Il pregio e l'attualità di questo manuale universitario, giunto alla seconda edizione, si colgono nella proposta "forte" di una scienza filosofica della natura. In un panorama variegato di approcci epistemologici, spesso tra loro contraddittori, l'autrice privilegia, come via interpretativa ultima, la centralità dell'uomo-natura nella natura, sulle cui parti e ordinamenti ella concentra, con cura didattica, l'attenzione del lettore. La presenza, ulteriormente arricchita, di Excursus, su temi e questioni scientifiche, spesso di confine, arricchisce la conoscenza del quadro della riflessione contemporanea su questa scienza delle "cose più piccole" come delle "grandi". Alcuni degli argomenti trattati: Analogico e digitale
Il recupero di una visione unitaria su un essere così complesso e multiforme qual è l'uomo - soggetto dotato di inalienabile dignità e responsabilità morale ed esistenziale verso se stesso, gli altri uomini e il mondo naturale - avviene qui attraverso una riproposta della visione classica della philosophia perennis secondo la tradizione tomistica, che non elude però il confronto con alcuni settori di ricerca e di riflessione che segnano e condizionano l'epoca contemporanea. Trovano quindi spazio le riflessioni critiche provocate da altri campi d'indagine e da diverse prospettive: dalla tecnologia all'intelligenza artificiale, dall'ecologia alla dialettica natura/cultura, dalla socialità alla corporeità.
Non v’è dubbio che la questione identitaria rappresenti oggi (e probabilmente lo sarà ancor di più in futuro) un momento centrale della riflessione antropologica. Rivendicazioni identitarie stanno emergendo su scala globale sempre di più e nei modi più diversi, sia all’interno delle singole società – si pensi alla questione dei diritti soggettivi e più in generale delle minoranze – che dall’esterno, nel modo in cui queste società vanno ri-configurando i loro reciproci rapporti.
I contributi raccolti in questo volume affrontano la questione identitaria (pur nelle sue molteplici declinazioni) da un particolare punto di vista, quello del superamento del paradigma individualista (cui afferisce anche il pensiero del gender), e sono l’esito dei lavori svolti, dal 9 all’11 marzo 2016, nell’ambito del Convegno internazionale di Filosofia proposto dalla Pontificia Università Urbaniana.
Che cos'è la verità? Come può essere giustificata la pretesa di conoscerla? Queste sono le domande che caratterizzano l'indagine epistemologica. Questo manuale universitario propone a chi si avvicina allo studio dell'epistemologia un percorso in cui, tenendo presenti i dibattiti in corso nella filosofia analitica contemporanea ma trovando anche indicazioni decisive nel pensiero di san Tommaso e di John Henry Newman, vengono affrontati i temi centrali dell'indagine filosofica sulla conoscenza: la percezione, la conoscenza intellettuale, la certezza, la verità, la giustificazione e le sue diverse forme (inferenza, esperienza, testimonianza).
Finalità e contenuti del volume costituiscono un controcanto di riflessioni al clima del sentire fattuale della persona umana. L’Autore s’impegna in un percorso filosofico teso a cogliere e motivare la specificità ontologica dell’uomo nella quadruplice valenza relazionale: con se stesso, con Dio, con l’altro da sé e con l’ambiente. Pone così in campo analisi fenomenologiche e storico-esistenziali tese alla riscoperta delle radici metafisiche della relazionalità in ordine alla vita etica, religiosa, civile e ambientale. L’obiettivo finale è la ricomposizione dell’ethos relazionale nel cui spazio spirituale la domanda religiosa ha piena cittadinanza.
Il volume si chiude con una Postfazione di Ardian Ndreca e Niketa Stefa dal titolo "La persona tra metodo fenomenologico e istanze metafisiche".
