Dal Lazio fino alle rocce di Monte Sant'Angelo sospese sul mare del Gargano: 500 chilometri in 25 tappe verso una delle mete di pellegrinaggio più affascinanti e più antiche d'Europa, la cui fama precede persino quella del Cammino di Santiago de Compostela. A piedi o in bicicletta sulle tracce di san Francesco e della devozione a san Michele arcangelo, da montagna sacra a montagna sacra (dalla Verna - descritta nella guida precedente - a Monte Sant'Angelo). Un percorso entusiasmante che attraversa Abruzzo, Molise e Nord della Puglia, tra valli sconosciute, città d'arte e paesaggi mozzafiato. Meta: la suggestiva grotta delle apparizioni e del culto di san Michele, a pochi chilometri da San Giovanni Rotondo. Per ogni tappa: le descrizioni dettagliate del percorso, le cartine (1:50.000), i posti dove dormire e mangiare. Inoltre tutti i luoghi da visitare, le tradizioni e i documenti storici su san Francesco e sull'arcangelo Michele.
In cammino verso Gerusalemme, per completare, dopo Santiago e Roma, i tre famosi pellegrinaggi medievali. 16 giorni a piedi tra Israele e Palestina, sulle orme degli antichi pellegrini che, sbarcati ad Acri, avevano come meta la Città Santa. L'itinerario, che può essere percorso in entrambi i sensi, ha come cuore la "salita" a Gerusalemme. Ma altre tappe fondamentali sono Nazaret e il Tabor, il monte delle Beatitudini, Gerico, Betlemme... Come sempre, spostarsi a piedi obbliga a incontrare le persone, le culture, le religioni. E poi la natura: dalla pianura della costa alla depressione del Giordano alle colline della Giudea. L'ospitalità è in monasteri, kibbutz, scuole, ostelli. Una guida per gruppi di pellegrini ma anche per singoli.
Nel Medioevo molti pellegrini, dopo aver raggiunto Roma, proseguivano per la Terra Santa. Si andava così formando la Via Francigena del Sud, via gerosolomitana (verso Gerusalemme) oppure via romea per chi la percorreva in senso opposto. Oggi, grazie a un lavoro durato anni, è possibile rimettere i piedi sulle tracce degli antichi pellegrini, ripercorrere strade ricchissime di storia (l'Appia antica, l'Appia traiana...) e ritrovare ogni sera, il sapore e il senso dell'ospitalità di un tempo. Da Roma fino alle coste della Puglia: un cammino in 30 tappe attraverso una terra sospesa tra cielo e mare, passando gli Appennini proprio là dove sembrano scomparire. Inoltre, la descrizione dettagliata del percorso a piedi e le varianti per la bici, le carte per orientarsi e le altimetrie, le ospitalità e i luoghi da visitare. Una guida che ricongiunge le tre peregrinationes maiores dell'antichità: Santiago, Roma, Gerusalemme.
Che senso ha ripercorrere le strade battute da quell'incessante camminatore che fu Pietro del Morrone, diventato papa col nome di Celestino V?
E che cosa sopravvive di lui e del suo spirito nella selvaggia Maiella, lungo i tratturi della transumanza, nelle abbazie benedettine antiche di oltre mille anni?
Questa guida propone un inedito connubio di percorsi a piedi e di itinerari ferroviari, nei luoghi dove ha vissuto il monaco eremita e papa del "grande rifiuto".
Diversi itinerari che ne compongono uno unico, di ventinove giorni, tra grotte ed eremi sospesi nel vuoto e città "celestiniane": L'Aquila, Sulmona, Peschici, Vieste, Campobasso, Isernia, Benevento, Napoli, Roma...
I percorsi:
Abruzzo (11 giorni);
da Roma a Sulmona, con L'Aquila e la Maiella;
Abruzzo e Molise (4 giorni);
da Sulmona a Termoli, tra Appennino e Adriatico;
Puglia (2 giorni);
da Termoli a Vieste, la fuga di Celestino V;
Campania (3 giorni);
da Vieste a Piedimonte Matese,
passando per Benevento e Napoli;
Molise (5 giorni);
da Piedimonte Matese a Venafro,
camminando sul Tratturo della transumanza;
Lazio (4 giorni);
da Venafro a Roma, vitando Montecassino e i luoghi
della prigionia e della morte di Celestino V;
Comincia così il diario di viaggio, affettuoso e ironico, dall’autrice. Un racconto appassionante, in cui si intrecciano le tre peregrinazioni compiute a Santiago, che fanno di Alix un’esperta del Cammino. Le persone incontrate sono altrettante storie, avventure umane che si aprono in uno spazio di libertà, quasi di ritorno all’infanzia, dove il tempo si dilata e accade di tutto. Dal desiderio di uccidere i propri “colleghi” di cammino alle esperienze di amicizie intense e di momenti di intensa spiritualità. L’apparente normalità del Cammino ritrova la sua ricchezza e profondità attraverso una scrittura gonfia di humor e suspense.
Il filo rosso del libro è l’amicizia con una donna, Rachele, di origine ebraica, ma nata da genitori Testimoni di Geova a Cuba il che, come ben si capisce, è già di per sé una situazione strana. A 5 anni Rachele saliva sui banchi a proclamare la parola di Dio e a scuola rifiutava di salutare la bandiera e Fidel Castro. In breve, Rachele ha 9 anni quando la famiglia riesce a fuggire da Cuba e a trasferirsi a Madrid. I genitori divorziano, Rachele si fa battezzare, ma quando Alix l’incontra nelle prime tappe del cammino, non ha più la fede. E sono i dialoghi, gli scontri e il profondo rapporto che nasce tra due donne così diverse che conduce il lettore, d’un fiato e con la voglia di sapere come va a finire, fino in fondo al libro.
“Come mia madre, anche la sua era convinta che si sarebbe fermata dopo una settimana.”
Giornalista e scrittrice Alix de Saint-André è al suo sesto libro (cinque quelli usciti da Gallimard). Nata nel 1957 da una famiglia aristocratica, dopo gli studi alla Sorbona ha lavorato per Figaro Magazine e ora, come inviata speciale, scrive per Elle. Iconoclasta e sorridente, gestisce la lingua con insolenza e ironia. Nel 1994 il suo esordio letterario con un thriller burlesco.
C’è un Cammino, nel Nord della Spagna, che continua a essere percorso a piedi da migliaia di persone, soprattutto d’estate ma non solo. 800 chilometri dai Pirenei fino alla Galizia e poi oltre, a Finis terrae.
È il Cammino di Santiago de Compostela tracciato nel corso dei secoli da quanti si recavano alla tomba dell’apostolo Giacomo, il primo annunciatore del Cristo in Spagna, ritrovata miracolosamente all’inizio del IX secolo.
Oggi tutto il percorso è perfettamente segnato con le famose frecce gialle e l’antica via è costellata di rifugi dove torna ad avere significato il diritto d’ospitalità.
Ci si può mettere in cammino per fede o per sport: ma, qualunque sia la ragione che ti spinge a partire, il Cammino finisce col coinvolgere tutto il tuo essere - i desideri, i sensi, la fame e la sete - nello sforzo quotidiano dell’avanzare, negli incontri, nella bellezza dell’arte e dei paesaggi, negli infiniti chilometri percorsi in solitudine.
È il fascino di Santiago: per un istante, o per i lunghi giorni che dura l’andare, torni a essere solo un pellegrino.
Dio disse ad Abram: “Vattene dalla tua terra”.