La scelta che il monaco compie entrando in monastero è una scelta d'amore, d'amore per Dio. Per questo - secondo l'autore di queste pagine - non ci dovremo stupire di trovare una terminologia comune e una comune atmosfera sentimentale nel Commento al Cantico dei Cantici di Bernardo di Clairvaux, monaco e poeta d'amore sacro, e nei romanzi di Chrétien de Troyes, il più celebre dei cantori dell'amor profano del XII secolo. Ma c'è di più: uomini come Bernardo non hanno mai visto in opposizione l'amore per gli esseri umani e quello per Dio, ma sono riusciti a sublimare il primo nel secondo. Di qui il fascino perenne delle loro opere.
Con una documentazione dettagliata, frutto di una raffinata erudizione, l'autore traccia le grandi linee della spiritualità cristiana da san Gregorio a san Bernardo, offrendo nuovi dati di lettura e particolari ancora poco conosciuti. Lo studio delle istituzioni, dei movimenti, delle mentalità e delle correnti ideologiche, dei documenti collettivi o anonimi apre nuovi orizzonti e ampie prospettive sulla stagione del Medioevo che va dal VI al XII secolo. In questo quadro si delineano la vita spirituale dei regni successivi alle invasioni dei barbari, il fervore religioso dei secoli X e XI, le figure di sant'Anselmo e di san Bernardo, il ruolo dei certosini e dei cistercensi.
Sommario
I. La dottrina di san Gregorio. II. L'invasione irlandese. III. La vita spirituale nei regni barbarici. IV. Il rinnovamento carolingio. V. Il fervore al tempo dell'anarchia e della riforma. VI. Gli ordini nuovi. VII. La tradizione benedettina. VIII. La scuola cistercense. Bibliografia. Abbreviazioni. Indice degli autori antichi, personalità menzionate, opere anonime. Indice degli autori moderni. Indice dei luoghi. Indice dei temi svolti.
Note sull'autore
Jean Leclercq (1911-1993), benedettino francese, storico, monaco dell'abbazia di Clervaux, è stato studioso universalmente noto del monachesimo medievale, curatore dell'Opera omnia di san Bernardo e autore di altri testi, tra cui L'amour des lettres et le désir de Dieu, pubblicato a Parigi nel 1957 e tradotto in molte lingue.
El «amor a las letras» es en realidad el amor a la literatura: arte que usa las palabras como medio para llegar a la belleza. Los monjes de la Edad Media dedicaban su tiempo a meditar en los textos sagrados. En este sentido, no hacían otra cosa que seguir a los antiguos, para quienes meditar consistía en leer un texto y aprendérselo de memoria, es decir, poniendo en dicha actividad todo el ser.
La palabra escrita, leída y escuchada se manifiesta como una especie de punzada imprevista que desagarra el alma adormecida y la despierta para que preste atención a Dios (Gregorio Magno). La palabra se convierte en camino privilegiado para ahondar en el misterio de la realidad, orientarse en el laberinto del ser humano y alcanzar el misterio último que es Dios.
Conocer la palabra, es decir, su lógica, su gramática y sus posibilidades, permite recuperar la cultura clásica y hacer con las palabras actuales una cultura nueva. Por esta razón, al indagar sobre los autores monásticos medievales, en realidad se está recuperando una parte esencial de la cultura de Occidente que sustenta el presente. El amor a la palabra escrita que permanece es, pues, amor a la verdad que sobrevive a lo largo del tiempo.