Dei sette papi di questo libro - da Pio XII a Francesco - Hans Küng, il "grande vecchio" della teologia dissidente, ha avuto un'esperienza diretta: Pio XII è il papa della sua giovinezza, che ha modo di vedere da vicino da studente a Roma; Giovanni XXIII e Paolo VI sono i papi del Concilio, a cui partecipa come perito (Paolo VI lo riceve invitandolo a mettersi al servizio della Chiesa); con la meteora luciani ha un breve scambio epistolare; Giovanni Paolo II è il papa-nemico, sotto il quale gli viene tolta la missio canonica; Ratzinger è suo collega al Concilio e poi a Tubinga, prima di schierarsi dalla parte di Wojtyta; con Francesco è "simpatia a prima vista": il papa gli scrive chiamandolo hermano, fratello. Per ognuno di loro Küng ha un ricordo, un aneddoto. Questo libro non comprende dunque sette biografie di pontefici o una carrellata di date, o men che meno un'agiografia: offre invece sette ritratti usciti dalla penna di un autore che ha avuto modo di conoscere e "vivere" da vicino questi protagonisti. Un autore che non è uno storico né un "osservatore impegnato", ma un compagno di viaggio, un attore che ha partecipato con loro agli avvenimenti di un'epoca, l'evento che ha segnato la storia della Chiesa degli ultimi cinquant'anni, e la carriera di Hans Küng, è il Concilio Vaticano II, che voleva interpretare il Vangelo in modo nuovo, offrendone un criterio di lettura adatto ai tempi.
Miranda, pittrice surrealista americana, vive da anni in Mazrooq, paese immaginario del Medio Oriente, dove si è trasferita quasi per gioco da Seattle. Conquistata dal luogo e dal suo popolo ha dato vita a una scuola di disegno per un gruppo di donne musulmane. Un giorno, nella medina della città, questa trentenne selvatica e coraggiosa incontra Finn, l'ambasciatore inglese, ed è l'amore a prima vista che cambia la vita. Miranda è così accolta nella gabbia dorata della rappresentanza diplomatica: l'ambasciata è bellissima, luogo di privilegi immenso e perfetto dove potersi dedicare totalmente alla pittura, ma è anche un mondo di divieti, convenzioni, etichette ferree, costante sorveglianza. Col tempo, rinunciare alla libertà per amore di Finn le pesa meno, soprattutto dopo la nascita della piccola Cressida. Quel che però Miranda non immagina è che quella poca libertà che le è rimasta stia per svanire del tutto: rapita durante un'escursione con due amiche. viene segregata in un accampamento piantato tra colline aride e isolate, sotto la sorveglianza di un gruppo di ribelli. Sarà la comparsa di una piccola orfana a ribaltare ogni ruolo: da prigioniera a madre adottiva, Mira cercherà un nuovo senso al proprio dolore. Nato dall'esperienza di vita dell'autrice, "Perla del deserto" è un romanzo costruito su un fitto gioco di flashback e cambi di prospettiva, che offre un punto di vista femminile sul Medio Oriente e sui rapporti con l'Occidente...
I continui mutamenti del nostro mondo spesso ci sfuggono. Sono troppo grandi, o forse siamo noi troppo lenti per capirli davvero. Nel frattempo i bambini crescono in un ambiente di cambiamento tecnologico, sociale ed ecologico senza precedenti. Come possono questi giovani cittadini, consumatori e futuri decisori, essere aiutati a navigare nella nuova realtà complessa? A partire da questo fondamentale interrogativo Daniel Goleman e Peter Senge affrontano i limiti dell'attuale sistema educativo - strutturato più di 200 anni fa! sostenendo la necessità di sviluppare già dai primi anni tre set di abilità cruciali: consapevolezza di sé, empatia e cura degli altri, comprensione dei sistemi più ampi che ci circondano. Un intervento importante con modelli di programmi educativi, strumenti ed esempi pratici per l'introduzione di questi concetti nelle scuole. Per insegnanti e genitori alla ricerca del vero potenziale degli studenti.
"Gli uomini hanno i viaggi, le donne hanno gli amanti." Se André Malraux avesse conosciuto meglio alcune delle protagoniste di queste pagine, forse non si sarebbe azzardato a liquidare così le passioni femminili. Perché spesso quelle storie d'amore sono il motore nascosto di grandi eventi storici. Soprattutto se a innamorarsi sono donne che hanno avuto un ruolo importante nello spionaggio del Novecento. Alcune hanno iniziato a collaborare con i servizi segreti per spirito d'avventura e patriottismo, altre perché non avrebbero potuto fare diversamente, e sono partite contro tutto e tutti gettandosi con un paracadute come Krystina Skarbek o resistendo alle più atroci torture come Odette Brailly. La più famosa è Mata Hari, la più insospettabile Joséphine Baker, mogli infelici e collezioniste di amanti, l'una giustiziata come doppiogiochista, l'altra convinta collaboratrice della sua patria d'elezione, la Francia. E come loro Gertrude Bell, archeologa, scrittrice e agente segreto in Medio Oriente durante lo Grande Guerra. E ancora Violette Morris, campionessa sportiva francese, bisessuale, che lavorò per la Germania, o la bellissima attrice austriaca Hedy Lamarr, che fuggendo a un marito dispotico che collaborava con i tedeschi, ne portò con sé i segreti militari. Cinzia Toni ha restituito a queste Donne pericolose il loro posto nella storia. Sono ritratti indimenticabili di avventuriere affascinanti e ambigue, passionali e generose, potenti ed emozionanti.
