Raccolta dei messaggi del papa Paolo VI per la ripresa e le conclusioni delle sessioni del Concilio Vaticano II dal settembre 1963 al dicembre 1965.
L’Opera comprende tutti i manoscritti del Papa con l’aggiunta delle trascrizioni curate dai suoi vari collaboratori. Dai manoscritti si può esaminare la passione del Papa, la sua attenzione, la sua diligente cura anche attraverso le note che distinguono il lavoro. È un’opera che favorisce lo studio attento sulle tematiche e sui risvolti, anche più semplici, che il Papa affidò ai Padri conciliari perché ne facessero oggetto di singolare studio. Il confronto tra il manoscritto di Paolo VI e il testo dattiloscritto favorisce una maggiore comprensione dei personali intenti del papa Paolo VI.
La pubblicazione ha come oggetto lo studio di un particolare tipo di documenti, le cosiddette Carte Dotali. Tali Carte costituivano dei documenti contrattuali stipulati tra la famiglia della futura sposa e lo sposo, quindi tra due famiglie, che sotto forma di giuramento si impegnavano a "dotare" i coniugi di determinati beni per condurre la loro vita matrimoniale. Queste Carte, nella maggior parte dei casi, erano redatte davanti ad un notaio, alla presenza di uno o più sacerdoti e di un certo numero di testimoni. Scopo della ricerca è quello di approfondire il valore di questi contratti, sia dal punto di vista civile che religioso e quindi stabilire se non rappresentassero in qualche modo il momento di incontro tra la celebrazione religiosa e quella civile; inoltre, cogliere gli elementi per tentare una riflessione teologica e morale, a partire dalla prassi matrimoniale che si svilupperà dopo il Concilio di Trento.
Puglia 1972. Un killer spietato uccide uomini importanti seguendo le gesta dell'assassino di un antico manoscritto del XIII secolo. Costringerà Nick Warren e il capitano Genuisi dei carabinieri ad una corsa contro il tempo, poiché gli omicidi avvengono seguendo un'antica regola dell'ordine dei monaci benedettini.
Quest'opera nasce per raccontare con rigore scientifico una storia lunga cinque secoli ma rapidamente dimenticata subito dopo l'indipendenza politica dell'Angola, nel 1975. In particolare, gli intrecci fra potere politico dei portoghesi conquistatori e potere temporale del Papato nella seconda metà del '400. Il colonialismo è stato un tremendo capitolo, sepolto dalla coscienza occidentale con tale rapidità che oggi si rischia di riprodurne le conseguenze peggiori e forse lo stato in cui versano gran parte dell'Africa e dell'America Latina ne è uno degli effetti. Si tratta, inoltre, a quanto risulta, del primo testo di questo particolare periodo della storia dell'Angola scritto direttamente da un Angolano.
"Il bacio di Giuda lo ricevettero milioni di uomini, donne e bambini, deportati nei campi di sterminio per mano dei propri connazionali, amici o, addirittura, parenti". L'autore, in questo nuovo thriller, racconta uno dei tanti episodi tristi di un periodo buio della nostra storia in cui morirono milioni di uomini, donne e bambini. New York, 1974. Nick Warren seduto dietro la scrivania del suo ufficio, riceve la visita di un ladro in pensione, che gli racconta la storia di un segreto nazista. Mentre i due stanno parlando, Nick ha notizia di un omicidio di un suo collega, crimine che poi lui scoprirà essere collegato a quel segreto appena appreso. Accetterà un incarico delicato che lo porterà a scoprire... un vero segreto delle SS del 1945.
Il presente lavoro intende proporsi come un manuale per affiancare le lezioni di filosofia della religione nell'ambito di una Facoltà teologica. Si presenta con un'articolazione storico-ermeneutica, che comprende: un'introduzione di tipo epistemologico e metodologico; un'ampia rassegna storica delle principali posizioni e opere attinenti alla filosofia della religione, da Spinoza fino ai primi anni del XXI secolo; un capitolo dedicato agli "apporti indiretti" alla filosofia della religione, forniti non solo da filosofi, ma anche da psicologi e antropologi; un'antologia di testi difficilmente reperibili, alcuni dei quali sono presentati nella prima traduzione italiana; alcune schede concettuali su nuclei teoretici che possano avviare ad una sintesi sistematica. La destinazione del testo è eminentemente introduttiva e didattica.
