Il nuovo sistema penale nella Chiesa, promulgato da Papa Francesco nel 2021, è ampiamente trattato in questo volume da Bruno Fabio Pighin a commento di tutte le disposizioni vigenti in materia. L'autore è stato uno dei periti incaricati dalla Santa Sede di preparare la riforma della normativa suddetta. É professore della Facoltà di diritto canonico San Pio X di Venezia e direttore scientifico della rivista Ephemerides Iuris Canonici. Al suo attivo ha numerose pubblicazioni in campo giuridico ed etico. L'opera presenta pure il processo penale canonico aggiornato dal prof. Pierpaolo Dal Corso, docente stabile di detta Facoltà, che ha sviluppato gli elementi procedurali tracciati dall'autore del manuale, integrandoli con il procedimento per i delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede.
L'intero volume è diviso in una introduzione e una conclusione generali e in venti capitoli, nella luce della divisione proposta dal CIC circa gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. La vita consacrata è delineata alla luce del Concilio Vaticano II, in questo studio sono inseriti tutti i documenti della Chiesa sul tema della Vita Consacrata. In particolare è rivolto uno sguardo di speranza verso il futuro, con alcune sfide e priorità da seguire in fedeltà all'ispirazione originaria, e nella necessaria inculturazione di ogni carisma, aperti al futuro di Dio.
Il libro racconta la transizione del papato dalla fine dell'antico regime agli ultimi tre pontificati, nuovi ma con limiti evidenti di governo. In una crisi profonda del cattolicesimo l'assolutismo papale sembra essere al suo apogeo ma non riesce a riformare la curia romana e si scontra con difficoltà serie: il rapporto con il denaro, la comunicazione, la problematica santità papale. L'eredità di Ratzinger resta fondamentale, tra l'altro, per il rapporto con l'ebraismo, per la riflessione sull'estinguersi della fede in Occidente e per l'azione lucida e determinata contro lo scandalo degli abusi, ma poco efficace è stato il suo governo. Irrisolto e contraddittorio risulta invece il pontificato di Bergoglio, caratterizzato da una decisa volontà riformatrice ma anche da scelte che hanno finito per accentuare le divisioni nella Chiesa, rendendo in questo modo urgente una riflessione sull'esercizio del potere papale e sulla collegialità episcopale.
Ridestare l'intera ragione è compito impellente per una riflessione filosofica credente in grado di farsi carico dell'analisi antropologica dell'esperienza, e capace di creare una maggiore omogeneità di pensiero nell'area ecclesiale, indispensabile per la stessa missione di evangelizzazione. Urge il recupero ad intra della razionalità della fede, nella consapevolezza critica che la fede non blocca le vie del pensiero, ma le apre, radicalizzando le domande, e con alcune sue risposte le porta alla loro vera profondità e drammaticità. Solo passando dal fenomeno al fondamento si potranno vincere le derive dell'individualismo, del pragmatismo, dell'utilitarismo, di una ragione incurvata su sé stessa e non aperta alla totalità del reale. Da qui la questione della figura della ragione, importante per il dialogo tra pensanti. Prefazione di Papa Francesco.
In questo volume di conversazioni don Andrzej Kucinski indaga la fede personale e la teologia del cardinale di Curia tedesco Paul Josef Cordes. In un'epoca in cui l'essere cristiani è segnato dal vento contrario, il Cardinale risponde, tra le altre, a domande sulle proprie esperienze di fede, sulla questione di Dio, sugli accenti oggi necessari nella pastorale ecclesiastica e sull'imprescindibilità del ministero sacerdotale. Cordes auspica che Cristo possa tornare a emergere più chiaramente tra i fedeli come fondamento della loro speranza, affinché Dio riacquisti il primato in tutto l'agire cristiano e la Chiesa possa in tal modo offrire al mondo il meglio di sé. Ma per questo abbiamo bisogno del coraggio di essere cristiani.
Il testo, tratto dalla lezione inaugurale di Joseph Ratzinger, continua il discorso di Ratisbona sul rapporto fede e ragione. La concezione biblica di Dio oltrepassa quella dei filosofi, perché è un Dio personale, che ciascuno può invocare, che parla agli uomini e che è diventato uomo. Un Dio che è amore, questa verità è una sfida tanto per la ragione che per le religioni. In tale prospettiva, l'incontro del Vangelo con la filosofia non ha solo un positivo significato dal punto di vista storico, ma può offrire spunti promettenti anche per attuali questioni teologiche, per il dialogo ecumenico e per quello interreligioso.
Il Sommo Pontefice Francesco, dando seguito ad alcuni orientamenti già posti dal Suo predecessore, è intervenuto più volte, fin dall'inizio del Pontificato, sull'amministrazione economica della Curia romana. Ora tali innovazioni normative si collocano nel nuovo contesto offerto dalla riforma della Curia romana stabilita dalla Costituzione apostolica Praedicate Evangelium. Il libro, che raccoglie gli atti del Convegno della Facoltà di Diritto Canonico San Pio X tenutosi il 22 marzo 2023, si propone di approfondire gli aspetti innovativi così introdotti di carattere istituzionale e concernenti l'attività economica della Santa Sede, nel contesto economica-finanziario internazionale e a servizio delle finalità proprie della Chiesa universale e delle Chiese particolari.
