Si è sempre ripetuto che nell'antichità la donna era senza parola. Si denuncia l'oppressione a cui era sottoposta, e lo scarso peso che sempre ha avuto e che ancora la caratterizza nella chiesa oggi. Immergendosi però in un ascolto più attento, in una ricerca più approfondita, si possono scoprire tracce femminili nella chiesa nel corso della storia. Ecco l'intento di questa raccolta, nella quale abbiamo lasciato parlare proprio le donne: monache vissute tra il IV e il VI secolo in diverse regioni di occidente e di oriente. Si tratta a volte di brevi frasi, racconti di semplici gesti, letti collocandoli all'interno del loro contesto e liberandoli dai pregiudizi di cui sono stati caricati: essi sono preziosi frammenti di una sapienza femminile da riscoprire.
Con vivacità e semplicità l'autore suona una musica che collega terra e cielo, passato e presente, dando voce alla sapienza dei padri del deserto e di altri monaci come a compagni di coro. Eseguendo lo stesso spartito, ovvero il vangelo vissuto nel deserto, essi intrecciano le loro voci per comporre una sinfonia spirituale sul tema dell'umiltà. Accompagnata da questa "sinfonia dell'umiltà", la vita spirituale può così riscoprire la voce di questa virtù, dai padri del deserto ritenuta fonte di ricchezze spirituali inesauribili.
"Questo libro è stato scritto con l'aiuto di Dio all'unico scopo di spiegare in modo esauriente la preghiera di Gesù, la quale, secondo l'insegnamento concorde di tutti i santi padri, è la radice e il fondamento della vita spirituale, e al contempo ne è la vetta e la perfezione": così l'autore, monaco russo della fine del XIX secolo, comincia la sua opera in cui descrive gli incontri con un eremita del Caucaso, che gli ha insegnato la preghiera di Gesù. Classico della letteratura ortodossa, questo racconto ritrae quei monaci che hanno scelto di vivere solo della solitudine in Dio e della preghiera di Gesù. In linea con i "Racconti di un pellegrino russo", questo libro offre un'eccellente introduzione alla Filocalia e all'insegnamento sulla preghiera del cuore: vengono qui descritti una natura esuberante e monaci ritirati dal mondo per amore della solitudine e della preghiera. Il fascino dell'oriente cristiano in una narrazione coinvolgente.
Qual è il fine della lettura? La parola contenuta nel testo biblico possiede la capacità di operare una trasformazione, un mutamento nella persona e nella vita di colui che legge e che ascolta. Leggere è, infatti, accettazione di una ricerca, di una discussione, di un confronto che include la convinzione di non essere possessori della verità: è vivere un momento di passaggio, un'aporia, una crisi. Leggere significa accettare un'ospitalità, richiede la disponibilità allo stupore, implica infine la gratitudine. Ecco qui un percorso alla scoperta della lettura e del rapporto con il libro, attraverso la sapienza degli antichi.
Questo ringraziamento nella memoria dei doni che il Signore ci ha fatto non dimentica le domande, e tra esse quelle di perdono: al Signore, verso il quale non siamo stati fedeli, ripetendo cadute e rinnegamenti; e a quanti, nel corso di questi anni, abbiamo scandalizzato o ferito con i nostri comportamenti. Ne siamo consapevoli e, forse non pienamente ma con sincerità, invochiamo il perdono: non sempre abbiamo saputo amare, e anche noi abbiamo fatto del male.
“Fratello, sorella, tu hai costruito e costruisci ogni giorno la comunità. Ma non preoccuparti di dare continuità storica all’intuizione iniziale … Non pensare alla tua vecchiaia né al domani della comunità. Vivi l’oggi di Dio. Una sola cosa sia la tua preoccupazione: vivere l’evangelo nella comunità cui sei stato chiamato” (Regola di Bose 48).
