"Cos'è, per te, la famiglia?" È da una domanda che Nicolò Govoni è partito per scrivere queste cinque storie ambientate nelle fumanti megalopoli del Kenya, tra le macerie della Siria, nelle profondità delle miniere in Congo, in un campo profughi in Grecia e anche là dove non ci saremmo aspettati di vedere arrivare scontri e violenza, così vicini alle porte di casa. Racconti con protagonisti quei bambini e quelle bambine a cui Nicolò sta dedicando la vita, e che ci portano in mondi dove la protezione e la normalità sono ancora privilegio di pochi. Così, entriamo nella vita di Njoki, che aspetta il ritorno di sua sorella in fuga per un amore osteggiato dalla comunità; leggiamo la lunga lettera che Wasim, nella sua prima notte da clandestino per evitare l'arruolamento, scrive alla sorellina Isra con i suoi sogni di piccola calciatrice; vediamo Musa, l'unico albino del suo villaggio, schivare le angherie dei coetanei che lo additano come il figlio di una strega; seguiamo Nur mentre cerca il suo cane scomparso nel campo profughi che divide con altri fuggitivi anche loro senza più una casa; e ascoltiamo come Khal e i suoi compagni hanno in mente di cambiare il loro mondo un pezzo alla volta, iniziando dalle tende che ora li ospitano. Nicolò Govoni torna con un libro potente e delicato, che ci ricorda come la distanza non è importante quando si tratta di crescere e diventare adulti insieme, e di come, in un mondo dove a volte sembra impossibile sognare, lo sguardo e la voce di un innocente possono avere tutta la forza necessaria per costruire il domani.
Robinson Crusoe è un mito, il capostipite del romanzo moderno. È stato e continua a essere un'icona per generazioni di lettori di ogni età, sempre così vicino a noi nei suoi innumerevoli echi cinematografici e letterari da farci scordare che la storia del naufrago più famoso di tutti i tempi ha avuto origine nell'Inghilterra del XVIII secolo. In questa nuova traduzione di Flavio Santi, arricchita dalle illustrazioni di Grandville e dalla curatela di Riccardo Capoferro, ritroviamo il ritmo antico e meraviglioso della prosa di Defoe, ma soprattutto la sua stupefacente modernità. E ci immergiamo nel racconto del naufragio di Robinson, nel suo adoperarsi - unico sopravvissuto - per non soccombere alla natura selvaggia in un'avventura durata ventotto anni su un'isola sconosciuta ma non deserta come lui pensava; una parabola che racconta attraverso la vita di un singolo individuo il paradigma dell'intero Occidente. L'isola si fa così microcosmo in cui l'uomo riscopre le proprie radici mostrandoci come - con ingegno e disperato desiderio di sopravvivenza - sia possibile affrontare, superandole, le sfide della natura.
La realtà in cui siamo immersi è complessa, incerta e imprevedibile, forse a un livello mai visto in passato. Di fronte a questa complessità, però, il nostro pensiero non può arretrare: come potremmo vivere in un mondo che sappiamo decifrare solo in piccolissima parte? Il caos della pandemia, le reazioni scomposte di una certa politica e la circolazione di fake news sempre più virali hanno mostrato con chiarezza che solo ragionare in termini scientifici ci consente di capire e spiegare i molti aspetti di un fenomeno complesso. Proprio per questa ragione la scienza, con i suoi limiti, le sue incertezze, ma anche con la sua efficacia interpretativa dovrebbe essere pienamente accolta nella discussione pubblica. La conservazione dei valori democratici e il rafforzamento della fiducia nelle istituzioni sono possibili solo con il contributo di cittadini ben informati. Come ha scritto Stephen Hawking: "In una democrazia, è molto importante che i cittadini abbiano una conoscenza di base della scienza in modo da poter controllare quanto la scienza e la tecnologia influenzano sempre più le nostre vite". Quali sono le domande giuste davanti a una cosa che non capiamo? Come si smaschera una fallacia in un ragionamento? Quali sono gli errori cognitivi che condizionano le nostre decisioni? Abbiamo davanti a noi una sfida enorme, scrive Roberto Battiston, in cui mettere a frutto la lezione che abbiamo imparato con la pandemia: la questione ambientale. Un tema elusivo, lento, contraddittorio, eppure decisivo per il nostro futuro; un tema che dobbiamo affrontare ora, evitando di farci ingannare da suggestioni poco fondate. Grazie alla scienza abbiamo gli strumenti per capire i problemi e risolverli: dobbiamo solo imparare a usarli nel modo più opportuno.
