Il Messaggio del Papa per la 58a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali riguarda il tema dell'intelligenza artificiale. I contributi raccolti in questo volume lo commentano da diverse angolazioni, da quella etica a quella filosofica, fino a quella educativa e giuridica, senza dimenticare le implicazioni negli ambiti della scuola, del giornalismo, dell'arte e del cinema o l'impatto concreto sull'opinione pubblica e sulle relazioni intergenerazionali. Non si tratta di immaginare una realtà potenziale quanto piuttosto di fare i conti con un presente che ha in sé, fin d'ora, i germi del futuro. «Per non smarrire la nostra umanità, ricerchiamo la Sapienza che è prima di ogni cosa (cfr. Sir 1,4), che passando attraverso i cuori puri prepara amici di Dio e profeti (cfr. Sap 7,27): ci aiuterà ad allineare anche i sistemi dell'intelligenza artificiale a una comunicazione pienamente umana» (Papa Francesco). Papa Francesco Intelligenza artificiale e sapienza del cuore Vincenzo Corrado - Stefano Pasta, Introduzione. Commenti di Paolo Benanti, Stefania Careddu, Alessandra Carenzio, Sabino Chialà, Andrea Ciucci, Vincenzo Corrado, Nello Cristianini, Adriano Fabris, Luciano Floridi, Antonella Marchetti, Dermot Moran, Ivana Pais, Stefano Pasta, Sergio Perugini, Paolo Ruffini, Luca Maria Scarantino, Giovanni Ziccardi, Claudia D'Ippolito.
È possibile una teologia della relazione omoaffettiva che non riduca i "segni dei tempi" al tradimento di principi troppo rigidi, né alle evidenze indiscutibili di un pensiero nostalgico? La ricostruzione del rapporto tra tradizione cristiana, sessualità e omosessualità negli ultimi due secoli e l'analisi dei principali documenti magisteriali prodotti dopo il Concilio - Persona humana (1975), Homosexualitatis problema (1986) e il Catechismo della Chiesa cattolica (1992) - rivelano l'incapacità di leggere i fenomeni del presente e di usare il patrimonio di distinzioni e di sapienza che ci viene dal passato. Una buona teologia non giustifica il risentimento verso le nuove richieste di riconoscimento e libertà e non le predetermina senza limitare le sorprese dello Spirito, ma le accompagna con discernimento aperto e con vigile lungimiranza.
La pedagogia moderna ha inizio grazie all'Illuminismo e al Romanticismo che danno il via a una rivoluzione nel mondo dell'educazione e generano nuovi stimoli svincolandosi dalle tradizioni precedenti. Si sviluppano così due posizioni contrapposte fra chi sostiene la centralità dell'educatore e chi assegna invece un'importanza primaria all' allievo; correnti di pensiero che, ponendo l'attenzione sull'educazione come un processo unitario di natura etica, hanno dato vita a ricerche che ancora oggi danno a pensare. Questa Nuova storia della pedagogia, che giunge ai giorni nostri, prende in esame le teorie e le figure principali della pedagogia europea e americana: tra gli altri, Rousseau, Kant, Pestalozzi, Herbart, Fröbel, Durkheim, Laberthonnière, Freud, Makarenko, Gentile, Dewey, Montessori, Milani, Maritain, Piaget, Freire, Illich, Bruner, Malaguzzi, Meier, bell hooks. Una pluralità di prospettive che dimostra come la vera ricchezza della disciplina sia la diversità che caratterizza maestri, allievi, famiglie, momenti storici e mondi culturali, ciascuno con le proprie peculiarità, capaci di ispirare riflessioni ed esperienze educative: F. De Giorgi, Come studiare la Storia della Pedagogia; G. Tognon, Jean-Jacques Rousseau; A. Criscenti, Claude-Adrien Helvétius; A. Scotto di Luzio, Immanuel Kant; G. Sola, Johann Heinrich Pestalozzi; E. Scaglia, Albertine Adrienne Necker de Saussure; M.A. D'Arcangeli, Johann Friedrich Herbart; C. Sindoni, Friedrich Fröbel; F. Bellelli, Antonio Rosmini; T. Pironi, Herbert Spencer; T. Pironi, Émile Durkheim; L. Pazzaglia, Lucien Laberthonnière; F. Pruneri, Antonio Gramsci; F. Sani, Sigmund Freud; D. Caroli, Anton Semënovic Makarenko; G. Tognon, Giovanni Gentile; A. Mariuzzo, John Dewey; F. De Giorgi, Maria Montessori; A. Dessardo, Adolphe Ferrière; D. Gabusi, Lorenzo Milani; G. Zago, Jacques Maritain; M. Morandi, Jean Piaget; L. Romano, Françoise Dolto; L. Salvarani, Burrhus Frederic Skinner; P.V. Pignataro, Loris Malaguzzi; V. Schirripa, Paulo Freire; A. Gaudio, Ivan Illich; N. Barbieri, Jerome S. Bruner; L. Bianchi, bell hooks; P. Bonafede, Edgar Morin; S. Salustri, Deborah Meier.
