Con «Quello che gli uomini non dicono. La crisi della virilità», lo psicologo Roberto Marchesini ci ha parlato della mancanza di senso della vita dell'uomo d'oggi. Tuttavia, dopo la presa di coscienza del problema, occorre individuare una soluzione. Qual è l'alternativa all'uomo in crisi proposta dalla società moderna? L'uomo edonista, materialista, superficiale. Un uomo che si accontenta dei simboli esteriori della vera forza: quella interiore, quella che la Chiesa chiama «fortezza». Ma l'uomo del terzo millennio non è costretto a scegliere tra l'uomo in crisi e il selvaggio con il telefonino, tra doverismo ed edonismo. C'è una terza possibilità: la via del cavaliere. È un modello affascinante che, tuttavia, richiede disciplina interiore e perseveranza. Richiede, in poche parole, un codice. Un codice non imposto dalla società, ma scelto liberamente. Perché, come scriveva Goethe, «Vivere secondo il proprio gusto è da plebeo; l'animo nobile aspira a un ordine e a una legge». Per tutti gli uomini che aspirano a un ordine e a una legge, Roberto Marchesini propone, in una nuova edizione completamente rivista, il suo «Codice cavalleresco per l'uomo del terzo millennio». Per pochi fortunati, per un manipolo di fratelli. «Il Codice cavalleresco per l'uomo del terzo millennio si presenta come una mappa per l'uomo contemporaneo per riscoprire se stesso e la grandezza del suo essere maschile attraverso l'arduo cammino delle virtù (da vir, uomo) che contraddistinguono il cavaliere, figura appropriatamente presa dall'autore a modello dell'uomo di ogni tempo. Già, perché, checché ne dica il relativismo storicista, non tutto scorre (facile ricordare il famoso «panta rei» eraclitiano): la natura dell'essere umano resta immutata e immutabile attraverso i tempi. Dunque, non è anacronistico prendere una figura, in questo caso il cavaliere, come riferimento virtuoso per l'uomo di oggi che ha smarrito se stesso sballottato tra modelli effeminati o machisti, non certo virili. Voi uomini sapete e potete compiere straordinarie imprese, a cominciare da quelle della quotidianità» (dalla Prefazione di Giorgia Brambilla).
Se in Internet cerchiamo "omosessualità e sacerdozio cattolico", troviamo migliaia di pagine dedicate a questo argomento: è pruriginoso e quindi appetibile. La Chiesa cattolica è stata coinvolta in scandali relativi all'omosessualità e agli abusi sessuali nei confronti di minori, in cui erano compromessi sacerdoti e vescovi. Ma la maggioranza di loro è fedele alla vocazione e vive la scelta del celibato con coerenza e in molti casi con santità. Rimane, invece, poco considerata la realtà nascosta dei sacerdoti e consacrati che, per il disagio derivato dalla disarmonia che avvertono nella loro vita, scelgono di intraprendere liberamente vari percorsi di aiuto.
Sempre con rispetto delle persone, l'Autore affronta il problema del rapporto tra omosessualità e sacerdozio cattolico, analizzando la formazione psicologica della personalità, i documenti della Chiesa sull'argomento, e individuando le cause che hanno portato all'aumento di consacrati con orientamento omosessuale.
Sull'onda della "rivoluzione sessuale" del 1968, si è verificato un cambiamento antropologico: la scissione tra sessualità e procreazione, la sostituzione dell'identità psicosessuale con l'orientamento sessuale, e l'equiparazione tra eterosessualità e omosessualità, sono ora viste come espressioni della libertà dell'uomo svincolato da ogni limite naturale, morale e sociale.
Questo libro permette di analizzare il rapporto tra sacerdozio, omosessualità e formazione della personalità e dell'identità psicosessuale. La conoscenza di ciò permette di fare scelte libere e maturanti, per il bene proprio e della comunità.
