Il volume raccoglie gli scritti editi e inediti di Romano Guardini su Dostoevskij. Le figure religiose nelle sue opere: il popolo, le donne devote, i miti e il sacro, gli uomini spirituali, il pellegrino Makàr, l'angelo, la ribellione, La Leggenda del Grande Inquisitore e Ivan Karamazov, Kirìllov, il simbolo di Cristo, la figura di M?skin, l'Idiota. I temi: il paganesimo, l'ateismo, l'espressione religiosa e il male, il tramonto dei valori cristiani. Come afferma Guardini emerge "l'intensità religiosa" e "il modo di esprimere il sacro" nella "creazione di Dostoevskij".
Il saggio di Hans Urs von Balthasar si inserisce con assoluta originalità nella letteratura critica dantesca, per la prospettiva globale in cui si pone il teologo svizzero. La Divina Commedia è analizzata nel suo significato di immagine del mondo che si pone sul crinale fra la cosmologia antica e medioevale e la nuova coscienza che l'uomo assume di sé, del proprio destino, della storia. Non soltanto l'autore articola il suo pensiero sullo sfondo della teologia e della letteratura cristiana antica, di cui dimostra una conoscenza eccezionale, ma si accosta alla Divina Commedia con la coscienza critica di un pensatore che ha assimilato le esperienze poetiche e letterarie della contemporaneità. Centro della meditazione, sorretta dalla costante citazione dei testi danteschi, è l'interpretazione dell'eros di Dante, el suo amore per Beatrice che, assunto in tutte le sue conseguenze spirituali, travalica i confini dell'umano ed immerge il poeta con la sua personalità nel mondo della comunione dell'uomo con la Trinità cristiana.
Hans Urs von Balthasar (1905-1988) è stato uno dei maggiori teologi del XX secolo. Presso la Morcelliana ricordiamo: Teologia della storia; Con occhi semplici. Verso una nuova coscienza cristiana; Gesù ci conosce? Noi conosciamo Gesù? E i cinque saggi teologici Verbum Caro, Sponsa Verbi, Spiritus Creator, Lo Spirito e l'istituzione, Homo creatura est.
Chi sono il Veltro, il Messo, Matelda? Perché i Golosi sono bagnati dalla pioggia, gli alchimisti sono coperti di lebbra e i ladri si trasformano in serpenti? Che nesso lega ermetismo e filosofia, fede e astrologia nel Medioevo dantesco? Il filo che collega le parole enigmatiche della Commedia traccia anche un percorso del tutto nuovo attraverso la cultura dantesca. Questo Dizionarietto fornisce le chiavi interpretative di figure misteriose, parole e passi opachi o ambigui della Commedia, ricostruendo l'ambiente in cui l'opera maturò, i sistemi di pensiero che definivano i settori delle singole scienze in base a collegamenti e corrispondenze oggi del tutto impensabili e mettendo in luce un ambito di conoscenze e una concezione della realtà così intrinseca alla cultura di Dante che ignorarla significa precludere la comprensione del poema e dell'intera opera del poeta.
"Un suggestivo parallelo tra Giobbe e Kafka e la loro interpretazione del male. - Il rapporto tra Dio e il male nel libro di Giobbe confrontato con la sofferenza dei personaggi di Kafka. Da una parte il grido di Giobbe a Dio “Tu dov’eri?”; dall’altra l’uomo di Kafka che interpella Dio sul destino ultimo della creazione. - Un testo che mostra un Kafka inedito e di bruciante attualità."
Il volume dedicato agli studi danteschi, che completa, in prima edizione mondiale, la pubblicazione dei testi dedicati a Dante. - I saggi si soffermano sui momenti chiave della Divina Commedia - Virgilio, la figura dell'Angelo, Beatrice, i Santi ecc. - che fanno di Guardini uno dei maggiori interpreti di Dante. - L'Opera Omnia di Guardini, iniziata nel 2005, presenta volumi inediti, con apparati critici.
Amici e redattori dagli anni Sessanta, quando entrambi lavoravano alla Bompiani, Umberto Eco e Paolo De Benedetti hanno, per gioco intellettuale, tracciato i profili l'uno dell'altro. De Benedetti ha ritratto il grande semiologo e scrittore, Eco ha ritratto l'originale ebraista, teorico di una teologia degli animali. Pagine che, attraverso l'ironia della prosa e dei versi, sono una festa dell'intelligenza nel mostrare volti inediti. Al punto che Eco ha trasposto la figura di De Benedetti nel personaggio di Diotallevi, il redattore esperto di giudaismo ne Il pendolo di Foucault.
È con la sensibilità dell'artista - e del lettore appassionato - che Stefano Levi Della Torre si accosta alla Divina Commedia, sondandola con brevi scritti e rapidi tratti di penna e matita che catturano l'esattezza fisica ed emotiva dei versi danteschi. Il realismo di Dante è paradossale: se da un lato il poeta traduce i suoi argomenti in fatti riconducibili all'esperienza che l'uomo ha delle cose, dall'altro accompagna il lettore in un mondo altro dove, per esempio, Virgilio, Beatrice e il Minotauro sono resi con la medesima plasticità, in un reciproco potenziamento di fantasia e verosimile. È il parlare figurato proprio dell'arte in cui la finzione è rappresentazione della verità, in un rapporto che si ritrova rovesciato nella frode - il falso che si presenta come vero - raffigurata da Dante in Gerione, serpente con "faccia d'uom giusto". Questo libro vuole essere un invito a gustare la Divina Commedia, in una sorta di lettura originaria che metta tra parentesi gli apparati di note per godere delle pure modalità narrative, in grado di evocare effetti figurativi e percettivi, ricostruendo con la parola le atmosfere e gli spazi fisici del viaggio nell'oltretomba, facendo vedere, udire, odorare e toccare le cose raccontate.
La mente di uno scrittore? È la cartografia dei suoi incontri, nelle pagine dei classici e dei contemporanei e nella vita. Incontri che concorrono, per affinità e differenze, ai lineamenti della scrittura di un autore. Questo libro è la cartografia della mente di Spina: essenziali colpi di sonda sugli amati Cervantes, Flaubert, ?echov, Tolstoi, Fontane, Hofmannsthal, Musil, Mann, descrizione dei luoghi attraversati nel tempo - dalla malinconica e intrigante Libia dei primi decenni del secolo scorso alla Roma di Cristina Campo -, ricordo degli amici, tra cui Camillo Togni e Vanni Scheiwiller. Il tutto con un tratto di estraneità al mondo - di inattualità - che è la cifra della scrittura di Spina: una prosa meditata sul destino che sempre ci accompagna e che dona all'esistenza quell'enigmaticità che queste pagine aiutano a decifrare.