Questo primo Dizionario di Pedagogia generale e sociale nasce dal lavoro di quarantasette docenti e ricercatori di ventuno diversi Atenei italiani. Ciascuno di loro mette a disposizione dei lettori - studenti, educatori, pedagogisti, insegnanti - il frutto più avanzato delle proprie ricerche. È il contributo di esperti autorevoli, appartenenti a scuole di pensiero diverse tra loro, ma accomunati dal rigore e dalla passione scientifica. Ne emerge un quadro ricco e articolato, un lessico che permette di "dire", ma ancora prima di "pensare", le questioni educative sotto un profilo pedagogico. Il lettore attento potrà incontrare, nell'approfondimento di ogni lemma, la testimonianza di una ricerca sull'educazione in grado di aprire nuove prospettive di pensiero al servizio dell'azione educativa, anche alla luce della Legge n. 55/2024 che istituisce l'Ordine delle professioni pedagogiche ed educative.
Un quadro organico e aggiornato del diritto scolastico come scienza autonoma del diritto amministrativo, con integrazioni di dottrina e di giurisprudenza. Nella prima parte si presentano le fonti della legislazione scolastica: la Costituzione e i suoi principi relativi alla pubblica istruzione, la normativa dell'Unione Europea, il diritto nazionale e internazionale. La seconda parte è dedicata all'organizzazione amministrativa, centrale e decentrata, del sistema scolastico, alle competenze dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali in materia d'istruzione. La terza parte illustra l'articolazione completa del Sistema educativo di istruzione e formazione, dalla Scuola dell'infanzia alla Scuola primaria e secondaria di I e II grado. La quarta, infine, presenta il quadro dei soggetti del sistema scolastico - docenti, studenti, personale amministrativo, dirigenti, genitori - con i rispettivi diritti, doveri e responsabilità. Ne risulta un essenziale strumento di studio e di lavoro, utile per i corsi universitari, la preparazione di concorsi pubblici e la consultazione quotidiana.
Teologia ed educazione: un binomio dato a lungo per scontato nella tradizione, che nel corso del XX secolo è andato incontro ad una progressiva crisi per i cambiamenti dei paradigmi teorici e culturali delle due discipline, a contatto con la nuova situazione caratterizzata dalla postmodernità. Dalla metà del Novecento il sapere teologico cerca però di rivedere e ricontestualizzare la prospettiva cristiana sul fenomeno educativo, proprio quando questo sembra monopolizzato dagli approcci scientifico-sociali con vocazione empirica. Questa raccolta di testi distingue tre fondamentali momenti: la prima sezione considera il rapporto, tra la fine del secolo XIX e la prima metà del XX, tra l'educazione e la teologia dominata dal progetto neoscolastico in ambito cattolico e dal protestantesimo culturale in quello evangelico; la seconda si sofferma sul cambiamento di paradigma della teologia contemporanea, mettendone in luce le implicazioni antropologiche, che costringono a rimettere in gioco il problema della libertà e le questioni relative al "senso" del vivere; infine, la terza sezione cerca di mostrare le intersezioni tra la nuova antropologia teologica dell'educazione e i contributi proposti dalle principali teorie pedagogiche, dalla psicanalisi e dalle concezioni evolutive dell'educazione.
La raccolta delle riflessioni, pubbliche e private, di Aleksej Naval'nyj, il politico russo deceduto il 16 febbraio 2024 nelle carceri siberiane di Putin. Parole contenute in post pubblicati sui diversi social network, in interviste a «Der Spiegel», «Time», «New York Times», nelle perorazioni pronunciate in aula durante gli innumerevoli processi e nelle lettere scritte dalla prigione. Scritti che raccontano la sua maturazione politica e spirituale, dal nazionalismo iniziale alla lotta per la democrazia liberale e la lotta alla corruzione in Russia, fino agli ultimi drammatici anni nelle carceri, dove emerge una figura di dissidente: pronto a morire per la coerenza con la sua coscienza, a favore della libertà, la verità e la bellezza futura della Russia. Un cammino della coscienza libera, contro la paura e l'odio come sentimenti di cui vive il regime totalitario.