Il libro mette a fuoco gli elementi "fondativi" dell'etica sociale alla luce delle problematiche contemporanee. A fronte della diffusa mentalità individualistica, l'autore pone anzitutto la prospettiva della solidarietà come struttura antropologica fondamentale (cap. 1); fa poi seguire un'articolata trattazione delle virtù fondamentali dell'etica sociale: l'amore e la giustizia. Mediante l'analisi fenomenologica, l'Autore approda ad una metafisica dell'amore (cap. 2), con le sue principali configurazioni: affetto, eros e amicizia (cap. 3). A riguardo della giustizia, dapprima ne ricerca i fondamenti nell'orizzonte del diritto, con particolare riferimento ai diritti umani (cap. 4), ne esamina poi le dimensioni fondamentali (generale e particolare, commutativa e distributiva), mostrando come essa si raccordi con l'amore (cap. 5). Si sofferma infine sulle comunità fondamentali: matrimonio e famiglia (cap. 6) e società più ampia, con i rapporti economici, la cultura, lo Stato e la comunità internazionale (cap. 7). Ogni capitolo risulta arricchito da un excursus di approfondimento.
Il Lessico ha il pregio di selezionare e approfondire i concetti-temi fondamentali della filosofia della storia, evidenziandone i reciproci legami. Si tratta di uno strumento efficace che soccorre chi intende entrare nell'universo semantico del trittico tempo/storia/storiografia, fonte di coscienza culturale e di orientamenti etici. In definitiva, risulterà prezioso a quanti si accingono a "pensare" la narrazione del tempo e dei suoi eventi nel duplice quadro teoretico e culturale. Del primo quadro, il teoretico, sono le voci: certezza storica, comprensione storica, conoscenza storica, filosofia della storia, metodo della filosofia della storia, senso della storia ecc. Del secondo, il culturale, sono le voci: epoca, eterno ritorno, narrazione, nazionalismo, nazione, passato, periodizzazione, progresso ecc. La riflessione sulla storia può dirigersi verso il superamento di una visione frammentaria, al di là cioè del semplice accumulo di esperienze ripetute nel tempo da individui e comunità. In sostanza, questo Lessico intende contrastare il tentativo di alcune derive del post-modernismo di screditare l'idea stessa della praticabilità di una filosofia della storia e, superando il pregiudizio anti-realistico e anti-metafisico, il rischio della perdita d'identità e lo smarrimento di sicuri orientamenti trascendenti.
È noto che il Duecento ha segnato la storia successiva del pensiero cristiano occidentale. Per le forti sollecitazioni provenienti dalla riscoperta di Aristotele e dalla diffusione delle speculazioni di filosofi e teologi di lingua araba, la riflessione metafisica dei latini si incentrò sulla praticabilità di un discorso comprendente tanto l'unicità e semplicità di Dio quanto la molteplicità e complessità degli enti nel mondo. Principali nodi problematici furono l'onniscienza divina e la creazione nel tempo. Le discussioni seguite costituirono il laboratorio nel quale vennero sperimentate innovative teorie cosmologiche, ontologiche ed epistemologiche. Nella costruzione della dottrina sull'esistenza di tutte le cose in Dio, gli universitari ricorsero all'antica teoria delle idee divine. Nondimeno, privilegiando la rivisitazione di Seneca e la cristianizzazione di Agostino, essi ritennero di poterla adattare alle istanze originate dall'aristotelismo montante, trasformandola in polivalente dispositivo concettuale per spiegare la contingenza del mondo e la sua intelligibilità. Dell'opera, prevista in due volumi, questo primo contiene l'edizione critica di importanti testi, finora accessibili solo nei codici manoscritti che li trasmettono, lo studio dei quali consente una più ampia ricostruzione della nascita e dell'andamento del dibattito sulla 'scienza divina' nel quadro degli intrecci filosofico-teologici via via fioriti nel lavoro scolastico.
The question about religion is one that stubbornly refuses to go away. Rather than getting rid of religion, the secularization of societies has brought in its wake a heightened sense of the plurality of its expressions.
In this book, Benedict Kanakappally offers a thoroughgoing analysis of the thought of Karl Jaspers, whose contribution to a general clarification of the contemporary religious problematics has often gone unnoticed. A phenomenological review of man's belief in the reality of transcendence in its essentially constitutive aspects would show why religious plurality represents a legitimate state of affairs in the world. Apart from clarifying the grounds for religious plurality, this book is an attempt to unearth some of the interfaith dialogical motifs which belatedly came to dominate Jaspers' thinking.
Under the somewhat curious notion of his `philosophical faith' what Jaspers ultimately understands is a philosophical framework capable of serving as platform for a communicative encounter between different faiths. The book should appeal to those who are interested in the religious thought of Jaspers as well as to those who are interested in the broader issue of interreligious dialogue.