La vita è bella, ma senza una serie di gigantesche idiozie potrebbe essere nettamente migliore. Tosco si è reso conto che questo è un mondo farcito da numerose follie che rendono difficili le cose semplici. Ma la vera particolarità di Tosco sta nella sua capacità di andare oltre queste follie, immaginandone di nuove, sempre più surreali e iperboliche, incastrandole una sull'altra in elenchi irresistibilmente comici. Per esempio il caffè. Cosa c'è di più facile che entrare in un bar, chiedere un caffè, berlo e andarsene? E invece no: oggi il caffè è diventato un espresso in tazza grande, macchiato freddo, decaffeinato in vetro, con zucchero di canna, con dolcificante, con un goccio di latte a parte, con panna, tiepido in tazza fredda, caldo in tazza tiepida, d'orzo con zucchero di prugna in tazza di marmo, caffè di cicoria con due mani di zucchero a velo bevuto a canna, caffè lungo macchiato caldo in tazza tiepida... E allora perché non un caffè scaldato solo leggermente col phon? Oppure tirato al volo insieme al piattino al cliente che ha fretta? "Le zanzare sono tutte puttane" è una raccolta di sfoghi contro una serie di assurdità che tutti noi subiamo nella vita di ogni giorno e che a volte, inconsapevolmente, infliggiamo a chi ci sta vicino.
Luciano De Crescenzo, in più di trenta anni e trenta libri, ha raccontato il volto meno consueto e più umano dei filosofi e dei miti greci: e così Socrate, Platone, Ettore e Venere sono diventati amici con cui fare una passeggiata e prendere un caffè. In questo libro il filosofo partenopeo più amato nel mondo ci rivela con la stessa ironia e sapiente leggerezza le vite dei santi, togliendoli dall’aura dei santini per farli sentire un po’ più simili, e vicini, a noi. San Gennaro (e il vero significato del suo miracolo), sant’Agostino (“il mio preferito, perché ha inventato il Purgatorio, il pressappoco del Paradiso”), san Tommaso (“non ebbe molte donne, anzi nessuna. Io spero però che in Paradiso lo si possa ricompensare”). L’elenco dei santi è lungo, quello delle sante un po’ meno “perché a parte mia madre non mi sono mai piaciute troppo”. Con una conclusione assolutoria: “Ebbene, chiedo scusa ai lettori, ma a forza di leggere la vita dei santi, mi sono convinto che anch’io potrei avere qualche piccola speranza. A parte un migliaio di masturbazioni da ragazzo, sempre peraltro seguite da un paternostro, non vedo proprio di cosa mi si potrebbe incolpare”.Compralo su LibreriaColetti.it
Da Esopo a La Fontaine, da secoli le fiabe di animali sono uno degli strumenti usati dai grandi scrittori per ritrarre le fauna più bizzarra e stupefacente che ci sia: quella umana... Tutto il colorito e inesauribile universo dei molti vizi e delle (pochissime) virtù umane è stato rappresentato alla perfezione da storie come quelle della cicala e della formica, o della volpe e dell’uva. E allora chi meglio di David Sedaris, l’umorista principe negli Usa e in Europa, poteva mettere alla berlina i mille comportamenti miserabili, assurdi o puramente stupidi che fanno parte del desolante (e irresistibile) panorama delle relazioni personali di oggi? Diete, ossessioni, fobie, amicizie che si rompono, rapporti familiari pieni di problemi e guai: un quadro gioiosamente sconfortante. Come tutti i migliori umoristi Sedaris è un profondo conoscitore dell’animo umano e i suoi racconti non si limitano ad essere una sulfurea condanna delle nostre molteplici follie ma diventano una spassosa discesa alla scoperta degli inferi che ciascuno di noi porta dentro di sé. Corredata dalle fantastiche illustrazioni di Ian Falconer, questa raccolta di storie è un piccolo capolavoro nel suo genere.
