Voi siete qui: questo ci dice il punto (di solito rosso o verde) presente sulle mappe sparse qua e là nelle sale di un museo o in un parco. Ma se allarghiamo la prospettiva all’orizzonte, poi allo spazio, alla nostra galassia, all’intero universo, allora dove siamo? Che posto occupiamo nella realtà che ci circonda? E al di là della realtà visibile, che siamo in grado di percepire, come ci poniamo di fronte agli infiniti universi paralleli ipotizzati dalla fisica quantistica? Alla maggior parte delle persone non piace pensare all’universo perché la sua incommensurabilità ci riduce a granelli di sabbia, e d’altra parte non è piacevole nemmeno pensare al nulla assoluto, perché anche noi eravamo nulla, prima di diventare qualcosa (non si sa bene che cosa).
Christopher Potter ci accompagna in un viaggio attraverso l’evoluzione della vita (e della scienza) che, dai greci a Stephen Hawking, procede in varie direzioni: dapprima verso l’infinitamente grande, esplorando gli oggetti più lontani nell’universo, distanti miliardi di anni luce; poi verso l’infinitamente piccolo, fino alle particelle elementari della materia; infine verso gli abissi più remoti del tempo, all’alba del Big Bang. Un viaggio meraviglioso che ha lo scopo di stabilire il nostro ruolo nell’universo, fra le teorie che pongono il genere umano al centro di tutto e quelle, più propriamente scientifiche, che negano tale assunto.
La convinzione che la matematica abbia molto in comune con la poesia è assai diffusa fra i matematici. Perché dunque molti studenti manifestano un’avversione e una chiusura così ostinate e totali verso la matematica, considerandola un sapere freddo e arido? Osserman e altri professori della Stanford University giunsero alla conclusione che la colpa è soprattutto dell’insegnamento, e che si dovrebbe fare tutto il possibile per presentare un’immagine viva dell’essenza della matematica e della sua funzione concreta nella storia della conoscenza. Dal programma che ne seguì è derivato anche questo libro, che racconta in modo chiaro e accattivante il contributo dato dalla matematica all’esplorazione del mondo, dalle prime misurazioni della Terra nell’Antichità fìno alle più avanzate teorie cosmologiche di oggi.
Le creazioni più bizzarre della mente umana e le figure più affascinanti della storia della scienza si incontrano in queste pagine, che costituiscono un’ideale introduzione alla matematica e alla scienza. Vedendo in quale misura le creazioni apparentemente più fantastiche della matematica abbiano fornito all’uomo strumenti per comprendere i segreti della natura, anche il lettore sarà costretto a chiedersi con il grande fisico teorico Wigner quale sia la causa della «irragionevole efficacia della matematica nelle scienze della natura». E a chiedersi se il matematico sia un inventore o uno scopritore.