Scritto complesso, compatto e volutamente non sistematico - all'acme della carriera accademica e dell'attività filosofica di Robert Spaemann (1927 - 2018) -, Persone. Sulla differenza tra 'qualcosa' e 'qualcuno' (1996) non è solo un capolavoro del grande pensatore tedesco, ma è innanzitutto una pietra miliare nella filosofia del Novecento sul realismo delle persone. La sua acuta riflessione sa pro-vocare e destare l'uomo di oggi alla 'grande questione' ch'egli da sempre è a se stesso, ponendolo di fronte al senso autentico del suo essere-persona che, dentro i drammi e i rinnegamenti delle persone reali e dentro le traversìe della storia è stato prima obliato dal modo d'esistere dell'uomo moderno, per poi scorrere come fiume carsico nei meandri della travagliata storia della personologia, con un concomitante imporsi, nella forma mentis oggi imperante, della 'dialettica di naturalismo e spiritualismo'. Si offre qui uno studio rigoroso e inedito della filosofia delle persone di Spaemann - miniera ricchissima tutta da scavare -, che prende sul serio la domanda esistenzialmente decisiva sull'enigma della persona, per arrischiare una comprensione della realtà personale che ognuno di noi è, lasciandoci guidare dal 'Socrate tedesco' in un avvincente percorso che raccoglie a piene mani l'eredità e le sfide della tradizione filosofica e restituisce al lettore precisi segnavìa del senso, cioè della vettorialità fondamentale tracciata nell'essere-persona e, resi memori dell'origine e della meta, del senso di marcia a ognuno di noi affidato come compito per divenire le persone uniche che già siamo e sempre più saremo.
Questo lavoro presenta i documenti legati alla prima fase della così detta "crisi ariana" ed al concilio di Nicea (325). In esso si cerca di spiegare quale ruolo abbia avuto l'Imperatore Costantino, parte dei sostenitori di Ario e i loro avversari, seguendo la narrazione di Eusebio di Cesarea confermata da Atanasio. Si analizzano anche i documenti post conciliari arrivando alla conclusione che le lettere di Costantino alla Chiesa di Alessandria e quella del sinodo alla medesima, siano lettere false, prodotte solo dopo la morte di Atanasio. Tali lettere sarebbero la fonte principale su cui si basa la leggenda sull'anti arianismo del concilio.
Il presente volume è il risultato di un'esperienza significativa di ricerca sul tema del metodo in Teologia Spirituale, ricerca condotta da un gruppo di dottori e dottorandi dell'Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Gregoriana sotto la guida del prof. Rossano Zas Friz De Col s.j. Si tratta di un nuovo approccio metodologico per la teologia spirituale, il cui fondamento si trova nell'atto umano di decidere: la vita cristiana è, infatti, un processo continuo di trasformazione attraverso le decisioni prese in risposta alla Grazia, il che implica un cambiamento cognitivo, affettivo e comportamentale. Il metodo è perciò denominato teologico-decisionale (MTD) e lo si presenta qui applicato al vissuto di Teresa di Lisieux, focalizzando i suoi manoscritti autobiografici. Si offre, così, una nuova prospettiva allo studio della giovane santa carmelitana, dottore della Chiesa e patrona delle missioni.
"Minima moralia" è un libro fondamentale per la ricostruzione del dibattito filosofico e culturale del Novecento. I suoi aforismi hanno alimentato appassionate discussioni nel mondo accademico, politico e sociale. Adorno li scrisse prevalentemente durante gli anni del suo esilio americano condensando in costellazioni concettuali i principali nuclei tematici del suo pensiero: la messa in discussione della razionalità moderna e occidentale, la critica del fascismo e della personalità autoritaria, lo smascheramento della cultura di massa e delle sue fascinazioni, la possibilità di pensare filosoficamente e teologicamente l'utopia. "Minima moralia" parla con sorprendente freschezza alla teologia contemporanea e può essere giustamente considerato un grande libro della tradizione cristiana. I "classici" infatti prospettano all'interno di una tradizione culturale o religiosa nuovi stili di riflessione e inediti orizzonti di ricerca, hanno inoltre il potere di avvicinare e convocare persone diverse per formazione, sensibilità e cultura. Nei singoli aforismi è all'opera un pensiero "in uscita" che non teme di riconoscere i propri limiti e non ha paura della propria incompletezza, un pensiero che rimanda costantemente ad "altro da sé" scegliendo la via dell'abbassamento, mostrando la rilevanza degli scarti e dei frammenti.
