Riflettendo sulla crisi dell'economia globale, che è anche crisi sociale, politica, spirituale, l'autore ne indica la radice nel circuito di "potenza volontà di potenza": il potere, che cerca nuove possibilità di potere, trova la sua massima espressione nello sviluppo di quel "sistema" tecnologico che, dall'Ottocento ad oggi, si è allargato sempre di più fino a costituire l'ambito entro cui si svolge la nostra vita personale e collettiva. Il circuito "potenza - volontà di potenza", che ha di mira l'incremento della propria potenza, tende a debordare in "prepotenza" censurando l'"impotenza" e assumendo tratti disumani. Per uscire dalla crisi l'autore sviluppa il concetto di "deponenza" a partire da una rilettura dell'idea di libertà riconoscendo che, quando si agisce, non si è mai pienamente sovrani della situazione.
In questo piccolo volume Aurelio Porfiri raccoglie lettere che egli indirizza alla madre, dopo la scomparsa della stessa. Queste lettere sono la continuazione di un dialogo ma ad un livello più alto e allo stesso tempo più profondo. Si farebbe un errore pensando che questo libro sia un testo familiare o intimo, in effetti è tutto l'opposto. Attraverso il genere classico epistolare, si farà spazio a temi eterni e allo stesso tempo vicini ad ognuno.
A partire dalle principali sfide del nostro tempo, Bertinotti propone la via al socialismo nella convinzione che la politica o è un'idea di liberazione o è miseria. L'autore sostiene che il dialogo tra credenti e non credenti si fa non solo possibile, ma necessario, laddove il terreno è quello della comune lotta contro le ingiustizie e per la difesa della persona umana. In questo contesto emerge il rapporto di Fausto Bertinotti con le figure chiave della fede cristiana: Cristo e San Paolo.
Visioni, interpretazioni, riflessioni e pareri per comprendere se ancora oggi l'arte, la cultura e il turismo sono da considerarsi dei settori strategici nei quali investire.