Nell'attuale contesto mondiale già molto provato dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, si sta per celebrare l'11a Assemblea generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Si terrà in Germania, a settembre prossimo, sulla traccia: «L'amore di Cristo muove il mondo verso la riconciliazione e l'unità». Nel volume l'Autore spiega come, nel dialogo ecumenico e in ogni altra forma dialogica, sia fondamentale cominciare possibilmente sempre dalle ragioni del cuore. Tre sono le dimensioni caratterizzanti l'ecumenismo del cuore, qui descritte con motivi biblico-teologici: agapica, kenotica e minoritica. Dopo aver collocato il cuore al centro, un grano di ecumenismo francescano potrebbe rappresentare l'ingrediente più semplice e naturale, la finitura mancante. Da Karlsruhe, la "città a ventaglio" (Fächerstadt), molti auspicano che si alzi un vento di speranza e di pace, per riaccendere desideri di unità nelle chiese e nella società degli uomini. «L'impegno per l'unità dei cristiani non può essere considerato appannaggio di pochi specialisti, ma appartiene a tutti coloro che hanno "a cuore", da un lato, la persona di Gesù e la sua volontà, e dall'altro, la sorte dei propri fratelli e sorelle oggi più che mai assetati di pace e di giustizia» (dalla Prefazione di Mons. A. Palmieri).
C'è una santità molto evidente di alcuni uomini, ma c'è anche la santità sconosciuta della vita quotidiana: è quella testimoniata da Charles de Foucauld, che ha voluto imitare l'esempio della vita nascosta di Gesù a Nazareth. Frate Charles ha cercato di manifestare il Vangelo in maniera laboriosa e nascosta, nel silenzio in cui Dio dimostra la sua presenza nella forma di una "brezza leggera". Lui, che voleva "gridare il Vangelo con la vita", ha dimostrato che i gesti semplici possono parlare di Gesù.
La Madonna della Madia di Monopoli: guardarLa e sentirsi guardato non è un semplice gioco ottico, è una preghiera silenziosa che nasce per fede convinta, qui riscaldata dallo sguardo dolcissimo, appena implorante, della Theotòkos, della Madre di Dio. Per questo in un certo senso la Città di Monopoli non avrebbe bisogno di sapere di più del linguaggio della sua Icona: per la sua natura di città di mare e per un destino segnato, Monopoli da secoli vi-ve e si sviluppa confermata e confermandosi nel Patto di Bellezza che la lega alla Sacra Immagine di Maria. Ma pure si può tentare di aprire e leggere di più di questo stupendo libro iconografico (tale è sempre un'icona). Per tradizione antica è giunto dal mare, una notte di dicembre, per regalare l'immagine di una Madre che porta un messaggio di salvezza, Suo Figlio: saperne di più sarebbe un atto di conoscenza che arricchirebbe il dialogo di ognuno con le Sacre Figure. Ecco allora la ricerca di una lettura più attenta dei segni e dei simboli con cui l'Icona è stata segnata dall'arte e dalla fede orientali. Se poi la ricerca permette di intravvedere sull'Icona i segni della storia di una grande reliquia della Chiesa, la Sacra Sindone di Torino, allora la ricerca può diventare necessaria. E può diventare più incisiva l'opportunità di parlare d'ora in avanti dell'Icona della No-stra Signora della Madia, della Città di Monopoli
"Parare Christi vias" - preparare le vie di Cristo - è stato il motto episcopale di don Luciano Bux, ispiratore di questo lavoro sui Collaboratori di san Paolo, i cui nomi compaiono negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere paoline come noti nelle prime comunità cristiane, ma di cui noi ignoriamo quasi tutto. Questo libro, frutto di un paziente e pluriennale lavoro di ricerca e studio dell'autore, si propone di far luce su questi membri della Chiesa nascente che hanno lavorato insieme all'Apostolo Paolo per seminare e far crescere il buon seme del Vangelo, e così - spendendo le loro vite - l'hanno fatto arrivare fino a noi. È un libro che può essere letto anche per singoli argomenti di interesse (p.e.: chi era Epafròdito? E Tròfimo? Oppure Lidia e Priscilla?) ma che solo nella sua interezza può fornire una immagine più ampia di quegli uomini e quelle donne che, primi di una grande ed ininterrotta schiera, hanno accolto l'invito del Vangelo a "preparare le vie del Signore". Compito che ora spetta anche a noi, cristiani del XXI secolo.
