Il libro raccoglie poesie inedite di Alda Merini, scritte in quasi vent'anni, scelte e introdotte da Alberto Casiraghy. Vi sono tutti i temi della grande poetessa milanese: l'amore e la passione, l'amicizia e la pazzia. E forse mai come in questa raccolta c'è anche una vena ironica che corrisponde alla gioia che le dava il suo migliore amico.
Una domanda è alla base di questo libro: che Italia è l'Italia nella quale è abbattuto un aereo civile nel corso di un'operazione di guerra occulta, nella quale si nasconde deliberatamente e metodicamente l'accaduto, nella quale si forma la consapevolezza di silenzi colpevoli e dei depistaggi e nella quale si organizza e agisce la richiesta di verità? In una parola, che Italia è l'Italia degli anni Ottanta? Il libro raccoglie gli atti di un convegno tenutosi a Bologna. Diviso in quattro parti, Il quadro storico-politico, Giustizia e magistratura, Archivi e strutture militari, Le narrazioni, ospita saggi di Fulvio Cammarano, Gianfranco Pasquino, Guido Panvini, Cora Ranci, Giovanni Scirocco, Gregorio Sgorgonà, Maurizio Ridolfi, Alberto Melloni, Marcello Ravveduto, Antonella Meniconi, Marianna Biral, Paola Carucci, Leonardo Goni, Mario De Prospo, Lorenzo Pavolini e Antonio Audino.
Con l'attenuarsi dell'egemonia degli schieramenti confessionali nel campo degli studi sul "Gesù storico", altri punti di vista, ai quali pure non erano mancati sostenitori nel passato, hanno gradualmente guadagnato spazio e visibilità. Tra questi il miticismo, che sostiene una posizione radicalmente agnostica sull'esistenza storica di Gesù (se non addirittura la sua inesistenza), e quello che vede in Gesù un personaggio realmente esistito e in qualche modo coinvolto con la resistenza degli Ebrei contro i Romani (e quindi inconciliabile con qualsiasi immagine di derivazione teologica). Questo libro propone in maniera chiara ed efficace il dibattito tra le due visioni a riguardo della storicità di Gesù: i saggi di Robert Price e di Richard Carrier introducono alle tesi del miticismo e i testi di Fernando Bermejo-Rubio e Franco Tommasi espongono alcuni elementi fondamentali di quelle del "Gesù resistente".
Una storia come tante, dopo una diagnosi di tumore. Succede a mille persone, ogni giorno, in Italia. Massimo Cirri aspetta la conferma, si preoccupa, inizia la terapia, tra esami clinici, radioterapia, chemioterapia, alcune complicazioni. E intanto continua la sua vita, tra il lavoro, il cane da portare ai giardinetti, la necessità di preservare i figli. E la paura di non guarire. In questo cammino ha a che fare con medici e infermieri, ospedali e cliniche: con la straordinaria macchina del Servizio Sanitario Nazionale, che senza chiedere denaro fornisce assistenza, accertamenti, medicine: tutto quello che serve. Cirri e D'Ambros ascoltano il personale sanitario, visitano reparti di eccellenza, fanno la coda per pagare il ticket, parlano con Gino Strada e Umberto Galimberti, Milena Gabanelli e l'epidemiologo Michael Marmot, i basagliani di Trieste e i cittadini comuni. Un libro delicato, ironico e profondo, che conferma la fondamentale importanza del diritto alla salute sancito dalla Costituzione. E il dovere di tutelarlo.