Secondo voi "kibbutz" è un'espressione usata dalle contadine di Alberobello quando sentono bussare alla porta del trullo? "Venerea" si dice di donna bellissima e diafana? "Prostata" di persona sdraiata a terra, a faccia in giù, in atto di adorazione? "Kandinsky" è un dolce nazionale ungherese? E, passando al latino, Memento mori significa "il mio mento sembra quello di un negro"? Brevi manu "tenere le mani all'altezza delle ascelle"? Deus ex machina "perdio, che macchina!"? Allora avete bisogno di questo Prontuario comico della lingua italiana, un saggio tanto divertente quanto impietoso, scritto da una delle più grandi voci umoristiche della nostra storia. Villaggio ci fa ridere e riflettere sull'italiano scritto e quello parlato, la neolingua degli SMS e dei computer, i congiuntivi degli accademici e il linguaggio degli intellettuali di sinistra. Così l'inventore di Fantozzi torna a fustigare, esaltare, fotografare l'italiano medio. Inteso, stavolta, come lingua.
Che ci fa Dante Alighieri a "Zelig"? Fa molto ridere, grazie alla brillante parodia messa in scena da Maurizio Lastrico. Con recitazione gassmaniana, il dantista di "Zelig" ha incantato il pubblico della trasmissione con i suoi divertentissimi monologhi che somigliano, come linguaggio e come metrica, alla “Divina commedia”. Un gioco vecchio come il mondo, quello di parodiare i sacri testi della letteratura italiana, ma che il comico genovese ha portato a livelli eccezionali. Eccolo quindi narrare con strepitosi endecasillabi l'infratto con la fidanzata ("Nel pieno di una notte tarda e afosa / io e la dama mia sulla vettura / giungemmo in camporella in zona ascosa") o la ricerca di un parcheggio sotto casa ("concentrico girar per quasi un'ora / nemmanco scruto posto a pagamento / e già su scroto mio fa muschio e flora") e altre disavventure contemporanee. Un libro comico, che si legge con grande piacere, particolarmente adatto per chi ha il palato fine.
"Per noi la Jolanda è un oggetto d'uso. Ci basta che funzioni bene e fine. Per i maschi, invece, il Walter è come l'automobile: uno status symbol. Allora ecco che inventano la pomata che lo fa risvegliare di colpo: da spinacio a zucchina in un nanosecondo. E per te maschio che soffri di caduta libera, che hai il walter che fa bungee-jumping, c'è la calamita che te lo tira su come il ponte levatoio dei castelli. Senti anche il rumore: sradadadadan... E poi c'avete sfrantecato con 'sta storia del vostro lato femminile. Non ne possiamo più di vedere uomini che si depilano, tutti Ponzi Depilati. I maschi di oggi son tutti senza peli come pesche noci. Certo, anche noi donne abbiamo i nostri sporchi trucchi. Tipo il Virginity Soap, un sapone che serve a ricostruire la verginità. Se prima della insaponata la vostra Jolanda era una autostrada a quattro corsie, dopo diventa una mulattiera. Se prima era una saccoccia da grembiule, dopo diventa un'asola. Se prima era una nave scuola, dopo diventa una gondola." Parlare di Walter e Jolanda è un modo per parlare del mondo. Luciana Littizzetto lo ha capito. Nelle sue pagine i nostri organi genitali diventano qualcosa di superiore, quasi metafisico: lo yin e lo yan, i due assi cartesiani dell'universo. E come per magia la comicità si allarga e diventa satira.
Teocoli è l’unico dei grandi comici che abbia trasformato in arte comica ogni aspetto della propria vita e questa è la prima autobiografi a tutta scritta come un grande spettacolo di varietà, fatto di aneddoti e sketch. Istrione per eccellenza, Teocoli iniza la sua carriera negli anni ’60 come cantante nel gruppo I Quelli, poi diventati PFM; membro del Clan di Adriano Celentano; tra i protagonisti del musical Hair (con Renato Zero e Loredana Bertè); cabarettista al Derby Club di Milano e in tanta tv dagli anni ’70 a oggi: da Antenna 3, in coppia con Massimo Boldi, ai programmi cult come “Drive in” ed “Emilio”, fi no a “Mai dire gol” con una serie di strepitosi personaggi e imitazioni: dal memorabile Caccamo a Cesare Maldini, Adriano Galliani, Ray Charles e Celentano. Dall’arrivo a Milano di Teocoli bambino, nel ’45, è una raffica di aneddoti esilaranti che attraversano i Sixties, la stagione dei playboy e la Saint-Tropez di Brigitte Bardot (memorabile la sua partita a dadi con la diva che lo apostrofa “sfi gatò”). Dopo il periodo vissuto sulla costa Brava, a casa niente meno che di Salvador Dalí, insidiato da Gala, novantenne musa del surrealismo, seguirà il ritorno in Italia e la leggendaria stagione del Derby con Gaber, Jannacci, Andreasi, Abatantuono, in una sorprendente Milano nera le cui notti sono dominate dalle bande di Turatello e di Vallanzasca.
