo è apodittico, cioè non ammette contraddizioni, la proposizione è vera o è falsa – viceversa la tematica del verbum mentis in Lonergan, afferma che l’avvicinamento alla verità è progressivo, non soltanto dichiarativo. Si potrebbe dire che nella concezione rivelativa della verità il primato ce l’ha non tanto l’intelletto che si adegua, ma l’essere stesso che si svela. Il Verbum mentis di Lonergan ripreso da S. Tommaso è proprio questo: il verbum mentis è l’illuminarsi alla coscienza dell’essere, quindi c’è questa reciprocità tra l’intellezione e l’essere. La nostra conoscenza arriva al concetto ma quel Verbum mentis è l’ultimo approdo di un processo lungo che è storico, progressivo e dinamico.
Ireneusz Wojciech Korzeniowski
sacerdote diocesano. Dopo aver completato gli studi all’Università di Lublino, ha conseguito il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e il dottorato in filosofia alla Pontificia Università Lateranense. Dall’ottobre 1999 è assistente aggiunto presso l’Istituto di ricerche sui polacchi dispersi nel mondo (Università Cattolica di Lublino). Tra Le sue pubblicazioni segnaliamo: I segni dei tempi nel pensiero di Giovanni Paolo II, Dehoniane, Roma 1997; Fede e atto di fede in Louis Billot. Una ricognizione storicocritica, Dehoniane, Roma 1999; Il «Verbum mentis» in Bernard Joseph Francis Lonergan, PUL, Roma 2008; L’ermeneutica veritativa di Emilio Betti, Città Nuova Editrice, Roma 2010. E’ editore del volume: Per un’ermeneutica veritativa. Studi in onore di Gaspare Mura, Città Nuova Editrice, Roma 2010.