"In realtà, noi filosofi e 'spiriti liberi', alla notizia che il 'vecchio Dio è morto', ci sentiamo come illuminati dai raggi di una nuova aurora; [...] finalmente possiamo di nuovo sciogliere le vele alle nostre navi, muovere incontro a ogni pericolo; ogni rischio dell'uomo della conoscenza è di nuovo permesso; il mare, il nostro mare, ci sta ancora aperto dinanzi, forse non è ancora mai stato un mare così "aperto"." Esiste, dopo Nietzsche, un'apertura ontologica che 'recuperi' se stessa sull'abissale Libertà originaria? È questa la via di uscita che l'autore propone per l'uomo post-nichilista. Prefazione di Gianni Vattimo.
Noto ormai ai lettori italiani, il poema di Gibran Kahlil torna in questa edizione tascabile in una nuova traduzione volutamente concentrata sul ritmo musicale del canto del Profeta, una traduzione concepita non per l'intima lettura, così spesso solitaria e distratta, ma per la declamazione corale, l'ascolto silenzioso che i monaci riservano, in un refettorio silenzioso, alle scritture antiche.
Questo libro riunisce in un unico volume tre testi delle origini cristiane. La "Didaché", composta tra il primo ed il secondo secolo dopo Cristo, può essere considerata la Summa della fede cristiana. Scritta, secondo la tradizione, dagli apostoli, raccoglie, in un continuo rimando alla Bibbia, tutto ciò che serve a un cristiano per vivere nella "via della vita". La "Lettera a Diogneto" è stata scritta per istruire un neoconvertito sulla religione cristiana. È perciò un percorso di spiegazione e di approfondimento del mistero cristiano. La "Tradizione Apostolica" è una breve presentazione della prima comunità cristiana attraverso i formulari per le celebrazioni ed i riti. Uno spaccato della vita della Chiesa colta nel suo nascere.
Viviamo in un mondo globalizzato. E anche la violenza appare in forme nuove e inaspettate che investono l'intero pianeta in modi spesso drammatici. Il nostro rapporto con la violenza è così stretto e intimo che quasi non sconvolge più. È quasi banale, talvolta noioso. Crediamo di rifletterci spesso, almeno ogni volta che la violenza ci assale nelle rappresentazioni che di essa ci offre il nostro sistema mediatico e culturale. Ma è davvero così? Quanto le nostre azioni quotidiane, che giureremmo non essere violente, si rivelano invece tali? Attraverso il confronto con il pensiero di Renè Girard, questo libro tenta di battere il sentiero della riflessione radicale sulla violenza e si interroga sulla possibilità di un'autentica rinuncia ad essa.
Il ritrovamento, nel 1945, a Nag Hammadi, di cinquanta codici copti, contenenti alcuni vangeli fino ad allora sconosciuti, ha mobilitato l'attenzione degli studiosi per decenni. Fra i testi più interessanti, il vangelo attribuito all'apostolo Tommaso. Una raccolta di parole del Messia, di chiara impostazione gnostica. Per alcuni, una rivelazione eccesionale, tale da far parlare del ritrovamento del quinto vangelo. Per la Chiesa cattolica, un testo importante della letteratura apocrifa, citato fin dai primi secoli della cristianità e condannato dal vescovo di Lione, Ireneo. Per la prima volta in italiano, l'analisi comparata con i vangeli sinottici e il testo originale in copto. Perché ogni lettore possa trarre le proprie conclusioni.
Marco Civra, nato nel 1961, giornalista, è stato consulente per l'informazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri e docente per il "Progetto Apollo" presso l'Università di Firenze. Curatore di libri storici e di pubblicazioni in campo pedagogico, in quest'opera conferma il suo valore di divulgatore attento al rigore scientifico.