Nella Roma imperiale pochissimi furono gli imperatori che seppero distinguersi sul campo di battaglia per valore e per le loro gesta. Tra questi spicca senza dubbio Traiano, primo imperatore proveniente da una provincia, che con le sue conquiste seppe portare l'Impero alla sua massima estensione territoriale. Traiano fu protagonista di memorabili successi militari, come la conquista della Dacia del re Decebalo, arrivando a essere paragonato ad Alessandro Magno per aver esteso sino a Oriente i confini dell'Impero con l'annessione dell'Arabia, dell'Armenia, dell'Assiria e della Mesopotamia. Ma si distinse anche per i provvedimenti in campo politico, economico, sociale e urbanistico, dimostrandosi un abile politico, un attento e lungimirante amministratore. Traccia immortale del suo governo sono la Colonna traiana e i Mercati traianei. In ragione di ciò Traiano è considerato - insieme ad Augusto - uno dei più grandi imperatori della storia di Roma, nonché uno degli statisti più virtuosi e completi della Storia.
Nell'Italia e nell'Europa della prima metà del Cinquecento, percorse da eserciti in armi, provate da lotte di religione, si svolge la vicenda umana di uno straordinario personaggio: Lorenzino de' Medici. Una vita non lunga, la sua, ma ricca di avventure, nel susseguirsi di avvenimenti che lo vedono protagonista, intento a recitare un suo misterioso copione, sospeso fra l'ironico gioco di una commedia dell'arte e il dramma dalle tinte più fosche. Lorenzino detto Lorenzaccio, il "filosofo", come lo hanno chiamato i fiorentini del suo tempo, quello che "né Cristo né il Diavolo vorranno", come un detto popolare lo ha bollato, vaga di terra in terra, dalla Firenze degli anni di Leone X che lo vede nascere, a Venezia, a Roma, a Costantinopoli, in Francia e ancora a Venezia, dove, raggiunto dai sicari di Firenze, tragicamente si chiude la sua vicenda. Questo libro è la storia di Lorenzino, ma è anche quella di un mondo intero che con lui convive, colto nella sua verità quotidiana come nelle più vaste pieghe della vita politica, nelle sue luci e ombre. L'autore, attratto da molte curiosità, gioca alla riscoperta, alternando pagine storiche ad altre di costume. È in questo clima, fra narrativa e storia, fra divagazioni sociologiche e note di scienza, che Lorenzaccio torna alla ribalta dopo tanti anni di oblio.
Nel 1939 Waitstill Sharp, giovane ministro della Chiesa unitariana, e sua moglie Martha, assistente sociale, accettano di partecipare, dopo il rifiuto di molti confratelli, alla delicata missione in Europa organizzata dall'American Unitarian Association. Lasciano così i propri figli a Wellesley, in Massachusetts, e vanno a Praga per tentare di aiutare i tanti rifugiati perseguitati dal regime di Hitler. Con un budget iniziale di 40.000 dollari, Waitstill e Martha imparano presto a operare in segreto e ad affrontare situazioni ad alto rischio. Sfuggiti per miracolo alla Gestapo, i coniugi Sharp non si arrendono ma sono costretti ad abbandonare la Cecoslovacchia e a ripiegare l'anno dopo nella Francia occupata dai nazisti, dove continuano il loro lavoro paziente e coraggioso. Una storia di resistenza che descrive come una semplice coppia, ispirata dai principi della propria fede e dal sentimento di giustizia sociale, riuscì a salvare centinaia di ebrei e dissidenti politici dall'orrore nazista.
Che cosa avvenne ad Anne Frank dopo l'arresto? Questo libro racconta per la prima volta la drammatica conclusione della vita di Anne attraverso le commoventi testimonianze di sette donne ebree, sue compagne di prigionia nei lager nazisti. Ognuna di queste donne, tra le quali c'è anche Hannah Pick-Gosiar, la Lies Goosens del Diario, amica d'infanzia di Anne Frank, racconta la sua storia: la vita nei Paesi Bassi prima dell'invasione tedesca, l'arresto, la deportazione, la sopravvivenza nei campi di concentramento di Westerbork, Auschwitz-Birkenau e Bergen-Belsen. Sette storie diverse, che hanno però in comune la tragica esperienza della vita nei lager e l'incontro con una prigioniera che sarebbe diventata più tardi il simbolo stesso dell'Olocausto. Emerge da queste pagine il ritratto di una ragazza coraggiosa, la cui storia privata, scritta per rimanere lo sfogo segreto di una coscienza, s'è trasformata in un terribile atto d'accusa contro il fenomeno più agghiacciante del ventesimo secolo. Le testimonianze di queste donne, dalle quali l'autore ha tratto, oltre al libro, un documentario televisivo, ci raccontano gli ultimi giorni di Anne Frank, svelando una storia che ha inizio dove il diario drammaticamente si interrompe.