Dopo la consacrazione che nel 2009 gli ha tributato la città di Milano con l’importante mostra tenutasi a Palazzo Reale, Giorgio Forattini, il re dei vignettisti italiani, torna in libreria armato del suo proverbiale coraggio, del suo irrinunciabile amore per la verità e della sua inconfondibile tendenza allo sberleffo. Come ogni anno, ecco i fatti e misfatti della politica italiana – e i personaggi più popolari che hanno fatto parlare di sé – visti attraverso la matita di un disegnatore sublime e di un osservatore intelligente e arguto. E se l’unico modo per capire davvero il Belpaese fosse quello di riderci sopra?
Per una donna c'è una sola cosa peggiore della crisi dei trent'anni: quella dei trentacinque. Geppi, attrice comica, donna con una vita sentimentale apparentemente appagante, lo sa bene. è in notevole ritardo sui suoi progetti di vita e dopo due anni di relazione a distanza si trova ancora alle prese con Michele, conosciuto in Meglio donna che male accompagnata. Intelligente, ironico e abbastanza in carriera, senza ex fidanzate psicolabili nell'armadio, quest'uomo sembra avere tutti i requisiti per renderla madre e moglie.
Nota stonata di questo romantico fidanzamento il fatto che Michele non ha mai pronunciato le parole "io", "te", "per sempre", "bambini" nella stessa frase; e a Geppi questa mancanza di progettualità comincia a pesare. Lui, a Las Vegas per questioni di lavoro, le ha appena fatto recapitare un biglietto aereo per raggiungerlo, accompagnato da tre invitanti parole: "Vola da me". Quale destinazione, poi, meglio di Las Vegas per capire se questa relazione è un bluff oppure no?
Nella capitale del vizio, però, fa la sua comparsa un terzo giocatore che prende malignamente le sembianze di una notevole, competitiva e sfrontata architetto di venticinque anni, Erika, figlia del padrone dell'azienda di cui Michele è il miglior interior designer. Dall'indesiderato ménage à trois si snoda una bizzarra avventura amorosa, fatta di allegre strategie di seduzione, slanci d'affetto e pensieri di violenza pura.
Per fortuna, Geppi non è sola. Al suo fianco, come sempre, ci sono Stefania e Lucia, le amiche d'infanzia trapiantate come lei a Milano dalla Sardegna. Saranno proprio loro a supportarla in questa lotta, tra incontri con personaggi assurdi e sconvolgimenti nel quadrilatero più trendy mai concepito: Milano, Austin, Las Vegas e Macomer. Fresca come Sophie Kinsella, brillante come Sex and the City al Martini dry, Geppi Cucciari diverte, coinvolge e svela quant'è faticoso, al giorno d'oggi, trovare un uomo e condurlo all'altare senza ricorrere all'ipnosi.
"Il punto G (ve lo spiego un po' col linguaggio della navigazione) si situa a circa sette, otto centimetri sulla rotta della jolanda. A l'intérieur. Questo rassicura anche chi ha un walter mignon, piccolo come il tappo del moscato."
