"Con la barba di Bombacci-ci farem gli spazzolini-per lucidare le scarpe-di Benito Mussolini", avevano cantato nel 1921-'22 gli squadristi fascisti. A distanza di poco più di un ventennio, il 25 aprile 1945, l'ex deputato socialista e comunista Nicola Bombacci si sarebbe trovato, non certo casualmente, da solo al fianco del "vecchio compagno romagnolo" Mussolini, per essere poi fucilato, a Dongo, insieme ad alcuni ex gerarchi fascisti. La biografia di un personaggio molto più lineare e meno contraddittorio di quanto possa a prima vista apparire, sul quale, dopo il 28 aprile 1945, è scesa una strana coltre di silenzio, quasi si trattasse di un morto "scomodo" per tutti: per i vecchi compagni socialisti e comunisti, che lo avrebbero bollato come "supertraditore", così come per gli "eredi spirituali" di coloro al cui fianco era caduto, gridando: "Viva il socialismo!".
Il più diffuso manuale per i corsi di patente nautica: tutti gli argomenti del programma svolti in una struttura schematica e insieme discorsiva. Ogni sezione è completata da uno schema riassuntivo e da una serie di domande utili alla verifica del grado di apprendimento.
Nel 1951 Aldo Cucchi e Valdo Magnani, ex partigiani, dirigenti di spicco e deputati del Pci si dimisero dal partito. Contro i due scese in campo Palmiro Togliatti: a scatenare la sua ira era stata la crisi di coscienza dei due dirigenti nei confronti del modello socialista sovietico. Aldo Cucchi, dopo un viaggio in Unione Sovietica, raccolse le sue riflessioni e i suoi appunti sotto il titolo Una delegazione italiana in Russia, pubblicato prima a puntate su alcuni giornali e poi uscito in volume nel 1952. Questo libro, un vero e proprio j'accuse contro gli eccessi del comunismo sovietico, rappresenta un importante documento storico che non solo testimonia il complesso travaglio politico tra le fila comuniste ma è anche una piccola gemma letteraria che racconta le vere condizioni di vita della popolazione russa, illustra con maestria il conformismo culturale, il controllo poliziesco e l'effettiva arretratezza economica e tecnologica nelle quali versava la patria del socialismo reale.
Nei decenni centrali del Cinquecento era in corso in tutta Europa una battaglia per il controllo delle coscienze che, con la nascita di varie confessioni, avrebbe ridisegnato il volto della cristianità occidentale. Anche in un territorio come Modena, operosa città dedita ai traffici e alla mercanzia, i colpi di coda di quegli eventi fecero sentire il loro peso. La comunità ereticale, sviluppatasi nel cuore della futura capitale estense, vide commercianti, lanaioli, frati e maestri di scuola farsi promotori di nuove dottrine talvolta pericolosamente vicine al radicalismo di gruppi guardati con crescente sospetto. Il "contagio" non risparmiò nemmeno i più alti ranghi del clero cittadino che, come accadde per vari esponenti del Capitolo della cattedrale, osteggiò l'operato riformatore dei vescovi. Attraverso documenti inediti, quasi un filo rosso sopravvissuto ai secoli, vengono ricostruite le vite di uomini e donne chiamati a rispondere di una fede ripensata, criticata o a volte persino rigettata del tutto.
Dall’Ossola alla Carnia lungo tutto l’arco alpino e prealpino si estende la linea del fronte della Grande Guerra, uno dei più grandi musei a cielo aperto del mondo: trincee, camminamenti, cittadelle militari, casematte, ricoveri, gallerie che sono stati restaurati e resi praticabili dal lavoro decennale dei Gruppi dell’Associazione Nazionale Alpini.
Camminare sui sentieri della storia con le Penne Nere in un emozionante viaggio nel tempo è l’obiettivo di questa guida storico-turistica che contiene non solo informazioni utili per affrontare i percorsi tra montagne e vallate, ma anche notizie indispensabili su quanto avvenne in quei luoghi tra il 1915 e il 1918.
Il percorso della memoria inizia dalla Linea Cadorna, la gigantesca fortificazione che si estende lungo il confine italo-svizzero, dall’Ossola alle Orobie e che rappresenta un interessante esempio di archeologia militare conservata quasi intatta; attraversa il Gruppo Ortles-Cevedale e l’Adamello dove italiani e austriaci affrontarono una guerra durissima contro la natura prima ancora che contro le armi nemiche; e poi le Giudicarie e la cinta fortificata di Trento, l’Ortigara, il fronte dolomitico con i monti che furono teatro degli spettacolari e spaventosi combattimenti sulle vette. L’itinerario tocca quindi le Alpi Carniche, volta verso le rive del Piave e si conclude sul massiccio del Grappa che fu la base per la controffensiva che il 4 novembre 1918 portò l’Italia alla vittoria.
L'autore
L’Associazione Nazionale Alpini, è l’associazione d’arma che riunisce gli alpini in congedo. Fondata a Milano l’8 luglio 1919 da un gruppo di reduci della Grande Guerra, conta attualmente circa 380mila soci, con 81 sezioni in Italia e 31 all’estero. L’ A.N.A. è organizzata in gruppi territoriali (4.308 sul territorio nazionale) che sono attivi in tutti i settori del volontariato, della protezione civile, dell’assistenza. Il recupero dei luoghi della Grande Guerra che sono elencati in questa guida è stato possibile grazie al lavoro volontario delle Penne Nere che sono da decenni impegnate nella salvaguardia e nella diffusione della memoria storica italiana.
«Cristo con gli alpini non è un’opera qualunque. Non è, insomma, un diario, un resoconto, una cronaca, una confessione, ma è un atto di fede gettato nella follia della guerra, un gesto di speranza dedicato a coloro che ormai non ripetevano più questa parola, uno slancio d’amore che replica ai colpi della violenza. Per questo don Carlo porta Cristo al fronte, o meglio lo conduce nella disperazione degli accerchiamenti dove si consumavano le ultime forze. Prosa semplice, piccoli esempi e un cuore immenso fanno di questo libro un documento prezioso.
Le pagine dedicate a Giorgio, il bambino che ha perso tutto e poi muore, sono più eloquenti di tutte le analisi degli storici. Leggendole si capisce perché “tocca alla morte rivelare profonde e arcane somiglianze”.
Riproporre Cristo con gli alpini significa conoscere un po’ di più la guerra e la Russia; queste pagine spiegano l’inizio di un miracolo.»
Dalla prefazione di Armando Torno