Perché studiare latino? Molti interventi di questi ultimi decenni hanno insistito sul "piacere del latino". Le ragioni del latino si domanda, più radicalmente, se lo studio di questa lingua possa nuovamente svolgere un ruolo nella formazione. La proposta personale è quella di considerare la totalità della storia del latino, cioè più di due millenni di storia culturale europea, senza limitarsi a quel paio di secoli che viene definito "classico". Il volume si presenta come un invito a ripensare, anche operativamente, la lingua della cultura europea. Gli argomenti trattati spaziano dalla considerazione del ruolo linguistico del latino nella costruzione delle lingue moderne, alla costante presenza del latino nella storia della musica, al rapporto costitutivo tra latino e cristianesimo, alle indicazioni sul successo didattico del latino a livello europeo. Tutti i capitoli sono accompagnati da numerose illustrazioni ed esempi, con una essenziale bibliografia di riferimento, in modo da rendere la lettura agevole e permettere a chi intende documentarsi in modo completo di disporre della strumentazione necessaria.
In questo dizionarietto, dalla particolare struttura tematica, la filosofia si confronta con i saperi e con le pratiche educative. Le quaranta voci sono raccolte in tre parti. La prima seleziona alcune linee del dibattito recente sull'educazione, individuando dieci approcci pedagogici (da quelli basati su capacità, complessità, dialogo alla prospettiva fenomenologica, della liberazione, pragmatista...) definiti "sistemi di cattura", perché intendono fare presa su soggetti, nella consapevolezza che qualcosa sfugga sempre, resti inafferrabile. La seconda parte ("Le maglie della rete") presenta una serie di coppie di termini - da "Affezione/Azione" a "Violenza/Potere" - per mettere in evidenza il particolare tipo di rapporto che li lega e la tensione che nasce dal loro accostamento. L'ultima parte ("Quel che non si lascia acchiappare") è dedicata a parole che indicano questioni fondamentali nel dibattito educativo - da "Alterità" a "Scarto". Termini aperti, che ci restituiscono il senso dell'azione educativa, costretta ad occuparsi di quello che non si lascia definire, ridurre, uniformare.
Discorrendo con il figlio sedicenne Adeodato, Agostino s'interroga sul ruolo del linguaggio nella relazione educativa, a partire dal rapporto tra le parole e le cose. Il dialogo, qui proposto con testo latino a fronte e note di commento, inaugura la riflessione occidentale sul ruolo del maestro e sul significato dell'insegnamento. Una delle prime, spiazzanti conclusioni è che le parole non insegnano e i maestri non hanno alcun ruolo nella formazione dei discenti. Si tratta, però, di un risultato non definitivo, in un confronto aperto che non intende offrire risposte risolutive, ma affrontare dialetticamente il problema filosofico dell'educazione. Le domande ancora attuali che il dialogo pone costringono a ridefinire il compito del maestro e riportano al centro la necessità di avvicinare il discente al sapere aiutandolo a rintracciare la motivazione nella propria interiorità.
Filosofia e bambini è un binomio che si ritrova sempre più spesso nelle pratiche educative, soprattutto dagli anni Settanta quando Matthew Lipman ideò il metodo della Philosophy for children, in contrapposizione a un'istruzione basata solo sull'accumulo di conoscenze, per sviluppare innanzitutto a scuola, la capacità di ragionare, di immaginare e di stupirsi. A questo metodo o modo di pensare l'educazione al pensiero, che gode oggi di grande diffusione, è dedicata la prima parte del manuale. La seconda invece si sofferma su altre modalità di fare filosofia con bambini, ragazzi, ma anche adulti. La terza parte raccoglie infine contributi sul valore pedagogico del pensare insieme e dell'essere in tal modo comunità: al centro di ogni pratica filosofica emerge la costruzione di relazioni intersoggettive, di spazi di incontro e confronto, di co-costruzione di interrogativi e significati. La filosofia viene intesa come forma di vita e pratica di comunità. Educare a essa significa valorizzare l'altro, il suo pensiero e il suo sentire: un antidoto per un tempo segnato da individualismi e incompetenze relazionali.
Nelle "Confessioni" Jean-Jacques Rousseau scrisse che la stesura dell'Emilio gli era costata "vent'anni di meditazione e tre anni di lavoro". Si tratta, in effetti, di un'opera suddivisa in cinque libri nei quali l'autore presenta un'ampia varietà di argomenti, dalla teoria della conoscenza all'etica, dalla politica all'esistenza di Dio, all'interno di una cornice principalmente educativa, ricorrendo a diversi registri stilistici e forme letterarie tra le quali, nel quinto libro, tende a prevalere la storia d'amore tra Émile e Sophie. Una tale presentazione sarebbe però lacunosa se non si aggiungesse che, come Rousseau sottolineò successivamente, la filosofia dell'educazione dipendeva dall'assunto antropologico dichiarato nel celebre esordio dell'opera: "Tutto è bene quando esce dalle mani del creatore delle cose: tutto degenera nelle mani dell'uomo". A partire da questa affermazione si snoda l'opera che inaugurò la pedagogia moderna.