La lettera a Patrizio, qui tradotta per la prima volta in italiano, presenta il confronto tra Patrizio, un giovane "solitario" della regione di Edessa, e Filosseno di Mabbug, padre siriaco vissuto tra il V e il VI secolo. Essa propone un vero e proprio itinerario spirituale destinato non solo a chiunque percorra la via monastica, ma anche a ogni cristiano. Cifra fondamentale del pensiero del vescovo di Mabbug è il realismo: a una vita cristiana tendente alla tiepidezza, Filosseno sapientemente risponde con un richiamo a sperimentare la radicalità della vita in Cristo generata dal battesimo; a una vita monastica frutto di un illusorio sforzo intellettuale, Filosseno oppone un itinerario di osservanza dei comandamenti e di purificazione dell'anima.
Quattro monaci e un vagabondo, tradizioni diverse, esperienze uniche, ma un’identica tensione: cercare il Signore nella vita di ogni giorno, in mezzo a una comunità, nella solitudine o per le strade del mondo nella povertà estrema. La sapienza di questi uomini può portare frutto in ogni epoca, un messaggio che siamo chiamati a decifrare per discernere il cammino verso la vita piena e beata cui ciascuno di noi anela. Questi testimoni di un cammino di sequela, alimentato alla linfa del vangelo, possono ancora parlare agli uomini e alle donne del nostro tempo?
André Louf (1929-2010) è stato uno dei più autorevoli maestri spirituali del nostro tempo. Monaco e poi abate dell’abbazia trappista di Mont-des-Cats, ha contribuito con i suoi scritti e la sua umile sapienza alla riscoperta degli elementi essenziali della vita cristiana in occidente e al rinnovamento della vita monastica. Presso le nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, Cantare la vita (2002), L’uomo interiore (2007) e Discernimento: scegliere la vita (2017).
“Chi è quel giovane? Sento che ha bisogno di me”: così ha ini- zio un’intensa vicenda di paternità spirituale nella Romania del travagliato dopoguerra. In queste pagine viene esplicitato il senso profondo del ruolo che il padre spirituale svolge nella trasmissione della fede, anche in tempi e in situazioni in cui tutto sembra perduto. La vita spirituale si può solo ricevere da un padre, cioè da qualcuno che già la possiede e che accetta di farsi docile strumento dello Spirito santo. Dall’appassionato intreccio di ricordi personali e di elementi fondanti della tradizione ortodossa si di- schiude un vero e proprio testamento spirituale che padre Ioann il Forestiero, luminosa figura di starec, lasciò ai suoi discepoli prima dell’ultimo esilio in Siberia.
Rivolgere lo sguardo verso chi vogliamo conoscere, scoprirne i gesti e le parole, e così entrare in un dialogo: è ciò a cui siamo invitati attraverso queste pagine, una vera guida per vivere la nostra interiorità guardando il volto di Gesù, che nei suoi incontri, attraverso gesti e parole, ci ha narrato Dio. Con grande sensibilità spirituale, l'autore contempla la figura mite del Salvatore e ci propone meditazioni che possono arricchire la nostra vita di preghiera, facendoci scoprire anche la "preghiera di Gesù", pratica antichissima nata in oriente, ma diffusa ormai in tutte le tradizioni cristiane.
In occasione del decimo anniversario della morte di abuna Matta el Meskin, questo volume raccoglie i contributi di monaci, studiosi dei padri del deserto e del monachesimo, figli spirituali e discepoli di abuna Matta, storici e architetti, che ci presentano uno spaccato ad ampio spettro di questa figura di "padre del deserto", capace di parlare agli uomini e alle donne del nostro tempo, al di là di ogni barriera confessionale. Ad arricchire le testimonianze, i ricordi offerti da alcune pagine del diario di viaggio del pittore di fama internazionale William G. Congdon.
Fonti greche sulla vita di Pacomio e dei suoi discepoli. Introduzione, traduzione e note a cura di L. d'Ayala Valva.
Sono qui raccolti i testi che alcuni padri hanno lasciato in eredità ai loro fratelli come frutto maturo della ricerca del volto del Signore nella quotidianità della vita monastica. Si presenta la quasi totalità delle regole monastiche cenobitiche maschili d'occidente dei secoli IV-VII (alcune già tradotte in italiano, altre inedite). Raccolte insieme possono essere un riferimento per tutti coloro che vivono la vita cenobitica e anche per tutti i cristiani, affinché conoscano le fonti di una sequela pratica del Signore Gesù.