Nei primi anni del Duecento, in una Assisi ai margini dell'Impero e al centro di questioni politiche e commerciali, Francesco Bernardone fa una scelta destinata a cambiare la storia della Chiesa: figlio di un ricco mercante di stoffe e protagonista di una gioventù agiata, decide di abbandonare tutti i suoi averi e di vivere senza nulla al servizio degli ultimi, fondando un ordine monastico basato sulle regole di fraternità, umiltà e povertà. In una narrazione avvincente e suggestiva, Louis de Wohl - autore diventato di culto grazie alla sua capacità di rendere appieno la dimensione storica e umana delle vite dei santi ripercorre la straordinaria vita di san Francesco e dipinge un vivido ritratto dell'epoca e dei suoi protagonisti, da Federico Barbarossa a santa Chiara, dal sultano Al Kamil a papa Innocenzo III, restituendoci la passione e la generosità di un uomo che scelse di lasciare tutto per vivere nel segno dell'amore per il prossimo.
L'amore per i libri ha sempre superato ogni ostacolo, la passione per la lettura non si arresta nemmeno di fronte alle prove più ardue; basti pensare alle vicende dei volumi costretti alla clandestinità, come le opere di Solzenicyn fotocopiate in segreto negli uffici del Cremlino o le copie della Fattoria degli animali di George Orwell conservate in un nascondiglio a Berlino Est. Attraverso un caleidoscopio di citazioni, aneddoti e ritratti di personaggi indimenticabili, Martin Latham ci racconta la storia della nostra ossessione per i libri, in tutte le sue infinite sfumature. Dalla penombra di antiche grotte in Cina alle bancarelle di Parigi, da Brooklyn a Francoforte, ci conduce tra bibliofili folli, monaci medievali, rockstar, minatori, carpentieri e calzolai, uomini politici e generali - tutti accomunati dalla passione libresca. Ci invita a scoprire il fascino dei marginalia, le note a margine manoscritte che per secoli hanno fatto dannare i bibliotecari; o quegli album composti di citazioni ritagliate noti come commonplace books; o ancora i chapbooks, gli antenati dei moderni libri tascabili, ritenuti prodotti dozzinali eppure tanto amati da Blake, Dickens, Stevenson e Shakespeare. Ci parla dei comfort books, i «libri di consolazione», quelli che possiedono il potere di portarci in luoghi migliori, tanto che scovarne uno «è, come quando ci si innamora, un'esperienza indimenticabile». E ci ricorda che Napoleone portava sempre in battaglia la sua copia dei "Dolori del giovane Werther". Storia culturale, memoir autobiografico, zibaldone di curiosità, ma soprattutto sincera lettera d'amore al libro in quanto oggetto meraviglioso e immortale, questo volume fascinoso e divertente racconta la storia di un libraio particolare, di tanti lettori e di molti, moltissimi libri. Se amate perdervi tra gli scaffali di una libreria, questo è il testo che fa per voi.
Chiunque abbia amato un cane sa di cosa parla questo libro. È una storia vera e racconta di una grande amicizia, di tenerezza e dolore, di lealtà e tenacia. E, più di tutto, racconta di una speranza incrollabile. È la storia di un cane straordinario, Hachiko, del suo padrone, il professor Ueno, e di un appuntamento mancato in una stazione di Tokyo. Di un'attesa paziente durata dieci anni e di una fedeltà senza eguali, che ha commosso il Giappone e il mondo intero. Ancora oggi la statua di Hachiko, nella piccola stazione pendolare del quartiere di Shibuya, è uno dei monumenti più visitati di Tokyo. Perché nessuno è immune al fascino di questa storia, e chi vi si imbatte impara almeno una cosa: quando un cane ama il suo padrone, non c'è niente che non farebbe per lui.
È la vigilia di Natale e Blythe è seduta in macchina a spiare la nuova vita di suo marito. Attraverso la finestra di una casa estranea osserva la scena di una famiglia perfetta, le candele accese, i gesti premurosi. E poi c'è Violet, la sua enigmatica figlia, che dall'altra parte del vetro, a sua volta, la sta fissando immobile. Negli anni, Blythe si era chiesta se fosse stata la sua stessa infanzia fatta di vuoti e solitudini a impedirle di essere una buona madre, o se invece qualcosa di incomprensibile e guasto si nascondesse dietro le durezze e lo sguardo ribelle di Violet. Quando ne parlava con Fox, il marito, lui tagliava corto, tutto era come doveva essere, diceva. Era cominciata così, o forse era cominciata molto prima, quando era stata lei la bambina di casa. Blythe ora è pronta a raccontare la sua parte di verità, e la sua voce ci guida dentro una storia in cui il rapporto tra una madre e una figlia precipita in una voragine di emozioni, a volte inevitabili, altre persino selvagge. Un tour de force che pagina dopo pagina stilla tutto quel che c'è da sapere quando una famiglia, per preservare la sacralità della forma, tace. Viscerale, onesto fino alla brutalità, "La spinta" è un viaggio ipnotico e necessario nella psiche di una donna a cui nessuno è disposto a credere.
