Chi non vive dei ricordi di fragranti biscotti appena sfornati, del pollo arrosto con deliziose patatine che veniva messo in tavola durante il pranzo della domenica, ma anche delle frittelle così amate e attese, vietate dalla mamma ma preparate con infinito amore dalla nonna? Per tutti i nostalgici della cucina di una volta, quella che nel corso degli anni ha mutato preparazione, preferendo tempi più veloci, e gusto, scegliendo alimenti meno calorici, per quanti vogliono tornare ai sapori antichi della tradizione italiana, il volume raccoglie quelle ricette che nell'immaginario collettivo sono legate alla nonna, vale a dire a un'altra epoca e a un altro modo di considerare la cucina. Torta Pasqualina, struttoli, panzerotti e ogni altra bontà viene qui presentata: le ricette, corredate di belle immagini esplicative, guidano passo dopo passo esperti e non alla ri-scoperta di un mondo che non c'è più, di un tempo in cui i grandi cuochi erano le nonne, all'interno delle cucine nelle proprie case. Rivive così il patrimonio della grande cucina popolare di tutte le regioni italiane.
Una poderosa raccolta delle opere dei musei, delle chiese e dei palazzi veneziani, insieme ai capolavori presenti nei musei esteri. Dalle origini alla decadenza, l'arte della Serenissima è raccontata da Filippo Pedrocco, uno dei massimi esperti di pittura veneta. Da Paolo Veneziano (1300-1350 ca), forse il più importante pittore del suo tempo, capace di un equilibrio unico tra i temi bizantini della sua formazione e l'influenza di Giotto, a Giovanni e Jacopo Bellini, dallo sfumato di Giorgione (1477-1510) al colore di Tiziano (1480/85-1576) in contrasto con la scuola fiorentina del disegno, per finire con Tiepolo (1696-1770) e i vedutisti, Venezia, ponte commerciale tra due emisferi, domina il Mediterraneo per almeno cinquecento anni, dal Trecento al Settecento, non solo economicamente ma anche culturalmente. La Serenissima ("pace e ordine sono meglior per il commercio" era motto diffuso) fu infatti capace di far sbocciare nuovi linguaggi artistici ed esportarne il valore in tutta Europa. Un ciclo di grandezza che si conclude in un lento declino, iniziato con l'esaurirsi della spinta commerciale che aveva fatto grande la città ed accelerato dall'intrusione di Napoleone. In quattro secoli di ricchezza, Venezia vede sorgere palazzi bellissimi e chiese monumentali, vede realizzati mosaici, affreschi e un'incredibile quantità di opere pittoriche di cui rimangono tracce nella città e nel mondo intero.
I libri offrono l'inesauribile piacere della conoscenza e, se collocati sapientemente, permettono di creare innumerevoli soluzioni d'arredo, in grado di conferire calore e personalità alle nostre abitazioni. In questo volume, illustrato con 150 immagini di interni realizzate in tutto il mondo, Leslie Geddes-Brown, bibliofila dichiarata, suggerisce una serie di soluzioni pratiche e inconsuete per utilizzare e sistemare al meglio i libri in ogni ambiente, sfruttando anche gli angoli dimenticati della casa. Se l'amore per la lettura e il collezionismo di libri possono creare il rischio di un sovraffollamento disordinato, questo libro esplora i vari aspetti relativi alla conservazione dei volumi e alla loro esposizione. Il capitolo "Vivere con i libri" mostra come i volumi possano migliorare l'atmosfera di una casa, rendendola più intima e accogliente. "Lavorare con i libri" suggerisce alcuni metodi per organizzare le opere di consultazione, dalle biblioteche modello in perfetto ordine ai cumuli di volumi che ogni autore raccoglie intorno a sé, perfino sul pavimento. "Progettare per i libri" presenta gli esempi di librerie più creativi e offre spunti sull'illuminazione, fornendo idee su come combinare i libri con i complementi d'arredo per realizzare interni di grande effetto. Infine "Oltre la libreria" suggerisce i sistemi più ingegnosi per sfruttare al massimo il fascino dei volumi come oggetti decorativi.
