Le grandi costruzioni politiche, i disegni onnicomprensivi, la partecipazione di massa sembrano un ricordo del passato. Più dell'eccessivo coinvolgimento ideologico, il problema nelle società occidentali pare essere oggi il disincanto. Tuttavia, se guardiamo a fenomeni come l'affermarsi della globalizzazione culturale o la minaccia del fanatismo settario e dei nazionalismi di ritorno, appare chiaro perché anche oggi le ideologie tornano ad essere una dimensione fondamentale della cultura e della politica e un tema di grande interesse scientifico. Il volume offre un'articolata analisi, alla luce anche delle più recenti teorie emerse nella sociologia della cultura, del fenomeno delle ideologie e degli ambivalenti legami che esse intrattengono con le strutture sociali e con la razionalità degli individui.
"Tredici milioni di italiani si rivolgono a maghi, cartomanti, guaritori. 'Quando non si crede più in Dio si rischia di credere a tutto', aveva profetizzato lo scrittore inglese Gilbert K. Chesterton. L'Occidente secolarizzato e ateo si lascia manipolare da santoni, guru e professionisti del marketing del sacro. Una resa incondizionata all'astuzia di chi vende la fede light e il paradiso in terra. Questo libro poggia sull'esperienza sul campo dell'esorcista e sacerdote di 'frontiera' don Aldo Buonaiuto. Al suo impegno in prima linea si è affiancato il lavoro di scavo giornalistico del vaticanista e cronista d'inchiesta del quotidiano «La Stampa», Giacomo Galeazzi. Attraverso testimonianze e approfondimenti scientifici, sono descritte le numerose porte d'accesso alle sette occulte disseminate nella società attuale. Nel fiorente supermarket globalizzato delle false credenze, Satana riesce a entrare anche da canali apparentemente innocui come le tendenze New Age, i culti 'fai da te' e i potenziali adepti contesi in Rete dalle mille sigle delle false credenze religiose. A partire dall'analisi gli autori scandagliano il mercato degli artigiani del diavolo riannodando i fili dei misteriosi rapporti tra occultismo, musica e messaggi veicolati attraverso i mezzi di comunicazione, i film e internet. Connessioni segrete che ricollegano fenomeni di massa, dal caso del fantasy, alla festa di Halloween, all'oscura galassia dell'esoterismo, la magia e il nichilismo". Prefazione di cardinale Pietro Parolin.
In un mondo fatto di dati, che ognuno di noi cede inconsapevolmente, occorre costruire un nuovo rapporto tra gli utenti e le piattaforme digitali, aiutando gli individui a contrastare i giganti del web che le utilizzano nei campi più disparati solo per massimizzare i loro profitti. Per riuscire in questa sfida da cui dipende una parte significativa del nostro futuro dobbiamo prima di tutto riprenderci i nostri dati digitali e poi condividerli con quelli degli altri, in maniera trasparente, democratica e mutualistica. Chi può aiutarci meglio della cooperazione, con i suoi principi etici e la sua storia secolare di unione e organizzazione dei deboli per uscire dallo sfruttamento? Nel mondo stanno nascendo esempi di questa nuova cooperazione digitale. Ma è in Europa che si può avviare un progetto dove la tutela attiva e auto-organizzata dei dati digitali di 500 milioni di cittadini-consumatori, consenta di dare vita ad uno spazio economico e sociale digitale basato su libertà, pluralismo, democrazia e responsabilità piuttosto che sull'egoismo.
In questo nuovo lavoro l'Autore ripercorre parte della storia dei programmi economici che si sono susseguiti in Italia dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nati sulla scia dell'inversione di impostazione politica impressa all'intervento dello Stato nell'economia sia nel blocco occidentale, nelle forme liberiste e decentralizzate, sia in quello sovietico, nelle forme totalitarie e centralizzate. Egli ripercorre la storia dello scivolamento nell'inutilità dell'abbondanza di questi programmi, soffermandosi sulle personali esperienze, che considera parte di una storia più ampia, ancora tutta da scrivere. L'Italia aveva ereditato dal ventennio fascista un grosso nucleo di grandi imprese pubbliche e, nonostante avesse fatto la scelta di campo occidentale, non riuscì mai a conciliare l'intervento pubblico con le regole del mercato aperto. La nostra cultura sociale non ha mai gradito la libera competizione e ha coltivato invece l'assistenza pubblica; di conseguenza il settore esposto alla concorrenza è sempre rimasto di dimensione inferiore al settore non esposto, creando una condizione che si è riflessa in una produttività media più bassa del resto del mondo più avanzato. Il vincolo esterno è stato il correttivo scelto dai gruppi dirigenti del Paese per calmierarne gli effetti, senza però risolvere le cause. Il 1992, anno di firma del Trattato di Maastricht e dell'avvio dell'inchiesta della Magistratura nota come «Mani pulite», marca il punto di svolta del regime economico e politico del Paese che, incontrandosi con diversi shock geopolitici (globalizzazione, cessione della sovranità monetaria all'eurosistema e crisi finanziaria internazionale), ha invertito crescita reale e benessere sociale, con conseguenze politiche sotto i nostri occhi. Conclude definendo gli strumenti per raggiungere gli obiettivi che il Paese intende perseguire, chiedendo all'Unione Europea di collaborare per riacquisire il consenso perduto e proponendo di avviare una riforma del bilancio pubblico che stabilisca i limiti delle garanzie sociali offerte e liberi risorse per creare opportunità di reddito e di lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Avverte però che, senza la creazione di una Scuola europea di ogni ordine e grado non si riavvierà l'indispensabile processo di unificazione politica per riportare l'Europa al rango geopolitico che a essa spetta.
