"Non è vero che chi muore di cancro va all'Inferno... non è vero che la morte è la fine di tutto; e non è vero perché c'è stato in un attimo della mia vita un giardino pieno di camomilla fiorita, una sensazione di gioia e di gratitudine immensa verso chi mi aveva donato la vita e quell'attimo di vita." L'autore, medico milanese dell'Istituto dei tumori, scopre a quarant'anni, sposato con tre figli piccoli, di avere un tumore al rene. Lo svilupparsi della malattia, dopo un primo importante intervento chirurgico, gli garantisce, per usare le sue parole, "dieci anni di vita quasi normale", in una sorta di tregua armata che termina il 4 dicembre 1989, allorché l'ultima operazione svela l'inesorabile recrudescenza del male. "Mi trovo" scrive allora "di fronte a ciò che Leopardi chiama "l'apparir del vero", e che si potrebbe più prosaicamente definire l'esperienza della fragilità della vita". Questi dieci anni di vita quasi normale, e quello successivo, l'ultimo, sono attraversati dalla testimonianza che Antonio ha lasciato in lettere, scritti, appunti e un abbozzo di libro. La loro raccolta e pubblicazione, prima in forma "artigianale", ora in una nuova edizione rivolta al grande pubblico, racconta una reale esperienza di vittoria sulla fragilità della vita e sulla morte. Prefazione del cardinale Angelo Scola, vescovo di Milano.
"Il segretario di Stato è una specie di meridiana che può indicare l'ora solo se c'è il sole, altrimenti non funziona". Non c'è frase migliore per spiegare quale concezione il cardinale Agostino Casaroli abbia avuto del suo ruolo. Segretario di Stato dal 1979 al 1990 sotto Giovanni Paolo II, Casaroli è stato per lungo tempo il protagonista indiscusso della diplomazia della Santa Sede, essendo il principale artefice dell'Ostpolitik vaticana, etichetta attribuita alla complessa rete di rapporti diplomatici intessuta con i paesi del blocco sovietico a partire dal 1963. Nonostante le critiche, più o meno velate, rivoltegli anche dall'interno della Chiesa, Casaroli, in assoluta comunione di intenti con i pontefici che si sono succeduti ha impostato con coerenza una linea diplomatica che si è rivelata vincente, avendo avuto un ruolo non secondario nella progressiva disgregazione dei regimi comunisti, fino alla decisiva svolta del 1989. Questo contributo si propone di ricostruire con dovizia di particolari e rigore storico quella straordinaria stagione, gettando una luce profonda sull'attività diplomatica di Casaroli e indagando a tutto tondo la personalità di un uomo che è stato tra i maggiori interpreti della storia del secondo Novecento. La straordinaria avventura diplomatica del Card. Casaroli.
Marius Oprea è un archeologo unico nel suo genere. Dissidente all'epoca di Ceaucescu e successivamente fondatore dell'Istituto per la ricerca sui crimini del comunismo, setaccia la Romania alla ricerca di storie mai dimenticate ma da decenni passate sotto silenzio, a testimonianza delle quali oggi resta poco. Restano le ossa di vittime assassinate dalla Securitate, la polizia politica rumena, e sepolte poco lontano dai villaggi come monito. Rimangono i resti dei vescovi e dei sacerdoti greco-ortodossi rinchiusi e martirizzati. Resta una storia della Romania quasi sconosciuta tutta da riscrivere. Dall'incontro di Oprea con Guido Barella sono nate un'amicizia e una stretta frequentazione, ma anche l'occasione per raccontare una storia profonda e avventurosa, che affonda le sue radici nella storia dell'Europa e della follia dei totalitarismi.
I casi di Asia Bibi (da cinque anni in prigione per delitto di blasfemia) e di Malala (la più giovane candidata al Premio Nobel per la pace) hanno colpito profondamente l'attenzione dell'Italia e dell'Europa; ma si tratta solo della punta di un iceberg che vede svolgersi nella "Terra dei Puri" (questo il significato di Pakistan) un dramma quotidiano e continuo: migliaia di donne (soprattutto cristiane) per il fatto stesso di essere donne (e per il loro credo). Michela Coricelli, profonda conoscitrice del mondo islamico, già giornalista di "Avvenire", e oggi della RAI, conduce il lettore alla scoperta di un mondo drammatico, dove l'appartenenza religiosa e il genere sessuale possono ancora fare la differenza tra la vita e la morte. Un libro che parla di religione, sì, ma soprattutto di storie di donne in un mondo che non ha ancora compreso il valore personale e che non ha il coraggio di uscire da un oscurantismo che continua a produrre vittime. Malala, Asia Bibi, la lotta delle donne per la parola e la libertà.