Una mini enciclopedia che accompagna il lettore (neo-mamme o neo-papà) lungo le tappe che portano al compimento del primo anno di vita del proprio bambino. Dal primo vagito ai primi passi, dal divezzamento alle veglie notturne per i dentini: in appena un anno i progressi del neonato sono velocissimi e i problemi quotidiani necessitano di consigli pratici, non solo per genitori alle prime armi. Penelope Leach, nello stile che le è usuale, chiaro e lontano da dogmatismi pedagogici, presenta con una certa ironia una vasta gamma di situazioni in cui il genitore si troverà coinvolto e lo guida con dolcezza nella difficile impresa di capire il proprio bimbo e interagire con una creatura ancora incapace di esprimersi. Corredato da belle immagini esplicative, questo libro è un vademecum che libera i genitori da ogni ansia e, all’occorrenza, dà le risposte ai dubbi che sorgono nel primo bellissimo anno di vita di un bambino.
Electa pubblica nella collana Dizionari del Cinema, curata da Gabriele Lucci, il volume dedicato al film di guerra, un genere che ha regalato, nel corso dei decenni, capolavori che hanno segnato la storia del cinema.Le grandi battaglie sono raccontate in sequenze memorabili come quelle di Apocalypse Now, La sottile linea rossa o Salvate il soldato Ryan; film che restituiscono racconti e fatti legati alla Grande Guerra, al secondo conflitto mondiale o al Vietnam, cui si sono ispirati registi come Stanley Kubrick, Clint Eastwood, Steven Spielberg e Brian De Palma.Indimenticabili sono anche le produzioni italiane, con registi come Mario Monicelli, Francesco Rosi (Uomini contro) e Roberto Rossellini col capolavoro Paisà: autori capaci di raccontare uno spaccato della nostra storia e del nostro modo di fare cinema.
Il cinema di guerra rappresenta le storie degli scontri militari, ma anche gli stravolgimenti e la disperazione della vita civile sotto assedio, racconti di finzione così come fedelissime ricostruzioni. In questo libro d’autore trovano spazio i migliori film, le tematiche e le caratteristiche specifiche, insieme a immagini e locandine delle proiezioni cinematografiche, in una descrizione puntuale che riesce a cogliere l’evoluzione dell’atteggiamento che il cinema ha manifestato nel corso degli anni nei confronti della guerra.
Roberto Nepoti
Giornalista e critico cinematografico, scrive per “La Repubblica”. Autore di libri dedicati al cinema (L’illusione filmica. Manuale di filmologia, 2004), al documentario (Storia del documentario, 1998), ai grandi artisti (Dario Fo, 1997), come a grandi autori (Brian de Palma, 1995).L’Accademia dell’Immagine.
L’Ente Morale Accademia dell’Immagine – centro di alta formazione per il cinema e la comunicazione audiovisiva, nasce nel 1991 su iniziativa di Gabriele Lucci. L’Accademia dell’Immagine, presieduta da Massimo Cialente, vede come soci fondatori: la Regione Abruzzo, l’Istituto Cinematografico dell’Aquila ‘La Lanterna Magica’, la Provincia e il Comune dell’Aquila.
Dalla perfezione dei Kouroi greci, personificazione scolpita dell'ideale di bellezza (e bontà) del mondo classico, fino alle avanguardie storiche o alle performance di Vanessa Beecroft, il nudo nella storia dell'arte ha sempre assunto le forme dell'epoca in cui viene rappresentato.
Dal canone greco, appunto, in cui la nudità era sinonimo di bellezza e purezza, ai periodi di censura, ricordando la Controriforma che coprì le pudenda dipinte da Michelangelo nella Cappella Sistina, passando per gli scandali dell'Ottocento francese, con i nudi sfacciati di Manet o Courbet, la rappresentazione del nudo si è evoluta nel valore nell'iconografia (a volte sacra a volte profana) nei significati profondi.