Questa nuova opera dell'autore nasce dalla constatazione di un fenomeno contemporaneamente sociale e religioso. Oggi, l'interesse dei fedeli occidentali per l'icona cresce in modo significativo. Le risposte trovano riscontro in un'epoca di linguaggi semplici, come è quella odierna, in una cultura dell'immagine ma senza che le persone siano iniziate alla lettura dell'immagine. Il pensiero è così ridotto al puro razionalismo da non essere in grado di comprendere l'integrità della vita, che va ben oltre l'immagine. Si comincia ad intravedere l'esigenza di una comunicazione aperta all'intersoggettività, in tutte le sue forme. L'icona, con il suo linguaggio simbolico e complesso, risponde a questa esigenza perché comunica alla comunità e non solo al singolo.
Singolare trattato di teologia mistica che vuole far conoscere che cos'è la via unitiva, per indurre le anime ad aspirarvi e a fare sforzi generosi per raggiungerla. L'opera rimane sempre viva e valida specialmente quando ci si trova in un momento storico e con persone che, in forza di una pretesa modernistica, anche nell'ambito della vita ascetica, si lasciano andare in "un certo agnosticismo". Si pretende di poter prescindere dallo studio e dalla meditazione ignorando perfino i testi sacri. L'opera è ricca di citazioni, particolarmente collegate con le opere di S. Giovanni della Croce e S. Teresa d'Avila. Non mancano riferimenti e citazioni di altri scrittori mistici e di vari teologi. L'intero lavoro ha una finalità formativa più che educativa per favorire quanti aspirano a raggiungere una interiorità essenziale di vita cristiana: la configurazione a Cristo.
Alla riscoperta dei modi perduti! Oggi la comunicazione avviene in tanti modi: "sms", "e-book", "e-mail", "internet"; l'immediatezza prevale sullo strumento e sulla forma. Non assaporiamo più il profumo dell'inchiostro sulla carta, la bellezza della calligrafia, espressione della personalità. Tutto segue la logica del "mordi e fuggi", ci manca la possibilità di meditare sul testo. La lettera, invece, ci dà la possibilità di rileggere un messaggio, di meditare con calma, di lasciare una traccia nel tempo. La comunicazione è diventata difficile anche nelle parrocchie; questo testo si propone come momento di riflessione per la crescita personale e della comunità.
Padre Pio viveva di Eucarestia, nell’Eucarestia, per l’Eucarestia, l’Eucarestia era il suo tutto. Questo innamorato dell’Eucarestia è stato ben più che un contemplativo, è stato un mistico, anzi un estatico dell’Eucarestia. Mistico autentico ai livelli più alti, aveva raggiunto l’alta contemplazione infusa, intelletto, volontà e memoria erano in contatto con la divinità. L’altare era il nuovo Calvario, il luogo dove P. Pio si immolava. La prima pellegrina, in assoluto, che partiva dal cielo per assistere alla Messa di Padre Pio era proprio Maria.
Padre Pio, che, annientandosi, ha saputo attivare a sé per la salvezza dei fratelli l’Onnipotente e farlo operare nel suo ministero, è oggi modello, messaggio della forza dell’Eucarestia: con tutto se stesso chiama, invita ad andare, a vivere, a usufruire sempre dell’Eucarestia, che è rimedio assoluto, fondamentale, divino, per curare i mali gravissimi da cui siamo affetti.
«I metodi pastorali del Santo Curato d’Ars potrebbero apparire poco adatti alle attuali condizioni sociali e culturali. Come potrebbe infatti imitarlo un sacerdote oggi, in un mondo tanto cambiato? Se è vero che mutano i tempi e molti carismi sono tipici della persona, quindi irripetibili, c’è però uno stile di vita e un anelito di fondo che tutti siamo chiamati a coltivare. Lungi allora dal ridurre la figura del Santo curato d’Ars a un esempio, sia pure ammirevole, della spiritualità devozionale ottocentesca, è necessario al contrario cogliere la forza profetica che contrassegna la sua personalità umana e sacerdotale di “altissima attualità”» (Benedetto XVI).
Il volume raccoglie alcuni studi, prodotti nell’arco di un decennio, che hanno come tema esplicito o come sfondo le indicazioni fornite da Giovanni Paolo II nell’enciclica “Fides et ratio” (1998). Vi si troveranno lavori di indole metodologica, studi di filosofia della religione e pagine di tipo progettuale; quanto ne risulta si offre come sussidio didattico per gli studenti delle Facoltà Teologiche e come un contributo al dibattito su temi di grande attualità, come la circolarità tra fede e ragione, il dialogo possibile tra le grandi tradizioni di pensiero europeo d’Occidente e d’Oriente (donde anche il titolo del volume), l’apporto del pensiero filosofico alla formazione di un nuovo umanesimo cristiano per la nuova evangelizzazione.