Basato sulla storia vera di Dita Kraus. Edita fa uno schizzo della baracca, con i suoi arcipelaghi di sgabelli, la linea della stufa e le due panche: una per lei e una per i libri. Ecco il suo mondo. Ad Auschwitz-Birkenau c'è l'unico campo "per famiglie" in cui vivono i bambini. Come uccelli rari in gabbia, i piccoli passano le loro giornate nel blocco 31, il paravento di normalità che i nazisti hanno costruito per gli ispettori della Croce Rossa. Qui Fredy Hirsch, un trentenne ebreo tedesco, ha organizzato in una baracca che è poco più di una stalla una scuola clandestina, dotata addirittura di una biblioteca. Gli otto volumi che la compongono - fra cui la "Breve storia del mondo" di H.G. Wells, un trattato di Freud, Le vicende del bravo soldato Svejk, un atlante geografico e "Il conte di Montecristo" - sono affidati alle cure della quattordicenne cecoslovacca Edita. Squadernati, strappati e malridotti, i libri sono arrivati lì per vie segrete, e difenderli non è certo semplice. Edita è disposta anche a rischiare la vita per salvare il suo tesoro, l'unico che le permette di fuggire dal dolore e dal plumbeo grigiore del campo di sterminio. Sarà proprio la sua fiducia nel potere dei libri a consentirle di vincere l'orrore. Una storia vera di coraggio e speranza.
Sono i primi anni del Novecento e gli echi della rivoluzione hanno raggiunto, insinuandosi tra campi e colline, la campagna fertile di Linares: un laborioso, coriaceo angolo di Messico dove sorge l'hacienda dei Morales. È in questa famiglia che vive la nana Reja, l'anziana nutrice che ha cresciuto generazioni di bambini e ora trascorre i giorni sulla sedia a dondolo. Finché una mattina, vincendo la sua leggendaria immobilità, Reja s'incammina e arriva al ponte, come svegliata da un richiamo. In un viluppo di stracci, proprio lì, e circondato da un nugolo di api, c'è un neonato. Lo chiameranno Simonopio, questo bambino magico che gli insetti non pungono, questo bambino dannato che al posto della bocca sembra abbia un buco. In silenzio, il piccolo impara a leggere i voli delle sue amiche api e da quelli a capire le oscillazioni della natura e i suoi presagi. Così, mentre l'epidemia di influenza spagnola colpisce la regione e tradizioni arcaiche si infrangono contro l'onda di un tempo nuovo, la famiglia Morales si affida all'intuito di Simonopio. E costruirà grazie a lui un nuovo futuro.
Dal 25 gennaio al 24 marzo 2020, sessanta giorni, sessanta capitoli pubblicati online. Dai primi momenti di incertezza alla speranza, passando per le ore più difficili, Fang Fang ha messo nero su bianco la vita durante la prima quarantena mondiale, quando l'Occidente guardava ancora a Wuhan come a un caso eccezionale e lontano. Che non lo riguardava. Mentre l'autrice documenta l'inizio della crisi sanitaria globale in tempo reale, ci troviamo a riconoscere chiaramente, quasi fossimo di fronte a uno stupefacente ritorno al futuro, le fasi che tutti abbiamo vissuto, con poche settimane di scarto. Le difficoltà e le emozioni, potenti e impreviste. Fino al giorno in cui la libertà sembra spuntare in lontananza. Il giorno in cui, chiudendo il diario, Fang Fang cita San Paolo: "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede". Postfazione di Michael Berry.
Da più di due millenni la mitologia greca è una parte fondamentale della cultura e dell'immaginario dell'Occidente, tanto che molti dei suoi personaggi sono ancora oggi universalmente noti e presenti nell'arte, nella letteratura, nel teatro e nel cinema. Raccontati con i versi dei più grandi poeti dell'antichità - da Omero a Nonno di Panopoli, passando per Esiodo, Pindaro, Euripide, Callimaco, Ovidio - in questo volume troviamo i miti più celebri: leggiamo così la presa del potere da parte di Zeus che fonda il nuovo e definitivo ordine del cosmo, la storia remota dell'umanità, le vicende immortali di Afrodite, Ermes, Artemide, Apollo e degli altri dèi olimpici, le storie epiche di eroi gloriosi come Ercole, Perseo, Orfeo e Meleagro. Una raccolta preziosa, qui arricchita dagli splendidi affreschi di Pompei ed Ercolano, a loro volta "leggendari" e che costituiscono il perfetto completamento per immergersi anche visivamente nella vitalità e nella bellezza dei grandi miti della classicità.
