Con questo volume la collana Donaria, alla sua quarta uscita, si realizza nella sua intrinseca vocazione: rendere omaggio a chi ha fatto dono di sé alla propria città. In questo caso Rimini diventa, sfogliando incuriositi e interessati le pagine e le stimolanti fotografie di Flavio Marchetti, uno scrigno di idee, ingegno, maestria. Per i riminesi è come andare a casa di amici: i personaggi presenti in questo volume vengono ritratti a proprio agio, senza pose, con la naturalezza di chi semplicemente lì abita.
Alle mani d'ogni donna e uomo di buona volontà è affidata la responsabilità di fare della terra un giardino e del giardino la casa dell'umanità. Sopraffatti dalla gioia di questo compito ci sogna Dio. I coni d'ombra e di luce di questo sogno sono raccolti nel libro biblico di Genesi che sembra dirci: è sempre tempo dell'"In principio". È oggi il tempo dell'"In principio" perchè più le crisi sono profonde, più l'umano ha l'opportunità di scoprire la forza e la bellezza dei momenti aurorali.
La vicenda di Gesù è strettamente legata al giudaismo del suo tempo: la famiglia, gli apostoli, i riferimenti alla Torah, la preghiera. La sua stessa morte avviene a Gerusalemme, centro della religiosità ebraica. Anche il primo annuncio pasquale è fatto ai giudei. Col tempo i convertiti dal paganesimo sopravanzano i giudeo-cristiani, si affermano sempre di più le categorie greche, ci si allontana dall'ebraismo. Nei secoli successivi l'antigiudaismo cristiano ha dominato il rapporto con il popolo eletto. Solo nella seconda metà del Novecento si è finalmente instaurato un nuovo clima, che, per la Chiesa cattolica, è stato sancito dalla Nostra Aetate. La rinnovata fiducia, che lentamente si è fatta spazio anche tra gli ebrei, ha portato alcuni loro studiosi a rivalutare la figura di Gesù, non più sentito come nemico, ma come fratello, come uno dei tanti maestri vissuti nell'ultimo periodo del secondo tempio. Le loro riflessioni, che, inevitabilmente, si fermano alla vita terrena di Gesù, possono racchiudere spunti interessanti anche per noi cristiani.
"Questo libro vuole essere il ricordo, l'elogio e, diciamo pure, il compianto del medico condotto. Quel medico era paragonabile ad un capitano di ventura perché avevano entrambi un capitolato di impegni che dava il nome al contratto e, quasi sempre, veniva da fuori. Il capitano di ventura aveva buona paga e molti dipendenti. Oggi ci si è dimenticati di un medico così e non è neppur più concepibile a causa dello sviluppo tecnologico e dell'espandersi delle conoscenze, ma è rimasta in molti anziani e vecchi, che quel medico han conosciuto, la nostalgia di quel "solum refugium". Soprattutto a costoro sono destinati questi raccontini e riflessioni nati quando l'autore era medico condotto".
No, non sono Atti veri e propri, è solo la continuazione di un'esperienza bella, che ha coinvolto profondamente noi organizzatori per primi, meravigliandoci per l'accoglienza straordinaria che la gente - tanta gente: venticinquesima presenze! - ha riservato a un'idea un po' pazza sulla quale abbiamo scommesso e che un po' di corsa abbiamo concretizzato. Ci è sembrato un peccato terminare quell'esperienza alla fine dei tre giorni, e allora si è pensato di prolungarla e di allargarle in qualche modo anche a chi materialmente nn era perente in piazza a Reggio Emilia nei giorni 25-27 settembre 2009.
"Corri amato mio..." Il Cantico dei cantici termina non con la consumazione finale dell'amore appassionato descritto nei suoi vari poemi, ma con un nuovo invito. Le relazioni d'amore non sono mai perfette, sono sempre in cammino, sempre alla ricerca di qualcosa di più. Al di là della qualità o della frequenza degli incontri d'amore, è sempre insita in essi una dimensione di desiderio, di sogno o di trascendenza. Sogno di sogni, tutto è sogno!
Inizialmente possiamo dire: così come esiste l'immensa biodiversità in natura come un fatto e come incommensurabile valore che merita di essere conservato, in maniera analoga esiste la diversità delle religioni come fatti e valori da avvalorare dal momento che sono manifestazione dell'umano e dell'esperienza religiosa dell'umanità. Non è giusto pensare e affermare che solamente una specie debba prevalere, piuttosto il suo contrario; tutte le specie hanno valore e insieme rivelano le virtualità del mistero della vita. In maniera simile, non è giusto affermare che solamente una religione è vera e che le altre sono decadenza, dal momento che esse tutte rivelano qualcosa del mistero di Dio e rivelano le molteplici forme che abbiamo per camminare in fedeltà e amore verso Dio. La fede cristiana possiede categorie che le permettono di alimentare una attitudine positiva davanti al pluralismo religioso.
La violenza nasce come costruzione dell'io, ma non di un io colpevole, in quanto diviso dalle numerose contraddizioni che derivano dal mancare di speranza nella responsabile completezza. Almeno in parte, la violenza è quindi effetto di costruzione culturale, che chiude la libertà, e dà origine ad un meccanismo che la struttura e la perpetua, con obblighi incompresi che si devono abbandonare. La situazione conflittuale è difficile da sciogliersi ma allo stesso tempo contiene le vie stesse per trascenderla. Il cammino per le rinunce non porta avanti né indietro, ma verso l'interno, nella consapevolezza e la luce della necessità dell'amore.
Il fiume appartiene alla nostra vita quotidiana, è parte di noi. Lo è al punto che tutte le nostre città sono città d'acqua, costruite in punti in cui era possibile costruire ponti, in cui gli ancoraggi rocciosi erano sicuri. In questo libro Arpo Angeli racconta storie di vita, storie accompagnate dal fluire delle acque a volte tranquille ed a volte agitate del Metauro, storie di miseria e di soprusi, storie ludiche e di costume. L'acqua del fiume forniva energia motrice ai mulini, era utilizzata per ripulire le città dai rifiuti. Opere idrauliche, tecnologie ed applicazioni varie hanno reso il rapporto dell'uomo con l'acqua pieno di sfide, un rapporto fatto di intelligenza e di dedizione.
Il luogo privilegiato della prassi messianica è l'esercizio della giustizia e della pace, del dono e del perdono, della promozione del senso alla portata di tutti, di ogni "uomo di buona volontà".