In questo volume Enzo Bianchi ha accettato di raccontare e meditare sulla sua esperienza, su quella della vita in comune con i suoi fratelli e sorelle, sulla speranza che ripone nel fenomeno monastico. Ne parla non solo con la parresìa che è uno dei “compiti” più belli e più fruttuosi cui è tenuto il monaco, ma anche con la profonda capacità di sguardo e con l’intensa partecipazione alla vicenda umana che gli sono propri. Il percorso è quello che si muove tra la ricerca di un luogo separato e la comunione con il mondo; tra la sottomissione reciproca e la libertà che viene dall’ascolto della Parola di Dio; tra la solitudine e il riparo che sono necessari a una crescita anche nello spirito e il vivere insieme nella comunità; tra la fatica del lavoro con cui procurarsi da vivere e il ritmo quotidiano dello studio e delle preghiere; tra le tentazioni che inevitabilmente bussano alla soglia di ogni cella come alla soglia di ogni esistenza umana e la profezia, compito che nessuna vita “religiosa” può trascurare o dimenticare.
(dalla Premessa di Gabriella Caramore)
Mircea Eliade (Bucarest 1907-Chicago 1986) è fra i rappresentanti più noti della storia delle religioni del Ventesimo secolo e fra gli storici delle religioni che hanno più influito sulla cultura del nostro tempo. A vent'anni dalla sua morte continua a far discutere, al punto da essere stato oggetto, in tempi recentissimi, di diversi volumi - riguardanti soprattutto il tema delle sue attività politiche giovanili e la sua idea della storia delle religioni come disciplina autonoma -, ciascuno dei quali ha dato luogo a dibattiti e polemiche giornalistiche. Eppure, una ricostruzione puntuale e completa delle opere, della vita, del pensiero di Eliade, che ne metta in luce il progressivo formarsi chiarendone la rete culturale di riferimento, non è ancora stata effettuata. Questo lavoro propone una ricostruzione delle fasi salienti della biografia intellettuale dello studioso romeno, un'analisi dei concetti chiave del suo pensiero (la comparazione, l'archetipo, l'ermeneutica, il simbolo) e di due componenti basilari della sua formazione: la relazione con il "maestro" Raffaele Pettazzoni e il rapporto con gli esponenti del cosiddetto "pensiero tradizionale". In appendice si trovano la trascrizione, la traduzione e il commento delle lettere scambiate da Eliade con un altro protagonista degli studi religiosi del suo tempo: Károly Kerényi (1897-1973).
DESCRIZIONE: Pubblicato nel 1946, ma risalente a una conferenza tenuta a Stuttgart nel 1944, il testo di Romano Guardini che qui presentiamo per la prima volta in lingua italiana va ad affiancarsi e a completare idealmente il suo ben più ampio Hölderlin: Immagine del mondo e religiosità, del 1939. E, tuttavia, questo Hölderlin e il paesaggio possiede la felice e spontanea esemplarità che caratterizza una conferenza-saggio: è in grado di far vedere al lettore quel che Hölderlin stesso potrebbe aver visto, la natura. Come infatti scrive il Curatore del volume, "ciò che noi siamo soliti chiamare paesaggio, per Hölderlin è più spesso semplicemente natura. Di questa semplicità prova a farsi carico il saggio di Guardini; lentamente il lettore scopre che semplice è la nu-dità dell’esistenza".
Quello di Guardini è dunque un delicato ragionare attorno all’essenza della poesia di Hölderlin, della quale, nell’Epilogo al suo scritto, egli dice che "viene determinata in modo più esatto se diciamo che in essa parla il mondo stesso, e che nel poetare di Hölderlin sembra quasi che sia l’esistenza stessa a parlare".
Al testo di Guardini vengono fatte seguire alcune tra le più belle e luminose poesie dell’ultimo periodo della vita di Hölderlin (Paesaggi. Le stagioni).
Una essenziale ma precipua introduzione al pensiero, alla vita e alle opere di Gregorio Nazianzeno, uno dei Padri Cappadoci, da parte di un importante studioso di patristica.
DESCRIZIONE: Quattrocento anni fa, da un piccolo paese, Olera, remotissima frazione bergamasca e tuttavia importante nodo di comunicazione con la Svizzera e la mittel-Europa, da umile famiglia, e da una condizione di inesistente istruzione e cultura, ricevette i natali Tommaso Acerbis: tanto semplice la sua origine quanto acuta la sua intelligenza, egli riuscì a infrangere ogni regola consuetudinaria del tempo e accedere a un minimo di istruzione. Il frate cappuccino bergamasco, quasi sconosciuto ai più, fu una "guida di anime", prova vissuta di amore cristiano fattivo: un temperamento singolare e contagioso nel patire ed agire condividendo il destino del suo prossimo, povero o ricco che fosse, con l’idea che ciascuno si rendesse veicolo di un progetto insostituibile, quello di Dio. Un uomo che, spinto da tanto ardore proprio "sulle strade", viaggiò molto e incontrò Papi e Imperatori, realizzando con la sua esperienza concreta il senso autentico della Riforma cattolica. Un paradigma del cristiano che vive ogni attimo come dono e memoria di un Altro, e il proprio sforzo come debole riflesso di una chiamata più alta.