Una nuova biografia del presidente della Regione Sicilia ucciso nel 1980. Giovanni Grasso ha avuto accesso all'archivio di famiglia appena riordinato e può così offrire un quadro più completo di Mattarella politico e cristiano. In questo modo si rappresenta tutta la parabola politica di Mattarella come consequenziale al suo impegno civile e politico che parte dall'Azione Cattolica e che ad essa sarà sempre ispirato. Grasso dimostra inoltre alcune stranezze nella ricostruzione ufficiale dell'omicidio, suggerendo un coinvolgimento non solo della mafia ma anche del terrorismo nero. Si tratta delle tesi sostenute oggi dalla famiglia Mattarella. Un libro che racconta la vita e la morte di Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Sicilia ucciso nel 1980. Prefazione di Andrea Riccardi.
"Iride" è il racconto della vita e del percorso di fede di Annalisa Minetti, finalista di Miss Italia, cantante vincitrice del Festival di Sanremo, moglie, madre e atleta. Annalisa, nonostante la cecità da cui è affetta, è sempre stata una sportiva e il suo talento e la sua costanza le hanno permesso di qualificarsi e vincere la medaglia di bronzo nei 1500 metri ai Giochi Paralimpici di Londra 2012, bronzo che le è valso il record del mondo nella categoria T12 (non vedenti); un risultato straordinario ottenuto grazie anche all'aiuto di Andrea Giocondi, mezzofondista che prese parte alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, insieme al quale si allena e partecipa alle competizioni. Questo libro - composto da un capitolo per ciascun colore dell'arcobaleno non è quindi solo il racconto di una vita, ma soprattutto di un cammino costante di fede, di un affidarsi che permette di superare gli ostacoli che ci si parano dinanzi e di trasformare le difficoltà in opportunità.
Scalfaro, nel suo lunghissimo e non sempre agevole cammino politico, ha incarnato e difeso i valori della Costituzione, il suo fondamento antifascista, l’unità e l’indivisibilità del Paese, la moralità della politica. Ma, suo malgrado, la sua lezione non ha unito, ha diviso. La sua coerenza, il suo attaccamento alla Carta Costituzionale, persino il suo essere, insieme, cattolicissimo e difensore della laicità dello Stato, sono diventati pietra di scandalo. Nessun altro presidente della Repubblica - con l’eccezione, forse, di Francesco Cossiga - è stato in vita così amato e detestato. Nessun altro, post mortem, ha subìto un trattamento così ruvido da una parte considerevole della classe politica e degli organi di stampa a questa vicina: quasi che la sua lunga vicenda politica, contrassegnata da una tensione morale continua, non fosse un itinerario umano costellato di vittorie e sconfitte, di slanci e di esitazioni, di forza e di debolezze, ma un concentrato di errori, colpe e incoerenze.
Questo libro non vuole essere un’apologia di Scalfaro. Ma un primo parziale tentativo di collocare la figura dell’ex presidente della Repubblica nel suo tempo. Con l’intima certezza che, cessati i clamori della cronaca e dispersi i fumi acri della lotta politica contingente, la storia renderà giustizia a quest’uomo probo, restituendogli per intero il ruolo fondamentale che ha esercitato in più di sessant’anni di vita repubblicana.
L'Autore
Giovanni Grasso (Roma 1962) giornalista parlamentare e storico. Laureato in Lettere moderne alla Sapienza di Roma, dopo aver lavorato alla «Discussione» e al servizio politico-parlamentare dell’Agenzia Giornalistica Italia è in forze dal 1989 alla redazione romana di «Avvenire» come notista politico. Tra il 1996 e il 2001 è stato capo dell’ufficio stampa del Senato della Repubblica. Con la formazione del governo Monti, ha assunto l’incarico di portavoce del ministro della Cooperazione Internazionale e dell’Integrazione Andrea Riccardi. Studioso del movimento cattolico in Italia, ha pubblicato diversi libri (tra cui il Carteggio Sturzo-Rosselli e il Carteggio Sturzo-Salvemini). Autore televisivo, ha realizzato documentari per Rai3 “La Grande Storia” e “Correva l’anno”, tra cui “Piersanti Mattarella, la buona battaglia” (2010), “Donne nella Chiesa:Chiara Lubich,Natuzza Evolo,Annalena Tonelli” (2011), e “Aldo Capitini, la pace in marcia” (2011). È socio ordinario del PEN Club Italia. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato Scalfaro. L’uomo, il presidente, il cristiano (2012).
