"Dalle cucine della 'Prova del cuoco', direttamente nelle case degli italiani, un nuovo manuale di ricette. Questa volta al mio fianco ho voluto due fuoriclasse oltre che miei quotidiani compagni di viaggio: la 'Sfoglina' bolognese Alessandra Spisni e lo chef lombardo Sergio Barzetti, maestri di cucina e beniamini del nostro pubblico. Alessandra Spisni propone, con tutta la sua carica di simpatia, il meglio delle ricette tradizionali bolognesi, dalle paste fresche a quelle ripiene, dai grandi secondi di carne ai dolci di casa, dai ricchissimi fritti ai sontuosi piatti o dei giorni di festa. Sergio Barzetti ci spiega invece tutti i segreti della sua cucina creativa. Partendo da ingredienti stagionali e facilmente reperibili, arricchiti dall'utilizzo di erbe fresche e spontanee, Sergio suggerisce ricette innovative ed elegantissime, ideali per far colpo durante una cena o per arricchire il menu casalingo quotidiano. Le mie ricette infine vogliono dimostrare come anche una mamma e donna impegnata nel lavoro possa diventare una grande cuoca, trasformando i prodotti acquistati al supermercato in rapidi e sfiziosissimi piatti. Un mix di stili diversi, dunque, con due caratteristiche comuni: l'amore per la buona tavola e il gusto della convivialità. Rimboccatevi le maniche e armatevi di buona volontà: con questo manuale di cucina potrete finalmente stupire familiari e amici." (Antonella Clerici)
Per noi italiani, sedersi a tavola è un vero e proprio rito, che merita di essere celebrato con piatti gustosi e un buon bicchiere di vino. Farlo tra le pareti domestiche, condividendo questo piacere con i nostri ospiti, è una soddisfazione ineguagliabile e alla portata di tutti, meglio se consigliati da un'esperta di cucina e da un grande appassionato di vini. Antonella Clerici e Bruno Vespa si cimentano in un libro che non è solo una guida all'abbinamento di cibi sfiziosi e ottimi vini, ma anche un insolito itinerario nel mondo della gastronomia italiana, attraverso i sapori, gli aromi e i prodotti tipici della nostra penisola, che in questo campo non conosce eguali. Dalle Alpi al Salento, dal Friuli-Venezia Giulia alla Sicilia, le aspiranti cuoche e gli amanti della buona tavola troveranno, per ogni stagione, famose ricette della tradizione regionale, pietanze classiche rivisitate con un tocco di fantasia, nuovi e sorprendenti accostamenti, piatti in grado di soddisfare i vegetariani e chi, pur seguendo una dieta, non rinuncia a premiare il palato. E, visto che l'Italia è la patria dei vini, accompagnano ogni portata due proposte enologiche mirate a esaltarne il gusto, magari anche grazie ai più arditi abbinamenti. Attraverso cento ricette e duecento schede dei nostri migliori vini, un viaggio ricco di suggestioni in cui la sapienza e la cultura tutta italiana dell'arte di cucinare sono indissolubilmente unite al piacere, altrettanto italiano, dello stare a tavola.
"Cucinare è raccontare una storia: quella della ricetta, delle infinite versioni elaborate in luoghi diversi e in momenti lontani, dei passaggi attraverso i quali è arrivata fino a chi la prepara. È una storia nella quale non credo ci debbano essere segreti, altrimenti si rischia che non ci sia più nessuno in grado di continuarla. GialloZafferano è il mio modo di raccontare quella storia: ho raccolto 130 ricette inedite e non, pescandole dal grande archivio che è diventato il mio blog e dalla mia creatività. Ci sono le mie preferite, i miei cavalli di battaglia, una decina di piatti "insospettabili" per stupire, tantissime idee per suscitare meraviglia e per preparare piatti espresso (ma da urlo), quelle che proprio non si può non cucinare una volta nella vita, le più ricercate dagli utenti e quelle che faranno impazzire i vostri bambini. E ancora: sofà food, finger food, Street food, piatti adatti a banchetti luculliani, a cenette tra innamorati, a serate con gli amici... Oltre, naturalmente, ai miei "segreti": da madre di tre figlie posso dire senza incertezze che la cucina è bella se è condivisa, se il tavolo sul quale si mangia può accogliere tante persone, se è occasione di confronto e di ascolto. Tutto, con un paio di doverose eccezioni, è rigorosamente italiano: perché la nostra è la cucina più appassionante al mondo e perché vale la pena essere consapevoli dell'infinita varietà di possibilità, incroci e sapori che possiamo creare con gli ingredienti della nostra terra."
