Il termine 'inculturazione' è un neologismo coniato e adoperato innanzitutto negli studi antropologici. È stato recepito nel linguaggio del magistero ecclesiastico e nella teologia, acquisendo progressivamente nuove accezioni in conformità con i cambiamenti occorsi nella stagione postconciliare. I contributi raccolti in questo volume mettono in luce innanzitutto la complessità teorica e pratica insita nel termine 'inculturazione', il cui significato non può prescindere dal suo passaggio dall'antropologia alla teologia/missiologia, dalle diverse accezioni del sostantivo 'cultura' e, infine, dalle molte e talvolta divergenti forme del rapporto fra cristianesimo e cultura/e. Da questo approccio interdisciplinare emergono interrogativi adeguati a orientare un approfondimento chiarificante dell'intrinseco rapporto tra la fede e le culture nel quadro della missione evangelizzatrice della chiesa.
"Immaginare l'altro è un'impresa ardua. Richiede coraggio, fantasia, voli inaspettati, andare per sentieri poco battuti. L'alterità è il concetto che più ripugna al 'buon senso', che più facilmente si tacita, si sopprime, tanto è preponderante il desiderio di omogeneizzare, di normalizzare. Eppure abbiamo la necessità, come singoli e come comunità, di metterci sulle tracce dell'Altro, ma se siamo incapaci d'immaginarlo ne sentiremo l'esigenza?". A partire da questa domanda, l'autore si cala nel pluralismo religioso odierno per presentare gli sguardi che le diverse religioni (cristianesimo, induismo, buddismo, giudaismo e islam) hanno rivolto all'a/Altro nel tentativo d'immaginarlo, di non spezzare quella relazione. Da questo bisogno di socialità, diventa indispensabile un rinnovato impegno per il dialogo e l'incontro tra i credenti, in vista della costruzione di una "casa di preghiera per tutti i popoli".
L'impegno evangelizzatore della Chiesa nel sociale è qui richiamato e analizzato da specifici punti di vista, sia teoretici sia pratici, che contribuiscono a mettere a fuoco la questione centrale dell'essere umano, la cui dignità essenziale è comune a tutti e a ciascuno. Diversi elementi ricorrono nei saggi di questa raccolta: il tema della speranza, che comporta un riferimento essenziale al regno di Dio sia nella sua prospettiva storico-escatologica, sia nella sua dimensione personale-collettiva; l'individuazione di un criterio di interpretazione della realtà in chiave integrale e inclusiva, con particolare attenzione alla periferia; l'opzione per i poveri, biblicamente fondata e non ridimensionata nel suo potenziale dirompente; l'inclusività di tutti e di ciascuno nel rispetto delle differenze, superando le conflittualità culturali e religiose.
Il volume raccoglie gli Atti del convegno internazionale "Il cammino della missione. A cinquant'anni dalla promulgazione del decreto conciliare Ad gentes", organizzato dalla Pontificia Università Urbaniana con il contributo di missio, Aachen, e della Associazione Internazionale dei Missiologi Cattolici. Protagonisti della vitamissionaria e studiosi di fama internazionale hanno esplorato - ciascuno a partire dalla propria prospettiva scientifica e di esperienza - il significato del Decreto Ad gentes e del cambiamento missionario da esso originato, tracciando un percorso che si articola nei seguenti, principali ambiti storico-missiologici:
Il Concilio come nuova primavera della Chiesa e della missione;
L'istanza del Concilio nella missione;
La ricezione di Ad gentes nei territori di missione;
I cinquant'anni del divenire della missione;
I protagonisti del cammino missionario;
Il panorama missionario attuale: per una nuova missione ad gentes
Daniello Bartoli (1608-1685), scrittore barocco e storico ufficiale della Compagnia di Gesù, pubblicò nel 1663 il Dell'Historia della Compagnia di Gesù. La Cina, terza parte dell'Asia, opera nella quale racconta la storia dei missionari gesuiti in Cina dalla morte di S. Francesco Saverio (1552) al centenario della fondazione della compagnia (1640). In essa, una parte consistente attiene alla descrizione della Cina dei secoli XVI-XVII nei suoi aspetti etnico, geografico, culturale, politico e religioso. Il volume indaga sulla complessità delle circostanze e delle motivazioni che hanno prodotto l'opera di Daniello Bartoli e, attraverso lo studio delle fonti e l'indagine sulle strategie costruttive, ne accerta l'alto valore storico-letterario. Anche la biografia del Gesuita è stata interamente riveduta, sulla base della ricerca metodica di fonti d'archivio. L'ampia inquadratura storica dell'opera nell'ambiente degli anni in cui fu prodotta completa l'originalità del contributo.