La cronaca restituisce un'immagine univoca delle periferie, fatta di disperazione e di criminalità, oppure di rivolte, quasi che queste siano le uniche occasioni in cui si squarcia il velo del degrado. Francesco Erbani si mette in viaggio, da Nord a Sud, alla ricerca di ciò che rende le periferie anche un luogo in movimento, dove si sperimentano iniziative di riscatto, di innovazione culturale, di lotta alla povertà educativa, di imprenditoria sociale e di recupero urbano, emerse con più forza proprio durante l'emergenza del Covid-19. Erbani parte dalla storia delle periferie nel Novecento fatta di progetti ad alta densità politica e intellettuale, talvolta conditi di utopismo, talvolta fallimentari; evidenzia le sfumature sia strutturali che sociali della parola periferia; e poi si mette in cammino: Corviale, Laurentino 38 e Tor Bella Monaca a Roma, San Berillo a Catania, Marghera a Venezia, Barriera di Milano a Torino, Scampia a Napoli. Insegnanti, preti, volontariato, cooperative, centri sociali, collaborazioni con le università... In questi luoghi presi a emblema della sofferenza metropolitana emergono un attivismo, un'energia creativa, una capacità di intervento che ha molto da insegnare al resto della cittaà. Un'inchiesta giornalistica fatta in presa diretta tra i vicoli, i "casermoni" e le Vele, ma soprattutto accanto alle persone che ci vivono e ci lavorano.
"Ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, Direttore generale della casa editrice Treccani, Presidente del Salone del Libro di Torino, Massimo Bray è una delle personalità che maggiormente ha segnato le politiche culturali italiane in questi anni. La sua attività al Governo è stata contraddistinta dall’approvazione di Valore Cultura, legge quadro sul riconoscimento, salvataggio e conservazione dell’enorme patrimonio di beni culturali in Italia. In questo diario Bray racconta la sua visione di Paese e spiega perché la cultura dovrebbe diventare centrale per la vita sociale e motore di sviluppo economico: la conoscenza come fondamento d’un sentire comune che costituisce le collettività; i beni culturali come risorse di occupazione e di sviluppo; il senso di appartenenza-proprietà di ogni cittadino rispetto ad essi che genera partecipazione e democrazia; la cooperazione internazionale nella conservazione e nel restauro dei monumenti del passato come diplomazia di dialogo e di pace."
Alda Merini è la poetessa più amata del Novecento italiano, perché ha saputo sublimare la sua dolorosa esperienza biografica in poesia pura. Per questa ragione è stata elogiata da importanti critici letterari e insieme adorata da lettrici e lettori.
Una vita, la sua, appassionante e appassionata, drammatica ed eccezionale: il precoce talento e la frequentazione fin da giovanissima dei maggiori intellettuali, la malattia mentale e i ricoveri in manicomio, i due matrimoni e i grandi amori, la celebrità arrivata tardi, il quartiere-mondo dei Navigli a Milano...
In questo libro Emanuela, la figlia maggiore di Alda, per la prima volta ricostruisce la storia della madre, e la racconta nella quotidianità e nella dimensione domestica, con la sua generosità e le sue eccentricità; e nelle vicende letterarie ed editoriali, fatte di anni di silenzio e altri di successo.
Viene fuori un ritratto franco e intenso di una donna, una mamma, un'artista che, pur tra mille momenti bui, non si è mai data per vinta.
In questo volume sono raccolti due romanzi brevi. "L'orrore del vuoto" è una sorta di falsa autobiografia di un modesto professore di liceo e del suo incontro in carcere con una donna condannata per omicidio. "Diario di un sacerdote cattolico" ha la forma epistolare rousseauiana e narra, nel gioco tra vari personaggi, la vicenda di un prete che lotta per raggiungere la sua verità, ma viene travolto dal silenzio e dal disprezzo del proprio ambiente. Sono due diversi fallimenti, due diverse solitudini. Costruzioni esistenziali che si vanno pian piano sfaldando, tentativi ostacolati che si smarriscono, sforzi anche sinceri, anche generosi che si disperdono come un torrente che, per eccessiva frammentazione, non riesce a raggiungere il mare. Ma solo il fallimento può davvero rendere evidente quanta brutalità, incoscienza, arroganza occorre per guardare diritto davanti a sé, esclusivamente al proprio vantaggio e al proprio benessere, in un'età grigia e tragica di sopraffazione e di violenza.
Questo libro è una guida d'autore, la narrazione dei luoghi, materiali o culturali, più significativi della Basilicata, raccontati dalla penna di intellettuali e personaggi celebri del territorio. Ne viene fuori una lettura antropologica e allo stesso tempo il documento di una conoscenza reale, approfondita. Non solo un itinerario di percorsi e mete lucani dunque, ma un vero e proprio reportage narrativo, in cui ogni autore guida in un luogo, un'atmosfera: Potenza e Matera naturalmente, ma anche il Vulture, il Pollino, le valli dell'Agri e del Basento, la salita sul monte sacro di Viggiano, le Dolomiti Lucane..., fino al viaggio Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo. Arricchiscono il libro alcune schede di approfondimento su luoghi, riti e tradizioni di particolare interesse, fuori dal circuito solito del turismo.
