Per comprendere quanto sta accadendo in momenti di crisi personale e sociale, occorre fare i conti con il mistero del male e del dolore innocente. Ma per affrontare e superare la pandemia e le sue conseguenze è necessario uno sguardo che giudichi adeguatamente i segni dei tempi e li interpreti nell'orizzonte della speranza cristiana. È quanto propongono in questi fitti dialoghi don Luigi Maria Epicoco, il più apprezzato autore di spiritualità degli ultimi anni, e lo scrittore Saverio Gaeta, noto per i suoi approfondimenti sulla mistica e sulle manifestazioni mariane. Senza negare nessuna delle grandi domande che credenti e non credenti si sono poste in questi mesi, Epicoco e Gaeta affrontano temi come quello del male innocente, delle rivelazioni e dei segreti, della fine dei tempi, della speranza cristiana; ma anche temi caldi come la partecipazione all'Eucarestia, il senso dell'eroismo quotidiano, il valore della fede e della preghiera, il senso della comunità e della modernità. Ne scaturisce una prospettiva di fede che offre spiragli di luce nell'apparente buio dei nostri giorni, un faro per quanti già vivono l'esperienza cristiana, ma anche una sfida in positivo per quanti ancora ne sono lontani.
"La fame nel mondo non è naturale né ovvia, viene usata come arma di guerra-. Papa Francesco è diretto quando parla di uno dei temi fondamentali della vita del pianeta. Il libro di Gianni Garrucciu, partendo dagli ultimi dati ufficiali della FAO, dà volti e storie a numeri che fanno paura, ma che non possiamo più evitare: 821 milioni di esseri umani oggi patiscono la fame. Partendo da una lunga conversazione privata con Papa Francesco, Garrucciu stimola il lettore penetrando acutamente, insieme al Pontefice, nei più sottili anfratti della riflessione sulla malnutrizione, sull'insicurezza alimentare e sui suoi paradossi. A sostegno delle parole di Francesco, ecco poi seguire il racconto del direttore esecutivo del WFP David Beasley; di due economisti della FAO, di un medico della OMS, che ogni anno studiano ed elaborano dati e pubblicazioni sul tema della fame. Garrucciu porta i lettori dentro il problema con passione e attenzione ai dati di realtà, raccolti fra i testimoni più importanti delle Istituzioni mondiali, i volontari e gli abitanti delle zone più a rischio del pianeta. La questione della fame, infatti non riguarda solo la descrizione delle sofferenze, ma anche la volontà di riscatto sociale ed economico. Ne viene un libro ricco, che cattura il lettore con la forza dei dati e della narrazione, e che obbliga a pensare a quello che vogliamo essere e che vogliamo che il mondo intorno a noi sia in futuro.
Nel gennaio del 2002 il Boston Globe pubblica una serie di inchieste nelle quali dimostra il coinvolgimento dei vertici della Chiesa di Boston nella copertura di abusi sessuali perpretrati dai sacerdoti nei confronti dei minori. Il dramma degli abusi sessuali sui minori diventa uno scandalo internazionale. Come ha affrontato la Chiesa questa tragedia? Sarà San Giovanni Paolo II a inserire gli abusi sui minori tra i crimini più gravi che possa compiere un sacerdote, affidando alla Congregazione della dottrina della fede, retta dal cardinal Ratzinger, il compito di indagare e perseguire quei sacerdoti che si erano macchiati di tale crimine. Ma se nell’ultimo periodo del pontificato di Karol Wojtyla il problema viene affrontato forse con qualche difficoltà, con l’elezione di Benedetto XVI il tema è trattato con maggiore energia. E dopo la rinuncia di Benedetto XVI al papato sarà Francesco a proseguire il lavoro.
Attraverso la cronistoria dei casi di cronaca più celebri, e grazie a documenti, discorsi e interventi dei tre papi che si sono succeduti nel nuovo secolo, questo libro mette ordine in una storia che spesso viene sottovaluta o dimenticata... oppure criticata senza una reale conoscenza dei fatti.