Le relazioni tra Repubblica Popolare Cinese e Chiesa Cattolica stanno vivendo una nuova stagione. In tale contesto, è sembrato utile divulgare il testo delle Facoltà speciali che sono state concesse nel 1978 dall'allora Congregazione di Propaganda Fide ai sacerdoti e ai fedeli dimoranti in Cina, testo rimasto finora a disposizione di pochi e che ora viene pubblicato nell'originale in lingua latina e nelle versioni italiana, inglese, francese e cinese. Sulla scorta di tale testo, e dei qualificati studi che l'accompagnano, sarà possibile non solo avere uno spaccato della situazione storico-ecclesiale e dei mutamenti avvenuti, ma anche verificare un esempio di inculturazione nel processo di radicamento della Chiesa in Cina. Si tratta di un contributo di documentazione e riflessione senz'altro utile al dialogo tra la Santa Sede e il Governo civile.
Il percorso di lettura che viene proposto nel volume si articola in tre parti. La prima, Le grandi religioni monoteiste, comprende due contributi, rivolti rispettivamente alla spiritualità ebraica e a quella musulmana. La seconda parte, Alcune esperienze contestuali, è dedicata alle religioni tradizionali africane, al mondo indù e a un'esperienza di spiritualità occidentale. La terza e ultima parte, "Dalla fenomenologia alla riflessione teorica", prende il via dall'idea che la spiritualità è sempre in rapporto alla vita e alle concezioni del mondo, oltre che in dialogo con la cultura, proponendo alcuni momenti di riflessione: sulla creazione di identità progettuali aperte; sulla spiritualità della vita conviviale; sulla trasformazione della storia umana in storia di liberazione e riconciliazione.
Il grande continente americano, plurale nei suoi popoli, religioni e culture è fonte di grande riflessione: per la complessa identità, per il cammino della sua storia e per le dinamiche attuali tra globalizzazione e percorsi locali. È un Continente dove colonizzazioni, deportazione di schiavi e continue migrazioni hanno fuso o anche solo mescolato, tra numerosi conflitti e ibridazioni, popolazioni e culture autoctone, europee, africane e anche asiatiche. Il volume raccoglie i contributi di esperti e protagonisti della vita culturale, sociale e religiosa americana sui seguenti temi: l'America tra culture indigene, meticce e migranti. Contaminazioni, inter cultura, culture globali; culture americane ed esperienza cristiana; società urbane e megalopoli; mass Media e New Social Media. Nuove strategie e frontiere della comunicazione; beni comuni e progresso sostenibile. L'ambiente come valore, risorsa e merce; la convivenza delle religioni. I nuovi paradigmi dell'incontro nel dialogo interreligioso; la fede oggi fra domande nuove e antica sapienza. Le teologie, la comunità e la sfida dell'evangelizzazione.
L'annuncio del Vangelo fino agli estremi confini della terra incontra le persone all'interno di comunità caratterizzate da una propria cultura, religione ed etica. La missione evangelizzatrice dovrà pertanto fare i conti con quanto già contraddistingue le diverse popolazioni a livello di fede e anche a livello di costumi, nella consapevolezza della stretta connessione tra l'adesione a Cristo e la vita nuova che questa comporta. Obiettivo centrale del volume è mostrare come, da una parte la prassi e la teologia della missione siano arricchite dall'attenzione alla dimensione morale e, dall'altra parte, come anche la riflessione morale, pensata nella prospettiva della missione, esprima una fecondità particolare. A servizio di questo obiettivo sono posti i diversi momenti che scandiscono il percorso della riflessione e che, di volta in volta, mettono in luce alcuni aspetti particolarmente rilevanti di questo dialogo tra morale e missione. Emergono la densità teologica e pastorale della nozione di esperienza e di conversione, l'attenzione relativamente nuova al tema della "inculturazione della morale" e, soprattutto, la conferma di quanto sia centrale, per questo dialogo interdisciplinare, il mistero di Cristo, mediatore universale e unico di salvezza.