“Si vedono ora per la prima volta, due completi sconosciuti, incapaci di togliersi gli occhi di dosso. È questo l’istante in cui la vita di lui si biforca: da una parte chi era prima di conoscerla, dall’altra chi diventa dopo.”Laura è una creatura speciale, una giovane donna che vive separata dal resto del mondo, nella natura incontaminata del Gougane Barra, nel sudovest dell’Irlanda, lì dove le montagne incontrano fitti boschi che si aprono su laghi cristallini. In questo luogo eccezionale, nel totale isolamento, Laura è cresciuta imparando a imitare, con la sua voce perfetta e purissima, i suoni che la circondano.È un giorno come tanti quando la sua vita subisce uno scossone irreparabile, allorché Solomon, abile fonico, la vede. Un incontro che muterà fatalmente entrambi, segnando l’entrata di Laura in un universo a lei finora sconosciuto. Ma la cosiddetta società normale, con i suoi ritmi e il suo passo accelerato e convulso, sarà pronta ad accogliere questa donna e la sua unicità? Saprà, la città, riconoscere e proteggere la sua grazia? Intimista e commovente, con questa storia d’amore Cecelia Ahern ci accompagna alla scoperta della parte più vera e indomabile di ciascuno, in quel nucleo al contempo quieto e ribelle e, troppo spesso, soffocato dal rumore del mondo.
Questa è la storia di Cyril Avery, anima bella venuta al mondo nella profonda Irlanda cattolica del 1945 e fin da subito alla ricerca di un posto nel quale potersi sentire a casa. Dopo la nascita, la madre sedicenne lo aveva consegnato a una monaca redentorista perché si occupasse della sua adozione, e Cyril era finito a vivere in una casa ricca, sotto la tutela di due genitori eccentrici, non esattamente affettuosi: cresceva così un bambino alla deriva, ancorato al mondo solo grazie all'amicizia con Julian Woodbead, passione infantile, primo e decisivo innesco che gli avrebbe fatto intuire l'uomo che era destinato a essere. Diventato adulto, in una ricerca ininterrotta della propria identità, Cyril viaggerà tra l'America e l'Europa incrociando le grandi paure collettive che hanno contrassegnato il Novecento, la cupa violenza dell'Ira, il dolore inaffrontabile dell'Aids.
Anni '70, una città industriale sull'orlo del collasso fatta di fabbriche chiuse, disperazione, piazze di spaccio. Sotto l'eterna pioggia nera che la flagella, il poliziotto migliore che si muove per le sue strade è Macbeth. Un ex tossico, un uomo fragile dal passato turbolento, abbandonato da bambino, uno sbirro incline alla violenza. Ma è lui, con la sua squadra, a gestire con intelligenza una retata nell'area del porto, un'azione in grande stile che, finalmente, gli fa intravedere la possibilità di ottenere una promozione. E quindi guadagnarsi il rispetto degli altri, avere una vita migliore, e molto più potere, che è ciò che conta. Tutto questo è lì, a portata di mano: ma, pensa Macbeth, davvero mi lasceranno arrivare tanto in alto? Tormentato dalle allucinazioni, vittima di paranoie sempre più acute, Macbeth comincia, lentamente, a soccombere a se stesso e al tarlo dell'ambizione.
"Io sono la migliore a incassare colpi, ecco. Mandarmi al tappeto non è affatto facile". È una mattina di fine ottobre quando Ana Tramel, scapestrata avvocatessa quarantatreenne con un passato burrascoso tuttora ingombrante e una carriera in caduta libera, riceve una telefonata inattesa. Ancora intontita per via dell'ennesima sbronza a base di gin, suo personale anestetico contro la noia e le emozioni, resta ad ascoltare la voce di Alejandro, il fratello che non sente da cinque anni: la chiamata viene dalla caserma della Guardia Civil di Robredo, a nord di Madrid, dove hanno rinchiuso Alejandro per l'omicidio del direttore del casinò Gran Castilla; e adesso lui ha bisogno dell'aiuto della sorella. Ana è decisamente fuori allenamento per affrontare un caso la cui materia appare subito difficile da ricomporre. Scopre infatti che l'omicidio è stato registrato dalle videocamere a circuito chiuso del casinò; che Alejandro ha sulle spalle un debito di gioco che ammonta a ottocentodiciassettemila euro; che il suo fratellino non solo è un giocatore compulsivo e un assassino, ma anche il padre di un bimbetto di due anni. Lei però non si dà per vinta. E mette insieme una scalcinata squadra composta da un vecchio investigatore, dalla sua amica Concha, ex compagna di università, e da due giovani avvocati alle prime armi. Scoprirà ben presto una realtà stratificata e complessa, che la costringerà a fare i conti con una potente società capace di muovere gigantesche quantità di denaro e dotata di lunghi tentacoli, muscolosi e soffocanti.