Diritto e antropologia si confrontano sul patrimonio culturale e la sua tutela, con uno sguardo attento e concentrato su alcune situazioni di particolare fragilità che riguardano il bene nella sua dimensione materiale e immateriale, imponendo riflessioni ben più ampie sull'individuo, sulla società, sul nostro tempo. Si propongono all'attenzione del lettore, tra gli innumerevoli casi di fragilità, quelli che riguardano i luoghi che abitiamo - le nostre città, le nostre periferie -, dimostrando quanto sia difficile difendere il bello e il giusto, elementi in rapporto strettissimo, come se dall'uno dipendesse l'altro. È davvero così? Per questo si deve intervenire per educare o rieducare, come testimoniano i preziosi contributi dei giudici penali, autori della sezione centrale del volume. Così il bello e il giusto rappresentano, soprattutto nella lettura antropologica, momento fondamentale del volume, i due elementi da comprendere e da difendere con eguale determinazione non in una dimensione astratta e lontana dal reale, ma nel qui e ora dove possono davvero cambiare (e migliorare) lo sguardo sul mondo. Scorrono sottotraccia, in tutto il volume, le domande: cos'è l'arte (oggi)? e la bellezza? Il lettore non troverà risposte, tanto meno esplicite, ma un luogo di riflessione nel quale domandarselo, anche in vista dell'introduzione della nuova educazione civica nella formazione dei giovani, rimarcando la necessità imprescindibile e non abdicabile di conoscere il patrimonio culturale per poterlo tutelare.
Era la sera del 9 novembre 1989 quando fu abbattuto il muro di Berlino. In quella stessa sera, durante la conferenza stampa, Günter Schabowski, il ministro della Propaganda, venne colto impreparato dalla domanda sulla concessione di permessi di viaggio ai tedeschi dell'Est. Rispose ab sofort, cioè "da subito-, con effetto immediato, e con due sole parole annunciò così la caduta del muro. I berlinesi lo presero alla lettera e si riversarono nei pressi del muro. Le guardie, lasciate senza ordine, non fecero altro che aprire i varchi. Le immagini dell'abbattimento del muro fecero il giro del mondo e in poco tempo l'euforia, lo spirito di riunificazione e libertà si diffuse in tutta Europa. Sono passati trent'anni e altri muri sono comparsi nel mondo. In occasione di questo anniversario, Giorgio Ferrari ripercorre le tappe del muro più tristemente famoso della storia attraverso i personaggi e gli eventi che ne hanno determinato prima l'edificazione e poi l'abbattimento: dalla Guerra Fredda alla crisi economica della Ddr allo storico discorso di John Kennedy, a Gorba?ëv, alla decisiva opera di Giovanni Paolo II. La prigionia psicologica, morale e fisica di Berlino è durata ventotto anni, nel mondo però non si è cessato di costruire barriere, confini e cortine di ferro che ancora separano e umiliano individui, popoli e culture. Dalla "Barrera" fra il Messico e gli Stati Uniti alle mura che avvolgono Gaza e cingono la Cisgiordania, ai confini interni della stessa Europa, dove risorgono muraglie e distese di filo spinato laddove dovrebbe esserci lo spazio libero della circolazione delle persone e delle cose, un viaggio fra le democrazie (liberali e autoritarie) accomunate dalla grande paura dei migranti.
Cosa si intende oggi per "fine vita"? Gli "attori" di questa fase estrema dell'esistenza sono diversi. C'è il paziente, ovviamente, ma anche i medici, i parenti o eventualmente l'amministratore di sostegno o il curatore: tutte persone chiamate a confrontarsi con i medici e prendere decisioni sulle cure che dovranno essere offerte alla persona in condizioni di salute irreversibili. La legge 219/2017 - entrata in pieno vigore proprio nel corso di quest'anno - offre ai cittadini la possibilità di predisporre una Dichiarazione Anticipata di Trattamento (DAT), che dia vincolanti indicazioni a proposito delle "cure" che vogliamo ci siano applicate nel caso ci trovassimo di fronte al nostro fine vita senza poter assumere direttamente le decisioni che ci riguardano. Questo libro fa chiarezza su tutti gli elementi della questione del fine vita e ci aiuta a riflettere e a decidere per tempo a proposito delle cure che vogliamo e di quelle alle quali siamo convinti di voler rinunciare.
Manuela Ulivi, che da quasi trent'anni collabora con la Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano, racconta le storie di donne vittime di maltrattamenti e i percorsi di rinascita di molte di loro, sfatando i tanti stereotipi legati al tema e mettendo in evidenza gli aspetti poco conosciuti e ignorati delle violenze in famiglia, un universo che nasconde le contraddizioni di una società moderna, che su questo tema tanto moderna non è... La Casa delle donne maltrattate di Milano, primo centro antiviolenza italiano, incontra, ascolta e ospita le donne vittime di violenza adottando la metodologia dell'accoglienza, un orientamento fondato sulla pratica della relazione tra donne e sull'accompagnamento senza giudizio e direttività.
