«Figlio a me caro nel Signore, ho pensato di mettere per iscritto alcuni punti che possano servirti per il tuo progresso spirituale, così come aiutarono il mio...» L'autore del manoscritto è sconosciuto. Potrebbe trattarsi di un monaco del monastero cistercense ferrarese di San Bartolo vissuto nel XVII secolo. Per tale motivo nel libro è da noi indicato come Maestro di San Bartolo. Ho tenuto presso di me quei fogli per più di vent'anni. Alla fine mi sono detto che forse l'esperienza di quell'antico Maestro di San Bartolo avrebbe potuto essere utile. Dall'Introduzione di Daniele Libanori.
Nell’ora più calda del giorno, mentre è in preghiera nella solitudine del deserto, l’integerrimo monaco asceta Zosima intravede qualcosa. Non è una bestia o un dèmone, ma una donna di cui scoprirà gradatamente la vicenda rocambolesca. Si chiama Maria, aveva condotto una vita dissoluta nella città di Alessandria e poi si era unita per caso a un gruppo di pellegrini in viaggio verso Gerusalemme. Convertitasi davanti al Santo Sepolcro, aveva deciso di vivere il resto della sua esistenza nel deserto come penitente. L’incontro con Maria trasforma Zosima, dando avvio a un paradossale cammino a ritroso nella sua via di perfezione e a una conversione che, scombinando i confini tra modelli maschili e femminili, gli permetterà l’accesso alla vera santità. Maria Egiziaca forse non è mai concretamente esistita, ma nella sua storia, che aveva evidentemente bisogno di essere raccontata, si sono riconosciute a partire dal VI secolo schiere di monaci e monache. Attraverso di essa scorgiamo il complesso mondo dei movimenti ascetici del primo millennio e le simbologie spirituali che hanno disegnato l’interiorità degli uomini e delle donne orientandone il cammino cristiano.
Il 18 marzo 1314 l’ultimo Gran Maestro dell’Ordine dei Templari viene arso sul rogo. Questa fine così tragica coincide con l’inizio di una leggenda, quella dei Cavalieri del Tempio. A sette secoli dalla fine dell’Ordine, il mito dei Templari è ancora vivo, e come tutti i grandi racconti reca in sé verità storiche celate sotto strati di false notizie. Chi erano davvero i monaci guerrieri? Semplici cavalieri che proteggevano i pellegrini che andavano in Terrasanta? Oppure erano stati reclutati per cercare tesori nascosti a Gerusalemme? Gian Franco Freguglia si muove con sapienza tra realtà e finzione, per restituire una visione completa dell’affascinante e secolare mito dell’Ordine più discusso di ogni tempo.
Grun è monaco benedettino e, in questo testo, ci conduce per mano all’interno della ricchezza sia della vita del grande monaco che fondò l’Occidente, sia della Regola che egli scrisse. Leggendo questo volume scopriamo sia la capacità di coniugare preghiera e lavoro dell’ordine fondato da san Benedetto che come questo stile di vita permetta all’uomo di ogni tempo di costruire relazioni positive, poiché l’uomo è “buono”: noi siamo capaci di bontà e, grazie a questa bontà, possiamo costruire una società nuova, ancora oggi, come fece Benedetto al suo tempo. Un libro perfetto per riflettere sul futuro della nostra società postmoderna con un occhio al passato.
La ricerca del silenzio, del tempo per la meditazione e la preghiera, sta diventando – nelle nostre vite rumorose e veloci – sempre più centrale. Il monaco benedettino John Main è stato tra i primi a prendere consapevolezza di questa necessità, comune a laici e religiosi, e alla preghiera e alla meditazione ha dedicato la sua esistenza, dando vita a un centro di spiritualità. Il successo fu così grande che le comunità si diffusero in tutto il mondo e si formarono numerosi gruppi di meditatori in contatto tra di loro e con i monaci di Montreal, dove tutto ebbe inizio.
Dal monastero canadese – grazie anche al lavoro di Laurence Freeman, successore di Main – è nata la World Community for Christian Meditation (WCCM) che è diventata un Monastero senza mura con membri in più di cento nazioni. In questo libro, oltre al racconto dell’esperienza di Main, sono raccolte le sue riflessioni sui temi della fede, della vita spirituale, della preghiera e dell’ascolto della Parola di Dio.
Appare oggi come una priorità pregare, incontrare Dio e annunciarlo proprio in mezzo alla città degli uomini. Riconducendosi alla sorgente delle prime comunità cristiane di Gerusalemme, queste pagine ci dicono come portare la città nella preghiera e la preghiera nella città, la santità nella città e la città nella santità. Intessuto di citazioni bibliche, nutrito di riferimenti patristici, impreziosito di citazioni mistiche, questo libro di vita orienta l'esistenza e traccia il cammino delle Fraternità Monastiche di Gerusalemme. Si presenta, perciò, come un testo a cui si ispirano molti di coloro che vogliono vivere «nel cuore delle città, nel cuore di Dio».
San Benedetto da Norcia (480/490-547) è stato uno dei grandi protagonista del VI secolo. Erede dei monaci del deserto, fu allo stesso tempo un fondatore di monasteri e il "teorico" della vita monastica al quale farà riferimento tutta la tradizione occidentale. La sua Regola diede una nuova e autorevole sistemazione alla complessa, ma spesso imprecisa, precettistica monastica precedente. Nel solco di san Benedetto sorsero centri di preghiera, di cultura, di promozione umana, di ospitalità per i poveri e i pellegrini. Diventerà così il "padre dei monaci d'Occidente", prima di essere proclamato da Paolo VI "Patrono dell'Europa cristiana". Questa biografia non si limita a narrarne la vita, ma ricostruisce anche l'importanza della sua opera per i secoli a venire.
