Un racconto lungo, un romanzo breve. Un percorso. Un sentiero lungo le strade del nostro tempo. Alla ricerca del concetto contemporaneo di santità. Più semplicemente, la via cristiana all'autorealizzazione.
Questo libro riunisce in un unico volume tre brevi e intensi testi delle origini cristiane. Si tratta di tre piccole perle, che racchiudono la dottrina cristiana in una sintesi mirabile ed affascinante. La Didaché, composta tra il primo ed il secondo secolo dopo Cristo, può essere considerata la Summa della fede cristiana. Scritta, secondo la tradizione, dagli apostoli, raccoglie, in un continuo rimando alla Bibbia, tutto ciò che serve ad un cristiano per vivere nella "via della vita". La Lettera a Diogneto è stata scritta invece per istruire un neo-convertito sulla religione dei Cristiani. È perciò un percorso di spiegazione e di approfondimento del "mistero cristiano", interpretato come la "vera gnosi", sino a scoprire nei seguaci di Cristo "l'anima del mondo". La Tradizione Apostolica è infine una breve presentazione della prima comunità cristiana attraverso i formulari per le celebrazioni ed i riti. Uno spaccato della vita della Chiesa, della sua preghiera, della sua liturgia, colta nel suo nascere.
L'elezione al soglio pontificio del cardinale Jorge Mario Bergoglio ha suscitato, nei fedeli cattolici e non solo, la netta sensazione di trovarsi di fronte a una novità spirituale e a un modo rivoluzionario di interpretare il ministero petrino. Attraverso i contributi di giornalisti e saggisti autorevoli, questo testo offre un quadro completo dell'uomo, del cardinale, del Papa, nell'orizzonte dell'America Latina e della Chiesa universale. Inoltre, gli interventi e le dichiarazioni che hanno caratterizzato i primi passi di un pontificato che si prefigura di portata storica. Infine, le posizioni interne alla Chiesa e le aperture delle altre confessioni religiose. Fra gli autori di questo volume: Pier Giorgio Debernardi, vescovo di Pinerolo, Domenico Delle Foglie, direttore del SIR, Francesco Zanotti, presidente della FISC.
Attribuito a Salomone, ma in realtà riconducibile ad un ignoto poeta di 2500 anni fa, il "Cantico sublime" è per Ebrei e Cristiani un'allegoria del rapporto privilegiato fra il Signore e il suo popolo. Per secoli ha incantato i lettori, sorprendendoli per il linguaggio vivido e la sensualità prorompente. Insieme preghiera religiosa e celebrazione dei sensi, in un'indissolubilità che non deve suscitare scandalo. Il Cantico resta in ogni caso, per gli stessi credenti, anche uno dei poemi più intensi che mai siano stati scritti per celebrare l'amore di un uomo e una donna.
La figura di don Barra può essere dunque sintetizzata con poche parole: è stato l'indefesso vivificatore di quell'amore di Dio da cui egli stesso voleva essere divorato. Don Giovanni Barra (1914-1975) ha segnato con il suo apostolato una stagione della Chiesa. Non solo a Pinerolo, dove la sua impronta ha lasciato un segno indelebile nella Diocesi intera, ma in tutta Italia. Predicatore ispirato, infaticabile animatore dell'associazionismo cattolico, uomo colto, giornalista della grande stagione de Il Nostro Tempo ed editorialista de La Voce del Popolo, fu definito "il cronista della grazia". Don Barra fu scrittore prolifico, traduttore raffinato, amico delle grandi figure del Cristianesimo del suo tempo, concreto realizzatore d'infiniti progetti culturali, come lo definì l'editore Piero Gribaudi. Il presente volume, pubblicato su iniziative della diocesi di Pinerolo nel centenario della nascita di don Giovanni Barra, riassume la sua storia, la sua vocazione, la sua impronta indelebile su un'intera generazione di cattolici italiani, con una raccolta di testimonianze dirette di chi ha ricevuto i frutti del suo apostolato.
Un giallo pieno di colpi di scena scritto da uno dei maestri del Verismo. L'assassinio della contessa D'Arda, in una villa sul lago di Ginevra, dà il via a un'indagine serrata, condotta dall'esperto ma anche spregiudicato giudice Francesco Ferpierre. Sullo sfondo, un affresco della società di fine Ottocento. La soluzione del caso sarà tutt'altro che scontata e riuscirà a tenere con il fiato sospeso il lettore fino all'ultima pagina.
"Leggi o non bisogna pubblicarne affatto, o rarissime". È una delle massime più celebri di questa piccola opera di Giulio Mazzarino: uno dei più grandi statisti dell'Ancien Regime, cui va, insieme a Richelieu, di cui fu successore nella carica di primo ministro e consigliere del re Luigi XIII, e poi della reggente Anna d'Austria, madre di Luigi XIV, il Re Sole, il merito della trasformazione della Francia in grande potenza europea. Pubblicato per la prima volta in Italia nel 1698, il Breviario dei politici riassume in brevi massime il pensiero non solo del grande diplomatico italiano, ma anche, in qualche modo, di un'intera epoca, quella che dal Rinascimento giunge fino all'Illuminismo e che si concluderà con la Rivoluzione Francese e la fine dell'Ancien Regime. Discrezione, dissimulazione e misura le virtù del politico secondo Mazzarino. Naturalmente, virtù di un tempo perduto.
Il sogno rappresenta, fin dalla più remota antichità, un fenomeno incompreso della mente umana. Sogno come visione, predizione o semplicemente come riflesso del vissuto cosciente, del tormento, del rimpianto o del rimorso, compare nella maggior parte dei testi antichi giunti fino a noi. Il fenomeno del sogno che tutti sperimentiamo, secondo la spiegazione di Charles Webster Leadbeater, dimostra il fatto importantissimo della complessità della costituzione dell'uomo, poiché gli stimoli che l'uomo percepisce sono in funzione dei diversi livelli sui quali opera la sua coscienza.
Il rapporto fra Cristianesmo, cultura occidentale e Islam è al centro di questo importante saggio, pubblicato per la prima volta nel 1962 e recuperato grazie all'impegno dell'Associazione "Augusto Del Noce". Nato dalle lezioni tenute dall'autore intorno agli Anni Trenta, affronta con estrema attualità il dialogo interreligioso e i rapporti fra civiltà occidentale e orientale, in un'ottica dichiaratamente Cristiana. La storia dell'umanità come "marcia lenta e tortuosa guidata da Dio" è il tema portante della ricerca, critica nei confronti di uno storicismo portatore di una forte dimensione totalitaria, estremamente vivo nei tempi in cui il saggio venne concepito e nuovamente attuale oggi.