"Come misurare la distanza tra due cuori?" Ripensando a questo verso, che ha fatto da sottofondo al loro primo scambio di sguardi, Lina e Anil potrebbero rispondere che il loro amore sembrava scritto fin da subito nei rispettivi nomi: uguali se capovolti, come un romantico segno del destino. Quando tutto è cominciato, erano all'università, a Londra: un mondo libero e aperto, dove ogni sogno sembrava possibile, a portata di mano. Con l'entusiasmo ingenuo e sfrontato dei vent'anni, si sentivano più forti degli eventuali ostacoli che fuori, nella realtà, avrebbero potuto scindere ciò che pareva indissolubilmente legato. Come, in primo luogo, le differenze religiose tra le due famiglie di appartenenza: musulmana (e molto tradizionalista) quella di Lina, sikh quella di Anil. Inutile appellarsi al fatto che, dopotutto, era già il ventunesimo secolo: certi divieti restavano immutabili. Laddove un dio aveva posto un punto fermo, non andava messo un punto interrogativo. Due mondi tanto diversi non erano fatti per incontrarsi. L'uomo che ora è seduto in un caffè di Londra, in attesa, è Anil. Da anni non vede Lina. È lontano il tempo del loro amore proibito e clandestino, infine tradito da un fascio di lettere. Ma la donna che sta arrivando all'appuntamento è proprio lei, in ritardo come la prima volta. Il senso del loro ritrovarsi è in qualcosa che Lina ha scoperto. Qualcosa che è spuntato dal passato e che forse, nonostante il tratto di vita che hanno percorso separati, potrebbe colmare la distanza..
Il Sessantotto italiano è nato un po’ prematuro e da padre incerto, però molto cattolico. Cattolici infatti furono i suoi primi leader, la Cattolica fu la prima università a essere occupata (il 17 novembre 1967) e il primo indumento-simbolo della contestazione non fu l’eskimo bensì un impermeabile da prete.
Perché, lungo quell’anno per alcuni «formidabile», i giovani cattolici rivestirono spesso una parte da protagonisti: nel bene e nel male. Ben quattro volte occuparono l’università fondata da padre Gemelli, «inventando» anche la guerriglia urbana. A Roma manifestarono in piazza San Pietro, duellando a distanza col Vaticano. A Trento organizzarono un clamoroso «controquaresimale» che riempì a lungo le cronache. A Parma occuparono la cattedrale. A Taranto contestarono Paolo VI (che pure all’inizio avrebbe voluto andare di persona a parlare con gli studenti in assemblea).
E poi le polemiche sul cosiddetto «Catechismo olandese», le critiche pesantissime all’enciclica Humanae Vitae, lo sviluppo delle comunità del dissenso, la contestazione nei seminari e nelle parrocchie, la predicazione della «teologia della rivoluzione», l’esplosione del caso Isolotto a Firenze. Ma anche la nascita del volontariato, le marce contro la fame nel mondo, la comunità monastica di Bose e quella di Sant’Egidio…
Una rilettura originale del Sessantotto che, attraverso un’ampia messe di documenti e interviste, non teme di far emergere anche verità scomode e di smentire molti dei miti su quegli anni. Un’analisi lucida che ripercorre, sull’onda del Concilio Vaticano II, i legami sotterranei ma profondi tra le ragioni della contestazione cattolica e di quella laica (compresi i rapporti tra cattolici e terrorismo), così come gli sviluppi di una «rivoluzione» interna alla Chiesa i cui influssi e contraccolpi si sentono tuttora, nel mondo cattolico e nella società.
Con il suo grande bagaglio di saperi semplici e diretti, Suor Germana presenta tante nuove ricette che prendono spunto dai doni della natura perché, come dice Suor Germana, "il buon Dio ci ha messo ha disposizione tante prelibatezze, a noi il compito di portarle in tavola nel migliore dei modi, con amore e allegria".
In un unico volumetto 100 meditazioni dell'Abbé Pierre, capaci di illuminare altrettanti passi biblici. Un'occasione per pregare insieme al fondatore delle Comunità Emmaus, per meditare insieme a lui il Vangelo, per raccogliersi in se stessi e trascorrere, in semplicità, cinque minuti in compagnia di Dio.
«Le Scritture non sono direttamente Parola di Dio ma la contengono. La Bibbia deve trovare una mano che la apra, un occhio che la legga, una voce che la indirizzi e la spieghi a qualcuno; allora ciò che è contenuto diventa "Parola di Dio"... quasi attraverso una resurrezione.» (Enzo Bianchi)
"Dio crea la bellezza a piene mani; per ricordarci che lo scopo delle cose belle è di portarci ad amare la vita, ma anche per ricordarci che, se Dio ha cura dei fiori che appassiscono in poche ore, e sono splendidi e irripetibili, a maggior ragione si curerà di noi, dell'uomo, che ha fatto a sua immagine e somiglianza". (Massimo Camisasca)