P. BERNHARD HÄRING (BÖTTINGEN 1912- GARS AM INN 1998), redentorista, esponente della scuola teologica di Tubinga, è considerato il massimo protagonista del rinnovamento della teologia morale nella stagione del Concilio Vaticano II e in quella immediatamente successiva. Determinante il suo apporto per quanto riguarda la centralità della coscienza, la fondazione biblica dell’etica, i valori spirituali del matrimonio, la teologia della pace e della non violenza, in tempi in cui questo tipo di riflessione non era ancora pacificamente acquisito. La sua vita di teologo si svolse per gran parte a Roma - all’Accademia Alfonsiana in cui insegnò per quasi quarant’anni dopo esserne stato uno dei fondatori e negli Stati Uniti. Non “teologo e basta”, ma aperto alla pastoralità e testimone vero dei valori che professava, dovette anche soffrire per le sue idee e affrontare per un non breve periodo forti difficoltà con la S.Congregazione per la Dottrina della Fede che lasciarono il segno anche sulla sua salute; ma continuò sempre a riconoscersi una persona felice e a esprimere la sua gratitudine a Dio per quanto sentiva di aver ricevuto «dalla chiesa, nella chiesa e per mezzo della chiesa».
Le diverse questioni etiche che attraversano il nostro tempo interpellano profondamente l’uomo contemporaneo e spesso creano numerose contrapposizioni ideologiche, come se fossimo tutti “stranieri morali”. Il libro cerca di presentare il concetto di cura come base per un linguaggio comune che segni l’inizio di una passaggio da un’etica individualista, fondata sui criteri di imparzialità e giustizia, a un’etica relazionale, basata sulla consapevolezza che la costitutiva vulnerabilità umana ci rende interdipendenti tra noi e bisognosi di ricevere e donare cure.
In un tempo in cui sono troppe le contrapposizioni ideologiche sulla morale, il presente lavoro presenta il concetto di cura come base per un linguaggio comune. Urgente è passare da un’etica individualista, fondata sui criteri di imparzialità e giustizia, a un’etica relazionale: “prendersi cura” dell’altro è la forma più alta di servizio e di donazione di sé in quanto mostra di essere consapevoli della costitutiva vulnerabilità umana.
Respingendo le opposte tentazioni della tabuizzazione moralistica e della banalizzazione consumista, Piana offre una visione serena della sessualità evidenziando la molteplicità dei significati umani e suggerendo i criteri per la formulazione del giudizio etico. L'approccio a tematiche particolari, quali l'autoerotismo, l'uso della sessualità al di fuori del matrimonio e l'omosessualità, si sviluppa nel solco di un'attenzione privilegiata alle dinamiche soggettive e relazionali. Il superamento della tradizionale concezione 'naturalistica' non implica la caduta in un assoluto relativismo, ma diviene la condizione per una più matura crescita della persona e dei rapporti interpersonali.