"Il grande silenzio è stato il mio primo compagno di giochi. Un abbraccio affettuoso e terribile che non mi ha mai abbandonato. Nemmeno ora. E che non mi lascerà mai. Quando la gente mi guarda, pensa che io sia come tutti gli altri, perché la sordità non ha segni evidenti, è un handicap invisibile. Così, spesso, una persona sorda viene scambiata per un qualunque udente. Non lo è affatto, però può riuscire a raggiungere gli stessi traguardi. Come ho fatto io. Con tenacia, passione, coraggio, lottando contro un mondo che a volte non mi è stato amico, contro nemici che avevo perfino in casa e cercavano di opporsi alle mie scelte e di impedirmi di inseguire i miei sogni. Ma io ce l'ho fatta. Questa è la mia storia". Roberto Wirth - proprietario dell'Hassler, l'hotel di Roma dove alloggiano celebrities di ogni parte del mondo - ci racconta in prima persona la sua straordinaria parabola esistenziale, la vita complessa di un uomo nato sordo profondo e costretto a misurarsi con i pregiudizi degli altri, a partire da quelli della sua stessa famiglia.
Alan Turing ha dato il più grande contributo alla vittoria degli alleati sulla Germania nazista con la sua macchina per decrittare il famigerato codice enigma, il segreto sistema di crittografia con cui i nazisti comunicavano tra di loro. Ma il mondo è altresì in debito con il genio di Turing per molte delle intuizioni che hanno portato all'invenzione del computer moderno, è infatti considerato da molti il padre della scienza informatica. Figlio di un alto funzionario dell'Indian Civil Service, dato a balia a una rispettabile famiglia ritiratasi nella campagna inglese, fu chiaro fin dalla sua prima infanzia che il piccolo Alan fosse dotato di una mente prodigiosa. Imparò a leggere in appena tre settimane e la preside della scuola elementare che frequentava affermò: "Ho avuto ragazzi intelligenti e laboriosi, ma Alan ha del genio puro". Ma la vita di Turing non fu solo ricca di riconoscimenti per il suo lavoro svolto durante la guerra: a causa della sua omosessualità (considerata ancora un reato nella Gran Bretagna dell'epoca) fu incriminato e sanzionato con la castrazione chimica. Le umiliazioni fisiche e psicologiche che dovette subire lo segnarono profondamente. Il 7 Giugno 1954, a soli quarantuno anni e nel pieno della sua vita accademica, morì mangiando una mela avvelenata con cianuro di potassio. Questa è la sua storia.
Non aveva nemmeno sedici anni, Andrew Borowiec, quando nel 1944 prese parte alla rivolta di Varsavia, la straordinaria ribellione organizzata dai polacchi di fronte all'insensata violenza nazista. I combattimenti proseguirono senza tregua per più di due mesi, in una carneficina che perfino Heinrich Himmler definì "la peggior guerriglia di strada dalla battaglia di Stalingrado". Questo libro raccoglie l'eccezionale testimonianza di uno degli ultimi sopravvissuti a quel massacro, un vero bambino-soldato che ha dovuto mettere nero su bianco l'orrore cui i suoi giovani occhi avevano assistito - dalle barricate ai cecchini appostati nelle strade, dai combattimenti casa per casa alle fughe nelle fogne della città - al punto di trascrivere le sue prime impressioni già nell'ospedale da campo per prigionieri di guerra dov'era finito alla fine della Rivolta. Un resoconto così doloroso e necessario che ora Borowiec ha sentito il bisogno di condividere con il mondo intero. Un'altra voce che unisce la purezza dei sedici anni al tragico disincanto di chi ha conosciuto sulla propria pelle la brutalità della guerra.
Per cinquant'anni un terribile segreto è rimasto nascosto, chiuso dentro a un baule in soffitta: foto, documenti, pagine di diario. È il racconto drammatico e insieme commovente - dell'Olocausto visto attraverso gli occhi di una ragazzina che ha sperimentato sulla propria pelle la deportazione, la morte dei suoi cari, la liberazione dalla prigionia. Una ragazzina che però ha chiuso dentro al suo cuore questa tragica esperienza, senza farne parola con nessuno, nemmeno con il marito, per decenni. Finché, ormai anziana e prossima alla morte, ha deciso che il mondo dovesse conoscere la sua storia. Una voce vera e diretta dell'orrore nazista nelle sue semplici parole di bambina. Una storia di dolore, perdono, amore e perdita. Da non dimenticare, per non dimenticare.