Lucio Anneo Seneca fu il più moderno tra i filosofi antichi. Quella del grande pensatore è una lettura del mondo e delle cose del mondo che da secoli dialoga con l'esperienza più concreta e reale di ogni essere umano. In questa prospettiva, le "Lettere a Lucilio" valgono da riflessione profonda sul senso della vita e su quello della morte, sulla caducità e sulla conseguente necessità di non essere schiavi del domani e di divenire padroni dell'oggi. Questa edizione è inoltre arricchita dai sette dialoghi morali composti alla fine della sua vita nei quali Seneca dà compimento definitivo al suo percorso filosofico orientato alla demistificazione e al raggiungimento della felicità umana.
Nei sette dialoghi morali qui raccolti sotto il titolo "Vizi e virtù dell'animo umano", il grande filosofo romano ragiona sul modo in cui ogni essere umano si fa influenzare profondamente da una percezione errata del tempo, ovvero dalla sua sopravvalutazione o sottovalutazione. La vita più breve e tormentata è, secondo Seneca, quella di chi dimentica il passato, trascura il presente e teme il futuro.
Il volume si articola in due parti: il primo racconta il poema dell'Iliade in una prosa narrativa in cui si inseriscono ampi stralci del poema omerico; la seconda propone i commenti ai brani in versi.
Educatori d'immoralità, cattivi maestri che "come prostituti" offrono il loro sapere a chiunque sia disposto a pagarlo, spregiudicati, ipocriti e capziosi: fin dall'antichità i sofisti hanno goduto di pessima fama, e bisognerà aspettare le parole di Hegel e più tardi di Nietzsche per rivalutare "i veri maestri della Grecia antica". Ma i sofisti, personaggi controversi e sfuggenti, ribelli e temerari, furono i protagonisti della vita culturale ateniese del V secolo a.C. e diedero vita al primo grande movimento filosofico della storia dell'antichità, mettendo in crisi l'ordine di valori e i presupposti teorici del pensiero antico. In questo volume sono raccolte le testimonianze dei maggiori sofisti, da Protagora a Gorgia, da Crizia ad Antifonte, ne vengono spiegate le rivoluzionarie concezioni filosofiche e politiche, e la varietà delle problematiche etiche e metafisiche. Nell'introduzione sono illustrati i principali temi toccati dai sofisti e la complessità dei loro riflessi nella storia del pensiero occidentale.
Un manualetto utile e divertente sulla formazione dell'uomo di governo, una guida alla conquista e alla gestione del potere. In questa breve raccolta di scritti politici, Plutarco dà utili e curiosi consigli all'aspirante uomo di governo, dal modo di vestirsi alle letture da seguire, dal comportamento da tenere in pubblico alle norme etiche cui attenersi. Una raccolta dai "Moralia" di insospettata modernità, scritta da uno degli ultimi autori della grande tradizione classica.
Non si può dire di conoscere il teatro greco se non si sono lette, assieme ai grandi tragici, anche le opere di Aristofane e Menandro. In questo volume è riunito il teatro comico greco superstite e ancor oggi rappresentato nei teatri di tutto il mondo: gli undici capolavori di Aristofane, insuperabili per vis polemica, esuberanza del linguaggio e invenzione drammatica, e le opere di Menandro, iniziatore di una commedia che tralascia le grandi battaglie politiche e ideologiche per ripiegare sugli affetti e sui valori individuali, antesignana e ispiratrice del moderno teatro borghese. Come e forse più delle tragedie, l'evoluzione del genere comico rispecchia il percorso spirituale di un'intera civiltà. I testi sono preceduti da un saggio di Guido Paduano, scritto appositamente per questa edizione. Una selezionata bibliografia guida il lettore nella sterminata letteratura critica. Le traduzioni, sempre briose e aderenti al salace linguaggio comico greco, sono opera di specialisti del teatro antico, tra cui lo stesso Paduano, Alessandro Grilli e Rosanna Lauriola.
Scritte negli ultimi anni di vita dell'autore e lasciate forse incomplete, le "Questioni romane" costituiscono una delle opere più interessanti e originali nel panorama dell'opera plutarchea. Con una curiosa struttura a domanda e risposta, l'autore narra con uno stile sottile e incalzante curiosità, aneddoti, tradizioni, usi e costumi della Roma antica. Seguendo il racconto di una guida d'eccezione il lettore ripercorre così le strade e i luoghi più famosi della città eterna. Il Circo Massimo, i Fori imperiali, il Colosseo vengono qui ritratti e immortalati da uno storico d'eccezione e restituiti alla storia nei loro particolari più riposti e sconosciuti. Nella sua prefazione John Scheid spiega la struttura e le problematiche di questo testo, mentre Nino Marinone ne cura l'edizione critica e l'attenta traduzione.
