In poche parole: Una raccolta di testi ascetici e mistici della tradizione occidentale sull’importanza della preghiera.
La Filocalia (che significa letteralmente “amore per la bellezza”) è una raccolta di testi di ascetica e mistica della Chiesa ortodossa, risalente alla fine del Settecento. Per i lettori occidentali, dotati di una sensibilità diversa, fino a ora mancava però un’analoga selezione di scritti della propria tradizione spirituale. A colmare questo vuoto ecco quest’opera che propone i migliori passi di autori di area monastica occidentale dei primi dodici secoli: questa scelta è stata dettata dalla volontà di mantenere una continuità con il mondo orientale, che entro questi secoli presenta un linguaggio comune a quello occidentale dal punto di vista della ricerca spirituale. Solo il ritorno alla bellezza può infatti dare forma alla nostra vita frenetica e spaesata, facendoci approdare sulle rive di quel mondo di meditazione, introspezione e dialogo con l’Altro che per primi i Padri della Chiesa hanno raggiunto e sperimentato attraverso la preghiera.
Un luminoso esempio di vita monastica è offerto da Charalambos, nato nel 1910 e vissuto nel monastero di Dionysiou sul monte Athos e figlio spirituale di Giuseppe l’Esicasta. Si tratta di una figura recente, il cui ricordo è tuttora molto vivo in chi l’ha conosciuto e apprezzato, e ancora una volta la Storia ci pone di fronte a un’esistenza straordinaria nella sua normalità: c’è una chiamata irresistibile al divino e nello stesso tempo una strada non spianata, in cui le difficoltà e le sofferenze non sono risparmiate, ma sublimate nella preghiera noetica, quella del cuore. Così ogni momento di vita diventa una tessera di quel meraviglioso mosaico che Dio progetta per ciascuno di noi.
Una raccolta di testi ascetici e mistici della tradizione occidentale sull’importanza della preghiera.
Il secondo volume della Filocalia Occidentalis propone al lettore contemporaneo la riscoperta di altri tesori contenuti nello scrigno della tradizione patristica di area occidentale. Gli autori vanno da Valerio di Bierzo a Ugo di San Vittore, passando per giganti come Beda il Venerabile e san Pier Damiani, uomini che non hanno parlato di teologia, ma hanno vissuto con Dio, alla Sua presenza. I temi sono quelli dell’esperienza, della ricerca e della preghiera. Un libro da tenere a portata di mano, da gustare a piccoli sorsi, da aprire, riaprire e assaporare lasciandosi guidare dal cuore e dalla Sapienza dello Spirito.
Il giovane Francesco, orfano in ricerca, è da sempre attratto con forza inesorabile da una dimensione di silenzio e preghiera. Nei primi anni del Novecento, ispirato da un sogno, parte alla volta del Monte Athos, lasciando dietro di sé ogni fardello della propria vita. Rimarrà sulla Santa Montagna fino alla morte, assumendo il nome di Giuseppe l’Esicasta e divenendo monaco fervente, in particolare nella preghiera del cuore e nella visa stretta dell’ascetismo. Dall’incontro tra questa straordinaria personalità e uno dei suoi primissimi discepoli nascono queste pagine biografiche, fedeli e sobrie, che testimoniano della ricchezza e fecondità dell’Anziano Giuseppe: proprio dalla sua esperienza prenderà avvio la rinascita spirituale ortodossa del Monte Athos.
Autore
Giuseppe il Giovane, divenuto in seguito l’Anziano Giuseppe di Vatopedi, fu tra i primi che si fermarono presso Giuseppe l’Esicasta a condividerne l’esigente vita ascetica. Rimasto a Néa Skiti per circa trent’anni, si spostò successivamente a Vatopedi, monastero tra i più importanti dell’Athos, in cui a partire dal 1990 ristabilì una rigida regola cenobitica e dove concluse nel 2009 la propria esistenza terrena. I suoi discepoli tuttora popolano la Santa Montagna, nel solco dell’eredità di quel primo maestro di vita e soprattutto di preghiera.
Conoscere l’esperienza dei Padri del Deserto significa mettersi in ascolto della loro voce, eco fedele di un’altra Voce, forte e impetuosa come il vento che spazza le aspre solitudini in cui questi uomini si sono purificati. La voce di Martyrius Sahdona risuona per la prima volta all’orecchio del lettore italiano in questa traduzione originale dall’inedito Libro della perfezione. In più troviamo altri scritti spirituali, tra cui le lettere, sempre sul tema della preghiera e della vita in volontaria solitudine. Un’esperienza ancora poco conosciuta, ma ricca di spunti per quella battaglia spirituale che sempre più coinvolge l’uomo, assetato di fecondo silenzio nel frastuono del deserto contemporaneo.
Autore
Sahdona, monaco siriaco più conosciuto con la forma latina del suo nome, Martyrius, nacque vicino a Kirkuk, nell’odierno Iraq, intorno alla fine del VI secolo. Si ritirò a vita eremitica fin dalla giovane età, su influenza di due figure femminili per lui particolarmente importanti: la madre e la guida spirituale di quest’ultima, l’anziana Shirin. Uomo di grande profondità e spessore, Sahdona fu spesso al centro di vivaci dispute nella Chiesa d’Oriente. Autore prolifico, ha lasciato tra i propri scritti uno dei più apprezzati trattati di spiritualità della letteratura monastica.
L’esperienza della contemplazione e della beatitudine nella pratica della preghiera del cuore.
Quando il monaco Paisij conclude la propria esistenza terrena, verso la fine del XVIII secolo, lascia in eredità al monachesimo orientale una rinnovata forza e un centinaio di uomini che, spinti dal suo esempio, intraprendono e vivono la via dell’esichia, cioè della preghiera del cuore. Cosa possono dire all’uomo contemporaneo il distacco dal mondo e la preghiera interiore? Esiste ancora uno spazio, per scelte così estreme? È possibile esercitarle nel quotidiano? L’esperienza di san Paisij ci è molto più vicina di quanto possa apparire: nel frastuono e nella frenesia del mondo, anche noi avvertiamo la necessità di silenzio e di pace profonda. Se poi questa pratica di distacco e introspezione consente all’uomo di mettersi in relazione con il proprio Creatore, allora la preghiera raggiunge il proprio scopo principale, vale a dire elevarsi al cielo per raggiungere le vette della beatitudine.