Anna Maria Feder Piazza (1933-1987), marchigiana di origine, è la fondatrice dello scoutismo femminile a Treviso e figura di spicco nella vita culturale e sociale della città veneta, diventata la sua città. Donna colta e raffinata, ha ispirato e indirizzato l'arte di un grande pittore e incisore come Francesco Piazza, suo marito. Lei il vento, sempre in movimento, capace di scompaginare tutto; lui la roccia, la stabilità. Ha dato origine, alla periferia di Treviso, alla Stanzetta, molto più di un semplice salotto letterario: un luogo privilegiato di dialogo, di ascolto e di accoglienza. Poi ha continuato quell'esperienza nella mitica Casa di via dei Biscari. Una personalità straordinaria che in questo libro, a venti anni dalla morte, viene proposta per una lettura a piani diversi: riflessione di grande respiro sui fondamentali temi esistenziali, ma qualcuno già parla di una sorta di breviario per l'uomo moderno.
In 6 ampi capitoli, l'autrice, Annachiara Valle, traccia il profilo di Teresilla, suora della congregazione delle Serve di Maria Riparatrici. Nata in provincia di Reggio Calabria nel 1943, entra nella congregazione ancora ragazzina. Qui prende il diploma di infermiera e viene assunta nell'ospedale San Giovanni di Roma, dove presterà servizio fino alla morte, avvenuta in un incidente stradale a Roma il 23 ottobre 2005, durante uno dei suoi consueti pellegrinaggi notturni al santuario del Divino Amore. Alla sua attività in ospedale, svolta con attenzione e sensibilità mettendo sempre al centro i malati, affianca quella di volontaria nelle carceri: nell'isola di Pianosa, a Rebibbia, a Regina Coeli e in altre. Qui entra in contatto con detenuti comuni, da quelli che scontano pene brevi agli ergastolani; e poi anche con i detenuti politici, quelli degli Anni di piombo, appartenenti sia all'estrema sinistra: Brigate Rosse (Morucci, Curcio, Franceschini, Faranda), Prima Linea (Sorrentino), Autonomia Operaia (Piperno), Potere Operaio (Toni Negri). Ma anche all'estrema destra: Nuclei Armati Rivoluzionari (Fioravanti e la Mambro). La sua opera di assistenza si dispiega in diverse direzioni: assiste i detenuti nelle necessità più quotidiane e pratiche, ma soprattutto nelle situazioni di disagio, nei rapporti spesso difficili con le famiglie, nelle vicende processuali, nei rapporti con l'ambiente carcerario, nel reinserimento nella società...
È la storia della famiglia Bernardini, raccontata d R. Panciroli. Una famiglia che conta dieci figli: sei suore (di cui cinque Figlie di san Paolo), due sposate e due sacerdoti. Più un undicesimo figlio adottato da seminarista nella lontana Africa e oggi vescovo (anche uno dei due figli sacerdoti è vescovo).Una storia molto singolare che si snoda, per buona parte del libro, attraverso le vicende di Sergio, il capo-famiglia, e della madre coi loro numerosi figli. Vicende che talvolta sconcertano per la radicalità evangelica vissuta in un'epoca e in situazioni tutt'altro che facili. Ciò che emerge dal volume, è la grande fede dei due genitori; la loro capacità di accogliere con serenità le varie situazioni della vita e, inoltre, curando rapporti di solidarietà con chiunque fosse nel bisogno. Essi desideravano molti figli che potessero fare del bene nel mondo? E il loro desiderio si è realizzato oltre ogni aspettativa. Di questi due sposi e genitori profondamente cristiani, il 20 maggio 2006, si è aperto il Processo informativo per la Causa di Beatificazione.
Don Luigi Savaré è un presbitero della diocesi di Lodi, nato il 15 agosto 1878 e morto il 22 marzo 1949. Considerato santo ancora in vita, fu proclamato tale alla fine dei suoi giorni: è morto poverissimo e amatissimo dal popolo e dal clero. Molti sono gli scritti su questo sacerdote, ma una biografia completa non è mai stata pubblicata. Don Luigi riceve l'ordinazione presbiteriale nel giugno 1903. Si distingue subito per una spiccata sensibilità nei confronti dei problemi sociali: toglie dalla fame numerose famiglie, esprimendo forme squisite di personale e riservata carità, e partecipa alla fondazione dell'Accademia Leone XIII, che riunisce i chierici e i preti maggiormente sensibili alle problematiche sociali. Trasferito a Lodi nel 1909 ha l'incarico di seguire l'oratorio cittadino. A quest'opera si dedica per il resto della sua vita. Nel periodo della guerra, la struttura si apre anche alla cura dei militari di stanza a Lodi. Non manca di intrattenere una fitta corrispondenza con i suoi giovani chiamati alle armi. All'intenso lavoro pastorale corrisponde un'intensa vita contemplativa a cui don Savaré cerca di introdurre i suoi giovani: molti di essi seguono la strada della consacrazione religiosa e del ministero sacerdotale: grande è il suo amore per la Vergine, alla quale ama rivolgersi con l'appellativo di Maria Ausiliatrice, e totale è la sua passione per Gesù Eucaristia, che veglia molte ore, sia di giorno che di notte, inginocchiato davanti al Tabernacolo...
Questo libro raccoglie scritti e discorsi di Giorgio La Pira datati 1965-1977, anno della sua morte. Una selezione sufficiente per valutare l'intero arco del suo pensiero e della sua esperienza politica. Un'avvertenza è d'obbligo: questi testi sono stati pensati e composti nel contesto della divisione del mondo in due blocchi e della conseguente "guerra fredda" che provocò la corsa al riarmo atomico. Il proclamato e praticato ateismo di Stato nei paesi del "socialismo reale" coinvolse nella spaccatura del mondo in due anche la libertà religiosa. Soprattutto in Occidente ciò valse a costruire ulteriori muri. In questo scenario apocalittico, una voce si leva, spesso solitaria, sempre chiarissima e coerente: quella di La Pira. La sua visione profetica della storia lo induce, ovunque, a costruire ponti, mai ad elevare barriere. Nell'impossibilità della guerra - egli affermava, con un ragionamento che ai fautori del riarmo dava molto fastidio - bisogna costruire la pace, la quale per essere tale richiede rispetto delle diversità, giustizia sociale all'interno delle nazioni, solidarietà, anche economica, tra i popoli. E in base a questo principio, da uomo libero qual era, superò le maglie diplomatiche per tessere una rete di rapporti personali ed epistolari coi "potenti" della terra riscontrando in tanti attenzione, stima, rispetto.
Il volume, curato da A. Chiodi, raccoglie le testimonianze di personaggi molto noti e altrettanto autorevoli in campo culturale ed ecclesiale che tracciano un ritratto di Mazzolari molto ricco di sfaccettature. Ne emerge un documento significativo che sottolinea il contributo che questo prete appassionato ha offerto alla Chiesa e alla società italiana del Novecento sui temi della radicalità evangelica, della pace, della giustizia e del dialogo. Gli interventi sono di: E. Balducci - L. Bedeschi - C. Bellò - A. Bergamaschi - C. Bo - G. Campanini - L. Capovilla - A. Chiodi - N. Fabbretti - G. Lercaro - M. Martinazzoli - G. Miccoli - D. M. Turoldo - U. Vivarelli.
La saggezza dei grandi che hanno lasciato un segno nella storia dell'umanità risulta sempre attuale; la loro visione della vita e la loro coerenza di pensiero, infatti, vanno al di là delle contingenze storiche e culturali che hanno segnato la loro particolare esperienza e li rendono contemporanei di ogni epoca.