"Grazie alla sua specifica formazione, padre Francois Jourdan è particolarmente idoneo a contribuire in modo fruttuoso al dialogo tra cristiani e musulmani. Il rapporto concreto con questi ultimi è per lui un dato quotidiano: è stato missionario in Africa, dov'è venuto a contatto con l'slam africano; è vissuto in Marocco e ha percorso in lungo e in largo la Tunisia, l'Egitto, il Libano, la Giordania, la Siria e la Turchia.
Egli si propone come uno strenuo difensore del confronto aperto e pacifico tra i credenti delle due religioni, e insiste affinché questo si svolga nella verità, ossia senza eludere i punti sui quali è opportuno e giusto discutere".
Remi Brague
Dalla California a Gerusalemme passando attraverso il Marocco, l’Arabia Saudita, l’Italia, il Kenya, ancora gli Stati Uniti, e soprattutto l’incontro, personale e decisivo, con Cristo. Vincent Nagle, missionario in Medio Oriente per la Fraternità San Carlo, racconta la sua storia di vita e di fede: l’infanzia e la giovinezza nell’America liberale e progressista degli anni ’60 e ’70; il faccia a faccia, provvidenziale, con l’islam; la faticosa ricerca della fede; la piena adesione al cristianesimo e la scelta di diventare prete, segnata dall’incontro con Comunione e liberazione e il carisma di don Giussani. Infine, l’arrivo nella Città Santa per eccellenza, dove il carattere ormai minoritario della presenza cristiana nella terra in cui Gesù è vissuto diventa il paradigma della condizione del cattolicesimo nell’età contemporanea.
La conclusione è una sola e sfida tutti i credenti: la fede non può essere ridotta a una serie di nobili principi, ma deve essere vissuta come un’avventura che si insinua nelle pieghe della storia. Deve diventare esperienza e testimonianza. Deve essere praticata con la speranza di chi ha sperimentato l’abbraccio del Risorto.
L'AUTORE
Vincent Nagle è nato a San Francisco nel 1958. è entrato in seminario a Roma ed è stato ordinato prete nel 1992. Nel 2006 si è trasferito in Terra Santa e lavora nell’ufficio del Patriarca latino di Gerusalemme. è autore di Sulle frontiere dell’umano. Un prete tra i malati (Rubbettino Editore).
Lorenzo Fazzini, nato nel 1978, abita a Verona; sposato, ha un figlio. Giornalista, traduttore e consulente editoriale, scrive su «Avvenire» e collabora con diverse riviste tra cui «Mondo e Missione», «Messaggero di Sant’Antonio» e «Tempi». Ha pubblicato Nuovi cristiani d’Europa (Lindau) e Dialoghi nel cortile dei gentili (Edizioni Messaggero di Padova). Ha vinto il premio giornalistico UCSI «Giornalisti e società» under 30 e il «Giovanni Fallani». Il suo sito Internet è www.lorenzofazzini.it
Come ha potuto la predicazione di un oscuro falegname della Galilea suscitare un movimento che oggi conta oltre due miliardi di fedeli? Chi prestò ascolto alla «Buona Novella» e chi invece la ignorò? Come riuscì il cristianesimo primitivo a svilupparsi fino a diventare la religione più diffusa nelle trentuno maggiori città dell’Impero romano?
Basandosi su dati quantitativi e sui risultati degli studi più recenti, in ambito sia storico sia archeologico, Rodney Stark propone una ricostruzione dei fatti largamente inedita e rovescia molti luoghi comuni.
Per esempio, dimostra che:
1) Diversamente da quanto sostengono diversi studiosi, lo gnosticismo non fu una forma di cristianesimo più sofisticata o autentica, ma soltanto un tentativo infelice di paganizzare la cristianità.
2) Paolo è stato chiamato l’apostolo dei Gentili, ma per lo più convertì dei giudei.
3) Il paganesimo non fu rapidamente cancellato dalla repressione statale seguita alla conversione di Costantino nel 312, ma scomparì gradualmente perché la gente cominciò ad abbandonare i templi subendo il fascino del cristianesimo.