Federico ha 17 anni, vive a Busto Arsizio in una bella casa; figlio di professionisti, frequenta il Classico e passa il tempo libero tra l'oratorio, le feste con gli amici e il cazzeggio sui social. Riccardo i 18 li ha già compiuti, vive in una zona popolare e ha lasciato la scuola. Non ha mai conosciuto il padre, la mamma è malata e ha una sorellina della quale prendersi cura. Per aiutare la famiglia fa il rider ma, quando capisce che non basta, entra in brutti giri. Due così dovrebbero detestarsi (soprattutto se si innamorano della stessa ragazza), e infatti è proprio quello che succede. Finché don Andrea, il giovane parroco che non disdegna Instagram, ci mette lo zampino e, tra mille diffidenze reciproche, i ragazzi iniziano a scrutarsi, si avvicinano, diventano amici inseparabili. Ma lo saranno per sempre?
Hai sognato, ne sei certo, ma non riesci a ricordare nulla. È il sogno bianco. Andrea Darman conosce quella sensazione fin da bambina. Ora che - dopo anni di reclusione per le sue attività ribelli - torna sulle montagne dove è nata, tutto le sembra destinato all'oblio. Non troverà nessuno ad attenderla, e della neve e del ghiaccio che le parevano eterni non resta che una striscia. Su per quei sentieri, Andrea rivive un rito antico. Non sa com'è iniziato, oltre un secolo prima, quando la storia della sua famiglia si è intrecciata a quella del più importante ghiacciaio italiano. È il 1917: il primo Andrea sale, insieme a centinaia di giovani, sul fronte innevato dove il vero nemico è il ghiacciaio. Con la sua Maria nel cuore, chiuso in una roccaforte costruita nella pancia del monte, fa i conti con il terribile prezzo della guerra. Alla fine degli anni Ottanta l'assedio turistico ha cambiato faccia alla montagna: gli impianti, la faraonica funivia, famiglie e comitive che invadono le piste. Andrea - il nipote del soldato - è un maestro di sci solitario, innamorato della donna sbagliata, che prova a mandare giù il mito del progresso e i suoi effetti. Quelli che vive sulla propria pelle l'ultima Andrea, alla fine di tutto. In questo romanzo Romagnoli inventa una nuova epica umana e ambientale, e ci porta al cuore del nostro rapporto con la natura che cambia. Un libro che illumina, in un presente scosso da mutamenti spaventosi, ciò che nel passato non abbiamo saputo vedere e quello che nel presente possiamo ancora salvare.
Il dolore per le proprie perdite e la constatazione di trovarsi di fronte a una politica fatta di maneggi, dalla quale egli è escluso, sono i sentimenti che spingono Cicerone al ritiro e alla composizione di opere filosofiche, tra cui gli Academica, dedicati alle principali teorie gnoseologiche tra le scuole del tempo. Servendosi della formula del dialogo, Cicerone si interroga, con intellettuali come l'erudito Varrone e il generale Lucullo, sull'importanza del dubbio da esercitare contro il dogmatismo, sul concetto di vero e di falso, sulla definizione di saggio e sulle influenze dello scetticismo nell'Accademia platonica. Una fonte documentaria imprescindibile per la ricostruzione della storia del platonismo dal III al I secolo a.C. e per le notizie sulle altre principali scuole filosofiche, da quella scettica alla stoica. La storia travagliata dell'opera - composta e poi riscritta in breve tempo - non ci impedisce di apprezzare l'erudizione di Cicerone nel citare personaggi, dottrine e filosofi a lui contemporanei, di cui l'apparato di commento riporta approfondimenti del contesto storico-culturale in grado di soddisfare la curiosità del lettore moderno.
