A cinquecento anni dal leggendario 31 ottobre 1517, in cui si favoleggia dell'affissione di 95 tesi contro le indulgenze papali da parte di Martin Lutero, il drammaturgo e regista Cesare Lievi ha immaginato di tornare a quella vicenda, nodale per la nostra storia, per mezzo di due gruppi di personaggi d'oggi, italiani e tedeschi. Ognuno di loro è chiamato a riattraversare i dilemmi che hanno dilaniato Lutero e lo hanno spinto ad agire. Tutti sono alle prese con la ricerca di un ricordo, vivo o morto, delle ragioni di quella grande "protesta" che spaccò l'Europa di allora.
In cielo ci sono tante cose: aeroplani e nuvole, il sole e le stelle. E per una parte dell'umanità ci sono anche gli dei, o un Dio. Non tutti ci credono, ma tutti riconoscono il mistero dell'esistenza. Allora, lassù nei cieli c'è qualcuno? Il creatore di tutte le cose? Possiamo parlarne? E come? Come possiamo comprendere che gli umani se lo siano figurato in tante maniere diverse questo essere invisibile? E che per altri, al contrario, i cieli siano vuoti? Il testo è la trascrizione di una conferenza tenuta al Centre dramatique di Montreuil all'interno di un ciclo di "Petit conférences" destinate ai bambini. È un discorso rivolto ai bambini e in dialogo con loro sul tema di Dio e del cristianesimo. Gli uditori, fra i sei e i dodici anni, erano bambine e bambini, molto attenti durante tutto l'intervento e non hanno mancato di fare domande. Età di lettura: da 12 anni.
Romanzo storico-autobiografico in forma dialogica, il libro attraversa il Novecento, proiettandosi nel nuovo secolo come manifesto intellettuale di un poeta, manifestazione di valori e di verità, operetta morale, in una sorta di concretizzazione di quel modello di intellettuale "ironico" che Rorty propone quale attore ideale all'interno dei discorsi e degli spazi di libertà che dovrebbero alimentare le democrazie complesse.