4) I culti «orientali» – come quelli dedicati a Iside, la dea egizia dell’amore e della magia, e a Cibele, la dea della fertilità dell’Asia Minore – prepararono in realtà la strada per la rapida diffusione della cristianità nei territori dell’Impero romano.
5) Contrariamente a quanto affermato da generazioni di storici, il culto misterico di Mitra non costituì affatto una sfida al cristianesimo quale nuova fede dell’Impero, poiché non ammetteva le donne e attraeva solo i soldati.
Ancora una volta non è esagerato affermare che l’intero quadro delle interpretazioni ormai consolidate riguardo ai primi secoli del cristianesimo e a come esso sia diventato nel tempo la più importante religione al mondo deve essere profondamente rivisto.
L'AUTORE
Rodney Stark è sociologo della religione e docente di Scienze sociali presso la Baylor University, in Texas. Tra le sue numerose pubblicazioni, ricordiamo: La vittoria della Ragione, Ascesa e affermazione del cristianesimo, La scoperta di Dio, Un unico vero Dio e Gli eserciti di Dio, tutte edite dalla nostra casa editrice.
«Cammilleri è fra i maggiori apologeti viventi, ogni tanto scrive anche romanzi storici, ma in lui il ragionamento è sempre più forte dell’intuito o della immaginazione e l’analisi è più appassionante della storia che propone e della stessa conclusione.
Questo libro è una sorta di analisi strategica del perché si può essere sicuri del cattolicesimo e dei suoi vantaggi competitivi nei confronti delle altre religioni. Perché è la sola religione di Dio: Dio è cattolico, senza dubbio.
Cammilleri compie una specie di analisi comparativa, modello McKinsey, densa di osservazioni, ragionamenti, continue sintesi. Ma lo fa partendo da una considerazione essenziale. Nel mondo non funziona più quasi nulla, ma non perché c’è una crisi di valori che non permette più agli uomini di dare un senso agli strumenti di civiltà disponibili. Il punto è un altro. Questa crisi di valori discende dalla crisi della fede: non credere più nello stesso Dio. Sembra una enciclica. E se Dio non è per tutti lo stesso Creatore del cielo e della terra, e la vita non ha lo stesso senso, perché dovrebbero avere senso le azioni umane? Da qui la confusione e ciò che ne consegue, che preoccupa
Cammilleri, l’apologeta, il polemista, che a furia di polemizzare con se stesso è finito per diventare un maestro di provocazioni, per i vari Teofili che vogliono ascoltarlo (me incluso), ironico, persino irritante, ma straordinariamente stimolante e convincente.
Cammilleri come un Agostino del XXI secolo confronta sempre fede e ragione, grazia e senso del peccato, ruolo della Chiesa e dei sacerdoti. Lo fa analizzando duemila anni di cristianesimo senza eludere i passaggi storici più controversi e complessi, quali le Crociate e l’Inquisizione, ma anche studiando le ferite provocate negli ultimi cinquecento anni dalla Riforma, dall’Illuminismo, dalle Sette anticlericali risorgimentali. Cosicché quando alla fine di una frase, come risposta a una domanda, scrive: «Boh», non bisogna sorprendersi, è una domanda aperta su cui meditare.
Ma vediamo se in questo libro Cammilleri riesce a convincerci che Dio, oggi, se dovesse scegliere, parteciperebbe a una messa cattolica la domenica, anziché ad altre cerimonie il venerdì o il sabato.»
Ettore Gotti Tedeschi
Rino Cammilleri è autore, presso i maggiori editori nazionali, di una trentina di libri, alcuni dei quali tradotti in più lingue. Tra questi, Gli occhi di Maria, scritto con Vittorio Messori, e Denaro e Paradiso, con Ettore Gotti Tedeschi. La sua produzione spazia dalla saggistica alla narrativa. Il suo ultimo romanzo si intitola Il crocifisso del samurai (Rizzoli, 2009).
Cammilleri tiene rubriche su «Il Giornale» e sul mensile «Il Timone».