Il libro si divide in otto parti tra di loro interconnesse. La prima parte si concentra sul tema dell'Incarnazione partendo dall'affermazione del Logos giovanneo: «Il Verbo si fece carne». La seconda parte propone una presentazione sintetica della teologia del corpo di Giovanni Paolo II, seguita da una riflessione sull'Humanae vitae, il cui fondamento è il tema del corpo/carne. La terza parte riflette su Eros e Agape, sviluppandosi in rapporto alla Deus caritas est. Nella quarta parte, il riferimento è alle nuove scoperte della tecnoscienza con un excursus sulle neuroscienze. Le parti quinta, sesta, settima e ottava descrivono più analiticamente i fattori costitutivi del mistero nuziale: differenza sessuale; apertura all'altro: matrimonio e famiglia come soggetto di evangelizzazione e partecipazione all'edificazione della vita buona; procreazione e genealogia del figlio. Il libro si conclude con una serie di riflessioni sull'antropologia adeguata al mistero nuziale. Prefazione Michael Konrad.
Chi ancora pensasse che il diritto processuale sia arida e tecnica materia scoprirà, nella lettura di questo libro, che le cose stanno diversamente. Per restituire l'atmosfera che si respirava nelle aule giudiziarie agli inizi del mondo ch'è nostro c'era solo un mezzo: quello di lasciar parlare i protagonisti, gli avvocati, i professori di diritto. Documenti inaccessibili al lettore non specializzato, ma così vivi, così carichi di pathos da meritare d'essere riletti, tradotti dal latino all'italiano, divulgati a distanza di secoli. In questo risiede la novità del manuale che qui si presenta: non soltanto uno strumento utile a comprendere taluni aspetti del processo contemporaneo, né ancora un libro che cerca modestamente un proprio spazio tra opere monumentali, ricche di dottrina ma improponibili a un lettore moderno. Chi si è dedicato alla fatica di raccogliere l'estesa documentazione e ricomporla in un quadro d'insieme si riterrà soddisfatto d'aver almeno scostato la tenda d'un sipario dietro il quale palpita una vicenda antichissima e purtuttavia sempre uguale a se stessa.
La questione dell’intenzione è una problematica complessa alla quale sono connessi gravi e importanti risvolti teologici e giuridici. L’autore si propone, innanzitutto, di capire quale sia, giuridicamente parlando, il minimo d’intenzione richiesta nella persona del ministro e del ricevente adulto perché un sacramento possa raggiungere la sua efficacia. Si è inoltre cercato di esporre la ratio giuridica sottesa a detta situazione.
Lo Spirito di Cristo nello spirito dell'uomo: un unico mistico "sé". Questa espressione suggerisce l'intuizione che si intende teologicamente giustificare e presentare con questo saggio. Il fine per il quale Dio per amore ha dato avvio alla realtà creata, ovvero l'intenzione che da principio lo ha mosso a porre innanzi a sé un essere simile a sé, è quello di non lasciare che l'altro amato, pur creato a sua immagine e somiglianza, rimanga altro, lontano, infinitamente distante, ma di impiantare l'estraneo che gli sta di fronte in se stesso, in una maniera tale da realizzare una comunione così intima da fare dell'amato il suo stesso "sé", senza con ciò dissolvere o annichilire, nell'oceano infinito della sua maestà divina, la sua individualità e personalissima identità. In altre parole, l'intenzione dello studio è quello di fare emergere come lo scopo ultimo dell'intero Mistero divino, che va dalla creazione alla redenzione, fino a giungere alla piena divinizzazione, sia quello di portare, per grazia, l'intima interiorità dell'uomo, il suo "sé" cosciente e volitivo, non solo ad essere conforme a quello di Cristo, ma unito al suo, anzi partecipe del suo, tanto da realizzare, più che "un'unica mistica persona", "un unico mistico sé".
Celso Costantini (1876-1958) è una figura geniale oggi riscoperta. Integrò profili diversi e di assoluto rilievo. Fu pastore esemplare, scultore rinomato, scrittore fecondo, protagonista nell'arte sacra del secolo XX. Durante le due guerre mondiali fu insigne operatore di carità e pace riuscendo a salvare molte vite, dai "figli della guerra" a personaggi come Alcide De Gasperi. Amministratore apostolico di Fiume, fronteggiò Gabriele D'Annunzio evitando un bagno di sangue alla città martoriata. Primo delegato apostolico in Cina, vi compì gesta indelebili. Convocò e presiedette il Primo - finora unico - Concilio Cinese a Shanghai nel 1924. Accompagnò a Roma i primi sei vescovi autoctoni per essere consacrati dal Papa e da lui stesso nel 1926. Fondò il primo istituto religioso clericale indigeno nel 1927. Inaugurò L'Azione Cattolica Cinese nel 1928. Diede vita all'Università cattolica di Pechino. Sviluppò un intenso dialogo con le autorità politiche, sfociato nelle piene relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Cina. Nel 1946 rinunciò a ricevere la porpora a favore del primo Cardinale cinese. Da segretario del dicastero missionario della Curia romana dal 1935 al 1952, incentivò la decolonizzazione religiosa, promosse il clero indigeno e favorì l'inculturazione cristiana nei paesi di recente evangelizzazione. Divenuto Cardinale Cancelliere di Santa Romana Chiesa, fu tra i più stretti collaboratori di Papa Pio XII nell'ideare una casa comune europea, nel sostenere un ordine mondiale giusto e benefico e nel costruire un "ponte" stabile tra l'Oriente e l'Occidente del pianeta.