Gregorio Magno nei suoi Dialoghi invitava chi voleva avvicinarsi alla vita di san Benedetto a leggere la Regola. Quasi obbedendo all'esortazione di Gregorio, in numero crescente i monaci accolsero come norma di vita la Regola di Benedetto al punto che questa sostituì tutte le altre e divenne in pratica la Regola dei monasteri, favorendo la ben nota diffusione del monachesimo in tutta l'Europa cristiana durante i secoli dell'alto Medioevo. A proposito della Regola, Gregorio Magno infatti scrive: "Non voglio in alcun modo tacere che l'uomo di Dio, tra i tanti miracoli che lo hanno reso celebre, rifulse altresì per la dottrina; scrisse, infatti, la regola dei monaci, notevole per la discrezione e chiara per il linguaggio".
Una ricostruzione accurata della vita di Christian de Chergé e delle vicissitudini del monastero di Tibhirine nella prima metà degli anni novanta del secolo scorso. Un volume che trae informazioni non solo dai testi del priore e dei suoi monaci, ma anche da testimonianze di persone che hanno conosciuto a fondo i protagonisti (a cominciare dai parenti di Chergé), frequentato la comunità o studiato a posteriori la cruenta pagina della guerra civile algerina che, insieme a quella dei sette trappisti, ha falciato la vita di altri dodici uomini e donne di Chiesa (fra i quali il vescovo di Orano).La biografia permette al lettore di avvicinarsi a questa straordinaria figura, che è stata anche al centro del film di Xavier Beauvois Uomini di Dio.
Il libro illustra la genesi e i primi tempi del monachesimo, fino al VI secolo. Dopo un primo capitolo dedicato alla problematica delle origini, si sofferma sui grandi personaggi che dalla metà del III secolo sono stati protagonisti delle diverse forme di vita monastica in Oriente e in Occidente: Antonio padre degli eremiti, Pacomio padre dei cenobiti, san Basilio padre del monachesimo Orientale, Evagrio Pontico e Giovanni Cassiano, Agostino e la comunione fraterna, Benedetto patriarca dei monaci d'Occidente.
Nel III secolo d.C. Apollonio, giovane rampollo di una nobile famiglia di Alessandria d’Egitto, è costretto a rifugiarsi nel deserto della Tebaide per salvarsi dalle persecuzioni scatenate contro i cristiani dall’imperatore romano Decio. Questa fuga precipitosa, dovuta a tragiche circostanze, si rivelerà l’inizio di un suggestivo percorso di formazione che Apollonio dovrà affrontare per comprendere il significato profondo delle virtù che caratterizzano la vita eremitica. Il deserto, custode di antichi misteri e creature leggendarie, luogo ideale per intraprendere la purificazione dell’anima, offrirà ad Apollonio numerose occasioni di incontro con gli anacoreti che avevano deciso di ritirarsi dai futili affanni della vita materiale per ricercare qualcosa di più puro e autentico nello spazio profondo della propria interiorità. Personaggi santi e talvolta bizzarri, spinti da motivazioni diverse e spesso ancora legati alle passioni umane, ciascuno però portatore di un ammaestramento morale utile per entrare in comunione con il grande mistero del Divino. Il giovane Apollonio sarà protagonista di una ricerca della propria armonia spirituale, offrendo un messaggio straordinariamente valido anche per la nostra inquieta società contemporanea.
Luca Desiato (Roma, 1941), scrittore e giornalista, si occupa attualmente di ricerche d’archivio e consulenze editoriali. In gioventù ha vissuto per diversi anni in America Latina, dove si è dedicato anche agli studi teologici. Come narratore ha pubblicato romanzi prevalentemente di carattere storico, tra cui Il Marchese del Grillo (Newton Compton, 1981, 2011); Galileo mio padre (Effatà, 1983); La notte dell’angelo. Vita scellerata di Caravaggio (Santo Quaranta, 1994, 2011); Minotauro (Mondadori, 2008).
Il volume raccoglie alcuni scritti del beato Paolo Giustiniani. La prima parte contiene uno scritto di ammonimento/esortazione indirizzato a papa Leone X, al tempo del sorgere dell’eresia di Lutero, mentre nella seconda vi è un testo “classico” di spiritualità (1500) riproposto all’attenzione dei lettori moderni in italiano corrente.
Destinatari
Un pubblico di religiosi e appassionati di spiritualità.
Autore
Paolo Giustiniani, eremita camaldolese (Venezia, 15 giugno 1476 - Monte Soratte, Roma, 25 giugno 1528), era figlio della nobile famiglia Giustiniani di Venezia. Dopo essere diventato superiore maggiore nell’eremo di Camaldoli fino al 1520, ottenne da Leone X il permesso di fondare un nuovo istituto eremitico, il quale da principio fu chiamato la “Compagnia di San Romualdo”. Più tardi ebbe il nome canonico di “Congregazione degli eremiti camaldolesi di Monte Corona” detti anche “Montecoronesi”. Tra gli eremi cui dette vita, dopo quello di Monte Cucco, che fu il primo eremo ad accoglierlo, vanno ricordati tra gli altri quello delle grotte di Cupramontana e quello di San Silvestro sul Monte Soratte.