Nella confusione che sovente regna nel nostro cuore, la coscienza è il luogo in cui matura e cresce la ricerca di una verità che dà libertà. Senza che ciò allontani del tutto dubbi, perplessità e desiderio di cercare ancora, dopo aver trovato. Perché la coscienza è, nello stesso tempo, reale e irriducibile. Di essa non ci si può sbarazzare, come tenta di fare chi vede in essa solo un ostacolo ingombrante sulla strada di comportamenti sciolti da ogni vincolo... La coscienza mi pone in relazione con la sfera dell'interiorità nella quale maturano - attraverso ricerca, illuminazione e discernimento - decisioni che riguardano me, la mia vita, le mie relazioni, i miei giudizi e la direzione da imprimere a essi. In maniera libera e convinta. Ciò fa della coscienza un processo che porta con sé i tremendi ed esaltanti doni della libertà e della responsabilità, come ricorda a più riprese l'autore di questo libro. Presentazione di S. Ecc. Mons. Nunzio Galantino.
Pagine ricche di riflessioni, catechesi, meditazioni nei ritiri ed esercizi spirituali, tenuti in molti anni, su brani della Sacra Scrittura, scelti di volta in volta per il ministero della Parola, da cui scaturiscono gli insegnamenti per la vita cristiana. La finalità è la condivisione del frutto di un lungo contatto con la Parola di Dio, grazie alla sollecitazione del Concilio Vaticano II che, con la costituzione dogmatica Dei Verbum sulla divina rivelazione, ha insegnato a riscoprirne il valore nella vita della Chiesa e di ogni credente. I contenuti sono biblici e le riflessioni non hanno sfondo moralistico, richiamano il Magistero e hanno attinenza con la vita del credente. Le riflessioni, raccolte per temi, si riferiscono al mistero dell'Incarnazione, alla Pasqua, alla missione, alla vita cristiana come cammino di santità, alla fede, alla carità. Dei brani presi in esame, di cui si presuppone l'esegesi, si fa una lettura pastorale e spirituale, sollecitando un coinvolgimento etico per lasciarsi convertire giorno dopo giorno dalla Parola di Dio.
Il testo propone una serie di riflessioni bibliche aperte a tutta la comunità. La sua attualità è apparsa evidente poi, dopo la presentazione della Lettera Enciclica di Papa Francesco "Fratelli tutti". Guidati dalla figura del patriarca Giuseppe, infatti, il cammino proposto mira a rendere ciascuno consapevole del fatto che riconoscersi e vivere da figli e fratelli non è affatto scontato. Giuseppe è l'esempio di un uomo che ha saputo realizzare la propria vita attraverso il dono della Sapienza, nonostante tutte le difficoltà che incontra. È Dio a guidare le vicende umane, anche se segnate dal male e dal peccato; la Sua provvidenza emerge in tutta la sua tenerezza e misericordia. Così è per l'incontro di due giovani che avviano un cammino d'amore verso il matrimonio; così è per la nascita di un figlio in una famiglia; così è per una vocazione alla vita consacrata e al ministero sacro.
L'aula delle udienze celebra i cinquanta anni di vita: è la visione, trasformatasi in pietra, dei suoi coraggiosi idealisti creatori: Paolo VI e Pier Luigi Nervi. Paolo VI sentiva l'urgenza e il bisogno di consumarsi, di effondersi; il bisogno di fare, il bisogno di dare, il bisogno di trasfondere negli altri il proprio tesoro, il proprio fuoco. E scriveva: "Sì; sì, o Signore, dimmi quello che io devo fare, e oserò, lo farò" (13 ottobre 1968). L'insegnamento che Paolo VI ci lascia è che bisogna sempre osare quando si tratta della causa di Dio. L'autenticità della vita cristiana esige un grande coraggio. "Non possiamo essere cristiani se non con coraggio pieno, con forza" (27 febbraio 1974). Nell'aula campeggia la grande Risurrezione in bronzo di Pericle Fazzini (1913-1987), posta scenograficamente a quinta del palco. Oggi, in quella scultura, possiamo vedere un chiaro messaggio all'uomo; dal dolore, dall'angoscia, dalla morte, con Cristo si risorge! Si calcola che in cinquanta anni, nelle udienze e nelle varie manifestazioni che vi si sono svolte alla presenza di Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, i fedeli siano stati oltre 12.000.000.