I figli si educano con il cuore, il buonsenso e la fiducia. Ecco il messaggio che Anselm Grün, il celebre monaco benedettino, e Jan-Uwe Rogge, un pedagogo apprezzato in tutto il mondo, rivolgono ai tanti genitori resi insicuri dal desiderio di fare tutto alla perfezione e dall'idea che esista una "tecnica dell'educazione" giusta e valida sempre. In questo libro, condividendo con i lettori l'esperienza maturata in molti anni di lavoro e di riflessione, ci mostrano come far fronte alle sfide della vita quotidiana e ci assicurano che i bambini cercano Dio, facendo domande sul perché delle cose, sull'inizio e sulla fine della vita, ed esplorando il mondo intorno a loro in cerca di spiegazioni. Su questa ricerca di Dio Grün e Rogge concentrano la loro attenzione, facendoci capire come i bambini pensano e dicendoci come possiamo riconoscere le loro esigenze spirituali. Ci parlano di empatia, di sensibilità e di rituali, della necessità di crescere insieme e di rispettare i limiti, di rallentare e fermarsi, di concepire se stessi e i propri figli come persone imperfette che possono sbagliare, delle caratteristiche di un buon educatore e del paradosso che consiste nel lasciare andare sostenendo. Suggeriscono i modi migliori per rispondere agli interrogativi dei bambini ed esplicitano i valori a cui fare riferimento durante i momenti di crisi come lutto, malattia e pubertà. Ci spiegano come la spiritualità non abbia necessariamente a che fare con le istituzioni ecclesiastiche e come possa influire positivamente
IL LIBRO
Come può un matematico credere in Dio?
Un luogo comune nato con l’illuminismo vuole che gli scienziati siano atei o agnostici. La ricerca della verità perseguita attraverso la scienza sarebbe infatti incompatibile con qualunque convinzione di tipo religioso.
Per Antonio Ambrosetti, scienziato di grande e riconosciuto valore e cristiano dichiarato, la matematica e la religione appartengono a due sfere distinte dell’esperienza umana, che possono coesistere in modo proficuo e reciprocamente stimolante, come è dimostrato da illustri matematici credenti come i cattolici Giovanni Prodi ed Ennio De Giorgi, o gli ebrei Paul Rabinowitz e Haim Brezis.
In particolare l’autore discute la pretesa onnipotenza della matematica, in base alla quale molti ritengono di poter dimostrare matematicamente tutto. La matematica ha molti limiti e, comunque, non può essere usata né per dimostrare né tanto meno per negare l’esistenza di Dio.
Anche se forse può aiutarci ad avvicinare il suo mistero e a coglierne la grandezza.
L'AUTORE
Antonio Ambrosetti, nato a Bari nel 1944, già docente di Analisi matematica alla Scuola Normale di Pisa, insegna alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. È socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei, socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino e membro dell’Istituto Veneto di Lettere Scienze ed Arti. È stato visiting professor alla Rutgers University del New Jersey, all’ETH Zürich (il Politecnico federale di Zurigo, una delle più prestigiose università tecniche del mondo) e negli atenei di Chicago, Parigi, Bonn, Losanna, Madrid e Brema, tra gli altri. Ambrosetti fa parte dell’International Advisory Board dell’Istituto di Matematica dell’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca ed è consulente dell’International Centre for Theoretical Physics dell’UNESCO. Per la sua attività di ricerca è stato insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui la laurea honoris causa dell’Universidad Autonóma di Madrid nel 2005 e il premio Caccioppoli nel 1982, assegnato dall’Unione Matematica Italiana. Autore di oltre 130 lavori scientifici, ha da poco pubblicato il volume Il fascino della matematica presso la casa editrice Bollati Boringhieri.
IL LIBRO
Viviamo in un cosmo immenso, ogni dettaglio del quale ha preso forma nel corso di un processo inconcepibilmente lungo e straordinariamente complesso. Si sono sviluppati gli astri e le galassie, e dai grandi calderoni stellari sono sorti gli elementi. Quando ogni cosa ha trovato il giusto posto si è determinato un ambiente favorevole alla vita, che nelle sue molteplici forme, a poco a poco, ha popolato la Terra. Dobbiamo pensare che tutto questo sia frutto del caso o possiamo invece riconoscervi un disegno, uno scopo?