La fine della Seconda guerra mondiale non fu immediata. Non ci fu nessun ritorno istantaneo alla pace: decine di milioni di profughi, sopravvissuti e prigionieri rimasero in preda alla fame, alle malattie, alle vendette dei vincitori. Le macerie delle città bombardate rimasero dov'erano per anni, soprattutto nella Germania sconfitta. Il primo anno del dopoguerra segnò anche il culmine delle tensioni tra Truman e Stalin, mentre in Cina vennero gettate le premesse per l'ascesa di Mao; si affermò il Congresso Nazionale Indiano di Gandhi, mentre in Medio Oriente prendeva corpo l'idea di uno Stato d'Israele. Quando comincia una guerra e quando finisce? Quali sono le tracce che non si possono cancellare? Ogni guerra genera altre guerre?
Un 2015 terribile per la Francia e per chiunque, come Sfar, conosce un solo modo per far chiarezza in tempi difficili: diffidare dei dogmi e lasciarsi andare alla seduzione del dialogo. Il diario di un anno di dubbi atroci e di poche, dolci certezze. "Sto attraversando una crisi in cui tutto mi riporta alla fede. Mio padre è morto. Io mi sono separato. I miei amici di "Charlie Hebdo" si sono fatti ammazzare. Mi sento disorientato tanto quanto il mio Paese e tento di ritrovare, in mancanza di Dio, almeno la mia buona stella. Per questo ho ripreso in mano i miei taccuini, per trovare qualche risposta alle domande che tutti ci poniamo. E che si possono ricondurre in qualunque ambito, pubblico o privato, a una sola: che tocca fare per crederci ancora?" (Joann Sfar)
"Sono partito per Kobane. Adesso mi aspetta un breve periodo di addestramento, dopo il quale farò quello che mio padre insieme a milioni di partigiani in Italia e nel mondo hanno fatto per difendere la libertà e la democrazia: combatterò in armi i fascisti del califfato nero." Così scrive in una lettera Karim Franceschi, l'unico italiano andato in Siria a combattere l'Isis: ventisei anni, figlio di padre ex partigiano e madre marocchina, Karim ha combattuto a Kobane, contribuendo alla prima grande sconfitta dell'esercito del califfato. Arrivato al fronte come soldato semplice, è poi diventato un abile cecchino... Questo libro, scritto insieme al giornalista Fabio Tonacci, è la ricostruzione momento per momento dei mesi trascorsi in battaglia, tra scontri durissimi, rappresaglie, stragi di civili e villaggi in macerie: un resoconto di cosa significhi lottare e uccidere per la democrazia, una lettura per capire dall'interno la ferocia di una guerra che ci riguarda tutti.
Molti di fronte allo scorrere del tempo reagiscono, anche nelle difficoltà, traendone sensazioni positive, individuandone gli aspetti vantaggiosi. Esprimono così la "gioia di vivere", un modo di vedere l'esistenza che si inserisce nel flusso della Natura, accettando ciò che il presente dona, senza decorarlo troppo con i propri desideri. Ma la maggior parte di noi è affetta dalla "fatica di vivere". Siamo sempre in azione e mai soddisfatti, destinati a rincorrere un futuro che non c'è e forse non ci sarà mai, spinti nella lotta per il potere dalle nostre ambizioni, dalla paura dell'insuccesso o perfino della morte. Due stili di vita opposti, che non appartengono all'ambito patologico, ma che sono la chiave per dare a una stessa esistenza un significato contrapposto: vivere bene, o al contrario vivere male. In questo libro Vittorino Andreoli, "portatore della visione tragica dell'esistenza", ci accompagna alla ricerca del segreto della gioia di vivere. E, attraverso la riflessione sui classici, la filosofia, la religione, l'osservazione delle storture della società e naturalmente con la conoscenza dell'uomo, delinea un percorso per recuperare la vera essenza del nostro essere umani. Si scopre così che nel mondo dominato dalle strategie per essere vincenti, dal fascino dell'esclusività, dalla bellezza, dalla fatica di vivere dell'individuo, il "magico potere" della gioia non è altro che la capacità, che tutti abbiamo dentro, di passare dalla dimensione dell'"io" a quella del "noi".