San Giuseppe è l’ombra di Dio, l’ombra discreta e sicura in cui riposa la verginità di Maria, e in cui cresce “in età e grazia” l’infanzia e l’adole­scenza del Figlio di Dio.
San Giuseppe è un uomo di poche parole, di molta tenerezza e fatica, di assoluta dedizione e semplicità.
È così che inquadra San Giuseppe l’insegna­mento di Paolo VI che viene raccolto in queste pagine.
Si presenta come un semplice ma prezioso sussidio per l’Anno speciale dedicato a San Giuseppe da Papa Francesco; con l’augurio che “crescano in tutti la devozione al Patrono della Chiesa universale e l’amore al Redentore, che egli esem­plarmente servì”.
Il Verbo della vita deve farsi carne e deve essere visto, udito, toccato, mangiato da ogni uomo. Tutti vorremmo rivivere l'esperienza del farci strada tra la folla per "tentare di toccarlo", come la donna emorroissa, o di "afferrarlo", come Paolo di Tarso. Tutti siamo convinti che dovunque andremo non ci sarà vita se non c'è lui; per questo bisogna "toccare il Verbo". Toccare per essere guariti, per vedere, per comprendere, per essere liberati, per fare comunione. Le riflessioni dell'Autore in "Toccare il Verbo" non smarriscono mai le caratteristiche di semplicità e immediatezza. Brevi cenni, a volte, per invitare, delicatamente, a leggere, a meditare, ad incarnare il Verbo. Il lettore potrà rivivere l'esperienza dei discepoli del Battista: quando Gesù passò davanti a loro, il precursore non disse altro se non "è lui, seguitelo". Ed essi lo seguirono. Leggendo questo scritti si prova la sensazione di chi si ferma finché il Cristo non appaia e conquisti! La festa del grande amore si fa solo se amante e amato si incontrano. Intense riflessioni bibliche uscite dal cuore di un Sacerdote innamorato di Cristo. Un libro per contemplare e accogliere la Parola di Vita. Valido sussidio di approfondimento della Lettera apostolica Aperuit illis di Papa Francesco.
Dobbiamo porre a noi stessi e agli altri domande che implichino una richiesta di speranza, anziché di certezze. Dobbiamo dare a noi stessi, e agli altri con la nostra condotta, "ragione della speranza" (1 Pt 3,15). Questo ci aiuterà a vivere nella santa tensione tra memoria crucis e spes resurrectionis. È il tempo di fare di Cristo il cuore del mondo. È il tempo di innescare processi, più che occupare spazi, dilatare la speranza e non pretendere di dilatare il potere. È il tempo di far sentire forte il grido non del potere con le sue continue sconfitte, ma il potere di quei segni che la speranza attiva in ognuno nel farsi dono d'amore agli altri, nessuno escluso. Per vivere meglio questo tempo. Per riscoprire che c'è una Speranza affidabile. Non possiamo più andare avanti ciascuno per conto suo, ma insieme.
La storia di Giona è la teologia secondo Dio. Dio fa teologia intrecciando il pathos, il logos e l'ethos in un'armonia in cui a brillare è l'amore. Solo l'amore ha il coraggio di uscire dalle strettoie della legge che ingabbia gli affetti e riscopre l'autenticità umana, luogo teologico in cui Dio si rivela continuamente. L'amore genera legami, fa maturare, è capace di creare, di generare, fa crescere, sviluppa energia creativa e generativa. L'amore è il compimento dell'umano sognato da Dio. L'amore è più umano dell'odio, perché crea continuamente innescando processi di vita sempre più piena. - Il coraggio divino di essere umani. Solo l'amore ha il coraggio di uscire dalle strettoie della legge che ingabbia gli affetti e riscopre l'autenticità umana, dove Dio si rileva continuamente. Non c'è peccato, colpa, fragilità che freni l'amore ostinato e sorprendente di Dio.