Nel pieno di un cambiamento d'epoca che coinvolgeva e sconvolgeva tanto il piano civile quanto quello ecclesiastico, papa Gregorio I (590-604), detto Magno, impegnò i primi mesi del proprio pontificato per redigere un piccolo libro che avrà una lunghissima storia degli effetti, fino a noi: la Regola Pastorale. Una «regola» scritta esplicitamente per formare a un'«arte» - anzi alla suprema delle arti: la cura delle anime - che, tuttavia, è stata nei secoli letta come un vademecum per predicatori, un manuale per governanti, un trattato sul ministero ordinato o una sorgente zampillante di sguardi misericordiosi sulla vita e sull'umanità. E forse anche molto altro. In questo volume si offre un'introduzione al libro, presentandone il contesto, la struttura, i temi principali e offrendo alcune brevi riflessioni su quali aspetti della vita credente potrebbe ancora nutrire oggi.
La difficile condizione di oggi è affrontata in questo testo cercando di coniugare teoria e prassi dei diritti umani con la prova collettiva che sta sperimentando l'attuale generazione e che mai prima era accaduta nella storia. Parlare di diritti umani oggi, ai tempi del Covid, con democrazie indebolite, economie che escludono, un ambiente manipolato e distrutto per la persecuzione di interessi privati di gruppo o individuali, l'urgenza della pandemia che ha visto prendere decisioni di potere molto nette e forse "pericolose", significa ribadire senza se e senza ma, che la centralità di ogni azione strutturale, istituzionale, pubblica, come anche privata, è il riconoscimento della dignità della persona umana. Dignità umana che fonda la Dichiarazione e che non può e non deve essere solo un concetto di cui parlare, un'idea che unisce o divide, ma qualcosa la cui realizzazione richiede prassi concrete, reali, visibili.
La Separazione tra lo Stato e le Chiese sancita in Francia dalla famosa legge del 9 dicembre 1905 segna uno spartiacque significativo non solo per la storia di quella nazione, ma anche per i rapporti tra gli Stati e le Confessioni religiose. E inoltre il punto nodale del principio della laicitè su cui si basa la società (non solo francese) nel mondo contemporaneo, con tutte le implicazioni che comporta nella complessità della realtà multietnica e multireligiosa del mondo contemporaneo. (...) L'atteggiamento di fermezza del papa, Pio X, diede luogo alle reazioni più disparate, ma alla lunga ne fu riconosciuta la lungimiranza anche tra i cattolici francesi, disgregati su posizioni tra loro spesso inconciliabili. (...) Il volume che presento, frutto di un dottorato conseguito alla Pontificia Università Gregoriana, segue una pista di ricerca fino ad allora non percorsa: indagare l'evento della Separazione a partire dai documenti conservati nell'Archivio Apostolico Vaticano. Lo spoglio di una immensa e variegata mole di carte che vanno dal 1899 e il 1906 che riguardano la Nunziatura, la Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari, e diversi altri enti ecclesiastici, ha permesso di leggere gli eventi che hanno portato alla legge e alla decisione pontificia di rifiutarla da un punto di vista diretto, ancorché inedito. Le tensioni all'interno del cattolicesimo francese, il pensiero politico e religioso dei pontefici Leone XIII e Pio X e dei loro collaboratori, la strategia del Nunzio e del cardinale Merry del Val, appaiono così in maniera chiara per ricostruire in modo finalmente completo una complessità di eventi e di situazioni che ha cambiato il corso della storia, non solo ecclesiastica. Queste pagine, accompagnate da un ricco apparato bio-bibliografico e seguite dalla pubblicazioni di documenti in gran parte inediti, sono certo diverranno un riferimento per gli studiosi del tema, e punto di partenza per ulteriori approfondimenti.