Da Prada ai Ferragnez, ritratti della vera nobilità italiana. Quella senza blasone. Chi sono e cosa fanno i ricchi in Italia, oggi? Quelli che i soldi li hanno da sempre, gli aristocratici, ne hanno sempre meno. E la borghesia, col suo tanto decantato fascino discreto e con l'operosità instancabile? E i nuovi ricchi, quelli delle start up, che diventano milionari in una notte, esistono o sono solo una specie d'oltreoceano? Con il piglio del naturalista Michele Masneri inizia un esilarante viaggio attraverso il bel Paese alla scoperta di questa specie facoltosa, deciso a descriverne vizi, virtù e abitudini. Partiamo da Milano che, dimenticata la nebbia che si taglia con il coltello grazie al riscaldamento globale, è diventata l'habitat ideale delle ricche famiglie italiane. Ci sono i Prada, i Moratti e i parvenu Ferragnez. Passiamo poi a Torino. Fino a qualche anno fa epicentro identitario molto conscio del suo essere stata la prima capitale d'Italia, ora invece sembra fare fatica a star dietro ai cambiamenti del nuovo secolo. E così le due principali dinastie locali, gli Agnelli-Elkann e i De Benedetti, sono più ritirate e slegate dai destini della città e anche della nazione. Ed eccoci arrivati alla Capitale. Trovare una borghesia non folkloristica a Roma sembra quasi una missione disperata. Del resto, in una città in cui il lavoro non è un tema di conversazione né un obiettivo reale di alcuno perché mai uno dovrebbe aspirare a fare le grand bourgeois? Eppure qualche famiglia che ha scelto Roma come suo habitat esiste, e merita di essere descritta. E poi c'è la provincia, sterminata e mutevole: in fondo l'Italia è fatta di provincia. Ed è proprio lei, con i suoi capannoni e le sue fabbrichette a essersi maggiormente trasformata con la globalizzazione. L'incontro tra la provincia e i social poi ha creato un mistone esplosivo, quasi postmoderno, rendendo queste terre l'ambiente ideale della più o meno nuova ricchezza. Dai Beretta ai Trussardi fino ad arrivare ai "veri" Agnelli, i re delle pentole non meno orgogliosi degli omonimi più celebri. Con "Dinastie" Michele Masneri ci regala un'indimenticabile galleria di ritratti delle più ricche famiglie italiane. E con la sua penna raffinata, ironica e a tratti graffiante, ci consegna un irresistibile affresco di costume del nostro Paese.
Una biografia unica dedicata alla vita e alla straordinaria attività di Rose Busingye, figura di ispirazione dentro e fuori dal mondo religioso, per raccontare l'eccezionale esperienza di solidarietà e aiuto portata avanti da molti anni in Uganda, nel cuore del continente africano. Davide Perillo - scrittore e giornalista a lungo direttore della rivista "Tracce" - racconta la storia di coraggio, di fede e di servizio che ha portato Rose Busingye a essere un punto di riferimento per tutto il mondo degli aiuti allo sviluppo: infermiera professionista, Rose si è dedicata alla cura di donne vittime di violenza e a pazienti affetti da HIV/AIDS aiutandoli a guardare oltre la malattia e la povertà. Con la sua attività è riuscita a restituire speranza e dignità a chi l'aveva perduta: grazie all'incontro con una figura chiave come don Luigi Giussani e all'aiuto di organizzazioni missionarie e realtà come AVSI, Rose ha dato vita al Meeting Point International di Kampala, creando non solo un luogo di cura per i malati, ma anche due scuole, un centro di formazione per gli insegnanti e soprattutto uno spazio di dialogo e accoglienza, aperto a chiunque voglia avvicinarsi. Un'ispirazione e una testimonianza resa ogni giorno con la propria vita, che in questo testo viene per la prima volta raccontata da chi ne è protagonista.
