Per leggere queste pagine non c'è bisogno di persone bulimiche nello spirito e anoressiche nel corpo. Basta essere normali. All'interno vedrai delle citazioni dalla Bibbia. Sono dei link. Apri la Bibbia e leggi tutto il passo.
Leggendo questo libro, in cui sono raccolte le varie interpretazioni teologiche della figura e del ruolo di San Giuseppe, succedutesi nel corso dei secoli, usando la chiave di lettura dei “modelli”, il lettore apprezzerà innanzitutto la grandezza inesauribile del santo di Nazareth a cui corrisponde, per contrasto, il silenzio in cui è avvolto nelle Sacre Scritture, quasi per rappresentare un modello di Chiesa che di fronte al mistero della presenza del Signore si pone in atteggiamento di silenzio e di collaborazione. Così il Signore si manifesta in tutta la sua luce e potenza. Esiste una continuità di fondo che lega assieme i vari “modelli” teologici su di lui e che li rende in certo qual modo unitari. Ciò dipende essenzialmente dal ruolo che ha svolto; egli non può essere sostituito da nessun altro per il compito avuto di prendersi cura di Gesù e di proteggere l’integrità di Maria. Alle giovani generazioni va consegnato un ritratto in cui il padre adottivo di Gesù sia presentato come persona forte, responsabile, equilibrata e decisa. In un’epoca di crisi valoriale, come quella che stiamo vivendo, in cui si va perdendo il senso della dimensione spirituale della persona e del suo essere relazionale, a vantaggio di un individualismo eccentrico e referenziale, il padre adottivo di Gesù ci insegna ad essere attenti all’altro, ad affrontare la vita con energia ed equilibrio, a vivere con sapienza.
La questione della misericordia di Dio è un tema centrale e ramificato che abbraccia varie dimensioni della fede cristiana. La misericordia è la risposta di Dio, ma è una risposta che pone tante domande: come può Dio compatire senza compromettersi? Se Dio è misericordioso, come si spiega l'ira di Dio? La misericordia non compromette la giustizia? Tante altre domande nascono spontanee nella mente e nel cuore. Qui si presentano "briciole". A volte una briciola risveglia l'appetito, e se queste pagine riescono a risvegliare il desiderio di conoscere meglio la misericordia di Dio e di abbracciarla con riconoscenza, avranno realizzato il loro obiettivo.
Se dico 'Francesco d'Assisi' cosa ti viene in mente? Un frate. Un monaco? Un cavaliere. Un mistico? Un santo. Da quando Francesco ha vestito il saio, sembra abbia indossato una coperta ambita, è corta, e tutti lo strattonano, chi da una parte e chi dall'altra, ciascuno verso di sé. Ne hanno fatto ciò che hanno voluto. C'è chi ha fatto diventare pacifista il cavaliere, chi altruista e filantropo il santo, chi eretico il cattolico. Chi è veramente Francesco? Non ti piacerebbe seguire il frate come una storia? Vedrai l'iniziale indifferenza alla preghiera, il gesto spavaldo e arrogante davanti al padre, la paura e la fuga nel piviale del vescovo, l'incertezza della vita spogliata, i tentativi di rimediare ad una scelta avventata; sentirai lo schifo che lo ritrae e la voce interiore che lo vince davanti alle mani lebbrose, il ribrezzo quando tocca la povertà, il pensiero di ritornare tra le stoffe e il desiderio di sceglierla comunque; vedrai la superbia di umiliare e subito dopo il pentimento, le scuse, il cambio d'idea; vedrai la rabbia in pubblico e l'ansia in privato, il desiderio di stare solo con Cristo, di ascoltare la messa, di confessarsi spesso. Cristo: gli viene voglia di farsi vedere da Lui, di incontrarlo, di voler sapere cosa pensa di sé, cosa vuole che faccia. Un uomo che fa fatica immane a lasciarsi condurre dallo Spirito Santo, eppure d'accordo con Lui. Come è diventato santo? Come Cristo è riuscito a renderlo santo? Una vita diventata diversa.
1965-2015: cinquant'anni dall'approvazione del Decreto conciliare Perfectae Caritatis. È un momento che non può passare sottotono, e non solamente per la memoria storica di un Concilio che ha segnato una grande svolta anche riguardo alla Vita Consacrata, ma specialmente per fare un bilancio di questi anni, non sempre facili, spesso carichi di tensioni, di defezioni post-conciliari causate da errate interpretazioni del recente Magistero o dal desiderio smodato di porre in atto quei cambiamenti auspicati, ma senza la prudenza del discernimento, dell'attesa "sapienziale" che dovrebbe il patrimonio "genetico" di chi ha donato la sua vita a Cristo. La presenza dei religiosi al Concilio è stata indubbiamente forte e significativa anche se non si può parlare di "un Concilio di religiosi". E le religiose? Come mai il Concilio tratta della vita religiosa senza uno specifico contributo femminile? La struttura prettamente "maschile" della Chiesa, ovvero dell'elemento gerarchico, ha decisamente segnato il cammino per una interpretazione e uno svolgimento dei lavori conciliari sotto una prospettiva univoca ove è mancata l'apportazione piena del mondo femminile. Da qui la necessità - legittima - di indagare sul ruolo delle religiose uditrici. La vita religiosa, infatti, è anche femminile e per questo va considerata nelle due diverse prospettive umane e psicologiche.
Il mistero della Grazia e il mistero della nostra umanità si intrecciano nella "chiamata" di ogni uomo. L'autore offre un contributo analizzandone i diversi aspetti.
La santità proviene dall'amore redentivo di Cristo, da quel suo desiderio di portare tutti al Padre. In tutta la sua vita Guglielmo Giaquinta ha avvertito l'urgenza di annunciare al mondo che l'amore di Dio sana e salva. Un amore totale, oblativo che guarisce le ferite dell'anima, ridona la gioia del vivere ed apre le porte all'unione eterna con Lui: non c'è un amore più grande di questo, "dare la vita per i propri amici" (Gv 15, 13). Il vivere nella gioia di Cristo comporta un corrispondere al suo amore nelle scelte quotidiane che interpellano il credente. Proprio l'amore redentivo postula la santità di vita, un rinnovamento del cuore, fatto grazie all'azione dello Spirito che tutto riporta alla bellezza dell'origine. Non si può scindere l'amore redentivo dalla santità di vita. L'uno è dato per la salvezza dell'universo; l'altra è vissuta perché tutto ritorni alla Trinità Santa.
Agorà e Parola, parola e agorà, un mescolarsi di incontri, vicende, dialoghi, relazioni, cultura che si rende coltura della mente umana, carità divina che si offre all'uomo nella gratuità semplice del quotidiano.
Questo breve compendio delinea la natura della teologia spirituale.