Così il libro è un viaggio all' interno dell' universo simbolico e culturale in cui il corpo umano è stato rappresentato.
Il percorso attraverso i secoli, strutturato in capitoli e sezioni cronologiche o tematiche l'anatomia, le pose, i soggetti come i significati, viene raccontato da sculture e dipinti, molti dei quali risalenti all'antichità classica.
"Questa esposizione è nata come ideale continuazione ed approfondimento della mostra 'Frammenti dal passato. Tesori dall'ager Tiburtinus', che nel corso del 2009, con ottimo successo di pubblico, è stata visibile negli stessi ambienti dell'Antiquarium del Canopo in Villa Adrina. [...] Consapevoli dell'impossibilità di racchiudere in un solo evento o in un'unica pubblicazione la totalità dello scibile relativamente a questo sito straordinario, si intende in questa occasione offrire una panoramica delle attività dell'ultimo decennio, dei risultati dei nuovi scavi, condotti sia direttamente dalla Soprintendenza sia da altri soggetti in regime di concessione come anche delle più recenti acquisizioni nei vari campi di investigazione e dei filoni di studio che credo con maggiore probabilità potranno offrire risultati significativi nel periodo a venire." Marina Sapelli Ragni
In occasione del restauro degli affreschi giotteschi dell’abbazia di Chiaravalle, Electa pubblica, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, un volume che documenta per la prima volta in modo esaustivo e analitico l’importante ciclo pittorico, situato nell’omonima abbazia, complesso monastico cistercense del XII-XIII secolo.
Gli affreschi principali della Torre nolare o tiburio sono dedicati alla Vergine tema caro alla spiritualità cistercense, e in particolare rappresentano le storie post ressurrectionem tratte dalla “Legenda Aurea”, scritta dal frate domenicano Jacopo da Varagine.
La paternità degli affreschi del tiburio è attribuita a pittori di scuola giottesca e risale agli anni Trenta-Quaranta del Trecento. Si tratta di due cicli che si susseguono per registri in verticale.Quelli nei settori più alti che rappresentano gli evangelisti della calotta le figure di santi del tamburo (probabilmente una specie di genealogia dell’Ordine cistercense), vanno riferiti ad un maestro lombardo del quarto decennio del secolo; quelli relativi alle storie della Vergine sulle pareti immediatamente al di sotto del tamburo, costituenti il ciclo più noto, che si distinguono per l’articolazione complessa, per la grandiosità, per la trasparenza e l’effetto sfumato dei toni cromatici, sono opera di Stefano Fiorentino.L’artista, attivo con una bottega di pittori toscani dei quali rappresentava la personalità di maggior spicco, fu uno degli allievi più dotati di Giotto, seppure ancora quasi sconosciuto, padre di Giottino, altro grandissimo artista fiorentino strettamente connesso alla tradizione di Giotto. Stefano rappresenta la vena più gotica di questa tradizione pittorica, che Vasari descrive in due parole di grande fascino e chiarezza come “pittura dolcissima e tanto unita” per indicare l’attenzione alla rappresentazione della dolcezza dell’animo attraverso i volti e la capacità di fondere i colori per effetto del pulviscolo atmosferico.Le pagine che Giorgio Vasari dedica a Stefano Fiorentino nelle sue Vite, così come quelle di prestigiosi storici precedenti, dal Ghiberti al Libro di Antonio Billi, gli riconoscono grande autorevolezza e citano anche il ciclo di Chiaravalle tra le sue opere fondamentali. Sappiamo dalle fonti che Stefano si ammalò e abbandonò bruscamente i suoi lavori di Milano. Il ciclo di Chiaravalle infatti mostra un repentino cambiamento e un passaggio del cantiere alle sua maestranze, che seguirono in linea di massima il disegno del maestro. Proprio a causa di ciò, per la mancanza di punti di riferimento sicuri per la ricostruzione della personalità dell’artista, la critica ha stentato a riconoscere la sua presenza a Chiaravalle. L’attività dell’abbazia in questo periodo rientrava nel fermento e rinnovamento culturale che caratterizzò la politica dei Visconti.