Owen Gingerich – astronomo dell’Università di Harvard – crede in un universo dotato di un progetto, di cui noi uomini possiamo ipotizzare di far parte. La libertà di cui godiamo dimostrerebbe come coscienza e responsabilità partecipino a loro volta al disegno, e in questa prospettiva persino il dolore e la sofferenza avrebbero un senso. L’universo potrebbe finalmente essere comprensibile.
Scegliendo Keplero come guida e modello, Gingerich sostiene la perfetta compatibilità tra il ruolo dello scienziato e la fede nel disegno divino. E spiega che anche lo scienziato ateo non può che osservare con un senso di meraviglia e mistero la sorprendente congenialità della natura all’uomo.
Quello che in Cercando Dio nell’universo Gingerich vuole portare alla luce è «uno spazio teista», che permetta di contemplare un universo in cui Dio abbia un ruolo. Un ruolo che la scienza nel suo procedere deve ignorare, ma che non può in alcun modo escludere.
L'AUTORE
OWEN GINGERICH (1930) è professore di astronomia e storia della scienza all’Università di Harvard, oltre che astronomo emerito presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory. È una delle massime autorità su Giovanni Keplero e Niccolò Copernico. Ha curato, tradotto o scritto molti libri e centinaia di articoli. Tra le sue opere, va ricordata Alla ricerca del libro perduto. La storia dimenticata del trattato che cambiò il corso della scienza.
RECENSIONI
Luigi Dell'Aglio, «Avvenire», 21 settembre 2007
«Profondo come "teologo per passione" non meno che come scienziato.»
Oggi sembra poco appropriato parlare della trinità. Anche molti cristiani considerano la riflessione su Dio uno e trino un lavoro da specialisti, se non proprio un'inutile complicazione lungo il cammino spirituale. In questo libro, l'autore invita invece ogni credente a riappropriarsi della visione trinitaria di Dio, in particolare nella prospettiva della creazione. Da tempo la scienza indaga sulla nascita dell'universo, la comparsa della vita sulla Terra e la diversificazione degli esseri viventi, compreso l'uomo, tutti eventi rimasti a lungo immersi nel mistero. Ma qual è il nostro livello di comprensione di questi passaggi fondamentali? Anche se la ricerca è enormemente progredita, questi enigmi non sono stati risolti, e anzi si sono semmai arricchiti di nuove dimensioni. Possiamo allora continuare a riconoscere in essi l'opera di Dio creatore? E magari proprio l'opera della trinità creatrice, come già prefigurato da sant'Agostino? Per Giovanni Straffelini la dimensione trinitaria della creazione dovrebbe essere doverosamente riabilitata proprio alla luce delle attuali conoscenze scientifiche. Se è vero che la nozione di trinità è destinata a rimanere inafferrabile per l'uomo, è altrettanto vero che è possibile attingere a frammenti di realtà per rappresentarla e apprezzarne la folgorante bellezza.
Esiste un uomo che non si sia mai interrogato su Dio? L'uomo in cerca della propria identità può domandarsi "chi sono io?" senza chiedersi "chi sono io, mio Dio?". "Il XX secolo è stato il secolo degli ateismi", ha scritto il teologo tedesco Karl Rahner, ma l'ateismo è un approdo o un passaggio? Esiste davvero, o non si tratta piuttosto di varie forme di idolatria? Nonostante i massicci tentativi di cancellarla (le ideologie totalitarie di ieri e di oggi), e le illusorie profezie sulla "fine della religione", la domanda di Dio è viva, e potrà essere eliminata unicamente sopprimendo insieme l'umano. Il saggio introduttivo di Umberto Casale e la ricca antologia di testi di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI analizzano la prima e più fondamentale questione teologica a partire dal contesto culturale secolarizzato in cui viviamo. Tre sono le tappe di questo percorso: l'esodo dell'uomo verso Dio (l'analisi filosofica della questione e la ricerca nelle religioni), l'avvento di Dio verso l'uomo (la rivelazione biblica incentrata su Gesù Cristo) e l'approdo alla verità rivelata: "Dio è Amore" (la teologia trinitaria).