Il ricorso gerarchico è un'impugnazione mite, modesta; non gli appartengono tutte le formalità e le opposizioni di un processo giudiziale; è fondato sulla fiducia che il Superiore, di fronte alle ragioni addotte, può riconsiderare la decisione già presa. Solo dopo aver esperito il ricorso gerarchico si apre la via al processo giudiziale, al contenzioso amministrativo presso il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Lo scopo del testo è innanzitutto pratico: illustrare come nella Chiesa il ricorso gerarchico si propone, come si evolve nel procedimento e come si conclude con la decisione del Superiore. La trentennale esperienza dell'Autore presso la Segnatura Apostolica ha mostrato quanta distanza si crei in molti canonisti tra il richiamo ai principi supremi del diritto canonico e la mancata conoscenza delle più elementari procedure per agire nell'ordinamento della Chiesa. Il testo conserva il carattere di appunti per le lezioni che l'autore tiene da anni alla Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana.
Silenzio, Polifonia di Dio è la sfida paradossale di un Convegno nato in risposta ad un appello intimo e profondo insito nel cuore della Chiesa, quello di dar voce alla preghiera tacita, all'ascolto di Dio, in un mondo sommerso dal fragore delle mode e dalla prevaricazione del rumore. Parlare, pensare, guardare, pregare il silenzio sono state le "sezioni" in cui si è articolato il pensiero e il dibattito degli incontri, disegnati secondo il metodo delineato dalla Veritatis Gaudium all'insegna della transdisciplinarietà. Il grande tema del silenzio è stato avvicinato dal punto di vista teologico, biblico, museale, storico-artistico, iconografico, musicale, poetico, spirituale. Diciannove autori, undici saggi, tre meditazioni, cinque testimonianze, corredate da sorprendenti contenuti multimediali (tra cui una lezione concerto di Mario Brunello e una conferenza nella lingua dei segni delle Guide dei Musei Vaticani), delineano qui, negli Atti del Convegno, una vera e propria mappa del silenzio all'interno della quale il lettore può perdersi e ritrovarsi, tracciando una propria via che è poi quella non solo della riflessione intellettuale, ma anche dell'incontro personale con Dio.
a cura di G. Salatiello - R. Zas Friz de Col
2020, pp. 440
Agli inizi dell'anno accademico 2011-2012, si raduna un gruppo di professori della Pontificia Università Gregoriana che, grazie all'iniziativa di Giorgia Salatiello (filosofia), coinvolge a Rogelio García Mateo s.j. (spiritualità), Dariuz Kowalczyk s.j. (teologia), Ferenc Patsch s.j. (teologia), Gerald Whelan s.j. (teologia), e Rossano Zas Friz De Col s.j. (spiritualità). Il presente volume raccoglie otto anni di ricerca del gruppo, centrati nel rintracciare il rapporto tra spiritualità ignaziana e metodo trascendentale in diversi pensatori gesuiti del ventesimo secolo, come Joseph Marechal (1878-1944), Johannes B. Lotz (1903-1992), Karl Rahner (1904-1984), Bernard Lonergan (1904-1984), Joseph de Finance (1904-2000), Juan Alfaro (1914-1993), Emerich Coreth (1919-2006).Attraverso il loro studio si è voluto scoprire le particolari caratteristiche di ognuno di loro per evidenziare una linea maestra che ispiri oggi il rinnovamento di questo orientamento, in modo di progredire nella consapevolezza del mistero dell’apertura e dell’accoglienza del Dio della rivelazione cristiana, che trova negli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio un metodo su cui è conveniente continuare a ragionare trascendentalmente.
La pubblicazione Tre Santi: una Verità raccoglie le conferenze di una serie di Giornate di studio, tenutesi presso l'Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Gregoriana, all'interno della propria attività di ricerca e di insegnamento. Le conferenze sono state dedicate a tre nuovi santi recentemente canonizzati da Papa Francesco: Papa Paolo VI, Mons.Óscar Arnulfo Romero Galdámez ed il Card. John Henry Newman. Con il contributo di vari Professori della Unità Accademica in collaborazione con altre Istituzioni Accademiche romane, ci si è fermati a riflettere sui vari aspetti peculiari ed originali che hanno caratterizzato l'apporto peculiare ed originale di Papa Paolo VI, di Monsignor Romero e del Cardinale Newman all'interno di ciascun itinerario in risposta alla chiamata del Signore; i Tre Santi hanno vissuto nel desiderio di raggiungere il fine, per il quale sono stati chiamati dall'eternità nel piano d'amore del Signore, piano ad essere santi come lui è Santo (cf. Lv 20,26) e diffondere nella Chiesa e nel mondo il buon profumo di Cristo (cf. 2Cor 2,15), in relazione ed in unione con il Signore secondo la propria vocazione personale.