"La donna è amore, innanzitutto: questa è l'unica definizione possibile, e lungi dall'essere esclusivamente poetica, indica la grandezza della mente e del cuore femminile. Nella donna l'amore crea ed è alla base di ogni gesto, è la ragione per affrontare le difficoltà e le malattie, è il segreto per la pace e il governo di intere nazioni, è la spinta all'onestà e allo studio, è la coscienza critica, il supporto fondamentale per le migliori intelligenze." Dalle donne occorre partire per superare i conflitti, per reagire alla violenza usando la razionalità, senza alimentare altra violenza, per promuovere in definitiva una cultura attiva della pace. Ne è convinto il professor Umberto Veronesi - luminare le cui ricerche in campo medico hanno contribuito in maniera determinante al benessere di milioni di donne -, che in queste pagine ricche di spunti autobiografici si racconta al di là dei successi scientifici ottenuti in tanti anni di carriera, parlando degli ideali che lo hanno spinto a impegnarsi con determinazione nella lotta alla fame nel mondo e nella guarigione dei malati di cancro. Spaziando dai temi più controversi sui quali nel tempo ha assunto una posizione pubblica, come la pena di morte, la tortura e l'ergastolo, a quelli che lo riguardano in prima persona, come la scelta vegetariana e la libertà della ricerca, il professore ragiona dei grandi principi che dovranno indirizzare il cammino dell'umanità...
Il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro (16 marzo - 9 maggio 1978) sono molto più di una pagina sanguinosa e terribile della nostra storia; molto più di un sequestro e di un omicidio. La violenza delle Brigate rosse colpisce un simbolo, un uomo che aveva intrecciato la propria biografia con il percorso e le stagioni dell'Italia repubblicana, dall'impegno nell'Assemblea costituente fino alla crisi degli anni Settanta. Commissioni d'inchiesta, storici, magistrati, giornalisti hanno cercato di comprendere cosa fosse realmente successo in quelle tragiche giornate di quasi quarant'anni fa, tutti alla ricerca di tracce di una verità che finora è sempre stata accompagnata da molti punti interrogativi. Ma che cosa ha rappresentato quel tornante decisivo nella coscienza più profonda della società italiana? Dal primo giorno del sequestro, la famiglia Moro viene letteralmente sommersa da un fiume di lettere: pensieri, disegni, foto, preghiere, piccoli grandi gesti di vicinanza e solidarietà. Una corrispondenza spontanea e abbozzata che spesso non ha neppure un indirizzo corretto o un destinatario adeguato. Scrivono italiani e italiane di ogni età e condizione: bambini delle scuole elementari e pensionati, operai e intellettuali, detenuti e funzionari dello Stato, politici più o meno affermati, nonché associazioni, sindacati, partiti che intendono partecipare a un funerale collettivo, quello della Repubblica e delle sue basi fondanti.