Per essere l’unico autore biblico di origine e di cultura non ebraica Luca ha vissuto sulla sua pelle il dramma dell’interculturalità e dell’interreligiosità tra mondo ebraico ed ellenista, superandolo a pieni voti (cf. At 15).
Con i suoi due scritti Luca, medico scienziato ellenista, ma anche storico fluido e teologo critico, occupa nel NT una posizione unica, intermedia e intermediaria: tra i due altri sinottici, Marco e Matteo; tra tradizione sinottica e tradizione giovannea; tra “Paolo lucano” e “Paolo epistolare”; tra ecumene ellenista e località ebraica; tra chiesa ellenista e chiesa gerusalemitana. Da questa intermediarietà scaturisce una chiesa lucana capace di fare la sua storia e allo stesso tempo di riscriverla criticamente nella discontinua continuità.
In un’epoca, come la nostra, la cui globalità supera di gran lunga l’ecumene romano-ellenista, le critiche di Luca e i suoi teoremi missionologici meritano un’attenzione speciale da parte della Chiesa in cammino verso una seconda epocale Gerusalemme. Nell’odierno metabolismo e fermentazione interreligiosa e interculturale l’evangelista Luca, teorico e testimone della missione, può essere guida e ispirazione.
P. Giuseppe Frizzi, missionario della Consolata, ha studiato filosofia e teologia all’Università Urbaniana e continuato gli studi a Mu¨nster, Germania, ottenendo il dottorato in esegesi del NT. Dal 1975 lavora in Mozambico, tra l’etnia Macua Scirima, dove ha continuato a fare esegesi non solo sui testi della Bibbia, ma anche su quelli orali-scritti della biosofia e biosfera Macua Xirima. Dirige il Centro di Investigazione Macua Scirima, distretto di Maúa (Niassa, Mozambico), dando corsi di lingua e di cultura Macua Scirima e seguendo i percorsi formativi di studenti universitari di varie nazioni. Nel 2009 la Pontificia Università Urbaniana lo ha insignito della Laurea honoris causa. È autore di lavori pioneristici come il Dicionário Xirima-Português e Português-Xirima. Gramática e Alfabetizaçaão (2005), e il poderoso volume Biosofia e Biosfera Xirima (2008), la traduzione della Bibbia in lingua Macua Scirima, la Biblya Exirima (2002), realizzati con l'intensa cooperazione di catechisti e catechiste locali.
Voci di autorevoli rappresentanti dei diversi "mondi" asiatici interpretano il sentire e il vivere dei loro popoli. Multiformi e stratificate dottrine hanno segnato e segnano i confini delle geografie intellettuali e sociali di questi "mondi", come le spiritualità e le pratiche rituali delle grandi religioni hanno trasformato ininterrottamente il loro dinamismo interno ed esterno. Qui però l'interesse è rivolto principalmente al vissuto religioso e al sotteso spessore esistenziale. In questo volume, quindi, viene fatto emergere il "volto" inconfondibile delle Persone asiatiche, la loro interiorità e la fecondità della loro luce spirituale tra tradizione e contemporaneità. Le diverse prospettive consentono d'individuare lo spazio di un possibile ascolto cristiano fondato sulle domande esistenziali universali e sulle risposte che, nel corso dei secoli, le diverse fedi e filosofie asiatiche hanno saputo dare. Il volume è frutto dei lavori svolti dal Convegno Internazionale sull'Asia organizzato dalla Pontificia Università Urbaniana (15-17 aprile 2013).
"Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull'amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce" (Papa Francesco, Omelia per l'inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma, 19 marzo 2013). Il primato petrino richiama senz'altro polemiche del passato. Oggi tuttavia è affrontato, anche in ambito ecumenico, con maggiore serenità. La Chiesa Cattolica ritiene di aver conservato nel ministero petrino un dono di grazia a favore dell'unità della Chiesa di Cristo perché, attraverso i secoli e nelle variegeografie, sia Una e Sancta. I contributi che qui vengono offerti riflettono aspetti essenziali del significato e del valore del ministero per l'universalità della vita e della missione del popolodi Dio. L'obiettivo comune è di illustrare l'intimo rapporto che vige tra primato ed episcopato all'interno del dinamismo missionario della Chiesa.