Nessuno come Luciana Littizzetto riesce a farci ridere prendendo in giro i nostri costumi. E quello che c'è sotto. Insomma, per capirsi, quelle cose lì che ognuno chiama un po' come vuole, ma quando lei le chiama il walter e la jolanda la risata è irresistibile, imperiosa, incontinente. Nessuno come la mitica Litti riesce a rendere sublimi anche gli argomenti più triviali, e a trascinare a terra, a portata di mano e di sbeffeggio, quelli più alti. O forse semplicemente sopravvalutati. Finiscono così sotto una gragnola di geniali guizzi comici la pubblicità, fatta di scoiattoli che spengono gli incendi con una puzzetta o di campioni del calcio (tanto per non fare nomi, Beckham) con un walter che riempie l'intero cartellone: "Avete presente una baguette, un arrosto per dodici persone, un bob a due, l'uovo di Pasqua del bar, quello della lotteria pasquale?". Le banche, con i loro comodissimi codici IBAN: "È il numero più lungo del mondo. Un numero lungo come le balle dei cani da caccia. Sicuramente più di parecchi piselli. Che spesso somigliano invece al CIN". Gli uomini, che girano per casa coi bragoni da ginnastica ascellari o peggio ancora nudi, "con una pancetta a meloncino rosa dove l'ombelico pare il buco che si fa per metterci dentro il porto". I politici: "Che fine ha fatto Prodi, con l'occhiale montatura Telefunken e il viso a forma di Tetrapak?". Il Papa: "Ma chi lo fotografa ogni volta, il regista di Paperissima?". E qualche altro sano e divertentissimo sobbalzo di coscienza, giusto "per non vivere nella beata ignoranza come le oche da pâté".
La rivergination si fa per evitare la svalutation e incentivare la devolution. È l'ultima moda della chirurgia estetica: qualche minuto e voilà, ci si ritrova candide e immacolate stile prima comunione. Un po' come quando vuoi vendere la macchina e azzeri il contachilometri per farla sembrare nuova. Questa è solo una delle ultime follie della nostra cronaca quotidiana che Luciana Littizzetto affronta, strapazza e, con una strepitosa catarsi comica, trasforma in irresistibili gioielli di umorismo. Fra gli altri obiettivi della sua raffinata perfidia ci sono ovviamente gli uomini: quelli a cui non devi chiedere mai perché tanto è inutile, quelli che in pigiama sembrano pepiere da pizzeria e quelli che si alzano a metà "ciupa dance" per leggere un sms. Ma anche, da donna a donna, consigli per pippe calzearete alle prese con l'esperienza traumatica dell'imbefanimento. Un capolavoro di satira, che sa cogliere come nessun altro gli aspetti privati delle faccende pubbliche e quelli comuni delle nostre vite private. E quando leggendo ci si accorge che sì, è proprio come è successo a noi, ecco che si scatena il miracolo del comico. E allora si ride davvero.
A dispetto di quanto ci raccontano le antologie scolastiche, Dante rideva eccome. E bisbocciava mezzo ubriaco in osteria sfidando gli amici con rime poco ortodosse ispirate alle loro mogli. Petrarca, saputello e sempre roso dall'invidia, era amico di quel simpatico sporcaccione di Boccaccio, che amava le donne carnose e carnali e a loro dedicava le sue novelle. Amava le donne, soprattutto se sposate, anche Foscolo, che con quella sua aria imbronciata e irrisolta le conquistava una dopo l'altra. E se in molti sogghignano anche solo a sentir parlare del rapporto fra Pascoli e la sorella, forse pochi sanno che il "fanciullino" Giovanni si trasformò in un detective da fiction televisiva per risolvere il giallo della cavallina storna. E, infine, il dubbio che ha tormentato generazioni di studenti: d'Annunzio, poi, quella costola se la tolse davvero? In queste pagine ci sono tutti i big della storia della letteratura italiana, più qualche gruppo nelle Nuove proposte, come i Comico-realisti, i Futuristi, gli Scapigliati. Uno dopo l'altro, i grandi autori studiati a scuola vengono raccontati nei loro aspetti più insoliti e quotidiani, tirati giù per la giacchetta dal piedistallo e messi in mutande, fino a farli sembrare magnificamente simili a noi. E fra un aneddoto e una battuta, la passione per la letteratura finisce per travolgere il lettore proprio nel bel mezzo di una risata.