Traduzione dall'ungherese, introduzione e note di Roberto Ruspanti. La traduzione italiana della più bella fiaba popolare in versi della letteratura ungherese.
La storia dei Florio, prestigiosa famiglia siciliana del secondo Ottocento e dei primissimi anni del Novecento, con collegamenti con i più alti vertici della finanza e dell'industria internazionale e rapporti con regnanti di tutta Europa, è espressa molto bene dal sarcastico aforisma degli americani nei confronti di quelle famiglie di immigrati «che iniziarono in maniche di camicia e, nel corso di tre generazioni, si ritrovarono in maniche di camicia». È purtroppo così! Oggi il loro nome in Italia e all'estero è ricordato soltanto da una marca di liquori e da una corsa automobilistica su strada, la Targa Florio, tra le più antiche d'Europa. Ma per l'immaginario collettivo siciliano e meridionale in genere i Florio da tempo sono entrati nella leggenda e nel mito. Rappresentano gli uomini simbolo delle capacità imprenditoriali del Sud, i tempi nostalgicamente sempre rievocati in cui anche al sud fiorivano iniziative industriali vincenti. Allora, nella seconda metà dell'Ottocento, il nome Florio equivaleva nel campo della navigazione mercantile a quelli, nei decenni successivi, degli Agnelli nell'industria automobilistica o di Berlusconi nel settore televisivo. Ed era noto in Italia e all'estero, perché i loro cento piroscafi solcavano tutti i mari del mondo e i loro prodotti (vini e tonno in scatola) conquistavano i mercati italiani e stranieri. Cancila ricostruisce le vicende della famiglia Florio da storico, senza nessuna concessione agiografica né indulgenza regionalistica, ma con rigore scientifico e rifuggendo da interpretazioni romanzesche. E tuttavia, sebbene si avvalga di una ricchissima documentazione d'archivio, più che un'opera storica, la sua sembra la storia romanzata di una famiglia, una favola antica cui manca soltanto il lieto fine.
Da alcuni anni le scienze sociali hanno "scoperto" un tipo di beni che non sono né cose materiali, né idee, né prestazioni, ma consistono di relazioni sociali, e per tale ragione sono chiamati "beni relazionali". Riguardano tutte quelle relazioni che fanno fiorire le persone. Realizzano una "vita buona" e una "società buona", e in particolare una democrazia matura. Si tratta di esplorare queste realtà, a cui sono interessate un po' tutte le discipline che riguardano la vita sociale (in particolare sociologia, psicologia, economia, politologia, filosofia, pedagogia), per comprendere quale sia il loro apporto pratico. Il libro presenta una teoria generale dei beni relazionali. Segnala esempi concreti. Chiarisce chi e come li può creare. In breve, offre prospettive di azione per tutte le forme di organizzazione sociale che vogliano essere generative di beni, anziché di mali, personali e collettivi.
