Cambiare le strutture sociali o cambiare l'uomo? È un'alternativa che non finisce di appassionare, e talvolta di dividere, gli uomini e i cristiani. La spiritualità che Pàvel Nikolàjevic Evdokìmov propone, ampiamente nutrita di meditazione biblica e patristica, soprattutto orientale, tende a operare una sintesi tra l'esperienza di Dio e la sua espressione storica nel lavoro, nella cultura, nell'arte, nella morte. L'esperienza di Dio coglie l'uomo in ciò che ha di originario trasformandolo in "uomo nuovo". Ma Dio è colui che ama gli uomini di un "amore folle", come suole dire Evdokìmov prendendo l'espressione dal teologo laico Nicola Cabasilas; cioè di un amore che può tutto fuorché togliere la libertà all'uomo. Trasformandosi a immagine di Dio, l'uomo non può non amare l'umanità intera fino in fondo, condividendone il destino. Perciò è necessario che i cristiani superino sia le sterili tentazioni dell'integrismo sia la perdita di identità e sviluppino la loro fantasia creatrice, esprimendo forme storiche che valorizzino i frammenti di verità e di bellezza sparsi nella società contemporanea, facendoli diventare segni in cui ogni uomo possa sentire la presenza vivente in Dio.
Secondo una tradizione rabbinica, nell’olam ha-ba’ (il mondo futuro) noi staremo seduti tutti in cerchio intorno a Dio, ed egli risponderà alle nostre domande. Che, essendo numerose, anzi infinite perché in questa vita sono in gran parte rimaste inevase, impegneranno l’eternità. Ma questo – al di là delle leggende e dei paradossi – è proprio il problema fondamentale della nostra esistenza, della nostra storia, della nostra teologia: la mancata rispondenza “automatica” tra domande e risposte.
Anche questo volume si colloca sulla scia del “primato delle domande”, perché pur nella ricchezza delle fonti citate, antiche, moderne e contemporanee, non ha la pretesa dogmatica di darci altrettante risposte. E questo non è un segno di agnosticismo, ma di fede, di attesa escatologica certa. Noi sappiamo che anche Gesù ha sperimentato dei “perché” senza risposta: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Matteo 27,46). O meglio, dei “perché” la cui risposta è al di là della morte.
L’autore
Vincenzo Bertolone, vescovo di Cassano allo Jonio, è sacerdote della Congregazione dei Missionari Servi dei Poveri. Dopo la laurea in Pedagogia al Magistero di Palermo, ha conseguito all’ Angelicum di Roma il dottorato in Diritto canonico. Dal 1976 al settembre 2006 è stato membro del Consiglio Generale della sua Congregazione, ha insegnato religione nella Scuola pubblica e ha operato come cappellano al Carcere minorile di Palermo. È postulatore delle Cause di canonizzazione dei beati Giacomo Cusmano e Francesco Spoto e di quelle di beatificazione della SdD Vincenzina Cusmano e del SdD Francesco Paolo Gravina. Ha pubblicato tra gli altri: Sulle orme del Divino Viandante (2007); Sulla tua Parola (2007); San Paolo, l’innamorato delVolto di Cristo (2008);Alla ricerca di Colui che ti cerca (2008); La Chiesa che vorrei (2009); Briciole di speranza,...per guardare oltre, I (2009); Ars spes Ecclesiae (2009).
André Léonard ci spiega come la speranza trascendente non è slegata dalle “liberazioni” a cui l’essere umano aspira anche qui sulla terra.
Il testo affronta, con chiarezza e sicurezza, anche il tema scottante delle difficoltà create alla fede e alla speranza dalla filosofia, dalle scienze materialistiche e dalle nuove “religioni” di stampo new age.
destinatari
Un libro destinato a lettori credenti o persone in ricerca, accessibile anche a un pubblico non specializzato.
l’autore André Léonard, già professore a Lovanio e ora vescovo di Namur, ha pubblicato diversi testi di carattere spirituale. È autore poliedrico, che si distingue per chiarezza e sicurezza nella dottrina, sia teologica che filosofica e scientifica, perfino matematica. Con San Paolo ha pubblicato: Il fondamento della morale: Saggio di etica filosofica (2001).
DIO AL LIMITE
Prospettive per un cristianesimo di soglia di Giuseppe Mazza.
In che termini il limite può essere interpretato come locus theologicus e struttura di rivelazione? Che cosa ci dicono le dinamiche del confine e della soglia sulla verità cristiana e sul cristianesimo stesso come processo ed evento? In che senso è oggi plausibile ripensare la dimensione-limite dell’identità cristiana, in seno a un universo culturale in cui lo «scandalo» dell’assenza divina sembra alimentare solo l’indifferenza religiosa, nella prassi come nel pensiero? È ipotizzabile un cristianesimo come esperienza-limite, magari al limite stesso del cristianesimo ufficiale o tradizionale? A porsi simili domande non è solo il pensiero della fede: oscura ma non disattendibile, una provocante seduzione del limite continua a pungolare, sotto molti aspetti,la riflessione contemporanea. Questo libro ne raccoglie la sfida,nel tentativo di offrire una meditazione coerente sul concetto di cristianesimo alla luce della fenomenologia (ed esperienza religiosa) del limite e del passaggio. La consapevolezza che pervade queste pagine si riassume nella più consolante delle professioni di fede: Dio si dà nel passaggio. Nel suo libero fluire aspetta e ospita,invitando l’uomo a convegno nella concretezza fangosa dello spazio e del tempo. Da Dio a uomo, dal rivelarsi al divenire, il passaggio si fa breve: si fa limite.
DESTINATARI
Studenti e studiosi di telogia.
AUTORE
Giuseppe Mazza è docente di Teologia Fondamentale e di Comunicazioni Sociali presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Svolge un’intensa attività di ricerca a livello internazionale,collaborando con gruppi di studio e istituzioni universitarie in Europa e negli Stati Uniti. Il suo ambito di interesse comprende la riflessione critico-teologica sulla postmodernità, le teorie del limite, l’incarnazione, la comunicazione religiosa e quella pastorale. Ha all’attivo un cospicuo numero di pubblicazioni di carattere scientifico, edite in varie lingue. Per San Paolo ha già pubblicato Incarnazione e umanità di Dio. Figure di un’eternità impura (2008) e, con Giacomo Perego, l’ABC dei vangeli apocrifi (2006).