Fra tutte le statue che ci sono pervenute dal mondo antico, i due meravigliosi Bronzi di Riace sono quelle che più hanno colpito ed entusiasmato il pubblico. Perché? Certamente, all'origine del loro "successo" ci sono la bellezza straordinaria e la pregevolissima fattura del Giovane e dell'Uomo maturo. Ma non solo. A contribuire al loro fascino, è anche l'aura di mistero che tuttora li avvolge. Proprio partendo dalle numerose domande rimaste aperte, Alberto Angela prova in questo libro a farci rivivere, passo dopo passo, la storia dei Bronzi di Riace, come se la rivedessimo in un film. Ecco che, prendendoci per mano, ci accompagna nell'epoca e negli ambienti da cui presumibilmente provengono, va alla ricerca dei loro autori (evidentemente grandissimi artisti: forse proprio il leggendario Fidia?) e cerca di immaginare chi potessero raffigurare questi due splendidi personaggi maschili: Castore e Polluce? Un guerriero e uno stratego? E ancora: come furono forgiati? Con quale tecnica fu possibile renderne la capigliatura morbida o le vene che appaiono sotto pelle? Ma il percorso emozionante alla scoperta dei Bronzi non si ferma qui: in quali circostanze sconosciute finirono sul fondale del Mar Ionio? Vi furono buttati da una nave in una notte di tempesta? E la nave arrivò in porto o affondò? Quando accadde? Che lingua parlava l'equipaggio: greco, latino o addirittura goto?
Soffermati un istante a osservare la tua vita psichica: è complessa, tumultuosa, spesso prepotente. Unica, forgiata dalla tua storia personale. Talvolta te ne senti sopraffatto. Hai mai pensato, però, di imparare a interpretarla e a coglierne le dinamiche? Non è facile, ma questa consapevolezza è il primo passo per comprendere le tue emozioni e scoprire il tuo valore. Questo libro - il primo delle due fondatrici di Psicoadvisor, la rivista online più seguita in Italia sui temi di psicologia e crescita personale - propone un percorso introspettivo basato sulle più autorevoli teorie psicologiche, nel quale le autrici ti porteranno per mano a esplorare aspetti della tua personalità che prima ignoravi. Dentro di te, sepolto sotto una coltre di emozioni soverchianti quali ansia, rabbia, sensi di colpa e insicurezza, c'è un inestimabile valore. Per riappropriartene, dovrai analizzare il tuo presente con un occhio attento al passato, ricostruendo i bisogni insoddisfatti e le aspettative infrante nel tuo personale cammino, dall'infanzia a oggi. Perché tutto, dai tuoi comportamenti alle sensazioni scomode, deriva da esperienze lontane che ancora ti condizionano. Se però ne diventi consapevole, puoi liberarti di automatismi, credenze disfunzionali e imparare a reagire cogliendo le opportunità nascoste anche nelle difficoltà. La tua mente diventerà così un posto accogliente in cui stare, anche da solo, e, in questa condizione, potrai riuscire a instaurare relazioni appaganti e a perseguire i tuoi reali desideri. Insomma, basta prenderti cura di te, interrogarti e conoscerti profondamente, per costruirti la vita che meriti.
Nel centenario della sua nascita, queste pagine scelte tra gli scritti di don Giussani restituiscono l'immagine di un uomo di fede che ha fatto dell'educazione dei giovani e della dimensione dell'incontro i perni della propria esistenza e del proprio messaggio. Ripercorrendo il suo cammino, dal giorno in cui ha capito cosa fosse l'esistenza di Dio a quelli in cui ha guidato uno dei più grandi movimenti cattolici al mondo, don Giussani lascia traccia delle idee che lo hanno reso il più grande educatore del Novecento. Ed è nell'importanza attribuita all'educazione dei giovani, infatti, che si deve individuare l'elemento cardine della sua proposta. Rivolgendosi a loro con parole ed esempi che provengono dal loro sistema culturale, don Giussani li ha guidati in un percorso che doveva necessariamente partire dalla piena conoscenza di se stessi: non per imporsi sull'altro, ma per poter incontrare e accogliere l'altro. Una vera e propria educazione sociale in cui i valori cattolici sono le linee guida da seguire per il conseguimento non solo della felicità personale, ma anche di quella collettiva, per dare vita a una società in cui i diritti e le esigenze del singolo siano ascoltati e rispettati. È soltanto tramite la condivisione del bisogno - concetto alla base della nascita di Comunione e Liberazione - che l'uomo può ambire alla piena realizzazione di sé in una vita terrena che altro non è che una continua ricerca del proprio io. In queste pagine ritroviamo non solo il don Giussani teologo, educatore e uomo d'azione, ma anche l'uomo di fede che, con la sua esperienza, dimostra come la Chiesa possa rivendicare il proprio ruolo di guida uscendo da se stessa e continuando a incontrare l'altro.