Libero adattamento in linguaggio corrente a cura di Massimiliano Taroni. Nell'anno 1911, il reverendo sacerdote Salvatore Gaeta di Napoli, apprezzato scrittore e predicatore, dava alle stampe la prima biografia storica di Santa Maria Cristina Brando. Questo sacerdote aveva conosciuto molto bene la fondatrice delle Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato e quindi la sua opera ci ha regalato di lei un ritratto straordinario, a pochi anni dalla sua morte. Era però necessaria una revisione del testo di Salvatore Gaeta per l'italiano usato, per renderlo di più facile comprensione in un linguaggio corrente, e una rielaborazione delle espressioni spirituali, restando assolutamente fedele a quanto riguarda la vita di questa grande Santa di Casoria.
Nato da famiglia poverissima, si trasferisce a Barcellona in giovane età, dopo la morte prematura dei genitori. Qui sente forte la chiamata alla vita consacrata e a vent'anni entra tra i frati francescani. Durante il noviziato cominciano a manifestarsi in lui i primi segnali dei doni straordinari di Dio: la taumaturgia. A causa del clamore delle folle che si recano sempre più numerose da lui, e dell'incomprensione dei confratelli, in contrasto con l'entusiasmo della gente per i suoi miracoli, il povero frate è trasferito di continuo, fino ad arrivare al convento Santa Maria di Gesù di Cagliari, dove i frati lo accolgono con gioia, e dove morirà dopo poco più di un anno.
"Laudato si', mi' Signore", cantava san Francesco d'Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l'esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: "Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba". Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell'uso irresponsabile e dell'abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c'è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell'acqua, nell'aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c'è la nostra oppressa e devastata terra, che "geme e soffre le doglie del parto" (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.
Dalla vita e dalle opere di Mamma Luisa continuano ad emergere testimonianze, situazioni e comportamenti sempre in linea con l'insegnamento cristiano, che la definiscono come la figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina, fondatrice ed animatrice del suo Gruppo di Preghiera a Napoli e, a sua volta, Mamma spirituale di numerosi figli.
Il vangelo secondo Luca, per quanto riguarda la figura e i fatti della vita pubblica di Gesù, segue da vicino il racconto di Marco. Condivide inoltre con Matteo una serie notevole di testi legati all'insegnamento di Gesù. Luca raccoglie anche notizie del tutto nuove: oltre agli episodi circa l'infanzia di Gesù, egli presenta una vasta sezione in cui è presente molto materiale che non ha paralleli negli altri vangeli. I molti preziosi apporti di Luca sono lì collocati nello schema di un lungo viaggio verso Gerusalemme. Gerusalemme infatti sta al centro dell'opera lucana, vangelo e Atti degli Apostoli: verso di essa converge tutto il mistero di Gesù e da essa prende il via l'impegno missionario della Chiesa nascente.
Le rivelazioni che Gesù fece a Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690), a favore dei devoti del suo Sacro Cuore, sono state sintetizzate in dodici promesse. Ognuna di esse trova fondamento e conferma nella sacra Scrittura, che come "lampada" sul nostro cammino, guida i nostri passi "sulla via della pace", nella luce di Cristo, che illumina il mondo.
Questo piccolo libretto è un cammino di preghiere rivolte a Maria, madre del Signore.
Entrare nella storia di Filippo Gagliardi è come aprire una porta su una moltitudine di volti e farsene accogliere. Vite e storie di una comunità cristiana che ama, spera e cammina, e non lascia nessuno indietro, neanche quando la vita spariglia i progetti. Nell'universo di questo giovane, a commuovere è questa bellezza diffusa. La sua vita è l'ordito prezioso su cui si intesse questa storia corale e luminosa.
C'è un filo rosso che guida la vita di San Francesco de Geronimo fin da bambino, ed è la declinazione di due insegnamenti evangelici: "Il più grande tra di voi sia come il più piccolo" (Lc 22,26), "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!" (At 20,35). Siamo davanti ad un uomo la cui fama era nota in tutto il Regno di Napoli e la cui biografia è l'insieme di tinte forti e a volte contrastanti, a causa di una personalità complessa, di una fine cultura ma soprattutto di un'azione apostolica animata dal desiderio di farsi povero tra i poveri. Una delle fonti più antiche lo descrive così: "Era una persona piuttosto mingherlina con una sanità cagionevole. Di statura piuttosto alta che bassa; di vita smunta e scarnata". Una descrizione che sembra essere la negoziazione della bellezza secondo canoni estetici, eppure le fonti aggiungono: "Non appena apre il labro, una luce misteriosa lo circonda; e il popolo grida unanime: quanto è bello il Santo".
"Che bello poter stare in compagnia di Gesù! Aprirgli il nostro cuore, con i suoi desideri e ideali profondi; specchiarci in lui per illuminare umilmente le nostre coscienze; confidargli le nostre sofferenze e gli sforzi per superare i nostri limiti; affidare con fiducia alla sua bontà i nostri cari, gli amici. Il mondo intero; offrirgli la nostra vita perché solo il Signore può darle felicità e realizzazione piena. In questi 15 minuti di grazia nella preghiera intima e fiduciosa avremo certamente una sua tenera carezza, una parola di conforto e di incoraggiamento, il suo impegno a non lasciarci mai soli, la sua dolce gratitudine per la nostra semplice amicizia!"