Il testo di Sandrina Bandera ricostruisce in modo puntuale e completo la storia degli affreschi, dalla costruzione del tiburio, alla committenza, alla formazione delle personalità coinvolte nel ciclo pittorico. Il saggio di Mina Gregori si sofferma invece sulla personalità di Stefano Fiorentino e ripercorre la letteratura critica di cui è stato oggetto di studio.
A corredo di questi qualificati interventi il volume presenta una documentazione spettacolare di tutti gli affreschi che consente di scoprire episodi, dettagli e aspetti ad essi relativi, grazie a più di duecento immagini tra cui molti particolari a grandezza naturale 1:1. La riproduzione del ciclo pittorico ha richiesto una campagna fotografica apposita realizzata da Antonio Quattrone. Oltre ai saggi critici alcuni testi essenziali illustrano i procedimenti e le scoperte derivati dal restauro.
Uomo di temperamento iracondo e selvatico, facile a offendersi e pronto all'occorrenza a vibrare un buon colpo di pugnale all'avversario, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610) fu il primo grande artista, dopo il Rinascimento, a liberarsi dall'ossessione della bellezza senza temere la ricerca della verità: venne tacciato di essere un "naturalista", ma allora come oggi la sua opera non ha perso nulla della sua audacia.
In occasione del quarto centenario dalla morte, l'opera del grande maestro viene presentata per intero da Francesca Cappelletti, un'autrice nota al grande pubblico per essere la protagonista di un bestseller dedicato proprio al pittore lombardo e al ritrovamento di una sua tela.
Nel 1989, infatti, l'autrice, all'epoca dottoranda, ritrovò a Dublino il quadro disperso La cattura di Cristo. La vicenda ebbe grande eco e fu ripresa nel romanzo di Jonathan Harr, Il Caravaggio perduto.
Il volume diventa così una nuova autorevole monografia sul maestro, aggiornata agli studi recenti, capace di rivedere la complessa vicenda biografica e artistica del pittore ripartendo dalle fonti. Il testo, illustrato con tutte le opere accertate, dettagli spettacolari - frutto di una apposita campagna fotografica -, immagini di contesto e confronti, è svolto in un linguaggio molto scorrevole, per una lettura avvincente e accessibile anche al pubblico non specialista.
Uscito per la prima volta nel 1997, questo volume non ha perso nulla della sua validità: rimane infatti lo strumento editoriale di riferimento per i collezionisti e i mercanti di cornici in Italia. Curato da tre specialisti, esaurisce il tema attraverso un repertorio di 120 esemplari significativi dal Cinquecento ai primi anni dell'Ottocento.
Ogni cornice è corredata da un'esauriente scheda critica.
Dalla prima urbanizzazione di Roma a villa Adriana: quello che due dei massimi storici dell'architettura antica hanno progettato è un volume che copre l'intera storia che dalla formazione di Roma giunge all'epoca della sua massima gloria, testimoniata da monumenti che hanno contribuito a modellare la cultura dell'Occidente. A questa impresa editoriale hanno collaborato i migliori studiosi internazionali. Il volume che hanno contributo a realizzare e che ora presentiamo allarga in modo definitivo l'orizzonte della collana "Storia dell'architettura italiana", preludendo a quelli che nei prossimi anni guideranno i lettori attraverso i secoli che separano la caduta dell'Impero Romano dal Quattrocento. Nel libro si intrecciano i capitoli di un racconto che non lascia scoperto alcun aspetto della storia su cui von Hesberg e Zanker hanno puntato l'attenzione del progetto di ricerca da loro elaborato. A quelli dedicati alla primitiva urbanizzazione della città fanno seguito i saggi dedicati alla Roma di Cesare e di Augusto, alle grandi basiliche (Massenzio, Emilia, Giulia), al teatro di Marcello e al Colosseo, al Pantheon.