In questo libro, con linguaggio piano, si tenta di restituire integralmente la personalità multiforme, l’impegno, la devozione e l’acume che ne resero l’opera Fuoco d’amore una delle letture preferite del Papa suo conterraneo, Giovanni XXIII.
Ambrogio Amati, giornalista professionista, è autore di Grazie, Papa Giovanni! (Editrice Ancora) e Maddalena, Maddalena (Edizioni San Paolo).
Laila Nyaguy ha pubblicato la favola Chi ha rapito Gesù Bambino (Edizioni Villadiseriane) e Quel treno da Fiume (Versiliana Editrice). Per le edizioni Kolbe, insieme a Paolo Mazzoleni, ha scritto Albano e il suo Santuario - un paese, un prodigio e la storia e Santuario Madonna delle Rose.
Le virtù sono modelli di comportamento: ideali che orientano l'esistenza, illuminandone il senso. L'autore, insistendo sull'aggettivo "quotidiano", mostra come il sostantivo "virtù" si dica in più modi: abnegazione, affabilità, ecumenicità, mitezza, ospitalità, signorilità, tolleranza... Una sorta di breviario che va al di là della tradizionale partizione tra virtù cardinali (fortezza, temperanza, prudenza, giustizia) e teologali (fede, speranza, carità), offrendo i lineamenti di un'etica minima. Minima perché nasce dal vissuto e perché ha la sua stella polare nell'imitatio Christi: Cristo modello per le nostre vicende quotidiane. Un'etica ove, non sottraendosi alle domande serie della vita, traspare la serena spiritualità del magistero di san Filippo Neri.
Un originale numero monografico dedicato alle forme letterarie (la lettera, il vangelo, il trattato) con le quali il cristianesimo si afferma come religione universale. Tra gli altri, interventi di: E. Norelli, A. Graham Brock, M. Rizzi, A. van den Hoek, E. Junod, A. Camplani, A. Monaci Catagno, C. Markschies.
Un libro atteso: la ricostruzione della tragedia di Moro vista con gli occhi dei più stretti collaboratori del Segretario della Democrazia Cristiana, Benigno Zaccagnini. L'evento, che ha segnato la storia italiana della seconda metà del '900, è interpretato dal punto di vista di chi fu, nella DC, protagonista.
DESCRIZIONE: L’interpretazione della figura di Giovanni Paolo ii ha assunto sulla scena mediatica – di cui è stato per oltre due decenni, fino al “magistero della sofferenza” offerto negli ultimi anni, indiscusso protagonista – un carattere fortemente celebrativo, mentre la stessa richiesta di un avvio immediato del processo di canonizzazione rischia di farne circolare un’immagine puramente agiografica. In tal modo si rischia di cancellare l’effettivo apporto che questo pontefice ha dato alla ridefinizione della presenza della chiesa nella società odierna, finendo per oscurare la consapevolezza dei problemi che sono ancora davanti al suo successore. Questo libro intende ricollocare il papato di Wojtyla nella storia del cattolicesimo contemporaneo, allo scopo di enucleare il suo specifico contributo al secolare cammino che la chiesa ha compiuto, dalla radicale contrapposizione ottocentesca con la società moderna fino all’attuale legittimazione di alcuni suoi aspetti, ormai considerati come un portato intrinseco del cristianesimo. Concentrandosi su alcuni rilevanti momenti del suo magistero – la democrazia, i diritti umani, la pace, la richiesta di perdono – il volume, senza pretendere una lettura complessiva che solo agli storici del futuro sarà consentita, avanza una ipotesi precisa: l’acquisizione all’interno del cattolicesimo di valori e princìpi moderni si accompagna ancora a oscillazioni, riserve, precisazioni, limitazioni che affondano la loro radice ultima nella cultura cattolica intransigente mai abbandonata, nonostante l’aggiornamento conciliare, dall’autorità romana. Ci si può dunque chiedere se la reale cifra interpretativa di questo papato sia un’incompiuta transizione verso una pacificata relazione con la modernità.
Con saggi di Umberto Eco, Carlo Maria Martini, Amos Luzzatto, Stefano Levi Della Torre, Silvia Giacomoni, Gabriella Caramore, ecc., un ritratto a più voci del più importante pensatore ebreo italiano contemporaneo: la sua teologia, la formazione, gli scritti letterari.