Secondo una diffusa pubblicistica di stampo laicista, dovremmo attribuire al cristianesimo la maggior parte delle sventure e delle calamità che hanno contraddistinto gli ultimi due millenni della storia occidentale: dall’Inquisizione alle Crociate, dalla compravendita della salvezza con le indulgenze alla lotta della Chiesa per il potere temporale. Ma negare l’influenza positiva che il cristianesimo ha avuto nel promuovere lo sviluppo della cultura, dell’arte e della civiltà a livello mondiale sarebbe non solo segno di pregiudizio religioso, bensì indizio di profonda miopia storica. Eppure le pseudo-inchieste che oggi vanno per la maggiore tendono proprio a ridurre il cristianesimo a un’abile mistificazione, a una accozzaglia di racconti folcloristici che avrebbe tenuto l’umanità nelle tenebre della superstizione per secoli, causando discriminazioni, persecuzioni e delitti.
Se si esamina con obiettività la storia, non possono non vedersi gli enormi contributi che il cristianesimo ha portato in tema di sviluppo della civiltà: dalla protezione dell’infanzia all’abolizione della schiavitù, dalla lotta contro la magia alla rivalutazione della figura e del ruolo della donna, dall’impegno per la giustizia sociale alle lotte per i diritti di libertà e rappresentanza politica, dalla promozione all’istruzione alla fondazione degli ospedali e delle opere sociali, fino alle più recenti battaglie in favore della vita e della famiglia.
Alla fine di questo viaggio appassionante il bilancio è nettamente in favore di quanti riconoscono che il cristianesimo ha avuto l’indubbio merito di far fiorire i valori più profondi, originali ed essenziali della nostra civiltà.
Bene. Finalmente ce l'avete fatta. Avete coronato il sogno di una vita. Siete diventati Papa. E adesso? Non crederete mica che il lavoro di Papa consista solo nell'affacciarsi al balcone, la domenica e le feste comandate, e salutare la folla di piazza San Pietro? Niente affatto, Santità. Fare il Papa è un lavoro complicato, complicatissimo. Primo, il Vaticano: un labirinto, un dedalo di vicoli, piazze, palazzi, e dentro i palazzi stanze più o meno segrete, corridoio, ballatoi. Secondo, l'abbigliamento: mica che uno si sveglia alla mattina e si veste come gli pare. Eh no, ogni giorno ha la sua tonaca, e a seconda di appuntamenti, ospiti, ricorrenze dovrete cambiare l'abito. Che non farà il monaco, però aiuta. Terzo, i simboli: croci, anelli, pastorali; e poi ancora le cariche (Vicario di Cristo, Pontefice Massimo, Vescovo di Roma, Capo dello Stato), e gli impegni, e i collaboratori. Per aiutarvi quando sarà il momento della vostra salita al Soglio Pontificio, una guida, anzi la guida completa di ogni informazione utile, aneddoti e consigli, oltre a disegni, grafici e piantine che vi serviranno per orientarvi. E nel caso, remoto, non riusciate a farvi eleggere, potrete comunque dare buoni consigli ai fortunati neopapi.
Fu quando Granada cadde e i Mori vennero sconfitti che i mastini di Dio strinsero la presa: convertirsi o morire. Decine di migliaia di musulmani furono costretti a scegliere tra l'abiura e il rogo, e centoventimila ebrei di Spagna dovettero fuggire per evitare la persecuzione. L'opera febbrile di Tomás de Torquemada, simbolo e incarnazione dell'Inquisizione spagnola, era giunta al culmine. Con il beneplacito dei sovrani Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona, il domenicano aveva dichiarato guerra a ogni eresia. Mentre la Spagna, come il resto d'Europa, si apprestava a celebrare i fasti del Rinascimento, l'Inquisizione spagnola contribuiva a scrivere, a tinte fosche, la storia di una delle epoche più selvagge dell'avventura umana.
Sono passati 25 anni dal giorno in cui un piccolo gruppo di amici riminesi decise di dar vita a un evento che esprimesse il desiderio di incontrare i grandi protagonisti della cultura e comunicare la propria fede. Da allora molte cose sono cambiate. Il Meeting è diventata una delle manifestazioni più importanti e longeve d'Europa. 25 anni di storia si snodano attraverso le storie personali di chi ha costruito l'evento. Frammenti e immagini parlano attraverso le voci e i ritratti dei protagonisti. Un percorso che fotografa il fenomeno da tante angolature diverse. Un diario ricco di curiosità, su tutto ciò che in questi anni ha reso il Meeting un appuntamento atteso e unico nel suo genere.