Nel 2011, con l'inizio delle proteste contro il regime siriano di Bashar al Assad, César - questo il nome in codice - e i suoi colleghi agenti militari ricevono l'ordine di fotografare i corpi delle persone morte nelle strutture di detenzione gestite dall'esercito. Sono i cadaveri degli oppositori al regime arrestati nel corso delle manifestazioni di protesta. César decide di copiare di nascosto molte delle fotografie e conservarle in modo sicuro, per aiutare i parenti delle vittime a conoscere la verità sulla sorte dei loro cari. Dopo due anni però i timori per la sua incolumità e quella dei suoi familiari lo hanno spinto a lasciare il Paese e cercare asilo in Europa.
"Da Raqqa a Parigi, dalla Siria all'Europa: portare la guerra nel cuore dove vive il nemico." Con queste parole Al Baghdadi ha annunciato di voler andare "all'attacco dei crociati" per non "farli più vivere in pace". È la minaccia che ha generato le stragi di Parigi dimostrando che l'Europa è diventata un fronte della guerra combattuta in Siria e Iraq contro i gruppi jihadisti. Ma non è l'unico. Maurizio Molinari, giornalista esperto di questioni mediorientali, disegna una mappa dettagliata del fenomeno jihad. Nei novemila chilometri che separano Tangeri da Peshawar è presente una galassia di gruppi, organizzazioni, cellule e tribù rivali fra loro, ma accomunate dal predicare la jihad come forma di dominio sul prossimo. "Il detonatore è il disegno apocalittico del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi" scrive Molinari "attorno a cui ruotano le sfide fra due rivoluzioni islamiche, cinque potenze regionali di Medio Oriente e Nordafrica, dozzine di grandi clan tribali e una miriade di gruppi armati e sigle terroristiche che si snodano dalle coste del Marocco alle montagne dell'Afghanistan." Il risultato è un conflitto di civiltà tutto interno al mondo musulmano e che ha identificato nell'Europa un proprio campo di battaglia. I gruppi jihadisti e salafiti hanno già colpito nelle nostre città e pianificano di trasformare le nostre strade in mattatoi di apostati e infedeli, non solo per sottometterci ma soprattutto per imporsi sui loro rivali interni in una lunga guerra destinata a ridisegnare le nostre vite.
C'era una volta una grande tenda da circo, dove un giorno non si sentirono più i ruggiti dei leoni ma rumori di teatro: quel circo si era trasformato in un teatro tenda. Per lo spettacolo servivano un paio di pantaloni neri, una camicia bianca e una cassa che nel tempo si è riempita di personaggi e di storie e sonetti e novellacce, alcuni approdati sulla scena, altri rimasti nascosti nel camerino. A cominciare dalla grande rappresentazione sacra di Giubileo, passando da Gaetanaccio a Edmund Kean, Gigi Proietti, o meglio il dottor Divago, racconta in questo libro di mondi perduti e di altri vicinissimi a noi. Sono novellacce dietro le quinte, rubate tra una battuta di scena e l'altra, battibecchi fra le sarte e i giovani attori, ma anche squarci di cronaca come la decisione di quel sindaco che voleva cancellare S.P.Q.R. e sostituirlo con RoMe&You. E tra un racconto e l'altro fanno capolino molti sonetti e poesie, annotati di corsa dietro una scaletta, poco prima di cambiare l'abito e riaggiustare il trucco. Il risultato è un racconto nel racconto di pensieri arruffati, atti unici, odori, abitudini che segnano il ritorno di un grande affabulatore capace di far sorridere e commuovere con le sue cronache ad alto tasso di romanità. E non solo, perché questo diario-de-camerino è un'occasione per vedere il lavoro dell'attore da vicino, spiarne la meticolosità maniacale, l'incanto ossessivo che da finzione diviene realtà per ogni spettatore.
Dalla caduta dell'Impero romano alla scoperta dell'America passando per il fatidico anno Mille: i secoli del Medioevo costituiscono un enorme mosaico fatto di guerre e invasioni, ordini monastici e scismi religiosi, signorie e città-stato, vette poetiche e rivoluzioni artistiche. Le calate dei "barbari", la società feudale, la nascita dei Comuni, lo splendore culturale del Rinascimento sono tappe decisive per il destino dell'Italia, determinanti nel segnare lo sviluppo civile e i costumi del nostro Paese. Magistrale interprete della nostra storia nazionale, Indro Montanelli ha raccontato come nessun altro gli eventi e i protagonisti del nostro passato: in questo volume che raccoglie le sue migliori pagine sul Medioevo, si alternano le narrazioni delle vicende più appassionanti e i ritratti dei più grandi personaggi del tempo. Tra "secoli bui" e "secoli d'oro", si susseguono condottieri, papi e imperatori come Attila, Odoacre, Carlo Magno, Federico Barbarossa, Bonifacio VIII, Lorenzo il Magnifico, ma anche religiosi, poeti, esploratori come San Benedetto, Arnaldo da Brescia, Dante, Petrarca, Cristoforo Colombo. Il testo è tratto dai seguenti volumi della "Storia d'Italia": la parte prima da "L'Italia dei secoli bui. Il Medio Evo sino al Mille"; la parte seconda da "L'Italia dei Comuni"; la parte terza da "L'Italia dei secoli d'oro. Il Medio Evo dal 1250 al 1492".