Dale lavora a Wall Street: guadagna molto, ricopre un ruolo di potere e prestigio e la sua vita appare come il perfetto sogno americano, ma c’è una voce che gli sussurra all’orecchio che qualcosa deve cambiare. Una voce che si alza al di sopra del frastuono della sua vita frenetica, la voce di Gesù. Da quel giorno la sua esistenza compie una svolta imprevedibile; Dale decide di seguire la chiamata, di vendere tutto ciò che possiede e seguire la voce di Cristo fin nei corridoi del braccio della morte.
Con il talento di un grande narratore, Dale Recinella racconta il suo viaggio da ricco e celebrato avvocato a umile cappellano laico e ci ricorda che, quando viviamo secondo le parole di Gesù, quello a cui rinunciamo è nulla in confronto a ciò che riceviamo in cambio.
Autore
Dale S. Recinella ha lavorato a lungo nel settore della finanza pubblica e privata a Wall Street; è tutt’ora iscritto all’albo degli avvocati della Florida e ha insegnato diritto internazionale ed etica degli affari. Per vent’anni ha prestato servizio come assistente spirituale e cappellano laico cattolico nelle prigioni della Florida. Nel 1998 ha iniziato l’assistenza di cella in cella per i circa quattrocento uomini del braccio della morte e i circa duemila in isolamento detentivo a lungo termine della Florida. Insieme alla moglie Susan presta assistenza spirituale durante le esecuzioni: Dale si prende cura del condannato e Susan della sua famiglia e dei suoi cari. Entrambi assistono anche i familiari delle vittime degli omicidi. Nel 1997 è stato nominato dalla Notre Dame University Cittadino e credente esemplare e nel 2000 Cittadino volontario dell’anno dai cappellani della Union Correctional Institution a Raiford (Forida). Spesso par- la alla radio e con la moglie ha percorso Stati Uniti ed Europa tenendo conferenze riguardo al tema della pena di morte e della fede. Con la moglie Susan ha cresciuto cinque figli e vive a Macclenny in Florida.
Aleksandr Solženicyn (1918-2008) è uno dei grandi scrittori del XX secolo.Testimone della rivoluzione russa, della seconda guerra mondiale, dell’oppressione staliniana e del crescente dominio del materialismo, si considerava erede della grande tradizione del cristianesimo ortodosso. Divenne progressivamente sostenitore degli umili e accusatore della violenza della rivoluzione, e fu quindi costretto all’esilio. Fuori dalla Russia, tuttavia, Solženicyn si sentiva come un leone in gabbia.Trascorse la seconda parte della sua vita a denunciare congiuntamente il trionfo del materialismo occidentale e sovietico. Secondo una definizione di Ljudmilla Saraskina, la sua vita fu «un incessante slancio dello spirito».
Destinatari
Un volume per chi desidera approfondire la figura di Aleksandr SolzÃåenicyn.
Punti forti
è l’unica biografia autorizzata: lo stesso Solženicyn ne ha seguito la stesura fino alla morte.
Un’opera che ha vinto il prestigioso Premio di Stato in Russia.
Di questo libro stanno giaÃÄ parlando ampiamente in rete forum e blog. eÃÄ un titolo che faraÃÄ discutere.
Un’opera estremamente completa e aggiornata.
Rachelina Ambrosini (1925-1941), muore giovanissima lasciando un così luminoso esempio di sapienza e maturità spirituale da costituire un valido riferimento per i giovani di oggi, e non solo per loro. Ripercorrendo il suo vissuto interiore, contempleremo le meraviglie che Dio compie nel cuore dell’uomo.
destinatari
Per chi è interessato a conoscere la figura della serva di Dio Rachelina Ambrosini.
L’autore Raffaele di Muro, postulatore della causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio Rachelina Ambrosini, è sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali. È padre spirituale del Collegio Internazionale “Seraphicum” in Roma e docente di spiritualità nella Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura”.
