Pietro Bembo fu un attore e un testimone privilegiato del Rinascimento italiano. Scrittore celebrato dai contemporanei, antiquario, amante della bellezza (anche femminile) ottenne la duplice consacrazione dell'alloro poetico e della porpora cardinalizia. Nato a Venezia, risiedette presso le maggiori corti italiane, dalla Firenze di Lorenzo il Magnifico a Ferrara, Urbino e Roma. Fu intimo dei Medici e dei Borgia, segretario di papa Leone X e, forse, amante di Lucrezia Borgia, con la quale scambiò lettere d'amore. Bembo fu però anche colui che fissò le norme della lingua letteraria italiana, oltre che il curatore di fondamentali edizioni di Dante e Petrarca. La sua poesia, fondata su una stretta imitazione del poeta di Arezzo, fu decisiva nella diffusione europea del cosiddetto petrarchismo. Amico e mecenate di alcuni dei piú influenti artisti del Rinascimento, da Raffaello a Cellini, non fu estraneo alla cultura scientifica del suo tempo, fin dagli anni giovanili, allorché fissò in un dialogo latino il racconto della sua ascesa all'Etna. Analogamente, seppe intuire le potenzialità dell'industria tipografica, stabilendo una fondamentale collaborazione con Aldo Manuzio.
Il libro indaga la pluralità dei metodi, delle rappresentazioni e delle pratiche testuali tese a ridisegnare i confini dell'"eresia" nella prima metà del '300. Lo studio si concentra sull'attività e sugli scritti di Jacques Fournier/Benedetto XII (Saverdun, ca. 1284 - Avignone, 1342): durante la sua carriera di abate cistercense, vescovo-inquisitore, teologo, cardinale ed infine papa ad Avignone, Fournier predispose un multiforme intervento nella lotta contro il dissenso religioso.
Il 15 ottobre 1652 Innocenzo X emanava la bolla "Instaurandae regularis disciplinae", con cui veniva decretata la soppressione di quei conventi per i quali non erano state ravvisate le condizioni in grado di garantire il rispetto dell'osservanza regolare. Ma quanti furono gli insediamenti conventuali realmente soppressi e quanti quelli che riuscirono ad essere reintegrati nel corso del secolo? Come reagì quell'universo composito fatto di autorità laiche, aristocrazie locali, clero, comunità, semplici fedeli che partecipavano a vario titolo alla vita dei conventi? È a queste domande che l'autrice si ripropone di dare una risposta. Un nutrito apparato cartografico funge da supporto nel delineare la mappa territoriale degli insediamenti soppressi.
Ernesto Buonaiuti (1881-1946) è stato uno dei più importanti esponenti del modernismo italiano. Studioso di storia del cristianesimo e di filosofia della religione, fu scomunicato e dimesso dallo stato clericale dalla Chiesa cattolica per aver preso le difese del movimento modernista e fu poi privato della cattedra universitaria per essersi rifiutato di giurare fedeltà al regime fascista. Le lezioni di storia ecclesiastica dedicate all'età antica qui pubblicate, rimaste completamente inedite, sono riemerse solo nel 2011 dall'archivio del seminario vescovile di Bergamo. In esse scopriamo lo spirito più autentico del Buonaiuti studioso, che indaga quasi ogni momento e ogni figura saliente della storia cristiana dell'antichità, facendo emergere in più punti le sue posizioni sulla Chiesa cattolica per la quale, rivendicando i diritti della libera ricerca, ha sempre auspicato un rinnovamento dall'interno.
Dopo il primo volume di Modernismo e modernisti che proponeva una panoramica generale sul tema – utile a rendere le diverse caratteristiche e le dinamiche intermittenti che connotarono indagini storico critiche, enunciazioni teoriche, indirizzi ideali e pratici, reazioni del magistero e degli organi disciplinati pontifici, entro la Chiesa latina, e in particolare italiana, all’aprirsi del Novecento – in questo secondo volume l’obiettivo punta a cogliere, da diverse angolature o punti di vista, qualche primo piano di tre personaggi, Semeria, Buonaiuti e Fogazzaro, per sondare, attraverso momenti dei rispettivi itinerari, concrete modalità in cui vennero declinati tipici paradigmi, focalizzandone all’occorrenza i riflessi in ambiti ecclesiali e in genere culturali.
Personaggio spesso accostato con interesse anche nel secondo dopoguerra per la sua parentela con il Sostituto alla Segreteria di Stato vaticana, il bresciano Lodovico Montini, per la sua stretta familiarità con i protagonisti di una stagione cruciale per la Chiesa e la società italiana, si rivela in queste pagine anzitutto un 'testimone d'eccezione' di quel lungo percorso intellettuale e religioso compiuto in seno al movimento cattolico italiano dal fratello minore don Battista, il futuro papa Paolo VI, col quale condivise il gusto per un confronto con il mondo contemporaneo libero da antiche condanne. Nei delicati incarichi ricoperti - l'Azione cattolica prima, le istituzioni democratiche poi - applicò con estrema originalità allo stesso progetto europeista propugnato da Alcide De Gasperi all'inizio degli anni Cinquanta molte delle intuizioni maturate decenni prima in terra bresciana insieme al fratello minore.
"La ricerca intorno alla storia dell'Ordine francescano, che qui presentiamo, non è da intendersi quale 'Storia dell'Ordine dei Frati Minori', così com'è valutata nell'accezione comune. Siamo del parere infatti che la stesura di un'opera in linea con questa definizione possa attuarsi solo dopo aver tentato di esaminarne i presupposti. Il nostro saggio mira perciò ad offrire un contributo, che induca ad una riflessione e di conseguenza possa accompagnare una discussione intorno a natura, finalità e limiti di una auspicabile 'Storia dell'Ordine Francescano'. In coerenza con tale ragionamento, il nostro impegno è stato condotto dal desiderio di sciogliere un preciso interrogativo 'Come fare storia di un Ordine religioso?'. È su tale quesito che si snoda lo sviluppo della nostra indagine e del nostro studio." (dalla Introduzione dell'autore)
"La questione affrontata - il rapporto fra religione e politica - riguarda un aspetto fondamentale della dimensione religiosa: la richiesta non soltanto legittima ma doverosa della religione di veder riconosciuta la sua dimensione pubblica e l'altrettanto legittima e doverosa pretesa della politica, intendendo con questo termine l'organizzazione complessiva della vita sociale, di veder rispettate le sue specifiche, molteplici prerogative. Con questo obiettivo il volume intende delineare un percorso attraverso momenti storici particolarmente significativi, che propongono all'attenzione figure emblematiche utili alla riflessione sul tema e ad affrontare direttamente le questioni più controverse che esso presenta."