Sulle cause della fine dell'Impero romano sorse già in età antica un acceso dibattito che non ha tuttora trovato una soluzione condivisa da tutti gli studiosi. Tra le molte storie scritte da coloro che di quegli avvenimenti furono testimoni oculari e assistettero alla fine di un mondo, un particolare interesse suscita la "Storia nuova" di Zosimo. Pagano e ostile al cristianesimo trionfante, Zosimo individua la ragione del crollo nell'abbandono dei culti e delle tradizioni che avevano reso grande Roma: e quando uno stato smarrisce, insieme al favore degli dèi, etica e morale, non può che sprofondare nel caos e nella guerra civile. Una lezione che, nonostante la faziosità dello storico, conserva ancora oggi il suo valore. L'introduzione di Fabrizio Conca guida alla lettura dell'opera e ai presupposti ideologici che la animano.
Un giardino aperto alle donne e agli schiavi, dove domina il vincolo dell'amicizia e la filosofia ha il compito di alleviare le sofferenze umane: questa la scuola retta da Epicuro per trentacinque anni e vissuta nella venerazione del maestro fino al IV secolo d.C. L'etica epicurea, il tetrafarmaco che libera l'uomo dalle paure e dai pregiudizi, ha affascinato i discepoli del maestro e ancora oggi è in grado di consolare e di indicare la via della saggezza: il saggio, come Epicuro, non teme la morte, non è afflitto dalle incertezze e vive "come un dio fra gli uomini".
Artemidoro fu un personaggio cosmopolita e nomade, maratoneta dell'Occidente conosciuto (visse nel II secolo d.C.), che percorse per scopi "professionali" richiamato dalle corti più prestigiose dell'epoca. Era infatti noto come "oniromante", cioè interprete di sogni, e i suoi viaggi in Arcadia, Italia e Grecia continentale gli consentirono di raccogliere casi di interpretazione onirica che variano dal simbolico al clinico, individuando un catalogo di sogni "tipici" che sembra anticipare la teoria junghiana degli archetipi e quella delle topiche freudiane. Introdotto da un saggio di Giulio Guidorizzi, questo database onirico dell'antichità conta più di 3.000 casi e svela gli antichi segreti per penetrare nei destini e nelle tracce che il nostro inconscio elabora e occulta nei sogni. In questa edizione, "Il libro dei sogni" viene presentato in una nuova traduzione, corredata da brevi note esplicative. L'introduzione ripercorre la storia del sogno nell'antica Grecia, ne illustra le più recenti interpretazioni, prendendo spunti dalle recenti teorie sull'inconscio e la psicanalisi, e spiega l'interesse che ha suscitato nelle più diverse discipline.
Pietra miliare nella storia del pensiero, il "Fedro" di Platone è uno dei dialoghi che ha influenzato l'Occidente fin dalla sua apparizione. Platone fa insegnare a Socrate i processi di sublimazione dell'amore per gradi verso il divino, a partire da quello corporeo, illustra la sua visione dell'anima umana, tesa a un progresso contemplativo e attivo verso le sfere da cui proviene, e a cui è destinata a ritornare, dopo un ciclo indefinito di reincarnazioni. Platone interseca il dialogo con racconti di miti che sono passati alla storia universale, come quello del "carro alato", inanellandoli come favole che contengono gemme di saggezza insuperabile. In questa nuova edizione le note esplicative introducono luoghi, personaggi e scenari, arricchendo con annotazioni puntuali e curiose le spiegazioni ai singoli passi.
Scritta nei primi anni del regno di Augusto, l'Eneide doveva essere, nelle aspettative dell'imperatore, non solo il racconto dell'avventuroso arrivo nel Lazio di Enea e la glorificazione della famiglia Giulia, discendente in linea diretta dall'eroe troiano, ma il poema nazionale romano, corrispettivo di quello che per i Greci erano l'Iliade e l'Odissea. Anche la vicenda di Enea, come quella di Ulisse, è la storia di un ritorno: il travagliato ritorno verso una terra considerata per tradizione l"'antica madre" dei fondatori di Troia ormai distrutta, l'Italia, dove fondare una nuova patria. E dopo furenti burrasche, dolorose perdite di compagni, tragici amori, una profetica discesa agli Inferi e sanguinose battaglie, l'Eneide si chiude con la promessa di una fusione di popoli e culture diverse, nel nome di una nuova civiltà comune. Alessandro Barchiesi inquadra nel saggio introduttivo i punti essenziali del discorso poetico virgiliano, presentato nella nuova traduzione di Riccardo Scarcia, che coniuga scorrevolezza e fedeltà al testo.