Prendiamo un papà e una figlia quattordicenne. Quando si tratta di cucinare, insieme fanno scintille. È naturale: lui è Moreno Cedroni, padre di Matilde nonché vulcanico chef marchigiano della Madonnina del Pescatore di Marzocca, vicino a Senigallia, due stelle Michelin. Che ci spiega quanto sia facile trasformare la preparazione di un pasto in un'occasione di divertimento e di scoperta da condividere con i propri figli. Perché secondo Cedroni la cucina è ciò che più si avvicina alla magia: liquidi che si mutano in solidi e viceversa, colori che cambiano, sostanze che si trasformano, profumi che si diffondono. Il filo del suo racconto corre leggero attraverso ricordi, esperienze personali, consigli fuori dagli schemi e ricette squisite quanto sorprendenti e alla portata di tutti. Come la "maionese di fragole" o gli "spaghetti psichedelici" o, ancora, lo "zabaione ghiacciatissimo", che trasforma chi lo mangia in una sorta di draghetto fumante. Tra effetti speciali e fantastiche scoperte, l'educazione alimentare diventa un gioco. Si comincia con la spesa fatta insieme ai propri figli, al mercato o al supermarket, scegliendo i prodotti del territorio e dando la caccia ad additivi e coloranti. Si prosegue con i segreti per rendere appetibili anche ai più recalcitranti le verdure (mai stracuocerle) o il pesce (camuffato come nella bufala di caprese o fritto in tempura nera), e con le "dritte" per evitare gli sprechi in cucina...
Grazie alle analisi del DNA la ricerca è entrata in una nuova era. Vale per ogni specie vivente, vale per i vini e per i vitigni: dalle origini ai nostri giorni, è finalmente possibile conoscerne la storia più profonda. Un gruppo di autorevoli esperti ha recentemente scoperto che ben 78 vitigni coltivati oggi in Europa hanno un antico genitore comune: il vitigno affidato da un imperatore romano alle sue legioni. Se guardate un film di guerra ambientato nell'antica Roma e osservate bene i centurioni, scoprirete che immancabilmente nella mano destra stringono un bastone, chiamato vitis, che non è altro che un ramo di vite. Seguendo alla lettera il monito di Orazio - "nessun albero prima della sacra vite tu pianterai, o Varo" - Roma stabilisce, a un certo punto della sua storia, che la figura chiave dell'esercito avrebbe impugnato un tralcio di vite. Perché gli antichi romani davano così importanza a questa pianta? E come mai in Italia, in Gallia, in Britannia, in Iberia e ovunque in Europa cominciarono a piantare viti, anziché frumento, orzo o alberi da frutta? Come ha fatto una città enologicamente incolta a diventare la capitale mondiale del vino? Nei primi secoli dell'antica Roma il vino è una bevanda per ricchi patrizi. A partire dalla seconda metà del II secolo a.C, quando si diffonde il pane, anche il vino "esplode", diventando nutrimento e piacere di massa. Nascono produttori, speculatori, grossisti e dettaglianti che accumulano capitali e fondano compagnie commerciali.
Come prima colazione c'è chi si prepara rognoni di castrato alla griglia, giusto per il piacere avventuroso di avvertire al palato "un fine gusto d'urina leggermente aromatica". È il caso di Leopold Bloom nell'"Ulisse" di Joyce. Altri, meno temerari, non riescono a rinunciare alle dolcezze di brioche, cornetti, miele e marmellate e quanto ricordi la sensualità appagante del latte materno descritta da Maupassant in "Idillio". Il cibo è fra gli argomenti più frequentati nella letteratura di ogni tempo, anzi, i curatori di questo "Sillabario" si spingono a sostenere che non esista romanzo senza qualcuno che, prima o poi, mangi o beva qualcosa, e comunque concordano con Aldo Buzzi quando sentenzia: "lo scrittore che non parla mai di mangiare, di appetito, di fame, di cibo, di cuochi, di pranzi mi ispira diffidenza, come se mancasse di qualcosa di essenziale". In questo libro gli autori con passione, ma senza prendersi mai troppo sul serio, compongono un menu di piatti e letture che attraversa l'arco della giornata, dal primo bicchiere d'acqua del mattino fino alle ostriche e allo champagne delle notti da 'ons vivants'. Sapori, ricette, curiosità, consigli, piluccando qua e là fra le voci del Sillabario o sbafandosele una dopo l'altra, si compie un viaggio concreto e fantastico e si scopre, con emozione, che per sperimentare piaceri profondi, per nutrirsi e saziarsi, può essere sufficiente aprire un libro e mettersi a leggerlo.
