«Principio di ogni bene è una ragione pratica e una prassi ragionata. Perciò né è buona la prassi senza ragione né buona la ragione senza prassi. È prassi: del corpo, il digiuno e la veglia; della bocca la salmodia, la preghiera e il silenzio, più prezioso della parola. Prassi delle mani è ciò che esse fanno senza mormorazione; dei piedi, poi, ciò che essi compiono alla prima esortazione». Elia, prete e monaco del sec. XI ricorda la necessità della rettitudine nella vita cristiana, l'essere raddrizzati dall'esercizio attivo della virtù (esercizio volontario delle pratiche ascetiche) e da quello passivo (l'esser consumati dalle prove involontarie): la quaresima, palestra battesimale dei credenti, li invita a verificare l'ordine della persona attraverso la disciplina del corpo e la continenza della parola, che insieme sostengono l'edificio della preghiera. Sono sfidati, i cristiani del ventunesimo secolo, dalle parole dei padri laddove spesso sperimentano il languire della speranza, che abbandona i cieli e li rinchiude sulla terra. La difficoltà ad aprire varchi allo stesso vissuto terreno viene dal rimanere legati alle proprie apparenti sicurezze, alle proprie passioni, alla volontà cioè di venir gratificati dalle proprie scelte; così essi intenzionano le attività per nutrire l'io e il proprio progetto di vita, piuttosto che essere attenti al progetto provvidenziale. Questo legame riduce la capacità di resistere alle avversità che ogni perseguimento di un ideale più alto necessariamente comporta. Ne risulta la rarità della fedeltà a ideali e scelte di vita impegnativi per l'intera esistenza, in favore di una facile attitudine al cambiamento che considera ogni scelta come uno sperimentare a termine e di conseguenza temporanea, interscambiabile con un'altra, mai decisiva. (A. Raspanti, in Semi di contemplazione n. 22).
Santa Gemma Galgani morì a soli 25 anni l’11 aprile 1903. Beatificata nel 1933 e canonizzata da Pio XII nel 1940, la sua memoria liturgica ricorre il 16 maggio.
Queste meditazioni – pratiche, accessibili a tutti, essenziali, per l’interiorità di ognuno – sono tratte dagli scritti, dalle lettere ed estasi di una delle mistiche piuù affascinanti del Ventesimo secolo.
Il culto di santa Gemma ha dato vita alla Congregazione Missionaria delle Sorelle di Santa Gemma, inserito nell’ordine Passionista
Santa Giovanna de Lestonnac (1556-1640) ha avuto un’esistenza particolarmente ricca di esperienze. Ha vissuto durante le guerre di religione e a contatto con l’influenza umanista dello zio, Michel de Montaigne. Grazie al sostegno della spiritualità ignaziana, è stata sposa, madre di famiglia, vedova, prima di diventare fondatrice del primo Ordine insegnante femminile: la Compagnia di Maria Nostra Signora.
Le autrici di questo libro sono religiose della Compagnia di Maria Nostra Signora e con queste meditazioni dimostrano la loro missione di approfondire e trasmettere la spiritualità e l’attualità dell’opera educativa di Giovanna de Lestonnac.