Il vivace dibattito sul tema dell’identità sessuale, scaturito dai movimenti GLBTQ al fine di ottenere nuovi diritti all’«identità di genere » e all’orientamento sessuale, rende questo libro particolarmente attuale. La prima parte approfondisce il tema del transessualismo partendo dall’esperienza di vita dell’autore, l’americano Walt Heyer, che ha vissuto personalmente il clima culturale intriso di reticenze e di falsità propagandate come «scienza». Ripercorrendo il discusso rapporto Kinsey fino al tragico esperimento del dottor Money sui gemelli Reimer, l’autore pone seri motivi di riflessione su tematiche così eticamente sensibili. Richiama anche ad una sana aderenza all’evidenza della realtà: l’identità sessuata è un «dato» che precede ogni decisione o preferenza personale. Il ricorso alla «chirurgia di riattribuzione del sesso», così frequentemente sbandierata come un atto di libertà individuale, viene esplorato, nella seconda parte del libro, da tre esperti dell’area bioetica (Fitzgibbons, Sutton, O’Leary). Il loro contributo, basato su considerazioni biologiche, psicologiche e sociologiche, offre un ulteriore spunto intorno a una corretta informazione su questi temi delicati. Gli studi sul genere rischiano di proporsi come una manipolazione che puntaad attuare un mutamento antropologico a favore dell’indifferenza tra i sessi e di inesistenti «gender variants», veri e propri Paper Genders, «generi di carta».
«L’omosessualità o meglio le omosessualità sono un grande enigma che va affrontato nelle complessità dei fattori che le determinano. Il transessualismo è forse un enigma ancora più oscuro, come certe forme di travestitismo che coesistono con manifestazioni e scelte sessuali del tutto normali, nelle apparenze. «Imboccare scorciatoie chirurgiche per sciogliere gli enigmi, oltre ad essere un’operazione di basso profilo dal punto di vista scientifico e professionale, un indice di superficialità e di ignoranza colpevole in quanto basata sulla mala fede, costituisce un attentato all’integrità dell’uomo come persona. In un’epoca come la nostra, in cui vi è la marcata tendenza ad affermarsi urlando e concionando più forte di altri, è importante che un numero sempre crescente di persone che amano le verità scientifiche riescano a far conoscere tali verità a chi le ignora, facendo buona informazione e correggendo informazioni distorte o false. Questo testo è un buon esempio da imitare» (dalla Prefazione di Italo Carta).
Walt Heyer è stato tra i primi a sottoporsi alla chirurgia di cambiamento di sesso. Una volta diventato donna visse con questa identità per diversi anni, per poi decidere di riappropriarsi della propria identità maschile. Paper genders è la sua sofferta testimonianza. Dopo gli studi di psicologia sulla dipendenza da droghe e alcol alla University of California, Santa Cruz, ha lavorato per 25 anni con persone desiderose di rimettere insieme i pezzi della loro vita. Dal 1980 è stato al fianco dei transgender, ha visto le conseguenze indesiderate del cambiamento di genere. Tra i libri da lui pubblicati ricordiamo Trading My Sorrows. Maggiori informazioni sul suo lavoro nei siti Internet da lui aperti: Sex Change Regret e True Trans Christians.
Nell'attuale dibattito sull'omosessualità maschile e sull'identità di genere questo libro propone, in modo critico, punti di vista nuovi esposti in modo agevole in una quarantina di voci. Ne risulta una sorta di mappa delle problematiche più significative: dagli scenari sociali dell'ideologia di genere alla genesi dell'identità sessuale, dall'ipotesi biologica sull'origine dell'omosessualità alla vicenda della sua derubricazione dal DSM. Con gli strumenti della psicanalisi l'autore si inoltra sul terreno clinico esplorando i motivi psichici e familiari che portano all'orientamento omosessuale. I temi affrontati sono ampi: l'assenza del padre e il predominio della madre, il nodo dell'adolescenza, ma anche il vissuto traumatico, l'abuso, la diffusione della pornografia. Affrontando il dibattuto tema della domanda di cura, l'autore si sofferma sulle diverse forme di omosessualità che differiscono anche per il manifestarsi o meno di un disagio soggettivo. La nostra epoca, che festosamente si compiace del declino del padre, sembra celebrare il trionfo di un "godimento smarrito ", barattandolo con un concetto di libertà e di emancipazione in cui tutto è permesso.