Nella prima parte, il libro ripercorre le vicende e i risvolti di questa aggressione ideologica che impone con la «rivoluzione gender» la sua visione sulla sessualità, sulla famiglia, sulla differenza tra i sessi.
La seconda parte è dedicata alla post libertà: «La libertà di pensiero ce l’abbiamo. Adesso ci vorrebbe il pensiero». Questo aforisma di Karl Kraus diventa per l’autore l’emblema di un’epoca in cui domina un regime di post libertà: l’adeguamento al pensiero unico, al politicamente corretto, all’obbligo dell’egualitarismo. L’uomo contemporaneo crede di essere libero e di avere a portata di mano qualsiasi scelta. È il carnevale della libertà. Ma quando tutto è possibile la libertà implode, si svuota dal suo interno, la libertà muore di troppa libertà.
Nella terza parte il tema della libertà è portato al centro dell’esperienza psicoanalitica. Il lavoro clinico può essere letto come un lavoro di libertà, come il percorso in cui un soggetto prova a ritessere il proprio destino. E a ritrovare il desiderio di progettare una libertà altra che ha il sapore di una conquista perenne.
Esiste o non esiste l'ideologia gender? Che cosa propugna e chi la sostiene? Quali sono le sue implicazioni? Perché viene osteggiata? Il dibattito intorno alle unioni gay, alle adozioni in famiglie omogenitoriali, alle nuove possibilità della fecondazione eterologa sembrano spingerci sempre più verso una mutazione antropologica. Un certo uso ideologico dello scientismo e delle biotecnologie vorrebbe sovvertire i concetti basilari della civiltà: l'identità sessuale, la differenza tra i sessi, la filiazione, la famiglia, la procreazione. In questa ipertrofia dei diritti quale spazio rimane alla soggettività e all'umano? Giancarlo Ricci qui individua 60 voci fondamentali che rappresentano il terreno su cui si gioca una scommessa decisiva e, tenendo conto di alcuni documenti governativi a livello sia italiano sia europeo, vogliono informare, spiegare e rispondere alle sottili implicazioni proposte dal pensiero gender. Si tratta di un viaggio, "politicamente scorretto", che attraversa i concetti cardine della psicoanalisi, della filosofia, del diritto, dell'antropologia con una serie di rinvii interni che permettono al lettore di costruirsi un proprio percorso di lettura.
Il Novecento non è terminato con il crollo del muro di Berlino, né con quello delle Torri Gemelle, perché qualcosa nella quotidianità continuava a crollare, a produrre macerie e relitti. È stata la scelta di lasciare il pontificato, annunciata l’11 febbraio 2013 da Benedetto XVI, a chiudere il secolo scorso trascendendo la storia della Chiesa e superando le mura del Vaticano. Quell’atto ha messo un punto, ha posto un sigillo: quanto accadrà prossimamente non potrà essere interpretato attraverso gli schemi cui eravamo soliti, e nei gesti di papa Francesco possiamo già leggere cosa sarà il tempo futuro.
L'AUTORE
Giancarlo ricci, psicanalista, vive e lavora a Milano. Membro di ALIPSI (Associazione Lacaniana Italiana di Psicoanalisi), redattore della rivista di psicoanalisi LETTERA, coordinatore dell’osservatorio “Rete di Psicanalisi”, esperto di Psicologia dell’età evolutiva, è stato giudice onorario presso il Tribunale per i Minori di Milano. Studioso di Sigmund Freud, saggista e pubblicista, ha pubblicato articoli e interventi presso riviste e libri tradotti anche all’estero tra cui: Il padre dov’era. Le omosessualità nella psicanalisi (2013, SugarCo), S. Freud, Il padre della psicanalisi (2005, Electa Mondadori), S. Freud. La vita e le opere e il destino della psicoanalisi (1998, Bruno Mondadori) e Le città
di Freud. Itinerari, emblemi, orizzonti di un viaggiatore (1995, Jaca Book).
Nell'attuale dibattito sull'omosessualità maschile e sull'identità di genere questo libro propone, in modo critico, punti di vista nuovi esposti in modo agevole in una quarantina di voci. Ne risulta una sorta di mappa delle problematiche più significative: dagli scenari sociali dell'ideologia di genere alla genesi dell'identità sessuale, dall'ipotesi biologica sull'origine dell'omosessualità alla vicenda della sua derubricazione dal DSM. Con gli strumenti della psicanalisi l'autore si inoltra sul terreno clinico esplorando i motivi psichici e familiari che portano all'orientamento omosessuale. I temi affrontati sono ampi: l'assenza del padre e il predominio della madre, il nodo dell'adolescenza, ma anche il vissuto traumatico, l'abuso, la diffusione della pornografia. Affrontando il dibattuto tema della domanda di cura, l'autore si sofferma sulle diverse forme di omosessualità che differiscono anche per il manifestarsi o meno di un disagio soggettivo. La nostra epoca, che festosamente si compiace del declino del padre, sembra celebrare il trionfo di un "godimento smarrito ", barattandolo con un concetto di libertà e di emancipazione in cui tutto è permesso.