Il volume ha peso e formato serioso e grande; quasi possa essere destinato appunto a servizio di testo di preghiera liturgica. I suoi 50 salmi sono infatti meditazione e poesia insieme; come del resto lo sono molti salmi biblici e liturgici. Non una sfida al Salterio biblico, ma una sua esemplare continuazione. Lirismo accentuato; ma anche adesione intensa alla storia. Meditazione ma insieme adorazione, glorificazione di Dio, invocazione. Addirittura, queste, paiono risultare quasi intrise dentro le stesse mura dell'abbazia; a rendere totalmente comunitario e infinito il cantico orante, ed anche in dimensioni di ampiezza cosmica. Come a dire che non basta pregare; bisogna "diventare preghiera".
Uno dei frutti più belli che lo Spirito ha suscitato nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II è la riscoperta della Parola di Dio. Oggi sono sempre più numerosi i cristiani che desiderano accostarsi a questa "sorgente d'acqua viva". Il volume contiene tre contributi essenziali per capire la "lectio divina": la Lettera sulla vita contemplativa di Guigo II certosino, testo divenuto classico nella tradizione; una ricca bibliografia la quale, senza pretendere di essere completa, dà però una panoramica su quanto di valido è stato scritto intorno a questo argomento; uno studio che presenta una sintesi dei vari studi sul tema e riflette sul come si possa attuare oggi.
L'Autobiografia di Paisij Velickovskij (1772-1794), che in questa edizione vede la sua prima traduzione, è la testimonianza di una delle più prestigiose figure del monachesimo ortodosso a cui si deve il grande rinnovamento che sul finire del sec. XVIII ha permeato le regioni balcaniche e russe. Con l'Autobiografia, che copre i primi vent'anni di vita e fa però presagire la grandezza dell'uomo che diventerà guida di centinaia di monaci, vengono presentati nel volume alcuni documenti inediti raccolti sotto il titolo "Insegnamenti dello starets Paisij". Sono questi a introdurci con più immediatezza nella profondità della sua esperienza e dottrina spirituale. Oltre ai testi dello stesso Paisij tratti da sue lettere, risulta preziosa la testimonianza del suo discepolo Giorgio di Cernica, che estenderà nella Valacchia l'opera di rinnovamento paisiano.
Guerrico ha lasciato tracce biografiche assai incerte; si ritiene che sia vissuto fra i sec. XI e XII, che sia stato prima canonico a Tournai, città belga a ridosso del confine francese dove presumibilmente è nato, poi, in Francia, monaco a Clairvaux ed infine abate a Igny. Nei suoi sermoni, Guerrico, schivo e ritroso, sa esprimere con candore e misura un mondo interiore di spiritualità e di riflessione che, mentre riecheggia problemi ed orientamenti del suo tempo, non trascura le vicende umane. Il volume offre una sintesi di tutte le ricerche sulla persona e l'opera dell'abate di Igny, e costituisce un'ottima introduzione ai suoi 54 sermoni.
La pietà cristiana ha percorso lo stesso cammino di Cristo in quel rito religioso che è la Via Crucis, caro al cuore di ogni fedele, che in spirito di penitenza si è affiancato a Gesù sulla via del Calvario. La Croce non è solo patibolo infamante, ma è via, anzi nel linguaggio biblico è vita. La Croce è quindi anche e soprattutto il sentiero della Vita: Via Crucis, Via Vitae. Il tratto di strada rappresentato va dal pretorio di Ponzio Pilato, dove Gesù viene condannato a morte (prima stazione) fino alla cima del Calvario, dove viene affisso alla Croce, alta fra cielo e terra, e dove si trova "un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo" (Gv 19,40) in cui verrà deposto il corpo di Gesù (quattordicesima stazione). Le immagini e le parole che illustrano questo itinerario della Via Crucis ci aiutano a diventare sempre più "vera icona" del Figlio: lo Sfigurato della Passione, il Trasfigurato nella Gloria.