In Italia si sta verificando qualcosa di inedito: ci sono due populismi che si saldano, probabilmente per colpa di chi c'era prima, e si saldano su due nemici: Europa e migranti. Qual è il rischio a cui andiamo incontro continuando su questa strada? Quello di andare contro la Costituzione, negando il diritto di salute o il diritto alla vita. Lambruschi riflette sul fenomeno immigrazione, prendendo le mosse dal decreto sicurezza, attraverso le molteplici e drammatiche situazioni che si verificano oggi nel mondo, per concludere con il forte messaggio della pastorale dei migranti di papa Francesco. Un'inchiesta a tutto tondo: populismi di destra e di sinistra, diritti umani, interessi politici ed economici, la posizione della Chiesa...
Come ogni anno riparte l'iniziativa Mare sicuro con la quale la Guardia costiera è impegnata, lungo ottomila chilometri di coste italiane, più i laghi Maggiore e di Garda, a garantire la sicurezza dei villeggianti. Un lavoro che si svolge tutto l'anno, ma che ha nei mesi estivi la massima concentrazione con l'impiego di oltre tremila persone, 300 mezzi navali e 15 mezzi aerei. Un impegno qui raccontato attraverso quattro storie esemplari che mettono in evidenza l'abnegazione e la professionalità di chi ogni giorno è chiamato a salvare vite umane in mare (bagnanti, diportisti e chiunque si trovi in difficoltà), a tutelare l'ambiente marino e costiero e a controllare l'intera filiera ittica.
«Questa è la storia di un viaggio. Come tutti i viaggi è nato da un’idea: la voglia di esplorare un luogo in cui si è stati e in cui ci si trova ogni giorno, in cui pare di muoversi a proprio agio, di conoscerne strade e scorciatoie. Un luogo tanto comune a tutti da divenire insignificante, in senso etimologico. Il confine». Un libro di sguardi e conversazioni sul tema del confine come luogo di incontro/scontro, di attraversamento, in senso non solo geografico ma anche linguistico, ideologico, generazionale e culturale, un dialogo aperto su temi come identità, appartenenza, limite. Un romanzo in veste di saggio per mostrare come i significati non si trovino nell’eclatante ma, al contrario, nelle piccole cose, nei moti dell’animo che hanno segnato le tante vite qui chiamate a raccolta.
In un’epoca di totale trasparenza mediatica di ogni sentimento, le lacrime – esposte ovunque – turbano gli sguardi e, insieme, obbligano a pensare più profondamente. Esse sono forse l’unico momento di intimità che ci resta e
ci obbligano a domande che portiamo nel profondo di noi. Sono qualcosa che è nostro e che, insieme, ci sfugge e apre
la nostra vita al mistero dell’esistenza: che cosa possiamo percepire attraverso di esse? Da cosa lavano i nostri occhi e i nostri cuori? Da cosa ci liberano veramente? Che cosa, senza di esse, non vedremmo mai?
Anne Lécu regala ai lettori una meditazione aperta, una
sorta di vagabondaggio teso a incoraggiare le persone
che piangono e che ne hanno vergogna a comprendere l’importanza delle lacrime per l’uomo: una luce d’in nito che indica un altrove. Grazie a esse sfoghiamo i turbamenti del cuore, esprimiamo gioia, conosciamo meglio noi stessi e gli altri.
Mentre Riccardo si tormenta per la precarietà del suo lavoro, che non gli consente di sposare la donna con cui ha una relazione da quasi dieci anni, di acquistare una casa,
una macchina... un ambiguo personaggio fa leva sulla sua ingenuità e inesperienza e gli prospetta la possibilità di dare una svolta alla sua vita. Grazie a questo “aiuto”, vive per due anni l’illusione di aver realizzato il sogno di costruirsi una famiglia. Diventa anche papà.
L’investimento però si rivela una truffa. Quando Riccardo capisce di essere caduto nella mani di un usuraio, è
troppo tardi e teme di non avere via di scampo. Ma nel momento più buio, quando farla nita gli sembra l’unica
via percorribile, accade qualcosa di inaspettato: l’incontro con un’associazione che esiste, su tutto il territorio italiano, proprio per aiutare persone schiave come lui. L’inizio di un cammino di liberazione.