Questo manuale accompagna il lettore, sia esso un "addetto ai lavori" o un semplice "dilettante" curioso, in un viaggio interdisciplinare attraverso le diverse dimensioni del complesso mondo dell'intelligence e dei servizi segreti. Una narrazione che scorre tra suggestioni letterarie e cinematografiche (da Moby Dick e Ken Follet a Le Carrè e 007), aspetti storici, geopolitici e studi strategici e militari. La descrizione della dimensione tecnica e organizzativa delle principali agenzie di intelligence del mondo è intrecciata con le storie di spionaggio che le hanno caratterizzate. Vicende storiche che attraversano l'interconnessione tra scienze umane e matematiche, cibernetica, crittografia, cifratura delle comunicazioni segrete e scienza delle reti, per portare il lettore sin sulla soglia del futuro, negli scenari quasi fantascientifici prodotti dall'evoluzione tecnologica e informatica, evidenziando anche rischi che sono celati nel cyberspazio, nei Big Data e nell'IoT (internet delle cose), o la fragilità delle infrastrutture critiche, le minacce economiche e politiche che possono derivare dalle fake news e dalla guerra dell'informazione. Infine, una parte metodologica che riporta la ricerca di intelligence dentro la logica della ricerca scientifica dell'approccio epistemologico di Karl Popper. L'autore tratta del cigno nero e del tacchino induttivista, del metodo ipotetico deduttivo di Sherlock Holmes e della misteriosa estinzione dei dinosauri, della profezia che si auto avvera nel Macbeth e dell'archetipo del viaggio di Ulisse, del Titanic e dell'Arca di Noè, per arrivare al tema più complesso della relazione tra ciclo dell'intelligence e decisone politica, e concludere affidandosi alla suggestione del disordine armonico dell'improvvisazione tipico della musica jazz.
Il volume ospita una riflessione interdisciplinare sul tema della salute e della città sana nelle sue diverse declinazioni, fisiche e sociali, e si colloca nell'ambito del progetto Student health and well-being service hub avviato dall'Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria. La prima parte del volume indaga il rapporto tra salute e diritto sia con riferimento agli ambiti di regolazione, sia rispetto ai nuovi diritti emergenti che configurano in modo sempre più ampio e problematico il diritto alla salute; la seconda è invece rivolta all'analisi del rapporto tra salute e società in particolare rispetto alle istanze sociali connesse al diritto a vivere in una società inclusiva, alla qualità della vita e della progettazione dello spazio urbano e dell'ambiente costruito.
Il vero cambiamento, nella storia dell'Italia e degli italiani, è quello che si è realizzato tra il 1948 e il 1978. Dopo il passaggio dalla guerra alla pace, dal fascismo alla democrazia, concluso con l'entrata in vigore della Costituzione, lo slancio della ricostruzione post-bellica si è trasformato nel boom economico e il Paese si è industrializzato, urbanizzato e scolarizzato con un'intensità senza precedenti. Questo volume racconta come, pur con errori e contraddizioni, l'Italia è diventata una delle prime sette potenze economiche del mondo e una miseria secolare è stata radicalmente sconfitta, anche se vari problemi sono rimasti aperti e la ricchezza ne ha creati di nuovi. Il cambiamento è stato possibile, in un contesto internazionale favorevole, perché gli italiani si sono uniti in uno sforzo comune e perché il raggiungimento di traguardi inediti ha favorito la loro unità. Malgrado le divisioni laceranti create dalla Guerra fredda, è in questo trentennio di democrazia e di crescita che sono stati "popolo" più che in qualsiasi altro momento della loro storia. Questo libro a più voci racconta le riforme che hanno favorito il cambiamento - da quella agraria alla Cassa per il Mezzogiorno e alla scuola media unica -; come si sono trasformate le città, la famiglia e la Chiesa; come si è evoluta la cultura di massa attraverso il Giro d'Italia e il Festival di Sanremo, la televisione e il cinema; come le migrazioni interne e il Sessantotto hanno dato alla società italiana un volto nuovo. Presentazione di Antonio Iodice e Giuseppe Acocella.
Associazione per la ricerca e la promozione delle pratiche di filosofia dialogica nella scuola e nella società.
Gli anni Settanta costituiscono ormai da qualche tempo uno specifico ambito di ricerca, non solo in Italia, sia per il fisiologico ampliamento degli interessi storiografici sul piano meramente cronologico, sia per il ruolo di cerniera o di svolta che si tende ad attribuire a quel decennio, considerato implicitamente da molti come una fase storica di passaggio avente la funzione di traghettare il mondo verso una nuova epoca, il tempo presente. Con questo testo si vuole offrire a chi voglia avvicinarsi agli studi relativi alla storia degli anni Settanta un manuale orientativo della ricerca che ne rifletta i più recenti sviluppi e dia conto delle principali narrazioni, interpretazioni e metodologie oggi al centro del dibattito storiografico nazionale e internazionale. Vengono qui indagati molteplici piani di analisi, tra storia globale e delle relazioni internazionali, storia politica e istituzionale, storia economica, del lavoro e della conflittualità sindacale, storia dei media e dei consumi, storia delle donne e di genere, storia dei giovani, della sessualità e storia delle religiosità.