L'oblazione monastica, a partire dal Concilio Vaticano II, e in particolare dal Sinodo dei Vescovi sui laici e la conseguente Lettera Apostolica "Christifideles laici", ha conosciuto un "crescente" ininterrotto di interesse. Il volume perciò rappresenta la memoria storica degli ultimi decenni di vita degli oblati italiani, ed è il segno della profonda convinzione che gli autori hanno del significato dell'oblazione e, nello stesso tempo, del loro desiderio di condivisione con i fratelli e le sorelle di quanto è maturato nella loro vita e tradotto in impegno attivo, non solo a livello del loro monastero di affiliazione, ma anche a livello nazionale. Il contenuto della raccolta è di aiuto per approfondire maggiormente i legami che già uniscono alla realtà delle comunità monastiche nello spirito della Regola del nostro santo Padre Benedetto.
In questi anni si è assistito ad un crescente interesse per le vicende storiche di singole comunità cristiane e a più attente indagini sulle origini della prima evangelizzazione in una o in un'altra area geografica. Quest'opera, oltre che atto di amore al Santuario del monte della Madonna, offre un contributo alla conoscenza delle sue vicende nel corso dei secoli: una rivisitazione di pagine di storia che interessano non soltanto l'Abbazia di Praglia ma anche le varie comunità parrocchiali distribuite sui Colli Euganei. Dal testamento di Wirixolo del 1253 - il primo documento che accenna alla chiesa del Monte - fino ai nostri giorni, la storia del Santuario, con le sue alterne vicende, è ripresentata nel suo lento e non sempre lineare svolgersi. Meta di pellegrinaggi il Santuario resta sempre, nel fluire del tempo, luogo di forte richiamo alla vita cristiana e alla devozione a Maria Santissima.
Il volume è un'antologia tardobizantina di detti e novelle edificanti. Compilato in ambiente monastico, con lo scopo di edificare religiosi e religiose e, più in generale, per l'utilità di ogni buon cristiano, ciò che distingue il Neon Miterikon è il suo contenuto "femminile" perché sono donne, prevalentemente, le protagoniste o le comprimarie degli ottantadue brani che lo compongono. Esse offrono all'ammirazione del lettore parole ed azioni virtuose; ma non meno significative sono le vicende che provano la fede di spose e madri di famiglia interpreti di un'umanità contraddittoria e, perciò, paradigmatica. Il presente volume offre la versione italiana, preceduta da uno studio che ripercorre le fasi di evoluzione del primo monachesimo bizantino e traccia alcuni aspetti salienti della spiritualità e dell'ascetismo cristiano orientale dei primi secoli.
Il beato Paolo Giustiniani nacque a Venezia nel 1476, da famiglia patrizia. Si dedicò agli studi per molto tempo: dapprima in patria, poi all'Università di Padova; umanista profondamente imbevuto della dottrina stoica, si orientò sempre più verso Dio. Egli nutrì la sua anima con la lettura della Bibbia, dei santi Padri della Chiesa, degli scrittori monastici del medioevo e dei grandi Scolastici. Con alcuni discepoli fondò la Compagnia degli Eremiti di s. Romualdo, tuttora esistente sotto il nome di Congregazione degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona. La sua ricca personalità, la sua cultura, la sua esperienza dolorosa della vita, danno ai testi un sapore umano che ne accresce la potenza evocativa; hanno un valore universale, quindi sono benefici non solo per qualsiasi monaco ma anche per qualsiasi fedele.
È possibile leggere oggi un documento nato più di quindici secoli fa come un testo che parli ancora alle donne e agli uomini del nostro tempo? Questo piccolo libro vorrebbe dare la risposta di un chiaro sì. Le monache e i monaci di questo nostro oggi, se sono veramente portatori della sapienza evangelica di Benedetto, possono ancora dire la parola di cui la nostra società ha bisogno: una parola di unità in un mondo diviso; una parola di comunione in un mondo individualista; una parola di pace in un mondo in conflitto. Il libro esprime l'esperienza di chi ha creduto in questo cammino e vuole testimoniare che, come dice Benedetto, nel percorrerlo, il cuore si dilata e diventa capace di superare ogni fatica e avanzare verso il Signore.