Scritto da due ambiziosi e astuti “artigiani” del teatro francese, Le due orfanelle è stato rappresentato per la prima volta nel 1874 a Parigi, ed è un capolavoro di mélodrame, genere a forti tinte fitto di sorprese e ritrovamenti.
Secondo schemi collaudati anche del feuilleton – come la persecuzione e l’agnizione dell’orfano, l’eroe che salva l’amata in pericolo, la rappresentazione delle classi sociali con i loro difetti (dell’aristocrazia e del proletariato) e le loro virtù (della borghesia) –, questo dramma in cinque atti racconta di due fanciulle arrivate a Parigi pochi anni prima della Rivoluzione francese in cerca di un medico che possa ridare la vista alla più giovane. Ma Henriette viene rapita, e la cieca Louise cade nelle grinfie di una arpia che la costringe a mendicare. Vi è naturalmente un lieto fine, e il Bene trionfa sul Male.
Questa edizione, con traduzione e introduzione di Guido Davico Bonino, ci restituisce con forza narrativa il celebre dramma, che ha avuto oltre quarantamila repliche in centinaia di allestimenti e più di una decina di adattamenti cinematografici in tutto il mondo, tra cui il celebre Orphans of the Storm di D. W. Griffith.
Questa è una ricognizione autobiografica ed è il racconto della città che l'ha ispirata. Si entra nella storia dagli anni Cinquanta: l'infanzia nei nuovi quartieri periferici, con le paterne "lezioni di cultura operaia", le materne divagazioni sulla magia del lavoro sartoriale, la famiglia comunista e quella cattolica, le ascendenze lombarde e quelle leccesi, le gite in tram, le gite in moto, la morte di John F. Kennedy e quella di papa Giovanni, Rocco e i suoi fratelli, l'oratorio, il cinema, i giochi, le amicizie adolescenziali e i primi amori fra scali merci e recinti incustoditi. E si procede con lo scatto della giovinezza, accanto l'amico maestro di vita e di visioni, sullo sfondo le grandi lotte operaie, la vitalità dei gruppi extraparlamentari, il sognante melting pot sociale di una generazione che voleva "occhi diversi". A questa formazione si mescola la percezione dell'oggi, il prosciugamento della città industriale, i progetti urbanistici per una Grande Milano, le trasformazioni dello skyline, il trionfo della capitale della moda e degli archistar.
"L'albero cui tendevi la pargoletta mano; Ei della gondola, qual novità; Il morbo infuria, il pan ci manca; Eran trecento eran giovani e forti; O Valentino vestito di nuovo; Partì in guerra e mise l'elmo; La donzelletta vien dalla campagna... " Intere generazioni formatesi negli anni Cinquanta conoscono ancora a memoria i versi imparati a scuola, che siano opere di autori celebri o filastrocche dei "poeti dei banchi", i quali scrivevano appositamente e unicamente per i testi scolastici: Pezzani, Novaro, Ada Negri, Zietta Liù, Lina Schwarz, ma anche Diego Valeri, Moretti, Pascoli, Leopardi, Carducci e perfino D'Annunzio, accanto ai "patrioti" Bosi, Mercantini, Fusinato, Giusti. In questa antologia sono raccolte le poesie più diffuse sui libri delle scuole elementari e medie di quegli anni, che dimostrano la continuità culturale e pedagogica della Repubblica con il ventennio fascista. L'esaltazione dei valori quali religione, patria, famiglia, conformismo, etica del lavoro, propria del fascismo, prosegue infatti nel dopoguerra, e il libro di testo si conferma uno strumento di costruzione del consenso come era avvenuto nel passato. Il volume ha una struttura per sezioni che riprende quella dei sussidiari dell'epoca, con i temi: Famiglia, Affetti, Scuola, Religione, Patria, Lavoro, Povertà e rassegnazione, Storia, Natura e Giocose.