Qual è la radice dell'odio dell'islam fondamentalista per l'Occidente? Fra gli storici e gli studiosi di politica non pochi addossano alle «guerre cristiane» la responsabilità di aver inaugurato l'era della colonizzazione europea allo scopo di accaparrarsi le ricchezze della Terra Santa e di arruolare nuovi credenti. Questa interpretazione giustifica l'idea di una sorta di peccato originale che condizionerebbe i rapporti dell'islam con l'Occidente - un'idea che si è insinuata nei discorsi e nei dibattiti più importanti e ha spesso informato le scelte di capi di governo e organizzazioni internazionali. Per Rodney Stark è arrivato il momento di fare chiarezza, ricollocando al giusto posto - sulla base delle fonti dell'epoca (dell'una e dell'altra parte) e degli studi più autorevoli - tutte le tessere che compongono il complesso mosaico di quelle vicende lontane. Stark presenta i protagonisti (i papi, i re, tutto il variegato universo umano che prese parte a vario titolo all'impresa, e anche gli «infedeli» con le loro vere o presunte eccellenze), analizza le ragioni e motivazioni rispettive, descrive i complessi intrecci politici, economici e culturali (compreso il ruolo giocato nelle società medio-orientali dalle comunità autoctone di ebrei e cristiani), e naturalmente ricostruisce, con rigore e puntualità, la sequenza degli eventi.
"Da molti anni - in realtà da tutta la vita - mi occupo dei Vangeli. Ma quello che devo dire subito è che i Vangeli non hanno ancora smesso di stupirmi. E non perché vi trovi sempre cose nuove, ma perché vi trovo sempre cose belle, non importa se ripetute. Mi è sempre piaciuta una figura che nei presepi di una volta non mancava mai. Era la figura di un piccolo uomo con la mano alla fronte a modo di visiera, che guarda meravigliato la grotta dove è deposto il Bambino. Mi pare che questa sia la figura del vero cristiano: tutto incantato, quasi immobile, di fronte allo spettacolo di un Dio che si fa bambino per rivelare la profondità del suo essere uomo e, al tempo stesso, l'imprevedibile novità del suo essere divino." Le parole di Bruno Maggioni sono la più efficace introduzione a questo libro, che ci restituisce la novità del messaggio cristiano. In Gesù - nelle sue parole, nei suoi gesti - si rivela un volto di Dio sorprendentemente moderno e universale, capace di provocare e coinvolgere anche l'osservatore più distaccato e lontano.
Il 9 marzo 1941, nella Amsterdam oppressa dall'occupazione nazista, una studentessa ebrea olandese di 27 anni comincia a scrivere un diario destinato a diventare uno dei più notevoli documenti emersi dall'Olocausto. Mentre l'incubo della persecuzione e della guerra assume toni sempre più cupi, Etty Hillesum imbocca un percorso che la porta ad assumere consapevolmente il ruolo di testimone e cronista della terribile realtà a lei contemporanea e a diventare un punto di riferimento per le persone di cui condivide le sofferenze nel campo di smistamento di Westerbork e insieme alle quali parte, per non tornare più, sul treno diretto ad Auschwitz. Attraverso il suo diario e le sue lettere, questa giovane donna approfondisce la sua ricerca di sé e di Dio, interrogandosi sui sentimenti di odio così diffusi fra la gente e sulla vera natura dei carnefici, e maturando una interiorità e una spiritualità così ricche da alimentare, nel periodo più buio del XX secolo, una fortissima speranza nella bontà e nel senso dell'esistenza. La lettura che Woodhouse ha compiuto della sua vita e dei suoi scritti ha, tra gli altri, il pregio di mettere in luce l'attualità di una personalità, la cui sensibilità umana e religiosa è molto vicina a quella delle generazioni del dopoguerra. La storia e il pensiero della Hillesum costituiscono un'importante fonte di ispirazione e riflessione sul vivere, sull'uomo, sulla responsabilità e su Dio.