Il cibo è sempre più la chiave d’accesso al vero cuore di una città. Nella cucina c’è la storia, la geografi a, il gusto e più in generale l’identità di un’intera comunità. Per quanto riguarda Roma, già Livio Jannattoni, Ada Boni e Aldo Fabrizi hanno pubblicato i ricettari defi nitivi, quelli con le vere ricette della tradizione romana: l’abbacchio, la coda alla vaccinara, i carciofi , la gricia e altre leccornie. Ilaria Beltramme con Magna Roma recupera in modo molto rispettoso questo patrimonio culinario, aggiungendo due elementi molto importanti: il primo è la sostituzione degli ingredienti che nel frattempo sono scomparsi dai supermercati; il secondo è svelare curiosità e aneddoti legati alle singole ricette. Anche l’appendice è molto gustosa perché contiene appunti sull’alimentazione ai tempi di Roma antica, notizie sui menu dei Conclavi, i giochi da osteria e la vera storia della “società dei magnaccioni”. Un mix di sapori e cultura romana davvero prelibato.
Fagottini, frittelle, involtini, patè, polpette, sformatini, torte salate, bomboloni. E poi calzoni, croissant, panzerotti, agnolotti, cannelloni, lasagne, ravioli, arrosti. Ma anche verdure ripiene, caponate, confetture, marmellate, crostate, risotti, passatelli, pesci in crosta, focacce, insalate, spiedini. E ancora budini, stracotti, brasati, semifreddi, costine... Con le ricette d'oro della "Prova del cuoco" non manca mai un'idea da mettere in tavola. Per tutte le stagioni, tutte le occasioni, tutti i palati, tutte le tasche e tutti i cuochi, anche i meno esperti. Le 300 ricette proposte in questo libro da Antonella Clerici e Anna Moroni sono "la crema" dei primi tre volumi di "Oggi cucini tu."
"Sono sempre stata convinta che chi non ama mangiare si perde una grossa fetta di felicità. Il tempo passa ma io resto e sarò sempre una golosa impenitente.
Ebbene sì, mi gratifico spesso con il cibo senza però farmi venire troppi sensi di colpa. Amo mangiare per coccolarmi, per cercare conforto dopo un momento di tristezza ma soprattutto per vivere delle belle emozioni.
Continua a piacermi, anno dopo anno, sperimentare nuovi piatti in trasmissione e poi... assaggiarli! Vi assicuro che tutte le proposte contenute in questo libro, siano esse dolci o salate, hanno superato brillantemente la prova palato. Questa volta, non siamo solo io e Anna a fornirvi le ricette ma anche le quattro fantastiche maestre che si sono avvicendate nella passata edizione del programma.
Non preoccupatevi se non avete piena padronanza delle tecniche. Ho imparato in questi anni che ciò che conta quando si cucina non è la perfezione ma il cuore.
Ormai l'avete capito, cucinare per me è una festa e allora... che la festa cominci anche per voi grazie a questo libro!"
Antonella Clerici
Erbe da mangiare è un libro originale e multiforme: un po' ricettario, un po' erbario, un po' repertorio di citazioni letterarie, un po' raccolta di antiche leggende. Soprattutto, è una guida con cui "andar per erbe" nei prati e nei boschi, e ricavarne gli ingredienti per ottimi piatti: asparagi selvatici, borragine, cicorie, cardi, papaveri... Piante commestibili che i nostri nonni conoscevano benissimo e che anche nell'epoca degli ipermercati possono tornare a diventare protagoniste di tante prelibatezze. Come quelle che ci insegna a cucinare Ada De Santis in queste ricette (oltre cento per più di trenta erbe) accompagnate dalle dotte e divertenti introduzioni di Luigi Ballerini, uno dei poeti italiani più eclettici e attivi sulla scena internazionale. Il tutto "condito" dalle preziose illustrazioni al tratto di Giuliano Della Gasa che aiutano a identificare le diverse specie.
Seicento voci per conoscere a fondo la gastronomia italiana e non solo, aggiornate e ampliate con grande rigore scientifico da un'equipe di esperti dell'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. Dai prodotti e dai piatti delle tradizioni regionali italiane a quelli stranieri recentemente accolti nel nostro paese, dalle tecniche ai personaggi: una grande opera non solo di cucina, ma sulla cucina e sulla cultura materiale. Normative e leggi che difendono le tipicità di uno dei maggiori patrimoni italiani.