Quello tra Coppi e Bartali non è stato solo un duello sportivo. È il ritratto di un’epoca,di un’Italia che voleva rivali due campionissimi in realtà amici nella vita. Il “bianco” Gino contro il laico Fausto. Il pio cattolico e il bigamo. Don Camillo e Peppone su due ruote. Ma il duello dei duelli,il duello padre di tutti i duelli dello sport,non è mai esistito,così come non è mai esistito il castello di intrighi,congiure,agguati, polemiche,differenze costruito sulle fondamenta della loro grandezza sportiva concomitante. È un grande mistero dello sport e anche dell’Italia tutta: dal tentativo di chiarirlo almeno un poco nasce – allo scoccare del mezzo secolo da che non c’è più uno, del decennio da che se ne è andato anche l’altro – questo libro, scritto con l’aiuto di Andrea Bartali, classe 1941, e di Marina Coppi, classe 1947, primogenito e primogenita di Gino e Fausto, e spartenti rispettivamente 59 e 13 anni di vita col padre,a sentirlo parlare di “quello là”. “Ognuno dei due campioni era, per Andrea e per Marina, l’amico di papà. Casomai “quello là”lo diceva Gino di Fausto, lo diceva Fausto di Gino. Mica con convinzione. E mica sempre, magari soltanto quando c’era qualcuno, specie giornalista, a sentire.”
Per la prima volta un grande giornalista sportivo e i figli di Coppi e Bartali tracciano un ritratto inedito e sorprendente non solo di due grandi campioni,e nemmeno solo di uno sport “pulito” che oggi non c’è più, ma di un’epoca che ha segnato per sempre l’Italia.
AUTORE Gian Paolo Ormezzano,nato a Torino il 17 settembre 1935,tre figli e sei nipoti,tifoso del Toro,diplomato al liceo classico Cavour,quello di Pozzo, Berruti, Nebiolo e Nizzola, per stare a personaggi dello sport.A Tuttosport dal 1953 al 1979: giovane di studio, redattore, caposervizio del ciclismo, direttore. Da fine 1979 inviato speciale a La Stampae poi, dal 1991 della pensione, collaboratore fisso dello stesso giornale,con breve ritorno a Tuttosport nel 1997-98. Primatista mondiale di Giochi olimpici, estivi e invernali, da giornalista, cominciando dal 1960 a Squaw Valley: 23 edizioni dopo Torino 2006, record di tremenda pesantezza anagrafica e non solo. Servizi o – più fine – reportages da 28 Giri d’Italia,12 Tour de France, tanti e forse troppi campionati mondiali ed europei di calcio, atletica, basket, nuoto… Ha scritto di tutti gli sport fuorché del polo; ha visitato tutti i continenti fuorché l’Antartide.Oltre che collaboratore fisso di La Stampa(attualmente per il supplemento Torino Sette),lo è di Famiglia Cristiana(dal 1960) e dal 2007 nuovamente di Tuttosport. Autore di numerosi libri sullo sport (su tutti le storie del ciclismo,del calcio e dell’atletica),autore di tre romanzi, di libri di saggistica, di antologie di eventi e personaggi, di pamphlets cattivi sul football (specie juventino) e di volumoni buoni sul Toro e sul ciclismo.Per i Giochi invernali di Torino 2006 ha scritto Di neve e di ghiaccio, fiabe olimpiche vere raccolte in un volume edito in italiano e inglese.
Donna bella, ricca e di straordinaria intelligenza politica, Teodolinda si presenta al lettore avvolta in un alone di mistero, alimentato da leggende popolari e rievocazioni letterarie. Conosciamo infatti la grande regina attraverso la tardiva ricostruzione storica di Paolo Diacono e i magnifici affreschi dei fratelli Zavattari custoditi nel Duomo di Monza.
Il volume racconta con attenzione la vita della sovrana longobarda e delinea accuratamente lo scenario culturale, storico e geografico che portò alla nascita dell’Europa. Teodolinda fu per diversi motivi un fiore all’occhiello della chiesa di Roma. Cattolica, non longobarda, figlia di Garibaldo duca di Baviera, sposò dapprima il re longobardo Autari, e dopo la sua morte Agilulfo, duca di Torino, che divenne re dei Longobardi anche in virtù di questo matrimonio. Fece costruire dal 595 in poi, vicino al suo palazzo di Monza, una chiesa dedicata a San Giovanni Battista, che dotò di rendite e tesori. Teodolinda morì nel 627 e fu sepolta nella chiesa da lei voluta e realizzata. Una lettura piacevole che ricostruisce con passione le radici della nostra civiltà.
Felice Bonalumi, giornalista, scrittore, consulente di relazioni pubbliche, si è specializzato nella gestione di uffici stampa. È docente di un corso integrativo di scrittura d’azienda all’Università IULM di Feltre, presso il corso di laurea in Relazioni pubbliche e pubblicità. Come giornalista si occupa di arte sul quotidiano «Avvenire» e ha pubblicato diverse plaquettes di poesie con il Pulcinoelefante di Alberto Casiraghi, diverse favole con Valentina Editrice e racconti su riviste.